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Mar
26
Fabio, Sport Masseur
Catene muscolari di Mezieres e catene muscolari di Souchard
Metodo Mezieres, Mezieres - Official Page, Uncategorized
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Metodo Mezieres – Official Group

Mezieres

Catene muscolari di Mezieres e catene muscolari di Souchard Catene muscolari di Mezieres e catene muscolari di Souchard Catene muscolari di Mezieres e catene muscolari di Souchard Catene muscolari di Mezieres e catene muscolari di Souchard Catene muscolari di Mezieres e catene muscolari di Souchard

Catene muscolari di Mezieres e catene muscolari di Souchard,
Tramite la fascia connettivale, i muscoli sono in realtà strutturati in lunghe catene muscolari o meglio miofasciali. La lunghezza (l’elasticità) di ogni singolo muscolo è strettamente legata a quella di tutti i muscoli appartenenti alla stessa catena. Occorre comunque sempre tener presente la stretta integrazione esistente all’interno del sistema miofasciale e del nostro organismo; è difficile isolare funzionalmente un organo o una struttura. Un gruppo di muscoli in tensione esercita un’influenza su gli altri muscoli vicini, sia per un fattore fisico-fasciale che nervoso (i neuroni eccitati eccitano quelli vicini).

 

Catene muscolari di Mezieres e catene muscolari di Souchard

catena muscolare posteriore

La catena muscolare posteriore è la più estesa ed è formata da tutti i muscoli profondi e superficiali che vanno dalla linea occipitale alla punta delle dita dei piedi:
trapezio, gran dorsale, romboidei, elevatore della scapola, dentati (serratus), erettore della colonna, trasverso spinoso, interspinosi e intertrasversi, semimembranoso, semitendinoso, gracile, bicipite femorale, adduttori, plantare, popliteo, gemelli (grastrocnemio), soleo, tibiale posteriore, flessori lunghi delle dita e plantari del piede.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Catene muscolari di Mezieres e catene muscolari di Souchard

catena muscolare antero-inferiore

La catena muscolare antero-inferiore (fascia cervico-toraco-addomino-pelvica) è formata dal tendine centrale, dal diaframma, dall’ileopsoas e dalla fascia iliaca.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Catene muscolari di Mezieres e catene muscolari di Souchard

catena inspiratoria

 

La catena muscolare inspiratoria è formata dai muscoli nucali piccolo e grande retto posteriore, dal lunghissimo di capo e collo e dal tendine centrale che collega il rachide cervicale al diaframma e all’asse viscerale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Catene muscolari di Mezieres e catene muscolari di Souchard

catena anteriore del braccio

 

La catena muscolare anteriore del baccio è composta dal muscolo coraco-brachiale, dal bicipite, dal brachiale, dal brachio-radiale, dal lungo supinatore, da tutti i muscoli flessori e pronatori dell’avambraccio compresi i muscoli dell’eminenza tenar e ipotenar.

 

 

 

 

 

 

 

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Souchard

METODO SOUCHARD O RIEDUCAZIONE POSTURALE GLOBALE

Questo metodo è derivato direttamente dal precedente; infatti Philippe E. Souchard è stato tra i collaboratori della Mézières. Si basa su una netta distinzione di comportamento e ruolo dei muscoli della statica e dei muscoli della dinamica.
Il principio cardine di questa metodica è che i muscoli statici più rimangono accorciati (in contrazione) più diventano retratti e resistenti all’allungamento, mentre quelli dinamici possono essere accorciati (contratti) liberamente e favoriti in questo da un pre-allungamento. Ne deriva che i muscoli statici andranno esercitati in modo eccentrico e quelli dinamici in modo concentrico.
Superando i limiti della disciplina Mézières, Souchard pone inoltre particolare attenzione al muscolo respiratorio diaframma e al nervo fibroso che lo sostiene, nonché alla sua azione sinergica con i muscoli posteriori e psoas.
Souchard ritiene che le catene muscolari della statica siano prevalentemente due: anteriore e posteriore.
Alla catena anteriore appartengono:
a) La catena inspiratoria, formata dai seguenti muscoli: diaframma con il suo tendine sospensore, scaleni, gran dentato, sternocleidomastoidei e piccolo pettorale.
b) La catena antero-interna della spalla, formata dai seguenti muscoli: sottoscapolare, parte superiore del gran pettorale e coracobrachiale.
c) La catena anteriore del braccio, formata dai seguenti muscoli: bicipite, brachiale anteriore, coracobrachiale, lungo-supinatore, grande e piccolo palmare e dai muscoli dell’eminenza thenar ed ipothenar.
d) La catena antero-interna dell’anca, formata dai muscoli ileo-psoas e dai muscoli adduttori pubici.
Alla catena posteriore appartengono i seguenti muscoli:
e) spinali, grande gluteo, pelvi-trocanteri, ischio-tibiali, popliteo, soleo e plantari.

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Catene muscolari di Mezieres e catene muscolari di Souchard

La scelta delle posture da utilizzare è fatta dopo una valutazione del paziente effettuata in modo differenziato sui muscoli dinamici e statici, dopo una anamnesi ed un esame delle retrazioni.
Souchard individua prevalentemente due quadri morfologici. Il primo è detto anteriore; i pazienti appartenenti a questa categoria possono presentare prevalentemente queste caratteristiche: testa in avanti, ipercifosi, iperlordosi, bacino antiverso, femore intraruotato e ginocchia valghe, calcagno e piede valgo. Il secondo è detto posteriore; i pazienti appartenenti a questa categoria possono presentare prevalentemente queste caratteristiche: nuca corta, dorso piatto, ipolordosi lombare e diaframmatica, bacino retroverso, ginocchia vare, calcagno e piede varo.

 

Catene muscolari di Mezieres e catene muscolari di Souchard

l tipo anteriore (sinistra) e il tipo posteriore (destra) ; Le zone numerate sono:
(1) = nuca   (2) = zona dorsale   (3) = zona lombare   (4) = bacino   (5) = ginocchio   (6) = calcagno

Da questi due principali quadri morfologici derivano i due principali gruppi di posture:
1)  Posture con l’apertura dell’angolo coxo-femorale per agire sulla catena anteriore.
Esempio:
Catene muscolari di Mezieres e catene muscolari di Souchard
2) Posture con chiusura dell’angolo coxo-femorale per agire sulla catena posteriore.
Entrambe possono essere effettuate a braccia aperte o chiuse.

 

Esempio

 

Catene muscolari di Mezieres e catene muscolari di Souchard

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Mar
4
Carla T. Fit. + pesistica
COME CURARE E PREVENIRE UNO STRAPPO MUSCOLARE
Uncategorized
3

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 PREVENIRE UNO STRAPPO MUSCOLARE
 Quante volte, praticando sport “a freddo”, o anche semplicemente facendo uno scatto improvviso o un movimento brusco, abbiamo avvertito un intenso dolore muscolare? Si tratta del fastidioso “strappo”, che si verifica quando alcune fibre, delle moltissime che costituiscono un muscolo, si rompono a causa di uno sforzo acuto. Un vero spauracchio soprattutto per gli sportivi. Cosa accade quando si presenta uno strappo muscolare?

Il muscolo freddo, proprio in quanto impreparato allo sforzo, oppure perché troppo affaticato, non riesce a reggere un allungamento eccessivo, a cui non era preparato. Come si riconosce lo strappo muscolare? Il primo sintomo è sempre il dolore acuto, quasi “trafittivo”, nella zona interessata. Tante più fibre sono coinvolte dallo strappo muscolare, tanto più il dolore è lancinante.

PREVENIRE UNO STRAPPO MUSCOLARE

Di solito si avverte subito molta difficoltà a muovere il muscolo, che risulta gonfio e contratto. A fronte di uno strappo muscolare, l’attività fisica va subito interrotta e la parte dolente va immobilizzata. A dispetto di quanto si possa pensare, questo vale soprattutto nei casi in cui il dolore è lieve! Infatti questo porta a sottovalutare l’entità dello strappo muscolare, continuando così nello sforzo e peggiorando la lesione.

Per capire cosa accade durante uno strappo muscolare, basta immaginare il fascio di muscoli come una fune tirata dai due capi opposti. E’ come una corda troppo tesa: a forza di tirarlo, il muscolo prima o poi si spezza! Ecco allora le lesioni da strappo muscolare, che possono essere di 1°, 2° e 3° grado.

1)    Lesione di 1° Grado: inizialmente si sfilacciano solo alcune fibre, a volte senza dolore. Il muscolo si autoripara restando a riposo.
2)    Lesione di 2° Grado: se la tensione aumenta si lacerano più fibre: al riposo si affianca l’intervento di un fisioterapista e l’utilizzo di creme antinfiammatorie e antidolorifiche.
3)    Lesione di 3° Grado: si spezza un intero fascio di muscoli: spesso serve il chirurgo per riparare la lesione.

PREVENIRE UNO STRAPPO MUSCOLARE

Come evitare la comparsa di uno strappo muscolare?
Le cose fondamentali sono: scaldare i muscoli prima dello sport, coprirsi bene nei giorni più freddi, fare streching dopo l’attivita’. Nei prossimi articoli vi daremo le indicazioni per un riscaldamento ed uno streching appropriati per tutti i diversi settori muscolari.

Infine, quali interventi sono più indicati per riparare uno strappo muscolare?
Abbiamo detto che l’errore più grave è “fare gli eroi” e continuare nello sforzo fisico: la lesione peggiorerà inevitabilmente. I consigli da seguire sono dunque i seguenti:
–    Intervento di primo soccorso: trattare la parte interessata dallo strappo muscolare con ghiaccio. Questo farà sì che la lesione non si estenda. Evitare altri sforzi!
–    Andare dal medico il prima possibile. Per verificare l’entità dello strappo muscolare, potrebbe risultare infatti utile o necessaria un’ecografia o una risonanza magnetica.
–    A casa, la miglior terapia è il riposo per 1-2 settimane (il doppio nelle lesioni di 2° e 3° grado).
–    Avvalersi dell’aiuto di farmaci utili: antinfiammatori, locali e per bocca, e miorilassanti, che facilitano la guarigione dallo strappo muscolare.

 

Tratto da :  http://www.rbremedia.it/come-curare-e-prevenire-uno-strappo-muscolare

Feb
22
Fabio, Sport Masseur
FORZA, ETA’ EVOLUTIVA La forza nei bimbi e adolescenti
bodybuilding, dieta, sport, tennis, track & field, Uncategorized
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FORZA, ETA’ EVOLUTIVA La forza nei bimbi e adolescenti e adolescenti

  1. ..non portasse a dei risultati significativi per la mancanza di ormoni androgeni legati allo sviluppo della massa muscolare e, quindi, della forza
  2. …bloccasse lo sviluppo delle cartilagini di accrescimento e quindi della crescita = ridotto accrescimento staturale del bambino. Affermazione apparentemente suffragata dal fatto che le ossa del bambino sono sì, più elastiche perché povere di calcio, ma per questo meno resistenti alla pressione e al piegamento (Weineck).
  3. …aumentasse il logorio delle ossa, legamenti ed articolazioni. Sconfessiamo subito questo mito: la funzione mantiene la forma e non il contrario (Klumper 1990).  FORZA, ETA’ EVOLUTIVA La forza nei bimbi e adolescenti

    FORZA, ETA’ EVOLUTIVA La forza nei bimbi e adolescenti

    • In realtà, allenati alla forza  tramite allenamenti isometrici, isotonici, isocinetici impiegando attrezzi diversi, pesi liberi e carichi naturali, i bambini hanno dimostrato un aumento di forza ( metanalisi di 28 ricerche condotta da Falk, Tenenbaum, 1996 ). Weineck, tuttavia, sconsiglia l’allenamento isometrico.
    • Quanto sono diventati più forti…? Dal 14% al 30% ( Falk, Tenenbaum, 1996 ). Un aumento che si è dimostrato uguale a quello degli adulti sottoposti ad allenamento, ma minore in termini assoluti ( Stratton, 2004 ). Gli studi di Feigenbaum (2007) hanno osservato nei bambini sottoposti ad allenamenti di forza un aumento della stessa dal 30 al 40% (allenamento durato meno di 8 settimane). F

      FORZA, ETA’ EVOLUTIVA La forza nei bimbi e adolescenti

      ORZA, ETA’ EVOLUTIVA La forza nei bimbi e adolescenti

    • Mancando la base ormonale legata all’ipertrofia, quali altri meccanismi possono giustificare l’incremento di forza nei bambini allenati…? Si ipotizza che il miglioramento sia legato ad un ADATTAMENTO NEUROMUSCOLARE, cioè ad una migliore cooperazione tra sistema nervoso e muscolare ( Blimkie et al 1989; Hassan 1991; Mc Govern 1984; Ramsay et al. 1990; Sailor, Berg 1987; Siegel et al. 1989; Weltman et al.1986 ). Negli adulti, però, gli adattamenti neuromuscolari scompaiono dopo poco tempo dallo stop dell’allenamento.    FOR

      FORZA, ETA’ EVOLUTIVA La forza nei bimbi e adolescenti

      Z A, ETA’ EVOLUTIVA La forza nei bimbi e adolescenti

      Anche nei bambini succede la stessa cosa…?

FORZA, ETA’ EVOLUTIVA La forza nei bimbi e adolescenti

    • Pare di no. Lo testimonia uno studio a lungo termine condotto da Diekmann e Letzelter ( 1986 ). Sono stati creati due gruppi di bambini e bambine tra gli 8 e i 10 anni. Ogni gruppo era formato da 35 soggetti. Un gruppo si allenava in tre fasi alla Leg Press, 2 volte alla settimana per un totale di 12 settimane. L’altro era un gruppo di controllo. Risultato: i bambini allenati mantenevano i risultati ottenuti anche nello stop forzato tra le fasi di allenamento. Morale: anche se non legati ad un aumento della massa muscolare, i risultati di un allenamento di forza nei bambini sono durevoli.

FORZA, ETA’ EVOLUTIVA La forza nei bimbi e adolescenti

Perché allenare la forza nei bambini..?

1) Semplicemente perché l’acquisizione di qualsiasi gesto tecnico richiede una dose più o meno grande di forza. Questa fase della vita è cruciale nell’apprendimento motorio. E’ il periodo dagli 8 agli 11 anni, detto “turgor secondus” ed è considerata l’età d’oro dell’apprendimento motorio, nel quale si deve acquisire un grande patrimonio di movimenti che condizionerà il bagaglio motorio a venire. E’ in questa fase che i bambini imparano con disinvoltura movimenti anche complessi come un doppio salto mortale. Un’adeguata dose di forza li faciliterà nell’applicazione del gesto. Insomma, il giovane atleta risulta facilitato nel risolvere compiti complessi in cui sono richiesti impegni muscolari intensi

FORZA, ETA’ EVOLUTIVA La forza nei bimbi e adolescenti

FORZA, ETA’ EVOLUTIVA La forza nei bimbi e adolescenti

2) L’allenamento della sforza aiuta nello sviluppo dello scheletro ( British Association of    Exercise and Sport-BASES-in “Position of Guidelines for Resistance Exercise in Young People;  Yu et al, 2005 )

3) Previene soprappeso, traumi e riduce i sintomi di dolori cronici alla schiena ( J.Weineck,       “L’allenamento ottimale”; Jones, 2002- tesi presentata al    John Moores University di Liverpool ). Weineck riporta che nei primi due anni di scuola i bambini registrano un aumento dei difetti del portamento di circa il 70% e un aumento del soprappeso dal 3 al 20%.

Curiosità: secondo Ebada, Kruger (2004) l’inizio sistematico di un allenamento di sollevamento pesi nelle singole nazioni e nei diversi gruppi di autori oscilla tra i 9 e i 12 anni.

 FORZA, ETA’ EVOLUTIVA La forza nei bimbi e adolescenti

Come allenare i bambini alla forza…?

1)   Con 13-15 ripetizioni (lavoro di Feigenbaum et al 1999, 2001)

2)  con 2 allenamenti settimanali ( Stahler et al.,1995; Steinmann 1990 ). Un solo allenamento è meno efficace, mentre tre allenamenti non sono più efficaci di due (almeno, all’inizio dell’allenamento della forza).

3) Weineck, nella prima età scolare (6-10 anni) suggerisce di allenare la forza solo attraverso giochi di lotta, di spinta e di trazione o circuit training. Quest’ultimo asseconda il bisogno infantile di prestazioni di breve durata e garantisce una buona formazione dell’apparato muscolare. Le stazioni non devono essere più di 5-7,  durare oltre i20”, con una pausa di 40”e la velocità di esecuzione il più rapida possibile. Nella seconda età scolare (10-12 anni)l’autore, nell’ambito del rafforzamento generale, propone ancora un lavoro a carico naturale o con sovraccarichi leggeri (palloni medicinali, cerchi pesanti, sacchi di sabbia…). Ma anche esercizi con il partner per allenare muscoli dorsali e addominali e esercizi di appoggio degli arti superiori (carriola, verticale, palleggiare un pallone…).

Ai fini della performance atletica, meglio solo allenamento generale della forza o combinare l’allenamento generale della forza con la pliometria?

Secondo Feigenbaum (2006) l’allenamento combinato produceva miglioramenti significativi nei test di squat jump con impiego delle braccia, di salto in lungo da fermo, di corsa a navetta e di lancio del pallone medicinale. Il gruppo che allenava solo la forza dimostrava miglioramenti estremamente casuali.. Anche altri studi hano portato alla conclusione che la forma combinata di forza + pliometria sia la soluzione vincente per migliorare la performance.

 

L’allenamento della forza nei bambini produce particolari masse muscolari?

No, perché “in un muscolo in via di accrescimento si produce un aumento dei sarcomeri collegati in serie e quindi un adattamento in lunghezza” (Weineck). Allenare la forza nei bambini produce un allungamento del mucolo senza che vi corrisponda un aumento della sezione traversa, cioè della massa muscolare.Il tutto a patto che l’allenamento sia dinamico (e non isometrico) con ampi movimenti in allungamento e in accorciamento della muscolatura.

 

Pesi o corpo libero?

Flanagan et al. (2002) non hanno riportato alcuna differenza nell’allenare la forza con i due metodi. Né si evidenziata una differenza significativa nel guadagno di forza (misurata attraverso il salto verticale e orizzontale) tra chi svolgeva 6-10 RM e chi svolgeva 15-20 RM (Feigenbaum et al. 2005).

Allenare la forza nei bambini è pericoloso…?

Esiste un solo Autore che ha riferito di lesioni epifisarie dopo un allenamento con i pesi ( Gumby et al., 1982 ), ma che guarivano senza lasciare conseguenze. Comunque si trattava di un allenamento per il sollevamento pesi con carichi massimali e non di un allenamento della forza. Nelle varie ricerche a lungo termine sull’allenamento della forza con i bambini non si fa il minimo accenno a danni per la salute.Feigembaum et al, nel 2003, ha sottoposto bambini dai 6 ai 12 anni a test di forza massimi con carichi di 1RM. Nessun trauma rilevato. Byrd et al, nel 2003, hanno osservato 543 alzate con carichi massimi di giovani sollevatori di peso. Nessuna traccia di traumi o lesioni.

Anche Fleck e Kraemer (1997, 2005) non vedono nell’età infantile un impedimento ad allenare la forza con pesi liberi e macchine. In meno dell’1% degli studi pubblicati vengono citati traumi di scarsa entità e in nessuno dei lavori esaminati si sono osservati danni alle cartilagini d’accrescimento.

E a lungo termine…?

Mettiamo allora a confronto le probabilità di trauma e infortuni i giovani atleti praticanti sport diversi e vari tipi di allenamento ( Hamil, 1994 )

Quanto si migliora?

Uno studio di Feigenbaum et al. (1999) riporta un miglioramento del 40% in termini di forza su bambini e bambine tra i 5 e i 12 anni allenati per 8 settimane alla chest press e leg extension. L’età tra i 7 e i 10 anni (prima età scolare) è un periodo d’oro per l’apprendimento motorio, sarebbe utile abbinare l’eventuale allenamento della forza ad attività coordinative: giochi con la palla, con partner e con attrezzi e/o anche esercizi ginnici eseguiti in forme complesse, come i circuiti con vari attrezzi (Mellerowicz et al. 200, 79). Con la 2° età scolare (10-12 anni le femmine e 10-13 anni i maschi) c’è un ulteriore sviluppo dell’apparato vestibolare e degli altri analizzatori del movimento e della posizione migliorando così fluidità e padronanza dei movimenti. Meglio ancora, in questo periodo, rinforzare l’allenamento delle capacità coordinative rispetto a quelle condizionali. La forza sarebbe meglio allenarla attraverso esercizi di forza complessi, senza l’uso di attrezzi (SdS, n.82-Luglio-Settembre 2009). Se in queste due fasi l’allenamento della forza dà esiti leggermente a favore dei maschi, tra la pubertà e l’adolescenza ( 12-18/19 anni) la produzione di ormoni androgeni nei maschi li sottopone ad un significativo miglioramento nell’allenabilità della forza rispetto alle coetanee. Nella 1° fase puberale ( 11/12 fino ai 14 anni) i maschi possono contare su un grosso sviluppo muscolare e della forza massimale e rapida. Tuttavia Mellerowicz et al. (2000, 79) sostengono che se nella 1° età puberale l’allenamento della forza e della forza rapida dovrebbe essere utilizzato solo a certe condizioni, alla fine della crescita (18/19 anni) forza, velocità, coordinazione e resistenza possono essere allenati fino quasi ai limiti della capacità di carico degli adulti.

Detto questo durante l’età evolutiva risulta difficile fare una declinazione dei tempi e modi di allenamento uguale per tutti dato che la forza cresce e si modifica in modo spontaneo e irregolare. Inoltre la forza, la crescita e la maturazione influenzano fortemente le capacità di apprendimento, sia delle abilità motorie, sia delle tecniche sportive in generale, creando difficoltà e opportunità sul piano della coordinazione.

La crescita della forza, è bene sottolineare, non procede parallelamente a quello della statura creando situazioni di relativo squilibrio. Il massimo gap tra crescita statura/forza avviene attorno ai 12 anni nelle femmine e ai 14 anni nei maschi. In questo periodo i maschi possono crescere di 9 cm in un anno e le femmine di 8 cm. Questo penalizza lo sviluppo della forza in rapporto alla statura.

Età e sesso contano sull’efficacia dell’allenamento della forza?

Steinmann (1990) in una ricerca unica nel suo genere nella quale ha esaminato l’influenza dell’età con metodi statistici ha concluso che non ci sono apprezzabili differenze nel miglioramento della forza in ragazzini tra gli 11 e i 14 anni sottoposti all’allenamento di tale capacità. Solo i 14enni hanno dimostrato miglioramenti più marcati nel miglioramento del salto verticale dopo 8 settimane di allenamento della forza. Diekmann e Letzelter (1987) hanno dimostrato che nemmeno il sesso dei soggetti in età evolutiva influenza i miglioramenti conseguiti dall’allenamento della forza. Secondo altri studi, nemmeno l’età influenzerebbe l’efficacia degli allenamenti della forza.

Cosa si migliora in età prepuberale…?

Il trend attuale suggerisce che con un allenamento di forza i soggetti in età prepuberale producono sì, miglioramenti, ma sostanzialmente per meccanismi di adattamento neuromuscolare ( Feigenbaum 1993; Matos, Winsley 2007). Ninte aumento della massa muscolare, dunque.

Fry e Shilling nel 2002 pubblicarono una review su allenamento e risposta oronale. Se ne concluse che nei soggetti maschi in prima fase puberale presentavano risposte ormonali all’allenamento della forza pari a quelle degli adulti, ma bisogna tenere presente che tali ricerche erano riferite a soggetti praticanti pesistica

I cambiamenti della massa muscolare nell’età evolutiva

Se alla nascita il bambino ha solo il 21%-25% di massa muscolare, alla fine della crescita i maschi arrivano ad un 52% di massa muscolare contro un 42% delle coetanee. Le fibre muscolari del bambino sono più sottili ed elastiche e molto più richhe di acquaL’aumento della massa muscolare avviene per iperplasia ed ipertrofia. Tradotto, si ha un aumento sia delle dimensioni (in lunghezza) che del numero dei sarcomeri in corrispondenza della giunzione muscolo-tendinea.

Nei ragazzi le braccia si sviluppano il doppio rispetto a quelle delle ragazze, mentre la differenza sugli arti inferiori è “solo”del 30% (Blimkie, 1998).

Quanto alla tipologia delle fibre muscolari, se alla nascita prevalgono le fibre veloci, nei primi due anni ci sarà una loro trasformazione in fibre lente, in una proporzione che rimarrà costante fino all’età adulta. Solo l’allenamento specifico potrà determinare un moderato cambiamento tipologico.

La sezione trasversa cresce del 75%nel primo anno di vita, mentre da lì fino all’età adulta crescerà di 4-5 volte nei maschi e di 3,5 volte nelle femmine.

I carichi…

Se alcuni autori non pongono limiti, pur sottolineando alcune fragilità come i nuclei di ossificazione, altri autori pongono come limite massimo il 100% del peso corporeo (fino ai 15 anni). Filin (1980) pone l’asticella del sovraccarico all’altezza del peso corporeo tra i 9 e i 18 anni. Oltre ai 18 anni è possibile raggiungere carichi fino al 120% del peso corporeo. Il consiglio di usare carichi che non vadano oltre la soglia del peso corporeo tra i 9 e i 18 anni deriva dalla considerazione che se nella fase prepuberale e puberale i muscoli hanno caratteristiche di funzionalità pari a quelle degli adulti, lo scheletro è ancora in evoluzione il che lo rende, almeno in parte, vulnerabile e comunque non così stabile come i muscoli (Sperling 1975).

Per completare la preparazione è necessario affiancare agli esercizi di forza anche esercizi di equilibrio, di variazione delle tensioni muscolari e esercizi che sviluppino la capacità di realizzare tensioni elevate prolungate e ripetute in condizioni di crescente fatica, come negli sport di resistenza alla forza, nei giochi sportivi e negli sport da combattimento.

 

 

Rapporto traumi/ore di pratica attività

 

Sport Rischi di danni o lesioni Quanto più pericoloso dell’allenamento alla forza?
Allenamento della forza 0,0035 / 100 ore di pratica  
Sollevamenti massimali 0,0017 / 10 ore di pratica  
Calcio 6,20 / 1 ora di pratica 1500 volte più pericoloso
Basket 1,03 / 1 ora di pratica 800 volte
Un programma corretto di allenamento della forza non ha effetti negativi sulla crescita lineare, sulle cartilagini d’accrescimento e il sistema cardiocircolatorio

( US Consumer Product Safety Commissions National Electronic Iniury Surveillance System, sistema di controllo per la sicurezza dei prodotti di consumo che raccoglie dati sui danni e lesioni di pesi liberi, macchine, tubi e fasce elastiche in 1000 pronto soccorso ). Sul totale degli infortuni registrati per tutte le attività sportive tra il 1978 e il 1998, solo lo 0,7% proviene da attività sportive con sovraccarichi, mentre i giochi sportivi coprono oltre il 35% degli infortuni. Inoltre la maggior parte degli incidenti riferiti durante allenamenti di forza sono avvenuti in ambiente domestico o per una cattiva utilizzazione di macchine o pesi liberi (Guy, Micheli 2001). In ogni caso le linee guida sull’allenamento della forza dell’American Academy of Pediatrics sconsiglia l’uso di carichi massimali (AAA, 2007).

Inoltre i pochi dati disponibili indicano che l’allenamento con i sovraccarichi porta ad un aumento delle IGF-1 e che non vi sono effetti negativi sulla crescita (Blimkie, 1993).

Infine, quando l’allenamento è supervisionato da un istruttore esperto non sono stati riportati danni, in particolare alle cartilagini di accrescimento (Behm et al., 2008)

 

 

 

 

Quando iniziare quale sport…?

 

Età Sport
Fino a 7 anni Sport con componente piuttosto tecnica

(sport e discipline tecnico-compensatorie)

7-9 anni Sport a dominante coordinativo-condizionale

(nuoto, gare multiple di atletica leggera, badminton, pallavolo…)

9-11 anni Sport a dominanza condizionale-coordinativa

(corsa, ciclismo, triathlon, scherma, pallamano)

11-13 anni Sport di forza/resistenza alla forza

(canottaggio, lanci dell’atletica leggera…)

Frohner, Tronick (2007, 12)

 

Stiffness* e Riflesso da stiramento: un paragone bambini-adulti

Lo studio di Lambertz et al. (2003) ha coinvolto 46 bambini e bambine in età prepuberale tra i 7 e i 10 anni. Ecco i risultati:

  • Il riflesso da stiramento e la stiffness aumentano con l’età
  • I tendini diventano più stiff (rigidi) con l’età
  • La stiffness aumenta con la forza

Il rifl. da stiramento e la stiffness sono inferiori che nell’adulto     probabilmente a causa della minore stiffness muscolo-tendinea (studiato nella prestazione di salto-Grosset et al.2007)

Non a caso già Bosco (1982) e Komi (1973) avevano notato una ridotta capacità dei bambini di tollerare alti carichi pliometrici, mentre già tra i 10 e i 15 anni tale capacità è superiore. Infatti i bambini sviluppano una performance pliometrica inferiore, in proporzioe, alla loro forza massima. La loro capacità pliometrica è proporzionalmente inferiore anche a quella degli adulti al punto che la loro forza eccentrica massimale risulta essere inferiore alla forza concentrica massimale. Mentre negli adulti la forza ecentrica massimale supera del 30-50% quella concentrica massimale.

Come mai? Probabilmente per l’incompleto sviluppo del sistema nervoso e dall’esigenza di proteggere un apparto locomotore e di sostegno ancora fragile. Il bambino ha una soglia di attivazione degli organi Tendinei del Golgi precoce rispetto all’adulto. Risultao: le inibizioni vincono sulle attivazioni. Idem negli anziani, a causa di una regressione funzionale (Bosco, 1980).

Già a 12-13 anni i ragazzini hanno evidenziato, però, una buona sensibilità all’allenamento pliometrico.

*Stiffness= durezza muscolare. Una maggiore s. migliora la trasmissione della forza. La s. deve essere in equilibrio con la compliance, cioè l’elasticità del muscolo, in modo tale da accumulare tutta l’energia elastica possibile.

 

Performance ed età prepuberale: nessuna differenza tra maschi e femmine?

Anche se la tempesta ormonale tipica della pubertà non ha ancora messo un solco netto tra maschi e femmine e fermo restando che tra i 9 e gli 11 anni i livelli di composizione corporea e di forza massima tra i due sessi sono sostanzialmente uguali, pare che in questo periodo i maschi si distinguano già nelle attività di potenza come i test di salto verticale e di salto in lungo da fermo (MacKay, 2005).

LINEE GUIDA DELL’AAP

(AMERICAN ACADEMY OF PEDIATRICS-“Strenght Training by Children and Adolescents”, PEDIATRICS, 121, 2008, 835-840)

  • Allenare la forza 2-3 volte a settimana
  • 20-30 minuti per ogni allenamento
  • 8-15 ripetizioni per set (carichi dal 30% al 60% di 1 RM, Faigenbaum 2008)
  • 1-3 set per esercizio Aumentare il carico quando il bambino è in grado di eseguire correttamente 15 ripetizioni ( Willmore e Costill, 2005 ) con incrementi del 10%
  • Allenarsi per almeno 8 settimane
  • Allenare tutti i gruppi muscolari, anche quelli del tronco con un occhio di riguardo a dorsali e addominali
  • Lavorare nel massimo ROM
  • Non iniziare l’allenamento della forza prima dei 6-8 anni perché solo allora inizia l’età d’oro dell’apprendimento motorio e l’equilibrio e il controllo posturale del bambino raggiungono una maturità pari a quella di un adulto
  • Privilegiare i pesi liberi, sia perchè le macchine sono tarate su misure adulte, sia per il maggior controllo dell’equilibrio che impongono questi attrezzi
  • Per il limitato numero di ricerche, l’AAP si oppone però alle alzate di potenza, al body building o all’uso di carichi massimali ( 1RM)
  • Mantenere bassi carichi e ripetizioni ( 10-15 rip ) quando teoricamente se ne potrebbero eseguire 20 o più.Il lavoro ad esaurimento o con contrazioni eccentriche è sconsigliato perché pericoloso ( “ Fitness&Sport”, n.1/2010 )
  • Per rispettare quanto detto sopra è sufficiente aumentare di ½ kh – 1 kg a settimana
  • Si può iniziare con un solo set. Quando si è in grado di eseguire 10 ripetizioni in modo corretto possiamo aumentare prima il n. delle ripetizioni, portandole gradualmente a 15, quindi tornare a 10 aumentando il carico. L’obiettivo è quello di arrivare ad eseguire in modo corretto le 15 rip. Con un peso maggiore rispetto all’inizio. Raggiunto questo non bisogna aumentare né il peso, né le ripetizioni, ma il numero di set ( due o tre al massimo ).
  • Portare gli allenamenti a più di 4 a settimana non aumenta I benefici, ma solo il rischio di traumi
  • Per la sicurezza del bambino è necessaria un’accurata assistenzae tecnica d’esecuzione. Il rapporto istruttore-bambini non deve essere superiore a 1:10
  • Combinare l’allenamento della forza con uno di allenamento aerobico se l’obbiettivo è il miglioramento della salute
  • Controindicazioni all’allenamento della forza nei bambini : ipertensione non controllata, epilessia, storia di tumori infantili e chemioterapia
  • Consultare un medico in caso di patologie cardiache congenite ( cardiomiopatie, ipertensione polmonare arteriosa o sindrome di Marfan )

 

I benefici dell’allenamento della forza nei bambini

  1. Migliora l’efficienza cardiovascolare
  2. La composizione corporea (sulla massa grassa l’effetto è evidente negli adolescenti, nullo o quasi nei bambini in età prepuberale, Feigenbaum 1996,69)
  3. La densità ossea ( Fleck, Kraemer 1997)

La fase più sensible per influire sulla densità ossea è quella prepuberale, cioè tra gli 10 e i 12 anni circa (Mc Kelvie, 2002)

  1. Il profilo dei lipidi ematici
  2. La salute mentale

Yu et al. (2005,667)hanno ottenuto benefici sia sulla composizione corporea che sulla densità minerale ossea anche su bambini in età prepuberale in sovrappeso o obesi.

 

Esempio di progressione

 

Settimana  1 1 x 10 1 kg
Settimana  2 1 x 12 1 kg
Settimana  3 1 x 15 1 kg
Settimana  4 1 x 10 1,5 kg
Settimana  5 1 x 12 1,5 kg
Settimana  6 1 x 15 1,5 kg
Settimana  7 2 x 10 1 kg
Settimana  8 2 x 12 1 kg
Settimana  9 2 x 15 1 kg
Settimana  10 2 x 10 1,5 kg

 

Approccio e progressione

 

Prima unità di allenamento Una sola serie con sovraccarico scarso, da permettere 12-15 rip.
Prime 3-4 settimane Da concepire come fase di apprendimento, preferendo all’inizio esercizi parziali per alcune parti del corpo
Dopo 4-5 settimane Inserire la vera fase iniziale del programma di allenamento pianificato
Quanti esercizi? 6-8
Quali muscoli privilegiare? Allenare prima i gruppi muscolari principali, soprattutto gli stabilizzatori del tronco (es., retti e obliqui, estensori del dorso…) e delle articolazioni (cuffia dei rotatori)
Velocità di esecuzione e modalità di lavoro 1-2 secondi in concentrica, 2-3 secondi in eccentrica

Solo esecuzioni dinamiche, non isometriche

Dopo quanto tempo i miglioramenti evidenti? 8 settimane

Come condurre un allenamento di forza in età evolutiva con obiettivo salute

 

Riscaldamento 5-10’ al rematore, crosstrainer perché coinvolgono tutto il corpo
Ripetizioni 10-15 (minimo 6, max 25) secondo la fase di allenamento e l’obiettivo (8-12=costruzione muscolare, 15-20= resistenza alla forza, 6-8=forza rapida)
Interruzioni del carico Non portare mai fino all’esaurimento, ma con un margine di 2-3 ripetizioni supplementari
Set 2-3 per esercizio
Esercizi 6-8
Frequenza 2 a settimana
Durata 6-8 settimane (minimo 4, massimo 12)
Ripetizione del ciclo Minimo 2 all’anno

 

N.B.: Incrementare prima il volume (ripetizioni, esercizi, frequenza d’allenamento), poi l’intensità (Feigenmbaun 1993).

 

Fleck, Kraemer (1997): esercizi, set e ripetizioni di un allenamento della forza alle macchine con bambini

 

Esercizio Set e ripetizioni
Squat o leg press 3 x 10-15
Bench press 3 x 10
Leg curl 3 x 10
Arm curl 3 x 10
Leg extension 3 x 10
Shoulder press 3 x 10-15
Sit up 3 x 15-20
Back extension 3 x 10-15

 

Fleck, Kraemer (1997): variabili sulla periodizzazione

 

Obiettivo Set e rip.
Base 3 x 10-15
Forza 3 x 6-10
Forza rapida 2-3 x 6-9
Forza massima 1-2 x 6-8

Periodizzazione dell’allenamento con atleti in età prepuberale

(modificato da Fleck, Kaemer 2004)

Tratto da SdS n.84, Gennaio-Marzo 2010-04-25

 

Ciclo allenamento Numero set per esercizio Ripetizioni Intensità Durata del ciclo

(in settimane)

Base

(resistenza alla forza)

1-3 10-15 < 70% 1RM 6
Strenght

(costruzione muscolare)

1-3 6-10 70-85% 1RM 6
Power

(forza rapida)

2-3 6-8 < 60% 1RM* 6
Peak

(forza massima)

1-2 6-8 < 80-85% 1RM 6
Active resting

(recupero attivo)     Attività sportive di scarsa intensità; metodi di rigenerazione

 

* esplosivo

 

Gli sport specifici che migliorano la massa e la densità ossea:

  • Ginnastica artistica
  • Corsa
  • Tennis
  • Hockey su ghiaccio
  • Pesistica

Gli autori che propongono questo rapporto tra sport-specifico e aumento di massa e densità ossea sono: Bruggemann, Krahl 2000; Burrows 2007; Cohen et al. 1995; Conroy et al. 1993; Kemmler et al. 2003; Pettersson et al. 1999; Ryan et al. 2004; Stone 1992; Zernocke, Loitz 1992. Inoltre Burrows (2007) sostiene che soprattutto durante l’infanzia e l’adolescenza l’osso disponga di grandi capacità di adattamento ai carichi. Suffraga questa affermazione la review di Ondragik, Morgan (2007) condotta su studi che allenavano alla forza bambini dai 7 ai 12 anni per 7-9 mesi, 3 volte la settimana. Risultato: significativo aumento sia dei minerali nelle ossa che della densità ossea del tratto lombare e del femore. Stabilendo un preciso asse tra 1) elevati livelli di attività fisica  2) assunzione di calcio   3) elevata BMD (Bone Mineral Density) in soggetti in età evolutiva.

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FORZA, ETA’ EVOLUTIVA La forza nei bimbi e adolescenti

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Conry et al., nel 1993, misero a confronto la densità ossea delle vertebre lombari (L1-L4) e delle epifisi prossiali del femore tra 12 pesisti di 17 anni circa e 11 ragazzi della stessa età non praticanti questo sport. I pesisti mostrarono una densità ossea dei tratti scheletrici esaminati significativamente superiore a quella dei coetanei del gruppo di controllo.

FORZA, ETA’ EVOLUTIVA La forza nei bimbi e adolescenti

Sulla maggiore mineralizzazione delle ossa dei bambini sottoposti ad allenamneto di forza gli studi sono pochi ed è difficile scorporare nei risultati i miglioramenti legati all’allenamento rispetto a quelli legati ai processi di sviluppo.

 

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FORZA, ETA’ EVOLUTIVA La forza nei bimbi e adolescenti

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Importante l’affermazione di Fleck e Kraemer (1997): “E’ importante notare che sebbene nei bambini di tutte le età non si possano produrre aumenti delle dimensioni dei muscoli, molti altri cambiamenti nel muscolo, nei nervi e nel tessuto connettivo dei bambini fanno pensare che vi sia un incremento ella qualità del tessuto muscolare e dell’unità neuromuscolare. Cambiamenti nelle proteine muscolari (forme di miosina), nei pattern di reclutamento e nel tessuto connettivo possono contribuire al miglioramento della forza, della prestazione sportiva e della prestazione degli infortuni”.

Da notare anche Mersch (1987) che, nello studio sui gemelli monozigoti (8,8-11,2 anni) concluse che i miglioramenti della massa muscolare erano attribuibili sì, al normale sviluppo, ma anche all’allenamento. Anche in assenza dell’influenza del testosterone, praticamente assente a questa età.

 

Autore Età e tipologia soggetti Tipo, durata e frequenza di allenamento Conclusioni
Mersh

1987

8,8-11,2 anni

3 coppie di gemelli monozigoti maschi

Forza

9 settimane

6 allenamenti settimanali

Nessun effetto negativo sullo sviluppo di statura e peso
Pheng

1998

11,2 anni Forza Adattamenti positivi sullo sviluppo corporeo con una crescita media del gruppo di allenamento superiore a quella del gruppo di controllo
Dudziak

1980

Forza con bilancieri Nessuna azione inibitoria sulla crescita

Giovani atleti: quali esercizi

Attrezzi

FORZA – ETA’ EVOLUTIVA

FORFORZA, ETA’ EVOLUTIVA La forza nei bimbi e adolescentiZA – ETA’ EVOLUTIVA

Allenamento della forza nei bambini, preadolescenti e adolescenti

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Premesso che durante l’età evolutiva l’incremento della forza è attribuibile soprattutto alla componente neuromuscolare, il suo allenamento con sovraccarichi passa prima attraverso ( Zatsiorsky, Kraemer 2008) esercizi monoarticolari, pluriarticolari, con macchine, con pesi liberi, con pesi liberi e che chiedono l’attivazione di tutto il corpo per essere sollevati e, infine, con pesi liberi che chiedono l’attivazione di tutto il corpo e il raggiungimento di potenze elevate (girata al petto, strappo, slancio…).

Studi controllati hanno stabilito che, dopo adeguata preparazione, il rischio con gli esercizi olimpici è basso.

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Giovani atleti e allenamento della forza: programmi generali o specifici?

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FORZA, ETA’ EVOLUTIVA La forza nei bimbi e adolescenti

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Entrambi hanno portato miglioramenti, ma soprattutto gli esercizi specifici per la fora, attinenti al gesto tecnico. Gli studi più attendibili in tal senso sono stati fatti tra giovani nuotatoti (Bulgakova et coll 1990, dimostrarono come fosse più efficace un allenamento specifico per la forza di giovani nuotatori con resistenze elastiche in acqua rispetto ad un allenamento aspecifico della forza con macchine a secco).

Quali sport hanno dimostrato maggior benefici dopo l’allenamento della forza? In che misura?

FORZA, ETA’ EVOLUTIVA La forza nei bambini, preadolescenti e adolescenti

Sport di lancio, getto e salto. Miglioramenti dal 10 al 13%

E i benefici nei giochi sportivi?

Ebbene, in questo caso gli studi sono troppo pochi e metodologicamente dubbi per trarre delle conclusioni certe.

FORZA, ETA’ EVOLUTIVA La forza nei bimbi e adolescenti

FORZA, ETA’ EVOLUTIVA La forza nei bimbi e adolescenti

FORZA, ETA’ EVOLUTIVA La forza nei bimbi e adolescenti

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Allenamento della forza nei bambini, preadolescenti e adolescenti

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FORZA, ETA’ EVOLUTIVA La forza nei bimbi e adolescenti

Un motivo sopra tutti per allenare la forza

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Creare la capacità di carico necessaria a sostenere meglio sia gli allenamenti che le gare (Mester et al 2009).
Senza trascurare, per i bambini non agonisti, che l’allenamento della forza è un utilissimo strumento preventivo del soprappeso, di difetti posturali e di traumi (Weineck).

FORZA, ETA’ EVOLUTIVA La forza nei bimbi e adolescenti

Pliometria

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In soggetti in età evolutiva e non allenati i lavori pliometrici non hanno dato benefici migliori  rispetto al lavoro con resistenze di vario tipo (studio di Lephart et al. 2005, su ragazze 14enni.

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Il lavoro pliometrico dà risultati in soggetti già allenati con  quali pare siano sufficienti non più di 10 ripetizioni di pliometria ad alta intensità. Kotzamanindis (2006) ha dimostrato che in bambini di 10-11 anni da 60 a 100 salti pliometrici per seduta sono sufficienti a migliorare nello sprint dai 20 ai 30mt.

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Feb
9
Fabio, Sport Masseur
AIRC - assassini senza frontiere
bodybuilding, dieta, Dottor G. R. Hamer, sport, Uncategorized
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Hamer, e Possibilità di scaricare il PDF de : Le 5 Leggi Biologiche, in 24 pagine

Parola all’autore dell’articolo:

E’ cosa ovvia, per chi ormai ha capito bene  l’essenza delle scoperte Hameriane e Le 5 Leggi Biologiche, che la ricerca sulle mal chiamate malattie, è inutile, vecchia, dannosa, non porta a nulla, ed è un massacro contro delle povere bestiole indifese. Parliamo quindi della sperimentazione su animali vivi.

Lo schifo non ha fine, e le parole che adottano per circuire i malinformati, paurosi, malati di mentre, e analfabeti di ogni tipo… Le parole dell’airc sono molte, e tutte senza senso scientifico, per ingannare i più disinformati… e l’airc nel suo sito ufficiale, cita così: (uno dei suoi tanti deliri)

AIRC – Assassini senza frontiere

http://www.airc.it/cancro/cos-e/come-nasce-tumore/

Troverete anche il dicitore Piero Angela con un video di una ignoranza imbarazzante, sulle cellule “impazzite”. Lui,  che di scienza nulla sa, ma che narra quel che gli viene dato, e ripete a bacchetta, tanto per accontentare il pubblico ingenuo della TV, per non chiamarlo in altro modo.

arriva il delirio dell’airc

La cellula “impazzisce”

” In effetti non si può parlare di un’unica malattia chiamata cancro, ma di diversi tipi di malattie, che hanno cause diverse e distinte, che colpiscono organi e tessuti differenti, che richiedono quindi esami diagnostici e soluzioni terapeutiche particolari. Esistono però alcune proprietà e caratteristiche che accomunano tutti i tumori, e che consentono di tentare una risposta valida – almeno in linea generale – per tutte le forme della malattia. Per usare una metafora, si può dire che ad un certo punto, una cellula dell’organismo “impazzisce” – perde alcune sue proprietà, ne acquisisce altre – e comincia a moltiplicarsi al di fuori di ogni regola.”

AIRC – Assassini senza frontiere

Sono l’autore di questa pagina, riprendo la parola: Grazie alle scoperte Hameriane, abbiamo capito ormai che le cellule non impazziscono, ma hanno un messaggio ben preciso, che appartiene al trinomio inscindibile, PSICHE / CERVELLO / ORGANO 

AIRC – Assassini senza frontiere: Altro delirio (dei tanti), dell’airc:

La risposta della scienza

Per affrontare questo tipo di problematica si è sviluppata un’enorme quantità di lavoro di laboratorio per studiare il DNA e le componenti genetiche che condizionano l’aumentata suscettibilità allo sviluppo tumorale.
Ma c’è anche una scienza specifica – l’epidemiologia – il cui obiettivo è identificare le cause dei tumori e i fattori di rischio associati. Grazie agli studi epidemiologici è stato possibile, per esempio, dimostrare con certezza che il fumo di sigaretta aumenta il rischio di tumore del polmone o che l’alimentazione scorretta contribuisce ad aumentare il rischio di molte neoplasie come quelle dell’apparato digerente e del seno. Attraverso la loro identificazione che è possibile mettere in pratica quella prevenzione che rappresenta uno degli obiettivi più importanti per arrivare alla sconfitta del cancro. O, meglio, dei diversi tipi di cancro.

AIRC – Assassini senza frontiere

Parla l’autore di questo documento:

Il delirio dell’airc e compagnia bella non ha fine. Una enorme quantità di baroni della Scienza, sì, scienziati, ma “fulminati” e non illuminati, ma con i paraocchi, non hanno mai dato importanza ad alcuni messaggi del corpo e dell’anima del paziente, come se ciò che aveva da dire il paziente, non contasse nulla. Il meccanismo che invece fa scattare i cosiddetti onco equivalenti, provengono proprio dall’anima, in un trinomio inscindibile.

Non è in un microscopio che va studiata questa scienza, ma era nel macroscopico, e uno scienziato dal nome G. R: Hamer, tra il 1978 e il 1990, ha effettuato degli studi profondi e senza tregua, sul rapporto che c’è tra il vissuto tragico del paziente prima di ammalarsi, e il tipo di malattia. E’ tutto perfettamente correlato, attraverso Le 5 Leggi Biologiche.

Presentazione della Nuova Medicina Germanica

testamento_nuova_medicina

Definizione di Legge Biologica: Evento scientifico verificabile sempre, su chiunque preso a caso, in ogni dove, in ogni momento, senza margine di errore. Una Legge Biologica, non ha margini di errore.

la medicina ufficiale (con questa spocchia essi si definiscono), si basa su 5.000 ipotesi circa.

E perciò essi vi diranno che secondo un elemento nel vostro DNA, voi erediterete un tumore da un vostro genitore, con una probabilità… che varia dal … 1 al 5% … e perciò… bisogna tenere conto che voi… siente geneticamente portati ad ammalarvi.. e dovete fare donazioni  a questi scassa cani (poveri cani, meglio che non mi ci fate pensare), perché fanno ricerca pura (non è pura, ma gli allievi che studiano nei microscopi, sono per lo più dei leccapiedi dei prima citati baroni fulminati) e uccidono animali vivi MA CON PONDERAZIONE. E soprattutto, per il bene dell’umanità !

Lo schifo non ha fine… I VIP in tutto questo ci mettono la faccia (e si intascano mazzette al nero) nei programmi televisivi. La paura di ammalarsi, il senso di onnipotenza di alcuni esseri umani, è molto disgustoso.

L’autore, admin di warmfit

Fabio Bongini (diretto testimone nel 2009 della veridicità delle scoperte Hameriane,  e studioso delle medesime dal 2007)

Hamer, Home page, Nuova Medicina Germanica

Feb
8
Fabio, Sport Masseur
Le incredibili dichiarazioni di Umberto Veronesi
Dottor G. R. Hamer, Uncategorized
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Ecco la vera medicina: le incredibili dichiarazioni di Umberto Veronesi.

Un discorso memorabile di Umberto Veronesi nella giornata nazionale sulla ricerca sul cancro (6 novembre 2014) al quirinale, particolarmente indicato agli scettici delle cure alternative ed ai medici.

Le parole di Veronesi che ascolterete nel video(che vi consiglio di salvarvi prima che lo rimuovano) hanno dell’incredibile, dinnanzi al presidente della repubblica, nella giornata nazionale della ricerca sul cancro, finalmente Veronesi ha la forza o la disperazione di dire la verità, completamente avversa ai criteri riduzionistici e allopatici della medicina ufficiale.
Meglio tardi che mai dr. Veronesi, grazie per questo discorso emozionante ed istruttivo.
Ecco alcuni punti salienti:
“…dobbiamo pensare alla medicina della persona…noi davanti a noi abbiamo la persona, nella sua globalità, nel suo carattere, le sue emozioni, il suo temperamento, le sue aspirazioni, le sue frustrazioni, questa è la persona che dobbiamo conoscere se vogliamo curarla correttamente, quindi credo che sia indispensabile recuperare qualche elemento della vecchia terapia olistica che è andata da 200 anni AC sino ad oggi, un vecchio tipo di medicina checonsiderava però il corpo umano inscindibile, considerava l’uomo. Poi nel 600 sono iniziate le autopsia… ed è incominciata la medicina d’organo”
“…però ha creato una scissione tra il corpo e la mente inevitabilmente… abbiamo tralasciato il tema del pensiero dell’uomo.”

“Quindi bisogna, nella medicina del futuro, ritornare al vecchio pensiero platonico, Platone diceva che bisogna curare l’anima per curare il corpo; l’anima in greco la psychè, bisogna curare il pensiero, il cervello, il modo di sentire le cose… ”

“…la malattia viene percepita e elaborata qui nel cervello, nel pensiero e lì rimane a lungo…  e facile togliere un modulo al seno è difficile toglierlo dalla mente…”
“…bisogna trovare un nuovo rapporto con i pazienti”
“…per avere la sua fiducia,la fiducia del paziente non si ottiene con la firma di un modulo di consenso informato, quello non serve a niente è una forma che serve più al medico per proteggersi dai rischi del futuro, al paziente non serve a niente.”
“…c’è bisogno di dialogo”
“…la forza dell’ascolto è incredibile nei rapporti tra tra medico e paziente… la medicina narrativa…”
“… allora noi saremo dei buoni medicied è soprattutto, a mio parere, una manifestazione d’amore per il malato.”
Feb
2
Fabio, Sport Masseur
Stretching posturale Francoise Mezieres
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Stretching posturale Francoise Mezieres: Innanzitutto, CHE COS’È LA POSTURA?

La postura è il risultato dell’adattamento personale di ogni individuo ad ogni stimilo che ci fornisce l’ambiente, fisico e psicologico.

In più, ognuno di noi, nasce con una propria struttura fisica  genetica.

Stretching posturale Francoise Mezieres

Durante la nostra vita però tanti altri fattori vanno a influenzare la nostra postura: le abitudini, il modo in cui stiamo seduti, il modo in cui dormiamo, il lavoro, lo sport, ma anche il materasso su cui dormiamo, le scarpe che portiamo… Inoltre a condizionare la nostra postura partecipa un altro elemento altrettanto importante,  è la Vita emozionale. Le alterazioni della postura possono essere legate anche a un evento non propriamente fisico (trauma), ma al nostro modo di reagire agli stimoli emotivi.

Stretching posturale Francoise Mezieres

Un importante esponente di questa disciplina, è la famosissima Françoise Mézières col suo: Stretching posturale Françoise Mézières

Françoise Mézières è stata una fisioterapeuta francese. Ha sviluppato il concetto di “catena muscolare” e ha creato il “Metodo Mézières”

Nel 1967 presenta il suo metodo al Centro omeopatico di Francia, ma è la pubblicazione nel 1976 di Guarire con l’antiginnastica di Thérèse Bertherat, in cui appaiono alcune pagine dedicate al suo metodo, a procurarle notorietà, anche all’estero, fino a ricevere la decorazione della Legion d’onore.

Grazie al metodo Françoise Mézière possiamo migliorare le nostre performance sportive, e la qualità della Vita. Questa disciplina è adatta ad ogni individuo, ad ogni età, per sportivi e non sportivi. Sentitamente grazie, a questa donna straordinaria, che ha speso una Vita intera per indagare a fondo su delle posizioni di stretching, dettagliatamente studiate negli anni, per farci start bene con la giusta postura, per contrastare la vecchiaia posturale !

Grazie Françoise Mézières !

Stretching posturale Francoise Mezieres

Data di nascita: 18 giugno 1909, Hanoi, Vietnam
Scomparsa il 17 ottobre 1991

Wikipedia

Stretching posturale Francoise Mezieres

Françoise Mézières

 

Stretching posturale Francoise Mezieres

una posizione F.M.

Stretching posturale Francoise Mezieres

Stretching posturale Francoise Mezieres

Stretching posturale Francoise Mezieres

Stretching posturale Francoise Mezieres

   Stretching posturale Francoise Mezieres

Gen
26
Fabio, Sport Masseur
Nuova Medicina Germanica e tal susan g. komen / Nancy Brinker; La nuova Vanna Marchi
Uncategorized
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Vi siete mai chiesti come mai l’iniziativa “Race for the cure” sia così in voga in Italia ?

Premesse 2 cose fondamentali di carattere scientifico:

A) ovvero che il cancro non è esattamente quello che la medicina ufficiale vuole farvi credere (farvi, e non farci, poiché io le cose so come stanno e sto informando i lettori di questo articolo);

B) e che, dato che lo scienziato Dottor R. G. Hamer ha scoperto alla fine del secolo scorso, la vera origine delle cosiddette malattie, (attraverso Le 5 Leggi biologiche, mai smentite da nessuno, chissà come mai)  e come si può guarire;

E premesso che bisogna accettare la disinformazione dell’italiano medio, nonché i suoi vizi (il calcio, il giochi delle scommesse del Lotto e dell’ippica e così via… la dipendenza dall’informazione della TV…), la sua ingenuità, la sua scappatoia nel fanatismo della religione (quando invece distrugge con facilità ed irresponsabilmente ciò che il suo stesso Dio in cui crede ha creato) ..la sua accidia mentale (condividendo sui social network le bufale del secolo come quella di una ricercatrice che ha ricavato dalla cicoria delle cellule killer che uccidono le cellule tumorali…o qualcosa del genere, ‘tanto, non ha molta importanza, poiché è una bufala, alla quale molti credono volentieri, poiché è un articolo di 5 fighe, quindi, tutti gli asini lo leggono volentieri…)  è facile immaginare come una persona molto furba, che addirittura ci viene dall’estero per intrappolare molti individui, con le donazioni, i “race for the cure” (al Circo Massimo nel 2015, con tanto di avvisi fuori dai portoni dalle abitazioni, tipo “caccia all’untore”).

L’astuta Nancy Brinker  con la sua “associazione Susan G. Komen”  (che non si sa chi sia), vantano di essere una associazione non a scopo di lucro, basata sul volontariato. Peccato che la loro organizzazione sia molto ben organizzata, capillare, e molto AFFAMATA,

peccato che a maggio del 2015 il Circo Massimo era pieno di servizio d’ordine, tra cui uno di questi con un cane molosso alto un metro con una museruola grande come la gabbietta di un canarino,

peccato che al sito della komen italia ci sia uno spazio dedicato per le donazioni, con  tanto di indicazioni su come donare, e vado ad elencare

  • con bonifico bancario sul cc presso Banca del Fucino
    intestato a Susan G. Komen Italia
    IBAN: IT 74C 03124 03202 00000 xxxxx
  • con bollettino postale sul cc n. 85950xxx intestato a:
    Susan G. Komen Italia
    Via Venanzio xxxxxxx xxxx
    00xxx – Roma
  • con addebito periodico sul tuo conto corrente
    utilizzando l’apposito modulo RID 
  • con assegno non trasferibile intestato a Susan G. Komen Italia
    da spedire a:
    Susan G. Komen Italia
    Via xxxxxx xxxxxxx
    00xxx – Roma
  • in contanti presso una delle nostre sedi: ( IN CONTANTI ?????? MA VI RENDETE CONTO???)
    • Roma: Sede Nazionale
      Via V. XXXX XXXXXXXXXX
      00136 – Roma
    • Bari: Comitato Regionale Puglia
      c/o Saris – A. O. Policlinico di Bari
      Piazza Giulio XXXXX XX
      XXXXX – Bari
    • Bologna: Comitato Regionale XXXXXX XXXXXX
      c/o Anatomia Patologica, Osp. XXXXX
      Via XXXXXXXX
      XXXXX – Bologna
    • Brescia: Comitato Regionale XXXXXXX
      c/o Fondazione XXXXXX
      Istituto XXXXX
      Via XXXXX XXXXXX
      XXXXXX – Brescia
  • Condividendo una foto o un pensiero sul mosaico rosa!
    Visita il nostro Mosaico Rosa e personalizza un tassello del mosaico con una donazione minima di 2 euro.

sIETE ARRIVATI A LEGGERE FIN QUI? Bene, vado avanti….

peccato  che io stesso ho scattato questa fotografia al Circo Massimo in uno di quei tre giorni

 

IMG_20150516_172705

ebbene sappiate questi concetti: I VIP prendono i soldi per metterci la loro faccia (seppur in nero) ; sappiate che c’è un lucro dietro questa associazione che voi non potete immaginare; sappiate che la ricerca non è ricerca pura, ovvero i ricercatori, sono purtroppo i lustra scarpe dei baroni della medicina e non posso agire di loro iniziativa; sappiate che dietro la ricerca di questo genere, c’è la SPERIMENTAZIONI SUGLI ANIMALI VIVI e la VIVISEZIONE.

Ed il sottoscritto non smetterà mai di fare informazione per venire alla luce le verità scientifiche di Hamer, (sono un testimone diretto di un processo Hameriano, chiamato in medicina onco-equivalente) ; e non smetterò mai di far venire alla luce tutte le magagne e gli scheletri nell’armadio della ricerca nel campo delle mal chiamate malattie.

Un altro male, è che piove sempre sul bagnato. La notorietà, fa MOLTO male alla vera informazione. Le seguenti immagini parlano da sé

beatricelorenzin fiorello-e-baldini francesco-rutelli lino-banfi maria-grazia-cucinotta-e-rosanna-banfi-2 romano-e-flavia-prodi-con-maria-grazia-cucinotta

e poi… ci sono io, che vi piaccia o no… disperato… inquietato, che so esattamente le cose come stanno, e so benissimo che la ricerca in tal senso, deve cessare per tante ragioni; perché assistiamo all’operato di sporcaccioni scientifici senza scrupoli, perché non c’è nulla da scoprire; perché la Razza Umana ha la spocchia di voler sopravvivere al di sopra di tutto, senza scrupoli, né meditazioni prima di agire; poiché Hamer ha scoperto ogni cosa, attraverso la formulazione costata 12 annid i studi durissimi, de : Le 5 Leggi Biologiche.

IMG_20150516_173257

Scaricate da qui in PDF, le sottaciute scoperte di uno scienziato straordinario, che aveva previsto anche altro di altro genere… di cui scriverò al prossimo articolo.

Le 5 Leggi Biologiche / Nuova Medicina germanica. Psiche; cervello ed organo.

presentazione NMG

 

 

 

Gen
22
Fabio, Sport Masseur
Le 5 Leggi Biologiche del Dott. Hamer PDF
bodybuilding, Dottor G. R. Hamer, sport, track & field, Uncategorized
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Le 5 Leggi Biologiche del Dott. Hamer PDF : Una Legge Biologica è un evento scientifico dimostrabile Sempre: In ogni momento; in ogni dove;  su qualsiasi individuo preso a caso (uomo, animale, pianta) ; senza margine di errore alcuno. Una Legge Biologica, è esatta. Non è affatto una teoria. Ed è così che uno scienziato plurilaureato, tra il 1978 e il 1990, ha condotto degli studi straordinari, formulando una alla volta, Le 5 Leggi biologiche, che ci danno un quadro chiaro, esatto, senza margine di errore, su quello che accade tra tre elementi inscindibili: Psiche, cervello ed organo (o tessuto). ( Le 5 Leggi Biologiche del Dott. Hamer PDF)
Le malattie, sono un altra cosa. Hamer ha così scoperto la vera origine di tutte così dette (erroneamente): Malattie. presentazione NMG
Hamer cita Freud poiché quest’ultimo asseriva che noi stessi siamo la causa dei nostri mali. Era una mezza verità.
Al verificarsi di un evento vissuto in modo altamente drammatico, che ci prende in contropiede, ci chiude in costernazione, ci depaupera del nostro buonumore, e non ci mette in condizione di poterlo rivelarlo ai nostri amici più intimi, avviene una risposta biologica. Un SBS: programma Speciale, Biologico e Sensato. Il momento preciso del nostro shock psicologico, viene chiamata la DHS: ovvero, la Dirk Hamer Syndrome; così chiamata in onore del figlio di Hamer, deceduto nelle braccia del padre dopo molte settimane di agonia, poiché vittima di un colpo di fucile sparato da Vittorio Emanuele di Savoia. Quest’ultimo si dichiara innocente e la fa sempre franca, eppure, un video di 10 anni fa, lo incastra, poiché confessa ad alcuni compagni di cella che il colpo partito dal suo fucile, era volutamente sparata per colpire Dirk Hamer ! Di seguito, il video
da: Il fatto quotidiano : http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/02/24/il-video-che-incastra-savoia/93668/
da youtube: https://www.youtube.com/watch?v=hU49yXS_YW8
…da notare che
Vittorio Emanuele di Savoia è ubriaco, e quindi, in vino veritas.
Potete farmi le domande che volete, studio Hamer dal 2007 e ne sono un testimone diretto delle sue Leggi, per un evento vissuto in prima persona nel 2009.
Per contro non accetterò comportamenti scientificamente ignoranti, fatti da individui che non hanno la minima cognizione di causa con questo articolo.
Qui potete scaricarvi il PDF de: Le 5 Leggi Biologiche, anche chiamate: Nuova Medicina Germanica.
http://www.warmfit.com/wp-content/uploads/2016/01/presentazione20NMG.pdf

Le 5 Leggi Biologiche del Dott. Hamer PDF

Le 5 Leggi Biologiche del Dott. G. R. Hamer in PDF

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Le 5 Leggi Biologiche del Dott. G. R. Hamer in PDF

il su indicato  grafico è il grafico Hameriano più nitido di come si presenta nel PDF

Le 5 Leggi Biologiche del Dott. Hamer PDF Le 5 Leggi Biologiche del Dott. Hamer PDF Le 5 Leggi Biologiche del Dott. Hamer PDF Le 5 Leggi Biologiche del Dott. Hamer PDF Le 5 Leggi Biologiche del Dott. Hamer PDF Le 5 Leggi Biologiche del Dott. Hamer PDF Le 5 Leggi Biologiche del Dott. Hamer PDF Le 5 Leggi Biologiche del Dott. Hamer PDF  Le 5 Leggi Biologiche del Dott. Hamer PDF Le 5 Leggi Biologiche del Dott. Hamer PDF Le 5 Leggi Biologiche del Dott. Hamer PDF Le 5 Leggi Biologiche del Dott. Hamer PDF   Le 5 Leggi Biologiche del Dott. Hamer PDF Le 5 Leggi Biologiche del Dott. Hamer PDF Le 5 Leggi Biologiche del Dott. Hamer PDF Le 5 Leggi Biologiche del Dott. Hamer PDF   Le 5 Leggi Biologiche del Dott. Hamer PDF Le 5 Leggi Biologiche del Dott. Hamer PDF Le 5 Leggi Biologiche del Dott. Hamer PDF Le 5 Leggi Biologiche del Dott. Hamer PDF

 

Gen
15
Fabio, Sport Masseur
Passati e recenti campioni
Uncategorized
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Lo stomaco anche, fa la differenza.

Sono passati ormai molti anni da quando veniva valorizzata l’armonia dei corpi nel bodybuilding, e il “V shape”.

Ora questo non avviene.424684_10152197206745105_455133221_n

Dic
11
Fabio, Sport Masseur
I migliori esercizi per allenare gli addominali
bodybuilding, dieta, sport, track & field, Uncategorized
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E’ un mito duro a cadere quello secondo il quale gli esercizi per gli addominali sarebbero il modo migliore per ottenere un addome piatto e definito.

In realtà gli esercizi da soli non consentono di bruciare abbastanza calorie per permettere una significativa riduzione del grasso addominale. Un addome grasso, anche se sostenuto da una robusta impalcatura muscolare, non potrà mai essere scolpito.

L’unico vantaggio che si può ottenere dall’allenamento selettivo di questi muscoli è la loro tonificazione, la quale contribuisce a formare un vero e proprio “corsetto naturale”. Un addome più tonico, a parità di grasso corporeo, permette di ottenere una figura più snella e tonica, oltre a prevenire la lombalgia, e migliorare allo stesso tempo equlibrio e postura.

L’aspetto estetico è tuttavia influenzato da altri fattori ben più importanti dei semplici esercizi di tonificazione. Al primo posto, ovviamente, troviamo la genetica poiché gli addominali sono di per sé un muscolo molto sensibile a quanto scritto nel proprio codice genetico. Nella popolazione si possono infatti riscontrare numerose differenze, c’è chi ha addominali simmetrici e chi li ha assimetrici, così come c’è chi ha inserzioni muscolari più o meno profonde. La genetica influenza inoltre l’equilibrio ormonale, il metabolismo e la predisposizione o meno all’accumulo di grasso nella regione addominale. Tra i fattori che si possono controllare, al primo posto troviamo l’alimentazione, seguita a ruota dall’attività fisica, dallo stile di vita e dalla postura.

Nel 2001 il Dr Peter Francis membro dell’American Council of exercise ha studiato l’efficacia di 13 diversi esercizi per gli addominali eseguiti con l’ausilio di attrezzi o senza. Grazie ai suoi studi, effettuati grazie ad una tecnica che permette di studiare il numero di fibre motorie reclutate e la loro intensità di contrazione (elettromiografia), è stato possibile stilare una classifica degli esercizi più efficienti. Il crunch tradizionale è stato scelto come punto di riferimento e gli è stata attribuita un’efficacia teorica pari al 100%.

addominali biciclettaTra le varie tipologie di esercizi la migliore in assoluto è stata quella comunemente chiamata “bicicletta”. Tale esercizio ha dimostrato un’efficacia pari al 248%. Nella posizione di partenza della bicicletta il soggetto è sdraiato supino con la schiena ben aderente al terreno e le mani dietro la nuca, l’esercizio inizia quando lo sportivo simula con gli arti inferiori la pedalata, avvicinando contemporaneamente il gomito destro al ginocchio sinistro ed il gomito sinistro al ginocchio destro.

addominali

Dallo studio è emerso come tra i vari esercizi i più efficaci siano quelli in cui gli addominali si contraggono per stabilizzare la parte inferiore del corpo che effettua a sua volta il movimento. Al secondo posto infatti troviamo il sollevamento delle gambe su sedia del capitano (quella struttura presente in molte palestre alla quale ci si appoggia con il dorso mantenendo il corpo in sospensione sugli avambracci). E’ abbastanza logico pensare che questi risultati siano veritieri in quanto la parte inferiore del corpo, oltre a pesare di più di quella superiore, richiede uno sforzo di stabilizzazione maggiore, che è naturalmente a carico degli addominali.

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