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Set
5
Carla T. Fit. + pesistica

ACQUA DI COCCO

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Acqua di Cocco

• Cos’è l’Acqua di Cocco?

• Estrarre l’Acqua di Cocco

• Caratteristiche Nutrizionali

• Noce di Cocco: Com’è Fatta?

Cos’è l’Acqua di Cocco?

L’acqua di cocco è il liquido chiaro, traslucido, contenuto nei frutti acerbi della pianta Cocos nucifera (Famiglia Arecaceae).
Presente solo nelle noci di cocco ancora verdi, l’acqua di cocco ha uno sviluppo precoce rispetto alla maturità del frutto (polpa); per comprenderne meglio la funzione biologica, è necessario conoscere la botanica della noce descritta nell’ultimo paragrafo dell’articolo.

Estrarre l’Acqua di Cocco

Per estrarre l’acqua di cocco dalle noci è anzitutto necessario raccoglierle verdi, circa a 7 mesi di vita, senza aspettare che cadano al suolo (momento in cui hanno già una colorazione brunastra/giallognola). I frutti di età inferiore a cinque mesi tendono ad essere amari e privi di sostanze nutritive.
Per ricavare l’acqua di cocco è necessario forarne tutti gli strati esterni o tagliare un’estremità, in modo da creare un’apertura nella cavità internam nella quale sono contenuti tra i 200 ed i 1000ml di acqua (a seconda del tipo di cultivar e delle dimensioni della noce).
NB. Nelle noci più giovani, l’acqua di cocco può essere sotto pressione e spruzzare leggermente durante la perforazione.

Caratteristiche Nutrizionali

Mentre la polpa di cocco è un alimento estremamente grasso, l’acqua di cocco non contiene una porzione elevata di lipidi.
Negli ultimi anni, l’acqua di cocco è stata commercializzata come bevanda energetica naturale o drink sportivo a ridotto contenuto di grassi, carboidrati e calorie, ma con buona concentrazione elettrolitica. Tuttavia, i livelli di sodio, potassio, magnesio e calcio contenuti in 100ml di prodotto non sono poi così elevati, né tanto meno equilibrati rispetto al fabbisogno di un organismo umano adulto.
Infatti, il marketing dell’acqua di cocco attribuisce al prodotto alcuni benefici per la salute, tuttavia privi di sufficienti evidenze scientifiche. Per questo motivo, gli enti di regolamentazione e controllo (come la “Food and Drug Administration” statunitense) non appoggiano, ed anzi cercano di contrastare, la divulgazione di informazioni così fuorvianti.

Per maggiori informazioni riguardanti le proprietà salutistiche dell’acqua di cocco si consiglia di leggere l’articolo dedicato: Acqua di Cocco e Medicina.
Nel complesso, l’acqua di cocco è un alimento poco energetico, con una prevalenza calorica imputabile ai glucidi, seguiti da quantità poco rilevanti di proteine e grassi. Le fibre sono irrilevanti ed il colesterolo è assente.
Come anticipato, il profilo dei sali minerali non strabilia (eccezion fatta per una discreta porzione di potassio), così come quello delle vitamine.
L’acqua di cocco è una bevanda che si presta a qualsiasi regime alimentare, nessuno escluso (eccezion fatta per certe forme di insufficienza renale). Non apporta nutrienti che potrebbero incidere negativamente o positivamente sulle malattie del metabolismo, anche se in caso di iperglicemia, ipertrigliceridemia e sovrappeso sarebbe meglio evitare di consumarne porzioni significative. Contiene potassio e sodio in proporzione di 2/1, aspetto positivo per la dieta dell’iperteso; ciò nonostante, anche in tal caso, esistono alimenti dalle proprietà chimiche decisamente più utili.
L’acqua di cocco non contiene lattosio e glutine, ragion per cui si presta alla nutrizione contro le relative intolleranze.
Non infrange le regole che distinguono l’alimentazione vegetariana, vegana e crudista.
La porzione media di acqua di cocco è circa 250-350ml (45-65kcal).

Noce di Cocco: Com’è Fatta?

Come anticipato, la noce di cocco è il frutto della palma Cocos nucifera.
Dall’esterno verso l’interno, la noce è così strutturata:
•rivestimento liscio esterno detto buccia o esocarpo;
•imbottitura fibrosa detta mesocarpo;
• guscio legnoso detto endocarpo, all’interno del quale rimane attaccato l’endosperma. Quest’ultimo è il seme, ovvero la porzione viva, commestibile ed estremamente grassa della noce di cocco.
•L’endosperma solido delimita una cavità interna, dove in fase precoce si forma ed è contenuta l’acqua di cocco (endosperma liquido).

Noce di Cocco BotanicaIn definitiva, la funzione dell’acqua di cocco è quella di supportare l’endosperma e nutrire il seme, che la assorbe progressivamente durante la cosiddetta fase di sviluppo nucleare.
Queste caratteristiche fanno della noce di cocco un frutto super resistente alle intemperie, agli urti e alla macerazione in acqua sia dolce, sia salata. Infatti, una palma da cocco può diffondere i suoi semi anche a migliaia di chilometri di distanza, grazie alle correnti marine che trasportano il frutto.
In merito alla sua longevità (grazie anche all’acqua di cocco in essa contenuta), alla galleggiabilità e alla coibentazione (esocarpo e mesocarpo), la noce di cocco è stata in grado di colonizzare terre lontanissime, come la Polinesia (che, per chi non lo sapesse, in origine si presentava totalmente spoglia a causa delle origini vulcaniche). E’ comunque doveroso specificare che non è mai stato identificato il primo luogo di diffusione di questa pianta, soprattutto grazie alla capacità dei frutti di resistere e navigare per settimane o anche mesi.

Altri Alimenti – FruttaAlbicocche Amarene Anacardi Ananas Anguria Arancia Avocado Banana Cachi Cachi mela Castagne Cedro Ciliegie Cocco Cocomero Datteri Feijoa Fico d’India Fichi Fragole Frutti di Bosco Frutto della passione (Maracujà, Granadilla) Giuggiole Kiwi Lamponi Latte di Cocco Latte di Mandorla Lime Limoni Mandaranci Mango Mele Mele Cotogne Melograno Melone More Mostarda Nespole Olive Olive Taggiasche Papaya Fermentata Pere Pesche Pomelo Pompelmo Pompelmo Rosa Prugne, prugne secche Spremute di frutta e succhi di frutta Succo d’uva Susine Uva Uva Sultanina e Uva Passa ALTRI ARTICOLI FRUTTA Categorie Alimenti Alcolici Carne Cereali e derivati Dolcificanti Dolci Frattaglie Frutta Frutta secca Latte e Derivati Legumi Oli e Grassi Pesce e prodotti della pesca Salumi Spezie Verdura Ricette della salute Antipasti Pane, Pizza e Brioche Primi piatti Secondi piatti Verdure e Insalate Dolci e Dessert Gelati e sorbetti Sciroppi, Liquori e grappe Preparazioni di Base —- In Cucina con gli Avanzi Ricette di Carnevale Ricette di Natale Ricette dietetiche Light Ricette festa donna, mamma, papà Ricette Funzionali Ricette Internazionali Ricette Pasquali Ricette per Celiaci Ricette per Diabetici Ricette per le Festività Ricette per San Valentino Ricette per Vegetariani Ricette proteiche Ricette Regionali Ricette Vegane

Set
3
Carla T. Fit. + pesistica

distensioni su panca inclinata con bilanc.

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Distensioni su panca inclinata con bilanciere

A Cura del Dr. Massimo Bonazzelli ThreeEquilibrium

Sinonimi

L’esercizio Distensioni su panca inclinata con bilanciere è noto anche come Inclined bench press, Panca inclinata.

Tipo di Esercizio

Distensioni su panca inclinata con bilanciere è un esercizio Multiarticolare/accessorio

VARIANTI: Distensioni su panca inclinata con manubri.

Distensioni su panca inclinata con bilanciere: Esecuzione

La posizione di partenza vede l’atleta seduto su una panca inclinata tra i 20° e i 45°, con la schiena nella sua posizione di forza le gambe divaricate ed i piedi saldamente appoggiati al terreno dietro le ginocchia per favorire il mantenimento delle tre curve naturali della schiena e per reggere più efficacemente il peso. I gomiti sono flessi, i polsi dritti e le spalle sono addotte ed extraruotate in modo che gomito, polso e bilanciere siano esattamente allineati sullo stesso piano verticale da una visione di lato. Il bilanciere è appoggiato sulla parte alta dello sterno o sulle clavicole oltre che sulle mani che lo afferrano ad una distanza variabile pari o superiore a quella tra le spalle. L’esecuzione consiste nello spingere il bilanciere verso l’alto sul piano verticale perpendicolare al pavimento (non alla panca) su cui giaceva prima di iniziare, cercando quindi di tracciare un segmento di linea retta. Durante la spinta, le spalle si flettono sul piano sagittale e si abducono sul piano longitudinale, mentre i gomiti si estendono e le scapole iniziano a ruotare verso l’alto nell’ultimo terzo del movimento. L’esecuzione termina con la completa estensione dei gomiti. Durante tutta l’esecuzione dell’esercizio è consigliabile scaricare parte del peso sui piedi. La corretta esecuzione di questo esercizio richiede una buona mobilità della spalla nel primo terzo del movimento per mantenere la posizione sopra descritta.

Quando esegui l’esercizio Distensioni su panca inclinata con bilanciere ricorda sempre di

Le spinta delle gambe e l’equilibrio dei muscoli della cintura addominale sono essenziali per una corretta esecuzione. I polsi non devono piegarsi indietro. al culmine della fase negativa l’avambraccio visto dal lato deve essere perpendicolare al pavimento. Alzare i glutei è considerato pericoloso per la schiena che in questo esercizio si trova in carico; mentre alzare i piedi o basculare sono considerati semplicemente errori. Terminare la distensione con le braccia esattamente perpendicolari al terreno toglie molta tensione sui muscoli interessati.

Muscoli coinvolti nell’esercizio “Distensioni su panca inclinata con bilanciere”

Gruppo 1:
Grande pettorale, Deltoide anteriore, Coracobrachiale, Bicipite brachiale (debole).

Azione: Flessione spalla

Gruppo 2:
Deltoide laterale.

Azione: Abduzione spalla

Gruppo 3:
Tricipite brachiale, Anconeo.

Azione: Estensione gomito

Gruppo 4:
Fasci inferiori del gran dentato toracico, Fasci inferiori del trapezio, Fasci intermedi del trapezio.

Azione: Rotazione superiore scapolare

Funzione dei muscoli stabilizzatori: Stabilità della spalla, della scapola, del gomito,della presa, del busto, dell’anca, del ginocchio, della caviglia e del piede

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Ago
31
Carla T. Fit. + pesistica

Integratore alimentare: Be total plus

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Integratore alimentare: Be total plus; COSA E’ Be-Total PLUS? Be-Total PLUS è un integratore alimentare di vitamine del gruppo B.

FORMATO: Scatola da 20 o 40 compresse.

Integratore alimentare: Be total plus

 

Integratore alimentare: Be total plus

 

INGREDIENTI BE-TOTAL PLUS COMPRESSE

Be-total PlusAgenti di carica: Dicalcio Fosfato, Cellulosa microcristallina; Nicotinamide; Antiagglomeranti: Sodio Croscamellose (E468), Magnesio Stearato Vegetale, Beenato di Glicerolo (E471), Biossido di silicio; Vitamina B6 Cloridrato; Calcio Pantotenato; Agenti di rivestimento: Gomma Lacca, Idrossipropilmetilcellulosa, Acido Stearico, Cera Carnauba; Vitamina B1 Nitrato; Vitamina B2 (riboflavina, amido di mais); Vitamina B12 (cianocobalamina, maltodestrine); Coloranti : E171, E110, E124; Acido Folico

COMPOSIZIONE BE-TOTAL PLUS COMPRESSE

RDA di riferimento* Multicentrum* Supradyn* Be-total plus
Vitamina A mcg 800 800 mg 1000 mcg –
Vitamina D mcg 5 5 mcg 10 mcg –
Vitamina E mg 12 15 mg 10 mg –
Vitamina K mcg 75 30 mcg – –
Vitamina C mg 80 100 mg 150 mg –
Tiamina mg 1.1 1,4 mg 20 mg 1,4 mg
Riboflavina mg 1,4 1,75 mg 5 mg 1,6 mg
Niacina mg 16 20 mg 50 mg 18 mg
Vitamina B6 mg 1,4 2 mg 10 mg 3 mg
Folacina mcg 200 200 mcg – 100 mcg
Vitamina B12 mcg 2.5 2,5 mcg 5 mcg 1,5 mcg
Biotina mcg 50 62.5 mcg 2,3 mg –
Acido pantotenico mg 6 7.5 mg 11,6 mg 9 mg
Potassio mg 2000 – – –
Cloro mg 800 – – –
Calcio mg 800 162 mg 51 mg –
Fosforo mg 700 125 mg 45 mg –
Magnesio mg 375 100 mg 5 mg –
Ferro mg 14 5 mg 1,25 mg –
Zinco mg 10 5 mg 0,5 mg –
Rame mg 1 500 mcg 100 mcg –
Manganese mg 2 2 mg 0,50 mg –
Fluoruro mg 3.5 – – –
Selenio mcg 55 30 mcg – –
Cromo mcg 40 40 mcg – –
Molibdeno mcg 50 50 mcg 0,10 mg –
Iodio mcg 150 100 mcg – –

* Razioni giornaliere raccomandate (RDA) secondo il decreto ministeriale 18/3/09 che, recependo la direttiva 2008/100, stabilisce le nuove RDA per vitamine e minerali.

* Multicentrum per adulti (una compressa)
* Supradyn (una compressa effervescente)
* Be-total plus (una compressa)

QUANDO ASSUMERE IL Be-Total PLUS ?

La casa produttrice suggerisce l’assunzione dell’integratore Be-Total plus:
1.Nei periodi di stress psico-fisico dovuti a superlavoro, nei periodi di intenso studio ed esami per migliorare la memoria e la concentrazione;
2.Nella crescita (processi di crescita corporea e pubertà);
3.In particolari situazioni di carenze da ridotto apporto, per diete dimagranti, scorrette o forzatamente monotone ovvero per aumentati fabbisogni;
4.Nei vegetariani stretti;
5.Nelle donne in età fertile che possono avere un maggiore bisogno di acido folico per cautelare una regolare gravidanza;
6.Durante malattie che richiedono impiego di antibiotici;
7.Per persone anziane con carenze nutrizionali

COSA DICONO GLI STUDI A RIGUARDO?

Compito particolarmente arduo è districarsi tra le centinaia di articoli presenti in letteratura, che hanno testato l’efficacia degli integratori multivitaminici. Per quanto il loro utilizzo sia particolarmente alto, soprattutto tra la popolazione sana, non si è infatti certi dell’effettiva veridicità di tutti i benefìci ad essi ascritti e tanto pubblicizzati dalle case produttrici; a proposito di questi presunti effetti, infatti, non esistono ancora evidenze sperimentali significative e soprattutto univoche.
Allora come interpretare tutti questi dati controversi?
Per mettere un po’ di chiarezza a riguardo, è possibile partire dalle motivazioni che spingono i consumatori verso l’uso indiscriminato di prodotti come il Be-total plus, e valutare le risposte dal mondo scientifico.

Assumere multivitaminici come il Be-total per prevenire i tumori

Nonostante siano tantissimi gli studi a riguardo, nella maggior parte dei casi si conclude con una frase tipica “sono necessari ulteriori studi per chiarire il reale effetto”. Questa classica dicitura, che scarica da ogni tipo di responsabilità oggettiva il team di esperti al lavoro, contribuisce a rendere ancor più problematico il quadro attuale, senza fornire indicazioni tangibili al consumatore. Tutti questi dubbi si fanno poi ancor più intricati considerando che nella maggior parte dei casi si parla semplicemente di multivitaminici, come se tutti i vari integratori sul mercato fossero uguali per composizione.

Non bisogna dare troppa importanza alla precedente affermazione, visitate nuovamedicina.com ( Hamer ) 

Nel caso specifico del Be-total, pur potendo definire il prodotto in questione un integratore multivitaminico generico, è necessario considerare che si tratta esclusivamente di vitamine del gruppo B, prive di altre sostanze ad effetto antiossidante per le quali in alcuni studi si è riscontrata una reale capacità protettiva nei confronti di varie neoplasie, come quelle a carico dell’apparato gastro-intestinale. Per concludere, quindi, a parte pochi studi, la supplementazione con vitamine del gruppo B (soprattutto quando si parte da una condizione fisiologica), non sembra presentare alcun effetto preventivo nei confronti delle malattie tumorali, mentre sembra poter sostenere l’organismo durante terapie farmacologiche di vario tipo.

Assumere multivitaminici come il Be-total per prevenire le patologie croniche

Anche in questo caso, partendo dall’assunto che non tutti i multivitaminici testati sono uguali, e che in questo caso si parla soltanto di vitamine del gruppo B, non si è ancora giunti ad un risultato univoco. Tuttavia, il National Institues of Healt ed altri luminari del mondo scientifico, dopo anni (quasi un decennio) di sperimentazione controllata, sembrano concordare sull’assenza di un reale beneficio nella prevenzione delle patologie croniche e degenerative da parte delle vitamine del gruppo B.

Assumere multivitaminici come il Be-total per migliorare le capacità cognitive

Al contrario di quanto detto precedentemente, il mondo scientifico sembra essere quasi unanime nel sostenere l’incapacità di complessi multivitaminici di vario genere (Be-total incluso) nel migliorare le capacità cognitive, anche quando l’integrazione si protrae per periodi prolungati (fino a 6 mesi).

http://www.warmfit.com/it_IT/groups/alimentazione-diet/forum/

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Ago
30
Carla T. Fit. + pesistica

Traumatologia: La tallonite

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Traumatologia: La tallonite . • Cos’è la tallonite?

• Cause

• Tallonite dello sportivo

• Guarire dalla tallonite

Traumatologia: La tallonite

Traumatologia: La tallonite

 

Il  termine tallonite viene comunemente utilizzato per descrivere una condizione dolorosa del tallone. Nel linguaggio clinico si preferisce invece parlare di dolore calcaneare o tallodinia.

Le cause alla base di tale sofferenza sono molteplici.

All’origine della sintomatologia dolorosa calcaneare possono infatti esserci patologie traumatiche, metaboliche, neurologiche e congenite, che a loro volta possono colpire le parti molli (tendiniti, borsiti, infiammazioni tendinee, fasciti) o quelle ossee (fratture da stress, spina calcaneare, artrosi astragalo calcaneare o più raramente tumori).

Anche semplici alterazioni posturali possono modificare l’assetto podalico e la distribuzione del carico su questa zona, determinando la comparsa di tallodinie.

Cause
•obesità/sovrappeso;
•artrosi e patologie reumatiche
•alterazioni posturali primarie o secondarie
•calzature non idonee (tacchi alti, scarpe anti infortunistiche)
• attività sportiva intensa o eccessiva per le proprie possibilità
• malattie metaboliche (gotta) e reumatiche (spondilite anchilosante, artrite reumatoide, condrocalcinosi, psoriasi ecc.).

Sintomi Tallonite

Tallonite dello sportivo

La tallonite dello sportivo nella maggior parte dei casi insorge a causa delle continue sollecitazioni e microtraumi subiti dal piede. Si tratta di vere e proprie microlesioni che con il passare del tempo possono alterare la normale funzionalità del retropiede.
plantare talloniteGli sport più a rischio sono la corsa, il calcio, la pallavolo, il basket, la marcia ed in generale tutte le discipline che comportano notevoli sollecitazioni alla regione calcaneare. Tale rischio aumenta con il soprappeso, con la mancanza di allenamento e con l’utilizzo di calzature non idonee.

Molto spesso le scarpe da tennis che si trovano nei supermercati non sono adatte a sopportare le fortissime sollecitazioni funzionali subite dal piede durante l’attività motoria. Nei negozi specializzati in articoli sportivi si possono invece trovare calzature speciali dotate, per esempio, di shock adsorber, uno speciale materiale situato nel tacco in grado di attenuare le vibrazioni e lo shock da impatto ripetuto.

Il tacco morbido…

Nelle donne che indossano scarpe con tacco alto la tallonite può insorgere nel passaggio da una calzatura all’altra. Infatti la pressione esercitata sul tallone diminuisce all’aumentare dell’altezza della scarpa. Quando si indossa una calzatura più bassa il tallone può trovarsi impreparato a sostenere l’aumento di pressione sulle strutture ossee e ligamentose.

Non a caso ai soggetti in sovrappeso o particolarmente pesanti viene consigliato l’acquisto di calzature sportive a tacco per alleggerire la pressione al retropiede e limitare il pericolo di lesioni.

Anche il terreno sul quale viene praticata l’attività fisica è molto importante poiché superfici particolarmente rigide come campi sintetici, asfalto e cemento amplificano lo shock da impatto. Anche scarsa muscolatura e preparazione atletica sommaria possono contribuire alla comparsa di patologie calcaneari.

Guarire dalla tallonite

IMPORTANZA DI UNA CORRETTA DIAGNOSI

Come abbiamo visto le patologie a carico del retropiede sono numerose e di svariata eziologia.
Diventa quindi fondamentale diagnosticare il prima possibile la causa del dolore calcaneare tramite una visita specialistica (esame radiografico, posturale, ecografia, risonanza magnetica ecc.).

RIPOSO PRIMA DI TUTTO

Fortunatamente le talloniti comuni guariscono nel giro di pochi giorni (1-3 settimane a seconda del tipo e dell’entità del problema) salvo alcune forme croniche che possono richiedere tempi di guarigione molto più lunghi.

E’ tuttavia di fondamentale importanza affrontare tempestivamente il problema in modo da evitare possibili peggioramenti ed allontanare il rischio di paramorfismi compensativi.

Il soggetto colpito da tallonite tende infatti a limitare il carico sul piede dolente adattando la postura e la deambulazione. A lungo andare tali compensazioni possono causare problemi anche seri ad altre strutture corporee (bacino, colonna vertebrale e ginocchia).

Si consiglia pertanto di sospendere l’attività motoria ai primi sintomi dolorosi almeno fino a quando non si sarà ripristinata la normale funzionalità del retropiede. Si consiglia inoltre di applicare del ghiaccio sulla zona dolente nella fase acuta del trauma.

Inutile e pericoloso continuare gli allenamenti tentando di sopprimere il dolore con antidolorifici ed antinfiammatori. Sovraccaricare una struttura anatomica già compromessa potrebbe causare lesioni ben più gravi ed il prolungarsi della patologia potrebbe renderla cronica, quindi difficilmente curabile.
Se il problema non si risolve dopo aver osservato un periodo di riposo di due settimane è opportuno svolgere ulteriori indagini per determinare con maggiore precisione l’origine del dolore. Può capitare infatti che il semplice esame radiografico porti ad un’errata interpretazione della patologia.

Esercizi di stretching della fascia plantare, del polpaccio e del tendine di achille sono utili soprattutto in caso di fascite plantare.

guarire dallla tallonite , Tutori notturni e gambaletti rigidi da indossare durante la deambulazione possono contribuire alla risoluzione della tallonite. In caso di dolore particolarmente intenso è bene utilizzare delle stampelle.

In molti casi si consiglia l’associazione con terapie fisiche (ultrasuoni, crioultrasuoni, laserterapia, ionoferesi, massaggi). Nel periodo riabilitativo possono rivelarsi molto utili esercizi propriocettivi e di sensibilizzazione plantare.

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