• 11/07/2016 alle 21:42

    Informazioni che otteniamo mediante elettrocardiogramma:   Nell’uomo, le cellule miocardiche non sono tutti uguali fra loro. Vi sono cellule in grado di contrarsi ma non di autoeccitarsi (miocardio comune), ed altre cellule che hanno una scarsa capacità di contrarsi ma in grado di autoeccitarsi (miocardio specifico), raggruppate a formare nodi dai quali si dipartono le fibre che fungono da connessione tra le diverse parti del cuore.

    Informazioni che otteniamo mediante elettrocardiogramma

    Informazioni che otteniamo mediante elettrocardiogramma

    Il nodo seno atriale che si trova nella parte superiore dell’atrio destro costituito da piccolo ammasso di cellule miocardiche che prendono il nome di pace-maker, perché in esso si originano gli impulsi contrattili che si estendono al miocardio comune, in modo che i due atrii possono contrarre simultaneamente e la contrazione si propaga spingendo il sangue nei ventricoli.

    Nel nodo seno atriale è la regione del cuore dove ha inizio il battito del cuore. Il nodo atrioventricolare è situato nella parte mediale dell’atrio destro che si diparte con un tronco comune rappresentato da fibrocellule (fascio di His) che raggiungono il setto interventricolare e separa i due ventricoli e dividendosi in due branche destro e sinistro.

    Queste alla base dei muscoli papillari, risalgono verso la base dei ventricoli formando le reti di Purknje uno per ventricolo, per mezzo del quale il miocardio comune ventricolare si contrae spingendo il sangue negli orifizi arteriosi, polmonari, aortico in contatto con le cellule miocardiche comuni ventricolari alle quali trasmette l’eccitazione. Le fibrocellule che formano il sistema di conduzione sono di due tipi diversi fibre nodali e fibre giganti o Purknje. Le cellule che hanno maggior frequenza di eccitazione sono quelli del nodo seno atriale.

    Le cellule del miocardio specifico hanno la proprietà di generare il potenziale d’azione spontaneamente e per questo si definisco autoeccitatili, mentre le cellule del miocardio comune e striate lo stimolo che genera il potenziale d’azione arriva dall’esterno.

    Elettrocardiogramma

    La serie di eventi elettrici che hanno luogo sia negli atri che nei ventricoli può essere registrata ponendo degli elettrodi sulla superficie del corpo. Questa, metodica fu inventata da Einthoven, consente di registrare un tracciato che prende il nome di Elettrocardiogramma (ECG). Esistono due metodi per registrare un ECG: quello bipolare e quello monopolare.

    Il primo metodo, introdotto da Einthoven, immagina il cuore posto al centro di un triangolo equilatero, avente come vertici polso destro, polso sinistro e caviglia sinistra. Einthoven unì a due a due i tre vertici del triangolo, ottenendo così tre derivazioni, dette appunto derivazioni bipolari.

    Il secondo metodo impiega un solo elettrodo, quello positivo detto elettrodo esplorante, mentre il secondo elettrodo negativo viene mantenuto constante a potenziale zero detto elettrodo di riferimento. L’elettrodo esplorante può essere posto sui tre vertici del triangolo immaginato da Einthoven, consentendo così di ottenere derivazioni monopolari degli arti, oppure direttamente sulla gabbia toracica, fornendo le derivazioni monopolari precordiali.

    Le derivazioni monopolari degli arti standard sono tre e prendono il nome di:
    • Derivazione amplificata dal polso destro
    • Derivazioni amplificata del polso sinistro
    • Derivazione amplificata dalla caviglia

    Le derivazioni monopolari precordiali standard, invece, sono sei e vengono indicate con le sigle da V1 a V6. In uomo sano, nel tracciato ECG, si osserva inizialmente una piccola onda verso l’alto (onda P), della durata di 100 msec che è dovuta alla depolarizzazione degli atri.

    Dopo l’onda P, il tracciato torna piatto per circa 80 msec, prima di una nuova onda detta Q (tratto isoelettrico PQ) e rappresenta il tempo che impiega l’eccitamento per propagarsi dagli atri ai ventricoli. L’onda Q è una piccola deflessione verso il basso, che è seguita immediatamente da una grande onda verso l’alto, l’onda R e da una nuova piccola onda verso il basso, l’onda S. L’insieme di queste tre onde costituisce il complesso QRS, durata meno 100 msec, ed è dovuto alla depolarizzazione della muscolatura ventricolare. Dopo il complesso QRS si osserva un nuovo tratto isoelettrico e poi una nuova onda verso l’alto, l’onda T, dovuta alla ripolarizzazione della muscolatura ventricolare; l’onda T dura 200 msec.

    Le informazioni che possiamo ottenere mediante l’analisi del tracciato elettrocardiogramma riguardano:
    • La frequenza cardiaca, ricavata dall’inverso del periodo misurato semplicemente come la distanza tra due onde R successive (intervallo RR)
    • La ritmicità dell’azione cardiaca, ovvero la presenza di aritmie indicanti la presenza di eventuali blocchi
    • La morfologia ovvero ampiezza, durata, sdoppiamenti del complesso QRS, in grado di dare informazioni sul trofismo della muscolatura ventricolare o di eventuali asincronismi di trasmissione dell’impulso elettrico ai due ventricoli (blocchi di branca)
    • La presenza di eventuali battiti ventricolari prematuri (BVP) intercalati, con varia frequenza, tra i battiti normali
    • La presenza di eventuali slivellamenti dei tratti isoelettrici, in particolare del tratto ST nell’infarto del miocardio