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Mai
25
Fabio, Sport Masseur
Hamer: Il carcinoma del pancreas
dottor g. r. Hamer - official group
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Hamer: Il carcinoma del pancreas;  Nell’antichità erano i Greci ad aver sviluppato una cultura per superare i conflitti psichici con le loro Asclepiadi. I sacerdoti di Asclepio (Dio della medicina n.d.t.) domandavano a coloro, che venivano a chiedere consiglio, i sogni della notte appena passata e ne traevano informazioni riguardo ai loro problemi psichici ed alle loro malattie fisiche.

 

Hamer: Il carcinoma del pancreas

Anche se si può parlare solo in generale ed essere piuttosto imprecisi nel far riferimento ai tempi antichi e manchi del tutto un sistema, si era comunque più vicini allora a comprendere la correlazione tra psiche e malattia oncologica di quanto non lo siamo oggi nel 20° secolo, con la nostra fissazione sui presunti processi patologici e la ricerca di fatti a livello fisico.

Anche l’aspecifica ricerca sullo stress confonde il più delle volte causa ed effetto, in quanto tutti i pazienti di cancro sono sotto stress (stress permanente) nella fase ca.

Il contesto del cancro non si poteva comprendere fino in fondo, in quanto, non si differenziava tra la fase di conflitto attivo, di stress, con i suoi sintomi propri e la fase di conflitto risolto, vagotonica. Anche i “valori” psichici sono differenti nelle due fasi. Questo ha comportato che si cercasse di ridurre allo stesso denominatore fasi e sintomi completamente differenti, a causa dell’ignoranza del sistema ontogenetico dei tumori.

Si differenziava anche tra malattie primarie e secondarie o anche vecchi carcinomi, guariti, che si scoprivano solo per caso. Perciò molti risultati di queste osservazioni sono insensati. Prima della scoperta della Nuova Medicina Germanica® nel 1981 c’erano tante teorie sulla causa del cancro, ma nessuno riteneva possibile che il cancro potesse svilupparsi a causa di un conflitto biologico, cioè di un evento scioccante, drammatico, altamente acuto, vissuto con senso di isolamento psichico (DHS), che ci coglie “sul piede sbagliato”.

Un esempio: una paziente perdette in breve tempo 4 parenti molto stretti, ma non subì nessun conflitto biologico in quanto sapeva in partenza che padre, madre, fratello e zio non avevano nessuna possibilità di sopravvivenza. Ma quando lo zio, che aveva promesso di lasciarle in eredità un baule molto bello, lasciò nel testamento il baule alla sorella della paziente, ella perse la ragione e subì una DHS. Fu colta sul piede sbagliato poiché contava di ottenere il baule, gli aveva già preparato un posto d’onore in salotto. Ella subì un conflitto indigesto. Con il pensiero aveva già inglobato il “boccone” (baule) e doveva adesso con il pensiero ridarlo indietro.

Si ammalò di carcinoma al pancreas. Dal punto di vista “psicologico” avrebbe dovuto essere molto più importante la morte (“perdita”) di ognuno di questi parenti stretti, ma non lo era, poiché di ognuno di questi quattro parenti aveva saputo prima, per quanto fosse triste, che non c’era più niente da fare. Lei è stata in lutto come si deve per i parenti, era stato per lei un conflitto di perdita psichico o psicologico, ma non un conflitto biologico.

Il non ottenere il baule in eredità colpì la paziente a ciel sereno. Questo le causò un conflitto biologico ed un cancro al pancreas. Ma come andremo a vedere anche il carcinoma al pancreas non è un “errore” ma un processo biologico sensato. E’ importante comprendere in generale, che lo stesso identico avvenimento (per esempio un incidente), non deve necessariamente fare lo stesso conflitto in tutte le persone, o magari non causa nemmeno una DHS. Subire un conflitto è una cosa molto individuale ed è decisivo solo quello che ne racconta il paziente.

In caso di carcinoma al pancreas si tratta quasi sempre di un conflitto con parenti.

A. Conflitto di disputa “Lotta per un boccone”, per esempio conflitti di eredità.

Il focolaio di Hamer si trova nel tronco encefalico (ponte) lateralmente a destra.

Nella fase di conflitto attivo si forma un tumore compatto. Questo tumore ha il compito di produrre maggiormente succo pancreatico, che possa decomporre in particolar modo zuccheri e proteine. In questa fase il paziente sente solamente una certa pressione retroperitoneale, cioè dietro il peritoneo, in quanto il pancreas è retroperitoneale, dietro il peritoneo, come anche i reni.

Nella fase di guarigione il paziente ha il soliti sintomi da Tbc con sudorazioni notturne, ecc..

Il pancreas è un cosiddetto organo d’appendice all’apparato digerente, come anche lo sono il fegato o i polmoni (alveoli). Il senso biologico è, come già detto, di produrre maggiormente succhi digestivi nel pancreas, per cercare di inglobare (digerire) lo stesso il boccone (baule). Per esprimerlo diversamente: il tessuto aumentato del pancreas deve essere utilizzato per una miglior digestione del boccone con l’aiuto di un maggior versamento di succo pancreatico.

Oggi il boccone per noi non è più un boccone di cibo come invece lo è per l’animale, per il quale le 5 leggi biologiche della natura trovano applicazione in modo analogo (perdita del boccone).

La maggior parte degli adenocarcinomi del pancreas con crescita a cavolfiore di qualità secretoria non sono così pericolosi come sembrano.

Negli adenocarcinomi del pancreas troviamo due tipi di guarigione:

1. In caso di presenza di micobatteri (al momento della DHS): necrosi caseosa con demolizione tubercolotica con successiva formazione di caverne pancreatiche. La maggior parte degli adenocarcinomi pancreatici in questo caso non hanno quasi mai bisogno di essere operati (stato post tubercolotico del pancreas), in quanto se necessita si possono sostituire il fermenti digestivi.

2. Guarigione con incapsulamento quando non siano presenti micobatteri al momento della DHS: il paziente non ha quasi altri sintomi oltre ai normali sintomi vagotonici. Ma ha lo “svantaggio” che continua a versare più succo pancreatico anche se è biologicamente insensato.

B. Conflitto di disputa di territorio o d’identità (riguardante l’epitelio dei dotti pancreatici secondo la lateralità, il livello ormonale, la costellazione schizofrenica ecc.)

Il focolaio di Hamer si trova nel neoencefalo temporalmente a destra.

Il pancreas appartiene agli organi composti funzionalmente da parti provenienti da vari foglietti embrionali e perciò ha vari contenuti conflittuali.

L’ulcera dell’epitelio pavimentoso dei dotti pancreatici per esempio appartiene al foglietto embrionale esterno e corrisponde a seconda della lateralità ad un conflitto di disputa di territorio o di identità.

Nei conflitti del cervelletto e del neoencefalo la lateralità è di fondamentale importanza, mentre nel tronco cerebrale non è ancora importante. Il test dell’applauso perciò è un criterio importante della Nuova Medicina Germanica®.

Se nell’applaudire la mano destra si trova sopra l’altra si è destrimani, viceversa si è mancini.

Nel conseguirsi dei conflitti oltre alla lateralità è determinante anche la situazione ormonale (pillola anticoncezionale, climaterio, assunzione di ormoni, estirpazione delle ovaie o radiazione, chemio ecc.). L’uomo mancino giovane non subisce per esempio nel caso del conflitto di disputa di territorio un’ulcera dell’epitelio pavimentoso dei dotti pancreatici ma un’ulcera rettale. La donna mancina invece subisce nel caso di un conflitto d’identità un’ulcera dei dotti pancreatici (o un’ulcera gastrica o un’ulcera dei dotti biliari).

Normalmente una giovane donna destrimane reagisce in caso di conflitto d’identità sul lato sinistro femminile della corteccia cerebrale. Se la stessa donna però prende per esempio la pillola, sente lo stesso conflitto in modo maschile e mostra un focolaio di Hamer sul lato destro maschile.

Dall’organo al cervello e dal cervello all’organo la correlazione è sempre chiara.

Solamente nella correlazione tra psiche e cervello e viceversa la lateralità è importante, in quanto determina la via conflitto/cervello e con ciò quale “malattia” può sviluppare il paziente a causa di un determinato conflitto.

Il conflitto d’identità femminile: contenuto del conflitto: “Non sapere dov’è il proprio posto o dove bisogna andare; anche non sapere quale decisione prendere”, corrisponde a livello organico ad un’ulcera della mucosa del retto, in caso di una destrimane.

Nella fase ca si formano ulcere rettali dolorose, che sanguinano di rado in questa fase, ma creano dolori e spasmi e vengono di solito confusi come “dolori da emorroidi”.

Il senso biologico sta nell’allargamento del retto per defecare meglio e definire meglio il proprio habitat (identità).

Nella fase di guarigione i pazienti non hanno più dolori ma un forte edema della mucosa e sanguinamento dall’ulcera che guarisce. Questa mucosa fortemente edematosa ed ulcerata secerne sangue chiaro che in passato veniva mal interpretato come “sanguinamento da emorroidi”, oggi altrettanto errata è l’interpretazione di carcinoma rettale, che purtroppo viene “curato” inutilmente ed insensatamente con estirpazione chirurgica del retto. Se oltre ad una terapia sintomatica per facilitare lo sgonfiamento non si interviene in alcun modo e si evitano recidive di conflitto, l’ulcera rettale guarisce senza problemi. Però anche qui vale la regola: attenzione in caso di sindrome, con contemporaneo carcinoma dei tubuli collettori renali, un cosiddetto conflitto del profugo o dell’esistenza, o conflitto di sentirsi lasciato solo, di non sentirsi accudito o sentirsi mal-accudito, o di paura dell’ospedale ecc..

Nella fase di guarigione il nostro organismo accumula edema nella parte interessata, per esempio nella guarigione dell’ulcera pancreatica, dell’epatite, della ciste renale, del carcinoma pleurico o anche dell’ulcera rettale. Se si aggiunge contemporaneamente un carcinoma dei tubuli collettori renali in fase attiva, il deposito d’acqua aumenta a dismisura, cioè la mucosa del retto può gonfiarsi più del doppio. Questo comporta problemi. Anche il focolaio di Hamer nel cervello si gonfia di più.

Nella donna mancina in caso di ulcera dell’epitelio pavimentoso dei dotti pancreatici durante la fase di conflitto attivo si formano ulcera nei rami dei dotti pancreatici e nel grande dotto pancreatico. Il senso biologico dell’allargamento dei dotti pancreatici sta nella necessità di espellere più succo pancreatico.

Durante la fase di guarigione i dotti pancreatici colpiti dall’ulcera si gonfiano; inoltre si alza l’amilasi nel siero. Di solito la diagnosi di tumore al pancreas avviene adesso, mentre si tratta solo di uno “pseudo” tumore (che sembra “otturare” i dotti), che dopo lo sgonfiamento dei dotti pancreatici colpiti torna di nuovo transitabile.

Anche qui: attenzione in caso di sindrome!

Non di rado questo conflitto si trova in compagnia dell’ulcera gastrica o dell’ulcera dei dotti biliari, che appartengono pure al foglietto embrionale esterno ed hanno un contenuto di conflitto simile.

Nella fase di conflitto attivo si forma una diminuzione di sostanza della mucosa gastrica lungo la piccola curvatura dello stomaco, nel piloro e nel bulbo duodeni, dov’è migrato l’epitelio pavimentoso, che è molto sensibile. Perciò si creano dolori o coliche gastriche. Il senso biologico stà nell’ingrandimento del passaggio gastrico, specialmente dell’uscita gastrica.

Nella fase di guarigione vediamo di frequente ulcere gastriche sanguinanti (ematemesi e feci nere). Nonostante sia un buon segno, ci hanno abituato ad considerarlo come cattivo. In questa fase il paziente non ha più dolori e neanche coliche, a volte presenta episodi di vomito. Attenzione in caso di sindrome!

 Hamer: Il carcinoma del pancreas

Anche in caso di ulcera dei dotti biliari intra o extra epatici si tratta di conflitti di disputa di territorio: i confini dei territori limitrofi sono stati violati, così che il “capo confinante” può fare incursioni.

Spesso anche dispute per soldi.

Nella fase di conflitto attivo si formano ulcere nei dotti biliari intra ed extra epatici e nella cistifellea, che creano dolori, anche coliche biliari o coliche biliari intra epatiche. Il senso biologico sta nell’allargamento ulceroso dei dotti biliari in modo che il deflusso di bile sia migliorato grazie al diametro maggiore.

Nella fase di guarigione vediamo l’epatite. A causa del gonfiore di guarigione delle ulcere della mucosa intracanulare, avvengono momentanee occlusioni dei dotti biliari con ristagno di bile, o nella maggioranza dei dotti biliari intra ed extra epatici (epatite itterica) o solo in una piccola parte (epatite anitterica). Ma non sono i virus a causare l’epatite, come avevamo creduto noi medici intelligenti nella nostra ingenuità, ma il nostro organismo si serve di loro, se sono presenti e caso mai esistano (non ne è stato ancora dimostrato neanche uno finora), per ottimizzare il percorso della guarigione.

Se non sono presenti i virus, la fase di guarigione avviene lo stesso, ma eventualmente non in modo biologicamente ottimale: per esempio epatite non A, non B, non C.

E’ sempre il nostro cervello a determinare quale tipo di microbo può aiutare, quando, in quale lavoro, ed è sempre solo un determinato tipo che ottiene il comando dal cervello per lavorare in una determinata zona. E’ sempre su comando del nostro cervello che i presunti microbi patogeni si trasformano di nuovo in microbi apatogeni, benigni, che si ritirano in qualche parte del nostro organismo, dove non disturbano, ma da dove posso essere riattivati in qualsiasi momento quando necessitano di nuovo. La cosa più temuta sia nel percorso di guarigione dell’ulcera gastrica sia nell’epatite non è ne il sanguinamento gastrico ne sono i valori epatici alterati (specialmente le gamma GT, la fosfatasi alcalina ed eventualmente la bilirubina nel percorso itterico), ma la crisi epilettoide, che si presenta quando i valori epatici cominciano a scendere di nuovo.

Richiede la massima attenzione il rischio di “coma epatico” (formazione di ammoniaca nel fegato), che fondamentalmente è un coma cerebrale, immediatamente dopo la crisi epilettoide. La terapia consiste in costante apporto di glucosio per os (bocca), poco o nessun apporto di liquidi attraverso infusione.

Attenzione in caso di sindrome che causa un’epatomegalia (forte edema epatico) con dolori causati dall’espansione della capsula epatica. Anche i valori epatici, specialmente le gamma GT, aumentano notevolmente nell’epatomegalia, fatto che avviene in forma molto minore senza la sindrome.

Ma nonostante tutte le complicazioni, per esempio in caso di durata di conflitto lungo ed intenso, che per fortuna non sono la regola, la maggior parte dei pazienti ce la fa a guarire. Da quando conosciamo la Nuova Medicina Germanica®, sappiamo secondo quale schema si manifesta il cancro, come si evolve e come può essere fermato e come possiamo possibilmente evitare o far terminare la sindrome.

http://www.warmfit.com/wp-content/uploads/2016/01/presentazione20NMG.pdf

 

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Mai
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Fabio, Sport Masseur
Hamer: Alterazioni della bocca
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Hamer: Alterazioni della bocca;  con  aumento di cellule. Con  diminuzione di cellule. Nella medicina ufficiale regnante il “cancro” è considerato un “errore della natura”, un crollo del cosiddetto “sistema immunitario”, qualcosa di maligno, che cerca di distruggere l’organismo e perciò deve essere combattuto e annientato con tutti i mezzi a disposizione di una strategia medico militare.

Nella Nuova Medicina Germanica® le cosiddette malattie oncologiche sono solo delle fasi speciali:

· a volte di una fase di formazione di cancro, di conflitto attivo (fase ca),

· a volte di una fase di guarigione, di conflitto risolto (fase pcl).

 

Hamer: Alterazioni della bocca

Non sono più maligne, ma diventano comprensibili con l’aiuto della storia evolutiva dell’uomo come programma speciale biologico sensato della natura (SBS). Da quando conosciamo la regola ferrea del cancro, sappiamo secondo quale schema la malattia oncologica inizia, si evolve e come può essere bloccata.

Nella Nuova Medicina Germanica® è spiegato tutto si sistema secondo i criteri evolutivi e le 5 leggi biologiche, ascoltate da madre natura. È la prima catalogazione sistematica dell’intera medicina, è la sistemazione secondo l’appartenenza ai foglietti embrionali orientata all’evoluzione: il foglietto embrionale interno (endoderma), medio (mesoderma) e esterno (ectoderma), che si formano già all’inizio dello sviluppo embrionale. Ogni cellula ed ogni organo del corpo possono essere considerati secondo l’appartenenza ai foglietti embrionali, e ad ogni foglietto embrionale appartengono anche secondo l’evoluzione determinate parti del cervello e determinate formazioni istologiche.

Il punto cruciale della regola ferrea del cancro è la DHS (sindrome di Dirk Hamer), lo choc conflittuale. Nel momento stesso della DHS si decide con cosa il paziente associ lo choc conflittuale, si decide che ogni cancro si sviluppi da una determinata situazione psichica e che questa induca una determinata situazione cerebrale, un focolaio di Hamer (HH), una cosiddetta configurazione a bersaglio nel cervello, alla quale corrisponde un organo ben definito. In caso di DHS reagiscono le zone organiche correlate a questo HH con la corrispondente reazione del foglietto embrionale.

Questo significa che le cellule appartenenti al foglietto embrionale interno (tronco encefalico) producono aumento di cellule in fase di conflitto attivo, le cellule invece appartenenti al foglietto embrionale esterno (corteccia cerebrale) producono diminuzione di cellule in fase di conflitto attivo. Il foglietto embrionale medio si differenzia in mesoderma del cervelletto, che nella fase di conflitto attivo produce pure crescita da divisione cellulare, in mesoderma encefalico che produce necrosi nella fase di conflitto attivo.

Guardando le malattie o i programmi speciali governati dal tronco encefalico, vediamo che hanno una localizzazione sistematica, iniziando dorsalmente a destra con le malattie della bocca e finendo con il carcinoma del sigma e della vescica dorsalmente a sinistra, e tutti dimostrano lo stesso tipo di formazione istologica, cioè sono adenocarcinomi. Questo significa che tra la localizzazione dei relè del cervello e degli organi del tratto digerente, inclusi gli organi appendici, è ben visibile un ordine evidente.

Il sistema ontogenetico dei microbi decide sull’appartenenza dei microbi a questi tre foglietti embrionali. I microbi più antichi, funghi e batteri fungiformi (micobatteri) sono responsabili per l’endoderma, limitatamente anche per il mesoderma del cervelletto, in ogni caso comunque solo per gli organi governati dal cervello antico.

Tutti i relè del tronco encefalico contengono conflitti inerenti al “poter prendere un boccone”, poterlo inghiottire, poterlo digerire, poterlo espellere ecc.. Anche se i conflitti biologici sono da comprendere in senso evolutivo come conflitti arcaici, sono vissuti da parte degli animali quasi sempre ancora reali, ma anche le persone li vivono in fondo ancora in quel modo. Ad esempio un pacchetto d’azioni lo viviamo come un boccone, e subiamo un conflitto biologico, quando lo perdiamo.

In un contesto naturale un pacchetto di carte sarebbe senza nessun valore. Tutta la terminologia dei conflitti biologici è stata scelta in modo che possa essere valida contemporaneamente sia per il mammifero (reale) sia per noi esseri umani eventualmente in senso lato.

Hamer: Alterazioni della bocca

Nel caso di un carcinoma sottomucoso della bocca il contenuto del conflitto è sempre di “non riuscire ad afferrare un boccone”. E’ molto frequente in ammalati gravi, che non riescono a nutrirsi più bene, per esempio a causa dei dolori. Nella fase ca troviamo un adenocarcinoma a crescita piatta, di basso spessore sotto l’epitelio pavimentoso della bocca, che è praticamente invisibile. Essa appartiene dal punto di vista evolutivo all’antica mucosa della bocca, che oggi è in gran parte ricoperta. Nella fase di guarigione vediamo la cosiddetta stomatite aftosa o mughetto.

La stessa cosa avviene nel carcinoma della ghiandola salivare sottolinguale (parte acinosa). Nella fase ca forma un carcinoma compatto con aumento di cellule della ghiandola sottolinguale, degli acini che formano saliva. Nella fase pcl avviene una caseificazione maleodorante e demolizione del tumore attraverso funghi (micosi) o batteri fungiformi (micobatteri, per esempio Tbc). In caso di caseificazione totale delle cellule ghiandolari (dopo recidive multiple complete di soluzioni) risulta una mucoviscidosi, cioè un inaridirsi del liquido salivare della ghiandola sottolinguale.

In caso di un carcinoma del palato il contenuto del conflitto è “di aver già afferrato un boccone ma di non poterlo inghiottire”.

Esempio: un paziente crede di aver vinto alla lotteria, ma il suo biglietto è stato registrato erroneamente in modo sbagliato dalla ricevitoria. L’organismo sviluppa dopo la DHS delle cellule di adenocarcinoma altamente specializzate che producono succhi digestivi per demolire il boccone troppo grande, in modo che possa essere inghiottito; poter inglobare il boccone o no, in natura è questione di vita o di morte. Nella fase pcl avviene la caseificazione e la demolizione delle cellule speciali non più necessarie attraverso funghi o Tbc.

Il carcinoma delle tonsille contiene il conflitto di “non poter inghiottire un boccone”. Esempio: Un appartamento è stato promesso, ma all’ultimo momento non si riesce ad arrivare al contratto d’affitto, cioè un altro è sopraggiunto e ha afferrato il boccone prima (appartamento, casa, posto di lavoro ecc.).

Nella fase ca: iperplasia delle tonsille = tonsille ingrandite, spesso frastagliate.

Nella fase pcl si forma una tonsillite con pus o un ascesso. Anche qui aiutano i microbi speciali nella demolizione (micosi delle tonsille o batteri fungiformi (Tbc)).

I microbi erano considerati maligni e si cercava di sterminarli. Non aveva nessun senso! Abbiamo urgente bisogno dei microbi, di tutti i tipi di microbi che si trovano alle nostre latitudini. Se ci mancano per esempio “per motivi igienici” i micobatteri (Tbc), non riusciamo più nella fase di guarigione a demolire i nostri tumori. Per tutta una serie di tumori ha delle conseguenze catastrofiche: un carcinoma dell’intestino crasso per esempio può causare notevoli complicazioni e allora deve essere rimosso chirurgicamente. Nel caso di un carcinoma della tiroide significherebbe che si continua a produrre una grande quantità di tiroxina. In presenza dei micobatteri corrispondenti invece (nella fase di guarigione) i valori di tiroxina tornerebbero alla normalità.

Ma esistono anche organi che si formano funzionalmente da parti appartenenti a diversi foglietti embrionali. In questo campo la nostra embriologia ci ha abbandonati: non troviamo informazioni inerenti alla migrazione dell’epitelio pavimentoso ai tempi del neoencefalo. Esattamente da qui non si poteva più comprendere la natura dei tumori. Non avevamo compreso il cervello e non sapevamo nulla della migrazione evolutiva dell’epitelio pavimentoso, dell’ectoderma, del neoencefalo.

Secondo la 3° legge, il sistema ontogenetico dei tumori, sappiamo che tutte le cellule e gli organi, che si sono evoluti dal foglietto embrionale esterno, hanno i loro relè nella corteccia cerebrale e creano nella fase di conflitto attivo diminuzione di cellule in forma di tumori, ulcere o di diminuzione funzionale a livello organico (per esempio diabete).

Guardiamo la natura di un’ulcera, essa è di per se una difetto di sostanza. Questo processo lo troviamo in tutti i carcinomi dell’epitelio pavimentoso, anche nel carcinoma ulceroso della mucosa della bocca. Il conflitto è sempre un conflitto orale. Esempio: un automobilista deve fare il test dell’alcol e soffiare (con la bocca) nel palloncino e perde la patente a causa del suo tasso alcolico.

Nella fase di conflitto attivo le cellule funzionalmente inutili vengono rigettate, perché a causa della loro capacità funzionale inferiore non sono all’altezza dello strapazzo meccanico. Questo spiega il difetto di sostanza, “sostanza in meno”. Più a lungo dura il conflitto più grande e profonda diventa l’ulcera. Nella fase di guarigione avviene un forte gonfiore locale della mucosa della bocca. Nell’arco che va dalle 3 alle 6 settimane resta solo una piccola cicatrice dell’ulcera, che in questa fase può anche sanguinare.

Lo stesso processo lo troviamo nel carcinoma della lingua. Il contenuto del conflitto è qui l’essere senza parole. Esempio: un paziente è rimasto senza parole quando il suo capo lo ha aggredito: “Non hai una lingua in bocca per poter dire almeno una parola?”

Nel carcinoma ulceroso del dotto escretorio della ghiandola salivare sottolinguale abbiamo sempre un conflitto di “non poter, voler mangiare (insalivare)”. Nella fase ca si formano ulcere nei dotti escretori della ghiandola sottolinguale che creano solo un fastidio (spasmo) leggermente doloroso e passano di solito inosservate. Nella fase pcl avviene un gonfiore della mucosa intraduttale con occlusione. Questo causa un ristagno in tutta la zona. Non si tratta di un tumore ma di un’ulcera in fase di guarigione.

In tutti i carcinomi dell’epitelio pavimentoso, che grossolanamente hanno i loro relè perinsulari, troviamo un rigetto delle cellule cancerogene, specialmente quando la matrice dell’epitelio è ancora intatta, cioè quando si è trattato solo di un’ulcera superficiale. Visto che lo strato esterno dell’epitelio pavimentoso è voltato verso l’esterno, l’organismo rigetta il tessuto verso l’esterno e produce cellule pavimentose dallo strato inferiore come fa di solito. Cercate di immaginare quanti milioni di queste cellule di epitelio pavimentoso della mucosa della bocca di un cane vengono limate nell’attività di rosicchiare un osso. In questi casi il carcinoma ulceroso scompare completamente con restituito ad integrum, quando la matrice non è coinvolta, o con guarigione cicatrizzante.

Mentre i tumori governati dal cervello antico sono elaborati nella fase di guarigione da micobatteri, sono esclusivamente i virus a prendere questo impegno per i “tumori” governati dalla corteccia cerebrale (ulcere, tumori ecc.). I virus non sono esseri viventi in proprio, come i batteri, ma molecole proteiche complicate, che si moltiplicano, esclusivamente nella fase di guarigione dopo la soluzione del conflitto (CL), e aiutano al ripristino delle ulcere, della cute e delle mucose. Se avevamo creduto fino ad ora di dover sterminare i virus, adesso la situazione si presenta diversamente: dobbiamo provvedere a che in una fase di guarigione corrispondente si trovino sempre anche i microbi specifici per ottimizzare il processo di guarigione.

In passato non conoscendo la differenza tra alterazioni organiche governate dal cervello antico ed alterazioni organiche governate dal neoencefalo (vedi sistema ontogenetico dei tumori e della malattie oncoequivalenti) non potevamo trovare nessun fattore comune. Quando credevamo di aver trovato qualcosa, questo si dimostrava poi falso come per esempio i marker tumorali, che guardati col senno di poi erano completamente insensati e spesso avevano un significato contrario a quello che volevamo affibbiare loro.

 

 

 

 

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Mai
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Hamer; Medicazioni: Allopatico, omeopatico, alternativo
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Hamer; Medicazioni: Allopatico, omeopatico, alternativo;  I farmaci simboleggiano il presunto progresso della medicina moderna o quello che viene ritenuto tale. Molti pazienti ricevono quotidianamente 10 perfino 20 diversi tipi di farmaci per ogni possibile problema. Un medico, che non prescrive farmaci, non è un vero medico. Più sono costosi i farmaci, migliori sembrano essere. Questo era un grande bluff! La cosa più stupida però era, che si credeva sempre che i farmaci avessero un effetto locale, che il cervello non fosse coinvolto. Ma praticamente nessun farmaco agisce direttamente sull’organo, se non si tengono in considerazione reazioni locali dell’intestino nel caso di assunzione orale di tossine o farmaci.

Tutti i farmaci hanno effetto sul cervello, ed il loro “effetto” è praticamente dato dall’intossicazione del cervello, o delle sue varie parti, e si riflette poi a livello organico. Lasciando da parte gli stupefacenti, i narcotici ed i tranquillanti, restano due grandi gruppi di farmaci:

1.    I simpaticotonici – che aumentano lo stress,
2.    i vagotonici – che sostengono la fase di ripresa o di riposo.

 

Hamer; Medicazioni: Allopatico, omeopatico, alternativo

Al 1° gruppo appartengono adrenalina e noradrenalina, cortisone,  idrocortisone e farmaci apparentemente molto differenti come caffeina, teina, penicillina, digitale e molti altri ancora. Fondamentalmente possono essere usati tutti per attenuare l’effetto vagotonico, per esempio quando si vuole ridurre un’edema cerebrale, che fondamentalmente è una cosa buona, ma il cui eccesso può comportare una complicazione.

Al 2° gruppo appartengono tutti i calmanti e gli spasmolitici che rinforzano la vagotonia o attutiscono la simpaticotonia. La loro differenza consiste nell’effetto differente che causano nel cervello.

La penicillina per esempio è un citostatico simpaticotonico. Il suo effetto sui batteri è insignificante ed è quasi un effetto collaterale a confronto del suo effetto primario sull’edema della sostanza bianca. Perciò può essere usato nella fase pcl per diminuire l’edema della sostanza bianca. Mentre questo suo effetto è inferiore a quello del cortisone per quanto riguarda le altre zone cerebrali.

Con questo non si vuole sminuire l’importanza della scoperta della penicillina e degli altri cosiddetti antibiotici, solo che questa scoperta è stata fatta con premesse ed immaginazioni sbagliate. Si era partiti dall’idea che i prodotti di decomposizione dei batteri agissero come tossine e causassero la febbre. Allora si doveva soltanto uccidere questi piccoli batteri cattivi per evitare le tossine cattive. Ma questo era un errore! Naturalmente con tali effetti anche i batteri, i nostri amici diligenti, sono compromessi, sono momentaneamente licenziati, in quanto il loro lavoro è stato rimandato a più tardi, quando il percorso sarà meno drammatico.

Bisogna però porsi la domanda di quanto possa essere sensato di voler curare un processo di guarigione sensato della natura.

Il medico della Nuova Medicina Germanica® perciò non è nemico dei farmaci, ma parte dall’idea che la maggioranza dei processi sono ottimizzati da madre natura e non necessitano quasi mai di una terapia di sostengo a base di farmaci. In caso di durata breve del conflitto, e con ciò di un massa conflittuale minima, di regola non bisogna aspettarsi particolari complicazioni nella fase di guarigione. Restano i casi particolari che in natura avrebbero esito letale, dei quali ci dobbiamo occupare in modo speciale per motivi di etica medica. Nonostante questo anche in futuro perderemo dei pazienti. Ma adesso abbiamo il vantaggio di sapere in partenza cosa aspettarci.

Hamer; Medicazioni:  Allopatico, omeopatico, alternativo

Non ci è servito a niente di aver ridotto il numero delle polmoniti, in quanto adesso la polmonite viene chiamata carcinoma bronchiale e di qusto adesso i pazienti muoiono. Abbiamo semplicemente cambiato “etichetta” alla malattia. Adesso sappiamo che in caso di polmonite (fase di guarigione dopo un carcinoma bronchiale), quando il conflitto (conflitto di paura di territorio) è durato solo tre mesi, la lisi polmonare (crisi epilettoide) non avrà esito letale, anche quando non si interviene con i farmaci. Se il conflitto invece è durato nove mesi o di più, allora il medico sa, che nella crisi epilettoide della polmonite si tratta di vita o di morte, quando non si interviene in nessun modo.

In questo caso, per esempio, si dovrebbero somministrare simpaticotonici anche in fase precoce, ma in aggiunta si dovrebbero dare cortisone in dose massiccia, cosa che prima non veniva fatto. Questo immediatamente nella crisi epilettoide per superare il punto critico, che si presenta sempre dopo la crisi epilettoide stessa.

Di conseguenza e per logica in caso di DHS nuova o di un recidiva, con il paziente di nuovo in simpaticotonia, il cortisone è immediatamente controindicato. Ma non si può togliere il cortisone di colpo, bisogna ridurlo nell’arco di alcuni giorni o di alcune settimane. Se il paziente continua a prendere il cortisone, aumenta l’intensità del conflitto.

Ma sarebbe anche sbagliato di somministrare adesso dei calmanti, in quanto essi darebbero un quadro offuscato con il pericolo di trasformare un conflitto attivo, acuto in un conflitto pendente, subacuto e il paziente potrebbe slittare in una costellazione schizofrenica col presentarsi di un altro conflitto.

Quando per esempio un paziente ha sintomi di angina pectoris, si dice: “Bisogna dargli beta bloccanti, calmanti, in modo che non presenti più il sintomi dell’angina pectoris.” In realtà la natura ha instaurato questi sintomi per risolvere il conflitto (conflitto di territorio), non per far arrivare qualche medico o medico alternativo che cominci a curare in qualche modo i sintomi e cerchi di farli sparire. Più si cerca di curare i sintomi meno motivo ha il paziente di risolvere il conflitto. A parte il fatto che non sviluppa più la sensazione istintiva di conflitto. Sarebbe più indicato aiutare il paziente a trovare una soluzione per il suo conflitto. Appena risolto il conflitto, l’angina pectoris si risolve immediatamente, con o senza farmaci. Questo è il non senso quando si pensa di curare i sintomi e non le cause.

Inoltre non sarebbe di nessun aiuto per il paziente, al contrario è molto pericoloso, se il paziente risolve il suo conflitto di territorio spontaneamente più tardi, ma il conflitto è rimasto attivo per più di 9 mesi. Allora il paziente muore in crisi epilettoide di infarto cardiaco. Bisogna per principio valutare molto bene se è consigliabile risolvere il conflitto o se è forse meglio, come fanno d’istinto gli animali (lupo secondario), di trasformare il conflitto di territorio diminuendolo d’intensità, ma non risolvendolo per tutta la vita.

È altrettanto evidente che in fasi che si differenziano fondamentalmente con parametri fisici opposti non può essere d’aiuto lo stesso identico farmaco. Bisogna chiedersi: “Questo farmaco aiuta in fase di conflitto attivo o nella fase di guarigione vagotonica?” Questo aspetto non è mai stato preso in considerazione in tutte le medicazioni. La faccenda si complica naturalmente quando sono in corso diversi conflitti biologici contemporaneamente e magari anche in fasi differenti.

Per esempio nella gotta: carcinoma dei tubuli collettori renali attivo, cioè un conflitto esistenziale/del profugo e leucemia, cioè la fase di guarigione di un conflitto di crollo dell’autostima.

O per esempio nella bulimia: una combinazione di due conflitti attivi, ipoglicemia e ulcera gastrica.

Quale farmaco, globulo, goccetta o polverina dovrebbe funzionare come, dove e per che cosa? Forse si riesce a malapena far scomparire un sintomo o l’altro, ma sicuramente non si può parlare di effetto reale farmacologico e tanto meno di guarigione.

Altrettanto vale per la pressione sanguigna alta, che si può sì abbassare artificialmente con dei farmaci, ma che ha il suo senso (biologico), in caso di conflitto dei liquidi per esempio, di compensare funzionalmente il “buco nei tessuti renali” durante la fase di conflitto attivo per garantire di espellere sufficientemente urina ed urea. Per tutta la durata del conflitto la pressione resta alta. Solo con la soluzione del conflitto e la formazione della ciste in fase di guarigione, la pressione si abbassa di nuovo da sola, perfino nei percorsi dei conflitti lunghi secondo i valori inerenti all’età, e questo senza farmaci.

Importante anche distinguere in tutte le fasi pcl se i sintomi scompaiono a causa di una guarigione completa o a causa di una nuova recidiva, che può sembrare un’apparente miglioramento. La somministrazione di pseudo terapia con tossine cellulari (chemio) in queste fasi pcl sembrava mostrare “successi” sintomatici ingiustificati, bloccando i sintomi sensati della guarigione e accettando in cambio intossicazioni gravissime dell’intero organismo.

Ma anche tutti i cosiddetti metodi alternativi hanno qualcosa in comune con la medicina sintomatica, indipendentemente se sono dosati in modo omeopatico o allopatico, cioè danno poca o tanta sostanza, muesli, vischio o ossigeno, macrobiotica o fiori di Bach o chi sa cos’altro, e tutti questi rimedi dovevano agire sintomaticamente, a quanto si dice. In realtà l’unica cosa che comanda è il cervello, ed esso non viene preso in considerazione.

Argomenti come: “Signor Hamer, Lei non riesce a misurare l’anima, e cosa può avere contro i fiori di Bach, che agiscono attraverso l’anima….”. Posso dire solo: certo che posso misurare l’anima. Io vedo, che una persona con un determinato conflitto, che è un processo dell’anima, ha un focolaio corrispondente ad una determinata zona nel cervello ed un’alterazione corrispondente nell’organo. Con ciò ho dato determinati parametri all’anima. Non la posso misurare in modo quantitativo, ma la posso dimostrare in modo scientifico.

Naturalmente esiste anche il cosiddetto effetto placebo. Se si “vende bene” un farmaco ad un paziente, fa già effetto all’80 %. Questo non significa che la sostanza funzioni in qualche modo, ma semplicemente che il paziente ci crede. Anche se si fa di buon cuore del bene ad un paziente, questo funziona, indipendentemente da come chiamiamo questo processo.

Il nostro errore era di pensare di dover fare qualcosa, per esempio con i farmaci, poco importa se in dose massiccia o con solo una molecola. Vediamo comunque che negli animali ammalati avviene una guarigione spontanea nell’80 – 90 % dei casi, senza nessun farmaco.

Su questo permettete una volta la domanda: com’è possibile risolvere un conflitto con qualche rimedio, visto che adesso sappiamo che questo è il criterio più importante per guarire? Come potremmo provocare con qualsiasi cosa un programma speciale biologico sensato della natura? Se potessimo farlo, allora usiamo pure queste cose. Ma non lo possiamo fare, non esistono queste cose. Perciò certe sostanze possono eventualmente aver solo un effetto di sostegno (lenitivo) nella fase di guarigione, per esempio lo sciroppo per la tosse, ma mai un effetto di guarigione secondo la nostra comprensione, in quanto la fase di guarigione è già iniziata con la soluzione del conflitto.

La Nuova Medicina Germanica® non è una disciplina parziale che per esempio può essere limitata alla soluzione del conflitto per delegare le complicazioni ad altre discipline parziali, piuttosto è una medicina complessiva, che deve tener d’occhio tutti i passi del percorso della malattia a livello psichico, cerebrale ed organico.

Il medico della Nuova Medicina Germanica® deve essere un medico criminalista, con una formazione completa e deve essere umanamente qualificato. La terapia del futuro non consiste nel somministrare farmaci, ma nell’imparare al paziente a comprendere le cause del suo conflitto biologico e della sua cosiddetta malattia, e insieme al suo medico trovare il modo migliore per uscire dal suo conflitto ed evitare di cascarci di nuovo. Naturalmente un tale medico può usare per il suo paziente tutti i mezzi utili, anche di tipo farmacologico o chirurgico, ma solo se necessari, per esempio per evitare eventuali complicazioni nel decorso naturale della guarigione, e se lo farebbe anche su se stesso.

La Nuova Medicina Germanica® è in se completa, si basa unicamente sulle 5 leggi biologiche della natura, senza una singola ipotesi, ed è stata verificata l’8/9 settembre 1998 all’università di Trnava (Slovakia) ed è stata confermata ufficialmente l’11 settembre 1998. Se vogliamo prendere in consegna una qualsiasi cosa, questa dovrebbe essere in sintonia con le 5 leggi della natura della Nuova Medicina Germanica®.

Fino a quando ci saranno ancora persone che credono di poter, per esempio rinforzare il sistema immunitario con dei farmaci, posso solo dire, che non hanno compreso la Nuova Medicina Germanica®.

Nella medicina ufficiale, incluso nella medicina alternativa, tutti hanno “successi”. Si partiva dall’idea che il successo era tanto più grande, tanto più era giusta la scelta dei farmaci. Il successo non è merito dei medici, naturopati o altri terapeuti ma in prima linea del paziente stesso. Anche l’insuccesso è programmato dal paziente stesso. Sia il successo che l’insuccesso si sviluppano sempre inevitabilmente secondo le 5 leggi biologiche della natura della Nuova Medicina Germanica

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Hamer: naso sensibile e suoi conflitti di “puzza”
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Hamer: naso sensibile e suoi conflitti di “puzza”;  La Nuova Medicina Germanica® è una scienza come la fisica, la chimica o la biologia. Pretende un lavoro diagnostico preciso, e questo in modo più esteso di quanto era d’abitudine nella medicina sintomatica fino ad ora conosciuta. La nuova diagnostica della medicina si sviluppa su tre livelli: nella psiche, nel cervello e nell’organo.

Questi tre livelli hanno sempre un percorso sincrono.

Hamer: naso sensibile e suoi conflitti di “puzza”

Hamer: naso sensibile e suoi conflitti di "puzza"

La regola ferrea del cancro ci dice che ogni cosiddetta malattia, cioè ogni programma speciale biologico sensato della natura, viene innescata da una DHS (sindrome di Dirk Hamer), cioè da uno choc conflittuale biologico specifico, che nell’istante stesso della DHS causa un focolaio di Hamer nel cervello, dimostrabile con una TAC, nel relè relativo all’organo, e alterazioni corrispondenti nell’organo in forma di tumori, ulcere o paralisi e deficit funzionali, ecc.

Non si tratta di conflitti intesi come di solito finora, cioè conflitti psicologici che si sono evoluti dall’infanzia in poi, ma parliamo di conflitti biologici. Questo tipo di conflitto può essere vissuto in modo analogo da esseri umani, animali e perfino dalle piante.

La DHS è il perno dell’intera Nuova Medicina Germanica®. Perciò è importante chiarire un’altra volta che nell’istante stesso della DHS, che coglie la persona improvvisamente “sul piede sbagliato”, non avviene solo un episodio scioccante, ma esso ha anche un determinato contenuto.

Il naso come nostro organo di fiuto appartiene agli organi più sensibili.

Riunisce la funzione delle vie respiratorie, cioè filtra, scalda, purifica ed umidifica l’aria per proteggere le vie respiratorie più profonde. Dotti e caverne collegano il naso con quattro seni paranasali, sistemati in coppia simmetricamente: seni frontali, seni mascellari, seni etmoidali, seni sfenoidali. Il naso arriva fino al labirinto dell’osso sfenoide, al cosiddetto 1° nervo cranico (nervus olfactorius), le fibre olfattive e nervose del quale si distribuiscono sul centro e sulla parte superiore della mucosa del naso. Esse sfociano direttamente nei bulbi olfattivi della corteccia cerebrale basale (foglietto embrionale esterno).

Per logico troviamo anche qui l’epitelio pavimentoso tipico del neoencefalo, che forma la mucosa dello spazio naso faringeo.

Tutte le superfici di epitelio pavimentoso sviluppano ulcere, cioè diminuzione di tessuto, nella fase di conflitto attivo. Nella fase di conflitto risolto la diminuzione di tessuti, quest’ulcera, viene riparata con nuove cellule, processo che comporta un forte gonfiore. In passato non sapevamo di questi meccanismi e consideravamo questa neoformazione di cellule, che dovevano riempire la precedente ulcera, come tumori in parte perfino molto maligni.

Le ulcere della mucosa del naso hanno come contenuto del conflitto sempre da fare con l’interno del nostro naso e corrispondono ai cosiddetti conflitti di “puzza”.

Esempio: ricercatori americani spruzzavano una soluzione di formaldeide mille volte concentrata, usato di solito per disinfettare, sul naso di ratti, il loro organo più sensibile. Normalmente i ratti evitano accuratamente il contatto con la formaldeide, questa volta veniva loro spruzzata sul naso più volte al giorno per un anno.

Alcuni di questi poveri animali, torturati all’inverosimile subivano una DHS durante questa procedura e svilupparono un cosiddetto cancro della mucosa nasale.

Risultato: la formaldeide è cancerogena, cioè provoca il cancro.

Ogni essere umano avrebbe subito pure con grandissima probabilità un’ulcera nasale, se sottoposto allo stesso procedimento sperimentale, con qualsiasi sostanza concentrata e puzzolente.

La guarigione di queste ulcere veniva poi “festeggiata” come carcinoma!

Particolare nella situazione: gli animali hanno pure una psiche come noi umani.

Questo significa che la sperimentazione su animali non è solo insensata ma è anche un crimine, in quanto non si possono comunque trasferire i risultati sull’essere umano. Il focolaio di Hamer si trova nella corteccia cerebrale, profondamente basale.

Nella fase di conflitto attivo si formano ulcere nella mucosa nasale, che non sanguinano ma che formano croste. Più il conflitto dura a lungo più profonda e grande diventa l’ulcera.

Nella fase pcl (fase di guarigione) le ulcere vengono riempite di cellule nuove, il che comporta una forte gonfiore della mucosa che chiamiamo rinite o anche “rinite allergica”. A volte possono presentarsi anche degli sanguinamenti. Se siamo venuti a contatto con dei virus, la guarigione non ha un percorso più forte ma anzi, è anche ottimizzata, in quanto i virus (se esistono!) agiscono (secondo il foglietto embrionale) solo nella fase di guarigione. I virus elaborano esclusivamente gli organi appartenenti al neoencefalo e migliorano il percorso della guarigione delle ulcere governate dal foglietto embrionale esterno, perciò anche della mucosa nasale. Non sono indispensabili per la guarigione ma la ottimizzano.

Anche la mucosa dei seni paranasali crea ulcere nella fase di conflitto attivo. Anche qui si tratta di un conflitto di “puzza”: “tutta questa faccenda mi puzza” – anche in senso lato. Il focolaio di Hamer si trova pure in posizione fronto-basale. Nella fase di conflitto attivo si formano ulcere nei seni paranasali che praticamente non creano disturbi.

Solo nella fase di guarigione, dopo la soluzione del conflitto, la mucosa nella zona ulcerata si gonfia fortemente, con o senza virus, con secrezione di liquido sieroso (il naso cola). Alla fine della fase di guarigione le ulcere sono state riempite di nuove cellule, sono guarite. La rinite purulenta si forma quando sono coinvolte parti della mucosa interstiziale (interna), che vengono poi riparate da batteri, che si trovano a volte anche nei seni paranasali.

I cosiddetti conflitti di “puzza” fanno parte dei conflitti più frequenti e con più recidive della nostra vita. Ogni recidiva però non arriva in forma lenta ma sempre e solo con una nuova DHS. Lo chiamiamo anche binario.

I binari sono aspetti conflittuali aggiuntivi o delle percezioni aggiuntive nell’istante della DHS. Se il paziente incontra più tardi un tale binario, può risultarne una recidiva dell’intero conflitto.

Naturalmente la DHS recidiva, che ci riporta sul binario conflittuale, non necessita della stessa potenza emozionale come la prima volta. Si potrebbe anche chiamarla un “forte ricordo”. I binari, di solito più di uno, non sono un male, non sono continui errori della natura. Normalmente in natura, per esempio nell’animale, questo rinfrescare la memoria, addirittura salva la vita: “Attenzione, in una situazione simile è già capitata una DHS, stai attento di non farti cogliere un’altra volta sul piede sbagliato.”

Questi binari li chiamiamo anche allergie.

Nella Nuova Medicina Germanica® abbiamo imparato ad apprezzare ancora di più questi binari o allergie da quando conosciamo la 5° legge biologica della natura. Perfino questi binari, che ci hanno creato tanti fastidi, che ci disturbano e ci ostacolano a volte e che credevamo nella medicina ufficiale di dover insensatamente curare, estirpare, sono in fondo dei segnali d’allarme sensati biologici.

Il raffreddore da fieno per esempio è un’infiammazione della mucosa nasale, che viene innestata allergicamente (con un binario). In passato la rinite da fieno era l’allergia più frequente, oggi non è più così. In tempi passati il primo amore tra due giovani avveniva molte volte nel fieno. Quando questo incontro veniva disturbato o presentava delle disarmonie, spesso avveniva una DHS. Il partner colpito della DHS, si ricordava più tardi involontariamente, senza sapere dei contesti, di questa catastrofe nel fieno, quando era esposto all’odore del fieno, cioè all’allergene del fieno (perfino anche se vedeva per esempio il fieno in televisione). Nella fase di guarigione avviene il gonfiore della mucosa, la cosiddetta rinite da fieno.

Al paziente, la situazione inerente al fieno “puzzava”.Mentre gli organi governati dal neoencefalo fanno diminuzione di cellule in fase di conflitto attivo, gli organi governati dal cervello antico fanno aumento di cellule in fase di conflitto attivo. A questo secondo gruppo appartengono anche le vegetazioni adenoidali della faringe posteriore, governate dal tronco encefalico (foglietto embrionale interno). Nella fase ca si forma un adenocarcinoma con crescita a cavolfiore di qualità secretoria, i cosiddetti polipidello spazio naso faringeo, derivanti da residui dell’antica mucosa intestinale.

Il contenuto del conflitto (lato sinistro): “non riuscire a liberarsi di un boccone”, o (lato destro) “non riuscire a captare un boccone”. Spuntano di solito come escrescenza a stelo, gelatinosa nella faringe superiore per crescere verso il basso, verso il naso.

Nella fase di guarigione avviene di solito una caseificazione maleodorante dei polipi attraverso funghi (micosi) o batteri funghiformi (micobatteri) = tubercolosi dei polipi, se all’istante della DHS erano già presenti tali microbi.

Inoltre conosciamo anche una diminuzione della capacità olfattiva.

In questo caso si tratta di un cosiddetto oncoequivalente (foglietto embrionale esterno), cioè di una cessazione o diminuzione di funzionalità, senza diminuzione o aumento di cellule. Il contenuto del conflitto è di non voler sentire l’odore di qualcosa: “questo odore lo detesto”, “…non può essere vero”. I filamenti olfattivi, che sono parte del cervello, in questo caso non presentano nessuna alterazione (macroscopica). Riducono “solamente” man mano in base alla durata del conflitto la funzionalità, inerente ad un odore ben specifico (anosmia).

Questo è anche il senso biologico, che si trova in questo caso in fase ca, cioè di “interrompere” l’odore insopportabile, di escluderlo.

Nella fase di guarigione, simile alla sordità improvvisa, i pazienti subiscono una perdita improvvisa dell’olfatto, cioè non riescono più a sentire nessun odore (a destra o a sinistra), a causa del deposito di edema e glia nei filamenti olfattivi durante questa fase. Avviene un restringimento, quasi un’occlusione. Al termine della fase di guarigione la capacità olfattiva torna per la maggior parte.

 

 

 

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Hamer: Denti, e perché creano problemi
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Hamer: Denti, e perché creano problemi; La Nuova Medicina Germanica® è una scienza come la fisica, la chimica o la biologia e pretende un lavoro diagnostico preciso, addirittura in forma maggiore che la medicina ufficiale o sintomatica.

Essa è basata su 5 leggi biologiche della natura scoperte in modo empirico che trovano applicazione in senso strettamente scientifico su ogni singolo caso di un programma speciale biologico sensato nelle persone e nei mammiferi. Questo vale anche per le nostre cosiddette “malattie dentali”.

I nostri denti consistono fondamentalmente in smalto del dente, che ricopre la corona, e l’osso del dente vero e proprio, che si approfonda nella radice (ricoperta di cemento), e che da la forma ai denti dalla punta alla radice stessa. Inoltre esistono la cosiddetta polpa, come massa del nucleo formata da nervi sottili, e la capsula dentaria = periodontio, che ricopre la radice dentaria.

Come ogni singolo dente si compone di diverse parti, anche queste appartengono a diversi foglietti embrionali e zone cerebrali diverse. Con ciò ogni singolo dente non ha solo una funzione particolare ma anche un contenuto di conflitto specifico:

denti incisivi = “azzannare”

denti canini, zanne = “catturare”

denti molari = “triturare”

e tutto questo diviso secondo la lateralità per bambino/madre o il partner.

Questo porta inevitabilmente a cosiddetti “quadri clinici” diversificati.

Hamer: Denti, e perché creano problemi

 

Il “cancro dell’osso del dente” per essere più precisi, le vere osteolisi della dentina, appartengono, come il sistema scheletrico del nostro organismo, alla sostanza bianca cerebrale del mesoderma, cioè al foglietto embrionale medio. Perciò si crea necrosi nella fase di conflitto attivo. Il contenuto del conflitto è un conflitto del mordere, praticamente un crollo dell’autostima sul “non poter azzannare”, cioè di voler mordere qualcuno ma di non poterlo fare, perché l’individuo è troppo forte o troppo grande.

Esempio: un ragazzo gracile e debole era costretto a subire percosse ed umiliazioni a scuola da parte dei compagni più forti. O un bassotto viene sempre morsicato dal cane lupo dei vicini.

I focolai di Hamer si trovano nella parte frontale della sostanza bianca cerebrale nella parte sinistra o nella parte destra.

Nella fase di conflitto attivo si formano buchi nella dentina, cioè nella parte interna del dente, che sarebbero visibili in una immagine radiografica ma che vengono scoperti quasi solo per caso in quanto non creano ancora nessun problema in questa fase. Ma in conflitti di lunga durata o di forte impatto o in caso di frequenti brevi recidive un tale dente può a volte, in caso di forte carico, crollare verso l’interno.

Nella fase di guarigione comincia anche qui, come nelle ossa, una ricalcificazione con deposito di callo osseo, cioè il buco di prima è più denso dopo la riparazione. Questo è anche il senso biologico che in questo foglietto embrionale si trova alla fine della fase di guarigione.

É tragico però che il buco nella dentina comincia a dolere solamente quando inizia la fase di guarigione a causa dell’espansione del periostio che ha un’innervazione sensibile.

Adesso il dentista usa il trapano e “cade” nella cavità, devitalizza o toglie il dente eventualmente, nonostante che guarirebbe con momentanei dolori anche senza fare niente a patto che non si manifestano recidive nel frattempo.

Esistono anche dei crolli dell’autostima che riguardano specialmente la mandibola e la mascella (anche qui secondo la lateralità inerente a bambino/madre o partner), poiché anche essi appartengono alla sostanza bianca cerebrale del mesoderma, cioè del foglietto embrionale medio.

Il contenuto è anche qui il conflitto di crollo dell’autostima del “non poter mordere/azzannare”.

Parliamo invece di una cosiddetta paradontosi quando sembra che si allunghino i colli dentari, la gengiva si ritrae in modo tale che alla fine i denti “traballano”. Anche qui la causa sta nella decalcificazione, cioè in una osteolisi mandibolare tutt’intorno al collo dentario. Di conseguenza durante il processo del mordere e masticare il dente traballante si muove nel cratere troppo largo e causa una continua sollecitazione della gengiva ed i colli dentari diventano sempre più esposti, cioè il dente traballante può staccarsi facilmente.

Durante la fase di guarigione la faccenda sembra peggiorare ulteriormente:

In caso di dolori ed eventuali sanguinamenti il dentista parla di solito di “ascesso della radice”, in quanto pure il periostio dell’osso mandibolare si espande creando forti dolori. Spesso il callo trova una via d’uscita verso la cavità orale, poiché il dente traballa e non può più chiudere l’osteolisi ermeticamente (sapore dolciastro in bocca). A causa di questa fuoriuscita del callo spesso l’osteolisi non riesce più a ricalcificarsi in modo definitivo.

Hamer: Denti, e perché creano problemi

In fondo si tratta di un processo di osteosarcoma senza sarcoma, in quanto il callo non si versa nei tessuti ma defluisce nella bocca. Questo comporta una regressione del tessuto osseo, poiché l’espansione del periostio ha il suo scopo nel impedire la diminuzione ossea.

Purtroppo il dentista toglie spesso il dente sano ma traballante e vuole eventualmente limare altri per poter costruire un ponte (costoso!). Questo però non sarebbe necessario, in quanto oggi esiste la possibilità di incollare il dente colpito, anche quanto sono più di uno, con un “nastro” sulla parte posteriore dei denti, per fissargli fino a quando, dopo il termine della fase di guarigione, l’osteolisi è riparata con sufficiente deposito di calcio.

Sia la gengiva sia lo smalto dei denti possono normalizzarsi dopo la soluzione del conflitto (con gonfiore della gengiva). Nel mondo animale questo è un processo del tutto normale.

Il buchi nello smalto dentario (cosiddetta carie) appartengono al foglietto embrionale esterno, cioè lo smalto del dente è quasi come la mucosa della bocca di epitelio pavimentoso diventato però avorio. Lo smalto, che ricopre le corone, è formato da prismi legati da una sostanza collante, ed è la parte più dura. Il focolaio di Hamer si trova nel neoencefalo interemisferico, frontoparamediano a sinistra o a destra.

Il contenuto del conflitto è un conflitto di difesa del non poter azzannare (il cane lupo potrebbe mordere il bassotto ma gli è vietato). Anche in questi casi si differenziano il denti incisivi, canini e molari e anche secondo la lateralità (madre/bambino o partner).

Nella fase di conflitto attivo si forma il difetto dello smalto, erroneamente anche chiamato “carie”, in quanto lo smalto è in fondo solo mucosa orale inspessita e corneificata. Il senso biologico si trova nella fase ca e significa, che il dente diventa più snello e più affilato a causa dell’ulcerazione, e nonostante non si debba, migliora la possibilità di “poter azzannare/mordere”. Contemporaneamente, in quanto si tratta anche di un conflitto di separazione specialmente di un conflitto di “voler essere separato”, il conflitto deve essere “dimenticato” grazie alla momentanea interruzione della sensibilità al dolore.

Nella fase di guarigione avviene una lenta restituzione, una riparazione del difetto dello smalto, senza dolori, a volte con una certa sensibilità del paziente verso l’impatto con caldo/freddo o dolce/aspro.

In fondo la guarigione avviene in modo automatico anche senza nessun trattamento a patto naturalmente di non andare incontro a nuove recidive.

Esempio: Una paziente doveva assistere sempre da bambina quando il padre (alcolizzato) prendeva a botte la madre. Avrebbe voluto “morderlo” ma non “poteva”. Ma all’età di 18 anni ha affrontato con calma il padre, quando voleva colpire per l’ennesima volta la madre, dicendo: “Non le darai più un singolo colpo, perché ti giuro, che chiamerò immediatamente la polizia e racconterò tutto. Allora andrai in prigione. Non osare!” Il padre non ha mai più picchiato. 4 settimane dopo sviluppò dolori al dente canino sinistro (mancina). Non fece fare niente. Il dente ricalcificò. (Osteolisi del dente venne documentato con radiografia).

La cosiddetta periodontite (infiammazione della radice) non esiste nel senso stretto del termine. Può succedere nella riparazione dell’osteolisi della dentina che si espanda anche il periodonto interno verso la polpa creando dolori; eventualmente può anche comprimere la cavità pulpare.

Un polipo sulle gengive è un’escrescenza innocua dell’antica mucosa intestinale che si trova sotto lo strato di epitelio pavimentoso e che giunge fino al collo del dente.

La guancia gonfia si forma prevalentemente in presenza di “sindrome”, quando un buco nella dentina o una osteolisi della mandibola sono in fase pcl in presenza contemporanea di un conflitto attivo del profugo o dell’esistenza.

Parliamo di una fistola dentale in presenza di un processo più o meno cronico recidivante di una osteolisi della dentina o dell’osso mandibolare aperta verso l’esterno.

La cosiddetta suppurazione dentale è una normale osteomielite (del tutto innocua!) dell’osteolisi della dentina o mandibolare con deflusso all’esterno, un misto di pus e callo. In questo caso la dentina guarisce, come qualsiasi altro osso, perfino più velocemente e meglio che in assenza dell’osteomielite.

Il sialolito (calcolo della ghiandola salivare sublinguale o della parotide) è un relitto della tubercolosi dopo la guarigione di un carcinoma di queste ghiandole. Il contenuto del conflitto: (lato sinistro del tronco encefalico): “non riuscire ad eliminare un boccone” o (lato destro): “non riuscire a captare un boccone”.

 

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Mai
25
Fabio, Sport Masseur
Hamer: I linfonodi ed il loro significato
dottor g. r. Hamer - official group
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Hamer: I linfonodi ed il loro significato;    Che importanza hanno i linfonodi? A che cosa servono? Nel contesto del cancro al seno la medicina ufficiale elimina spesso chirurgicamente i linfonodi ascellari alle donne. Che cosa significa?

Fondamentalmente bisogna differenziare tra due tipi di linfonodi.

Hamer: I linfonodi ed il loro significato

I linfonodi ascellari per esempio sono secondo la medicina ufficiale un capitolo importante nel contesto del cancro al seno femminile.

Nella Nuova Medicina Germanica® invece sono di importanza marginale. Ma ne parleremo adesso.

Hamer: I linfonodi ed il loro significato

I linfonodi si trovano fondamentalmente nella zona di deflusso del seno femminile ma naturalmente anche nella zona di deflusso del braccio.

Se a causa di un processo di guarigione ci sono processi metabolici imponenti nel seno o nel braccio i linfonodi responsabili normalmente si gonfiano.

Il medico di medicina ufficiale lo chiama un gonfiore benigno.

Non avviene nessun aumento di cellule all’interno del linfonodo ma solamente un’edema.

La medicina ufficiale per ignoranza definisce un linfonodo “maligno” in tutt’altra situazione.

Nella fase di conflitto attivo questi linfonodi creano buchi, necrosi; ad ingrandimento assomigliano ad un formaggio svizzero.

Dal punto di vista evolutivo appartengono alla testa dell’omero o anche al terzo superiore dell’omero.

Quando i linfonodi dimostrano necrosi vediamo quasi sempre contemporaneamente osteolisi nella parte dello scheletro corrispondente, cioè decalcificazione dell’osso. A livello psichico si tratta di un conflitto di perdita dell’autostima.

Per restare nell’esempio di prima allora a seconda di quale seno è coinvolto si tratta di una sensazione di inferiorità nella relazione madre/bambino o con il partner.

Bisogna immaginarlo così:

Quando per esempio il bambino subisce un incidente, la madre si rimprovera gravemente. Spesso subisce, oltre al conflitto di accudimento madre/bambino, nella destrimane il seno sinistro per cui sviluppa un cancro della ghiandola mammaria, anche un conflitto di crollo dell’autostima: “come ho potuto essere così disattenta, sono stata una cattiva madre.”

Da questo momento in poi per tutta la durata del conflitto si formano necrosi di decalcificazione, quasi buchi, nell’osso, nella testa dell’omero o anche nella parte superiore dell’omero e contemporaneamente nei linfonodi corrispondenti (cioè più vicini).

La stessa cosa può verificarsi nell’altra spalla per esempio a causa di un conflitto di accudimento del partner (“o dio, sono stata una cattiva moglie”). Se avviene la conflittolisi, nel nostro caso: il bambino torna in salute e la madre si rende conto che non era stato un suo errore, cioè avviene un ripristino psichico della stima di se nella relazione madre/bambino (o con il partner), allora da questo momento in poi iniziano i processi di guarigione sia nell’osso sia nei linfonodi ascellari corrispondenti.

L’osso fa edema nella fase di guarigione.

Il periostio viene stirato e crea dolori. L’articolazione della spalla può gonfiarsi come segno che il liquido edematoso scorre attraverso lo strato di cartilagine nell’articolazione. Le osteolisi tornano a calcificarsi. Di solito a processo terminato l’osso contiene più calcio di prima.

Anche nei linfonodi si riempiono di nuove cellule le necrosi con evidente gonfiore.

Questo riempirsi dei buchi con nuove cellule dei linfonodi viene chiamato “maligno” da parte della medicina ufficiale, anche se non è cosi!

È un processo positivo e bisognerebbe congratularsi con la paziente.

In nessun caso andrebbero estirpati chirurgicamente questi linfonodi. Solo se il linfonodo è diventato così grosso da creare disturbi meccanici alla paziente o le sembra psichicamente inaccettabile, se ne potrebbe parlare.

La medicina ufficiale fino ad ora partiva dall’idea che le cellule cancerogene venivano trasportate dal seno nei linfonodi, dove poi impazzivano. Questo però era pura speculazione. Non si è mai trovata una singola cellula della ghiandola mammaria di adenocarcinoma in un linfonodo. Nelle necrosi dei linfonodi, che si erano create nella fase di conflitto attivo, vengono depositate solo cellule tipiche dei linfonodi e questo solo nella fase di soluzione del conflitto/fase di guarigione.

Per essere chiaro, un’altra volta:

i linfonodi appartengono all’osso corrispondente. Lo specifico crollo dell’autostima è solo un po’ più leggero di come sarebbe se fosse coinvolto l’osso corrispondente.

Nella fase di conflitto attivo i linfonodi subiscono come l’osso delle necrosi (buchi).

Nella fase di guarigione, come buon segno di guarigione, i linfonodi si gonfiano, per riempire di nuovo le necrosi. Perciò una tale linfonodi ha mitosi cellulari e per la medicina ufficiale è “maligno”.

Un linfonodo benigno è invece quel linfonodo che si trova nella zona di deflusso di un ascesso, è gonfio a causa del eccessivo carico, non ha allora mitosi e viene perciò considerato “benigno”.

Anche il cosiddetto morbo di Hodgkin è un linfonodo in fase di guarigione, già riempito di nuovo con mitosi e si presenta gonfio.

Perfino la milza è in fondo solo un linfonodo, anche se un po’ particolare.

Un conflitto che coinvolge la milza è sempre un conflitto di crollo dell’autostima in senso vasto, a causa di una grande ferita sanguinante: un conflitto di sanguinamento e ferimento. Questo conflitto è da comprendere in senso strettamente biologico.

In natura questo conflitto è di grandissima importanza, si tratta di vita o di morte. Conflitto di sanguinamento o ferimento significa che l’individuo è ferito, eventualmente anche in modo grave. Sanguina! Perciò questo conflitto è un conflitto biologico di crollo dell’autostima.

Nell’essere umano un conflitto di sanguinamento o ferimento può già essere causato per esempio da una diagnosi di “cancro del sangue”. O quando vengono somministrate continuamente delle trasfusioni di sangue, possiamo subire una recidiva. Il nostro cervello non è in grado di distinguere tra trasfusioni di sangue e perdite di sangue.

Anche l’idea che il sangue trasfuso possa essere infettato da AIDS, può causare un conflitto di sanguinamento o ferimento, perfino ogni esame ematico.

Nella fase di conflitto attivo troviamo necrosi della milza che comporta una trombocitopenia. Immediatamente con la DHS (choc conflittuale), in natura identica ad una ferita gravemente sanguinante, i trombociti si precipitano dalle vie circolatorie nella milza, la quale li raccoglie e deposita. Grazie a questo procedimento non possono verificarsi delle trombosi nei vasi sanguigni. La trombopenia perciò è un provvedimento d’emergenza molto sensato della natura. Per fare più spazio per i trombociti nella milza, risulta una passeggera necrosi della milza.

Nella fase di guarigione la necrosi si riempie con divisione di cellule (mitosi), che comporta un gonfiore della milza, una cosiddetta splenomegalia, che in parte persiste anche dopo la conclusione del processo. L’esito ha il suo senso in caso di un nuovo conflitto di sanguinamento o ferimento, che la milza ingrandita offre più spazio ad un maggior numero di trombociti.

Il conflitto di sanguinamento o ferimento è, a quanto mi risulta, uno dei pochi conflitti se no l’unico (eventualmente conflitti dei linfonodi in generale, la milza = linfonodo speciale), nel quale l’organismo mette quasi già in conto una recidiva.

Il vero senso biologico perciò è probabilmente la prevenzione per un nuovo caso di conflitto di sanguinamento o ferimento.

A questo punto dovrei nominare anche il cosiddetto linfoma “non Hodgkin”, che in realtà è un carcinoma dell’epitelio pavimentoso dell’arco branchiale già in fase di guarigione. Il contenuto del conflitto è la paura frontale o la paura del cancro.

Nella fase ca: formazione di ulcere negli antichi archi branchiali, fuori uso, che sono ricoperte di epitelio pavimentoso, a volte con leggeri dolori nella zona del collo.

Nella fase di guarigione si gonfia la mucosa intorno alle ulcere all’interno degli archi branchiali. Si formano delle cisti che contengono liquido sieroso. Nel mediastino possono arrivare perfino fino al diaframma. Queste cisti vengono allora erroneamente chiamate linfoma centrocistico, centroblastico “non Hodgkin”.

Ulcera del dotto dell’arco branchiale mediastinale, retro cardiaca (ulcere di epitelio pavimentoso):

Nella fase di guarigione cisti del dotto dell’arco branchiale. Dopo diverse recidive però indurimento del cosiddetto linfoma centrocistico, centroblastico “non Hodgkin”.

Allora il cosiddetto linfoma maligno è un gonfiore molto benigno di linfonodi in fase di guarigione.

Spesso delle cisti dei dotti degli archi branchiali guarite vengono erroneamente ritenute carcinomi bronchiali a piccole cellule. Secondo la terminologia risultante dai fatti dell’embriologia però il carcinoma bronchiale a piccole cellule è sempre uno stato residuo dopo una guarigione di un’ulcera dell’epitelio pavimentoso dei dotti degli archi branchiali nel mediastino (lo spazio dietro il cuore).

Nella guarigione delle ulcere di epitelio pavimentoso con l’aiuto di virus avvengono, quando si tratta di organi a forma di tubi (bronchi, arterie o vene coronarie, antichi dotti branchiali o dotti biliari intraepatici), delle occlusioni passeggere di questi dotti a causa del gonfiore.

Spiegazione: mediastinale = appartenente allo spazio posto dietro il cuore, nel quale si trovano la trachea, l’esofago, l’aorta, i linfonodi para-aortici e periferici, la parte superiore della vena cava , il nervo frenico e i nervi ricorrenti, che sono responsabili per la laringe.

 

 

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Mai
25
Fabio, Sport Masseur
Hamer: Afta, ulcera dolorosa della mucosa della bocca
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Hamer: Afta, ulcera dolorosa della mucosa della bocca;  Le mie esperienze con la Nuova Medicina Germanica®

Una testimonianza di Ottilie Sestak.

Per quanto lontano arriva la mia memoria ho sempre sofferto di afta in bocca. Solo chi le ha avuto, queste “bestie”, può comprendere quanto facciano male. Due, tre o quattro, a volte grandi come l’unghia del mignolo, non erano una rarità.

Hamer: Afta, ulcera dolorosa della mucosa della bocca

Quando ero bambina il medico di famiglia a Oberndorf era convinto fosse mancanza di vitamina B, ma le gocce prescritte non facevano effetto. Più tardi, ormai abitavamo a Radolfzell sul lago di Costanza, mi veniva spiegato che era a causa della pubertà.

Mi procurai un appuntamento nella clinica dermatologica a Karlsruhe dal professor….(non ricordo più il nome). Gli spiegai il mio problema e lui mi chiese se poteva farmi vedere una cosa. Quando acconsentì, mi mostrò due afte sulla sua mucosa della bocca. Mi prescrisse una tintura blu, che venne preparata in farmacia. Aveva un gusto simile al Malabrin, che si usava per i gargarismi in caso di mal di gola. Dissi poi al professore che non volevo niente da spalmarci sopra ma qualcosa per non avere mai più queste cose.

In seguito mi raccontò che l’afta era probabilmente una malattia ereditaria con la quale avrei dovuto convivere. Inoltre mi chiese se qualcuno in famiglia ne soffrisse, cosa che potevo negare.

Aveva colpito solo me. Ma non ero tanto sicura e chiesi a mia madre se ricordava qualcuno in famiglia che aveva sofferto di afte. Lei lo negò e così il caso era chiuso un’altra volta.

Il massimo però fu quando qualche giorno dopo, mia madre mi chiamò al telefono, nel frattempo ella abitava solo due strade più in là di me, e mi chiese di passare un salto da lei.

Ci andai subito e mia grande sorpresa mi mostrò un’afta nella sua bocca. In quel momento ho creduto subito alla “malattia ereditaria”. L’11 di agosto del 1979 ho conosciuto mio marito Leo che ha sempre creduto che doveva esserci una soluzione per il mio problema con l’afta. Ma sembrava in errore. Tutto ciò che avevo provato, dal gel alla pomata, le gocce, i risciacqui con camomilla, salvia, mirra, erbe svedesi e non ricordo più quant’altro, niente, proprio niente mi era stato d’aiuto. Quando avevo tre o quattro di questi piccoli “diavoletti bianchi”, di solito mi aiutavano solo le pastiglie antidolorifiche, poiché lavoravo a tempo pieno come segretaria direzionale in una cassa malattia e dovevo parlare e telefonare molto durante il giorno.

Dal 29.03. al 16.04 1994 abbiamo fatto, mio marito ed io, un viaggio attraverso la China da Pechino a Hong Kong. Di nuovo a casa costatai di non avere nessuna afta. Che miracolo! Succedeva molto, molto di rado. All’improvviso mi venne l’idea che avesse a che fare con il cibo o il riso. Da quel momento in poi annotai con precisione che cosa mettevo in bocca. Dappertutto avevo distribuito i miei bigliettini, per non dimenticare niente.

Solo allora poi mi resi conto che la situazione era particolarmente grave quando mangiavo delle noci. Allora smisi immediatamente di mangiarne. Tutti i conoscenti e parenti preparavano dolci per me solo senza noci. Ho evitato del tutto con il passare del tempo perfino le nocciole o le mandorle macinate nell’impasto della torta, i semi di sesamo, di papavero o di girasole nel pane. Quando non stavo attenta, mi capitava di nuovo.

Evitai tutto ciò che avesse a che fare con noci o simili, convincendomi che si poteva vivere anche senza.

Per il 1° maggio invitai Heinz B. e la sua famiglia in quanto volevo fargli una sorpresa. Doveva collaborare alla festa del novantesimo compleanno di mia madre.

Mentre ci telefonavamo per accordaci, egli mi chiese, se avevo mai sentito parlare del Dr. Hamer, cosa che negai. Mi raccontò allora la storia della morte tragica di suo figlio Dirk. Inoltre mi disse di avere due libri che voleva portarmi, come poi fece. Lessi i libri e pensai. Non era del tutto nuovo per me, in passato avevo lavorato come segretaria di un primario di neurologia.

Dopo aver letto, come “comandato da Heinz”, per prima cosa entrambi i libri del dr. Hamer, mi buttai sulla tabella ripiegata (tabella: psiche – cervello – organo). Confesso che ci avevo buttato un occhio anche prima, ma mi sono ricordata che Heinz aveva detto che potevo comprendere le correlazioni solo dopo aver letto i libri. Spianai la tabella sul tavolo, mi misi in ginocchio su una sedia e iniziai il mio “studio”.

Al tema dell’allergia mi sonarono tutti i campanelli. Improvvisamente ero convinta che la faccenda delle noci doveva derivare dal passato. Ne parlai con il mio Leo che pure ne era convinto.

Ma da dove e da che cosa? Pensai e cercai senza risultato.

Hamer: Afta, ulcera dolorosa della mucosa della bocca

Una notte mi svegliai all’improvviso e sapevo. Ho fatto fatica ad aspettare che Leo si svegliasse. Avrei voluto svegliarlo io, ma ci rinunciai. Quando finalmente aprì gli occhi non potevo più aspettare e raccontai: a Oberndorf abitavamo nella casa dei nonni in una strada ripida (con 16% di pendenza). Nel terreno sotto di noi si trovava un albero di noci gigantesco (secondo me da bambina), del quale alcuni rami sporgevano nel nostro terreno. Era proibito con pene severe di raccogliere le noci cadute poiché la signora Fuoss era tremenda.

Era di nuovo autunno , forse del 1946 o ‘47. Le noci erano mature. Mia sorella, di 5 anni più grande di me, e io andammo di soppiatto nel giardino in direzione del noce, badando che né la signora, né la mamma, né la nonna stessero a guardare. Nessuno in vista. Staccavamo velocemente alcune noci della pianta, togliendo anche l’involucro verde, che buttammo nel giardino della signora. Improvvisamente la signora aprì la finestra e gridò: “Lasciate stare le mie noci altrimenti arrivo io.” Contemporaneamente anche la mamma guardò giù dalla terrazza, assistendo alla scena e gridò arrabbiata: “Regina, Ottilia venite subito qui.” Arrivate a casa ci aspettava con il battipanni in mano e ci picchiò, dicendo continuamente che ci avrebbe fatto passare la voglia di prendere le noci anche a costo di ammazzarci di botte.

Non riesco più a ricordare la signora Fuoss, ma la sua voce rabbiosa la ricordo ancora.

Se sono ancora andata a rubare noci, non lo ricordo, ma immagino di no.

In gennaio del 1951 siamo andati a vivere a Radolfzell.

Il divieto si è sciolto nell’aria e durante le ferie estive, che potevo passare tutti gli anni dai nonni, le noci non erano ancora mature. A questo punto mi sembra importante menzionare che mia sorella non ha mai avuto problemi con le noci.

Mio marito si convinse, dopo che gli avevo raccontato la storia, che le percosse a causa delle noci potessero esser la causa della mia intolleranza a tutto ciò che ha un guscio duro e contiene un seme. Alcuni giorni dopo raccontai la faccenda alla mamma e a mia sorella. Entrambe si ricordavano bene dell’episodio.

Iniziai a riflettere su cosa potevo fare.

Non sapevo da dove iniziare e non potevo chiedere aiuto a nessuno.

Circa due settimane dopo comprai una sacchetto di arachidi e le posai in una scodella. Tutto il pomeriggio adocchiai le arachidi. Di sera dissi a Leo: “Adesso mangio un po’ di queste arachidi, primo perchè mia madre non mi picchierà più e poi perché la vecchia Fuoss non è più viva da tanto tempo, quindi non può succedermi niente.”

Con sentimenti contrastanti aprii la prima arachide e ne mangiai i due semi. Ne mangiai altre due o tre pensando sempre che non poteva più succedermi niente. Circa 10 minuti più tardi mi resi conto che nella mia bocca sentivo pungere e bruciare. Corsi in bagno, abbassai il labbro e vidi un punto scuro e rosso. Guardai nello specchio e dissi alla mia immagine riflessa: “Cosa significa? Non può più succedermi niente.”

Il giorno dopo il punto era scomparso. Ho ripreso subito a mangiare di nuovo arachidi ed ho aspettato: non si sono più formati punti.

Da allora mangio tutti i tipi di noci e di semi anche in dolci e pani. Col passare del tempo ho informato tutti che potevo di nuovo mangiargli ed il perché.

Il nostro medico di famiglia non sapeva niente della mia allergia alle noci, perché lo conosciamo solo dal 1995. Gli raccontai una volta tutta la storia e egli ascoltò con cura, dicendo alla fine: “Molto interessante”.

Quasi 50 anni della mia vita ho dovuto soffrire di afte dolorose a causa delle terribili percosse con “minaccia di morte”.

Quando ripenso ai tentativi dei medici, dalla mancanza di vitamina B alla malattia ereditaria ecc., posso solo sorridere e dire: “Che follia!”.

Io so che devo ringraziare il dr. Hamer e la sua Nuova Medicina Germanica® per essermi liberata per sempre delle mie afte!

 

 

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Hamer: Afta, ulcera dolorosa della mucosa della bocca  Hamer: Afta, ulcera dolorosa della mucosa della bocca  Hamer: Afta, ulcera dolorosa della mucosa della bocca  Hamer: Afta, ulcera dolorosa della mucosa della bocca  Hamer: Afta, ulcera dolorosa della mucosa della bocca  Hamer: Afta, ulcera dolorosa della mucosa della bocca  Hamer: Afta, ulcera dolorosa della mucosa della bocca  Hamer: Afta, ulcera dolorosa della mucosa della bocca  Hamer: Afta, ulcera dolorosa della mucosa della bocca  Hamer: Afta, ulcera dolorosa della mucosa della bocca  Hamer: Afta, ulcera dolorosa della mucosa della bocca  Hamer: Afta, ulcera dolorosa della mucosa della bocca  Hamer: Afta, ulcera dolorosa della mucosa della bocca  Hamer: Afta, ulcera dolorosa della mucosa della bocca  Hamer: Afta, ulcera dolorosa della mucosa della bocca  Hamer: Afta, ulcera dolorosa della mucosa della bocca  Hamer: Afta, ulcera dolorosa della mucosa della bocca  Hamer: Afta, ulcera dolorosa della mucosa della bocca  Hamer: Afta, ulcera dolorosa della mucosa della bocca  Hamer: Afta, ulcera dolorosa della mucosa della bocca  Hamer: Afta, ulcera dolorosa della mucosa della bocca  Hamer: Afta, ulcera dolorosa della mucosa della bocca  Hamer: Afta, ulcera dolorosa della mucosa della bocca  Hamer: Afta, ulcera dolorosa della mucosa della bocca  Hamer: Afta, ulcera dolorosa della mucosa della bocca  Hamer: Afta, ulcera dolorosa della mucosa della bocca  Hamer: Afta, ulcera dolorosa della mucosa della bocca  Hamer: Afta, ulcera dolorosa della mucosa della bocca  Hamer: Afta, ulcera dolorosa della mucosa della bocca  Hamer: Afta, ulcera dolorosa della mucosa della bocca  Hamer: Afta, ulcera dolorosa della mucosa della bocca  Hamer: Afta, ulcera dolorosa della mucosa della bocca  Hamer: Afta, ulcera dolorosa della mucosa della bocca  Hamer: Afta, ulcera dolorosa della mucosa della bocca  Hamer: Afta, ulcera dolorosa della mucosa della bocca  Hamer: Afta, ulcera dolorosa della mucosa della bocca  Hamer: Afta, ulcera dolorosa della mucosa della bocca  Hamer: Afta, ulcera dolorosa della mucosa della bocca  Hamer: Afta, ulcera dolorosa della mucosa della bocca  Hamer: Afta, ulcera dolorosa della mucosa della bocca

Mai
25
Fabio, Sport Masseur
Hamer: Il carcinoma dell’esofago
dottor g. r. Hamer - official group
0

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Hamer: Il carcinoma dell’esofago;  In passato si credeva che le cosiddette malattie fossero guidate da coincidenze, deragliamenti, insufficienze ed alterazioni. La Nuova Medicina Germanica® ha scoperto invece che esiste una correlazione ben definita ed un sistema tra i nostri organi e determinati conflitti o gruppi conflittuali, e questo sistema si ritrova perfino nel cervello, il computer del nostro organismo, come nel cosiddetto focolaio di Hamer (HH). Era ben strano che nell’era del computer dovessero lavorare complicati meccanismi industriali secondo questo modello, ed il nostro organismo ben più complicato però dovesse produrre delle cosiddette malattie senza cervello e psiche, cioè senza programmatore e senza computer.

Hamer: Il carcinoma dell’esofago

 

Hamer: Il carcinoma dell’esofago

Inoltre la Nuova Medicina Germanica® ha scopeto che ogni malattia od ogni programma speciale biologico dell’intera medicina si evolve in due fasi, cioè una fase di conflitto attivo, simpaticotonica, ed una fase di conflitto risolto, se avviene la soluzione del conflitto, vagotonica o di guarigione. Ogni malattia che ha una soluzione di conflitto ha anche una fase ca ed una fase pcl (post conflittolisi =fase di guarigione), Ogni fase pcl ha, se non viene interrotta da un recidiva di conflitto attivo, una crisi epilettica od epilettoide nel punto più profondo della vagotonia.

Simpaticotonia e vagotonia sono meccanismi antichissimi dei quali si serve l’organismo per respingere i nemici e per la sopravvivenza la specie. Purtroppo i nostri odierni, moderni medici ufficiali, che guardano solamente i valori di laboratorio ed i risultati degli esami delle varie apparecchiature, hanno dimenticato o mai compreso queste semplici correlazioni della natura e della biologia, e sembra che non abbiano saputo ascoltare la lingua della natura.

Nell’ambito della psiche si cristallizza un nuovo tipo di conflitto: il conflitto biologico. Si tratta di un programma di risposta sensato dell’organismo come reazione ad uno choc acuto, la cosiddetta DHS (sindrome di Dirk Hamer).

Un cancro si forma sempre e senza eccezioni solo durante una DHS, uno choc conflittuale altamente drammatico ed vissuto con senso di isolamento, che coglie il paziente sul piede sbagliato. Il paziente con la DHS è come catturato in un incantesimo, in una fase di stress permanente (simpaticotonia), ha mani fredde, non riesce più a mangiare, perde peso, non riesce più a dormire di notte e continua a pensare sempre solo al suo conflitto.

La Nuova Medicina Germanica® spiega anche le correlazioni tra i diversi foglietti embrionali e le diverse formazioni istologiche dei tumori e dei tessuti normali che risultano da esse. In ogni zona di cancro troviamo il disegno istologico del tessuto che deve trovarsi in quella zona per motivi embriologici. Perciò ogni tessuto evolutosi dal foglietto embrionale interno (endoderma), è tessuto adenoidale che crea in caso di una malattia di cancro un adenocarcinoma, mentre tutto ciò che si è evoluto dal foglietto embrionale esterno (ectoderma), escluso il cervello che non può fare tumori di cellule cerebrali, fa come tipico cancro ulcere di epitelio pavimentoso. Nel mezzo si trova il tessuto del foglietto embrionale medio (mesoderma) che crea aumento di cellule nella fase di conflitto attivo, se governato dal cervelletto, come faceva il tessuto endodermale governato dal tronco encefalico. Invece il tessuto governato dalla sostanza bianca encefalica crea un “calo” di tessuto in fase di conflitto attivo, cioè osteolisi, necrosi dei tessuti connettivi, depressione dei valori del sangue ecc., e nella fase di guarigione sviluppa un eccesso di tessuto con ipertrofia delle cicatrici ossee e dei tessuti connettivi, che insensatamente veniva chiamato sarcoma.

Ma non è ancora tutto: anche i batteri fungiformi unicellulari, i più antichi microbi del nostro organismo ed i funghi, elaborano solo i tumori degli organi endodermici governati dal cervello antico ed eventualmente mesodermici governati dal cervelletto, cioè demoliscono i tumori in fase di guarigione, solamente però quando erano presenti (almeno uno) nell’organismo già all’inizio della DHS. Esattamente con la DHS cominciano a moltiplicarsi i micobatteri (Tbc), anche se diventano attivi solo dopo la conflittolisi. Vengono prodotti in “anticipo” solo il numero di micobatteri che serviranno poi dopo per demolire tutto il tumore.

I virus invece elaborano esclusivamente le ulcere degli organi governati dalla corteccia cerebrale dell’ectoderma.

Tra questi due grandi gruppi si trovano i batteri che elaborano in parte sia i tumori degli organi del mesoderma governati dal cervelletto, dove demoliscono cellule, sia le ulcere degli organi del mesoderma governati dalla sostanza bianca cerebrale, dove aiutano a ricostruire le cellule come per esempio nell’osso.

Perfino i contenuti dei conflitti hanno schemi conflittuali antichi derivanti dai tempi nei quali si sono evolute o differenziate le varie zone cerebrali, dove adesso troviamo l’HH appartenente al singolo contenuto conflittuale. Di conseguenza i contenuti conflittuali corrispondono ogni volta al livello evolutivo che aveva il cervello in quel periodo evolutiva, e la specifica problematica del conflitto si trova proprio a questo livello. Questo determina che ogni cosiddetta malattia ha un senso biologico che dipende dal foglietto embrionale.

Più è intenso il conflitto, più è esteso e consistente il cancro nell’organo, più è estesa la zona del focolaio di Hamer nel cervello e di conseguenza più sarà esteso lo stadio di riparazione. Prima della soluzione del conflitto (CL) il HH è presente ma non può essere reso visibile con un mezzo di contrasto nella TAC.

Dopo la soluzione del conflitto, quando il programma si evolve senza complicazioni, vediamo che l’HH nella fase di riparazione, di guarigione, si gonfia, viene circondato da edema perifocale e si colora man mano nella TAC con mezzo di contrasto a causa dell’aumento di attività metabolica, e dopo regredisce gradualmente.

La soluzione del conflitto è una pietra miliare nella terapia delle malattie oncologiche.

La malattia di cancro è terminata quando lo stadio di riparazione nel cervello è terminata. Si denota quando il HH non è più differenziato dal tessuto cerebrale circostante e l’edema perifocale è scomparso (riassorbito).

Il conflitto biologico si determina nell’istante stesso della DHS, cioè si determina il contenuto del conflitto e il binario sul quale si evolve il percorso del conflitto biologico. Il contenuto del conflitto determina nell’istante stesso della DHS sia la localizzazione del HH nel cervello sia la localizzazione del cancro o oncoequivalente nell’organo.

Il carcinoma dell’esofago.

Dal punto di vista evolutivo l’intero esofago era ricoperto di mucosa intestinale in passato, cioè derivava dal endoderma, il foglietto embrionale interno e appartiene al tratto digerente (tronco encefalico). Il terzo inferiore crea perciò adenocarcinomi compatti con crescita a cavolfiore di qualità secretoria o adenocarcinomi con crescita piatta di qualità assorbente.

Differenziamo allora in senso biologico dell’adenocarcinoma dell’esofago (terzo inferiore) due tipi di tessuti:

a) il carcinoma con crescita a cavolfiore di tipo secretorio: il suo senso sta nell’aumentata produzione di secrezione per poter digerire più facilmente un boccone troppo grande, incastrato, e rendere così il passaggio di nuovo pervio.

b) il carcinoma nel terzo inferiore dell’esofago con crescita piatta circolare di tipo assorbente: il suo senso biologico sta nella possibilità di poter assorbire cibo di facile digestione (per esempio zucchero d’uva) già in questo tratto.

Nel caso del tipo di carcinoma a cavolfiore di tipo secretorio, l’esofago si può chiudere apparentemente o realmente se il conflitto dura a lungo, ma del cibo liquido passa comunque quasi sempre. Naturalmente madre natura conta sul fatto che tutti, umani o animali, possiedano anche micobatteri, in modo tale che le occlusioni vengano completamente rimosse (tubercolosi dell’esofago) nella fase pcl (fase di guarigione).

Nell’adenocarcinoma dell’esofago (del terzo inferiore) si tratta di un conflitto di non poter inghiottire il boccone, del non poter inglobare qualcosa (anche in senso lato). Spesso si tratta di una casa, un’automobile o simili. Qualcosa che si vuole inglobare, cioè si vuole inghiottire un boccone, ma non si riesce. L’HH si trova nel tronco encefalico (ponte) lateralmente a destra.

Esempio: un paziente torna dalla vacanza di Pasqua e trova il suo posto di lavoro occupato da un giovane, al quale ha insegnato il mestiere lui stesso. Come se non bastasse, il capo che gli aveva promesso di poter conseguire la qualifica di mastro, alla quale mancava poco, adesso non è più dello stesso parere. Al contrario adesso avrebbe dovuto eseguire gli ordini di un giovane. E’ seguita una forte lite con uno spostamento punitivo ad un posto ancora peggiore nella stessa ditta.

Il paziente era fuori di se e diceva, che cercava di mandar giù e mandar giù. Per due mesi il conflitto è rimasto altamente attivo, poi il paziente è stato licenziato. La faccenda gli rodeva ancora fino a che un mese dopo è venuto a sapere che la ditta stava fallendo. Immediatamente si è sentito meglio. Nel frattempo aveva perso 20 kg di peso. Adesso aveva ritrovato la pace dell’anima, poteva di nuovo dormire di notte, mangiare e cominciò rapidamente a recuperare il peso. Il conflitto era definitivamente risolto.

Un altro paziente, alcolizzato, subì una DHS con adenocarcinoma dell’esofago quando venne sorpreso in fragrante a rubare in un supermercato. Aveva fatto sparire due bottiglie di Jaegermeister nelle tasche dei pantaloni che poi doveva restituire, cioè nel vero senso della parola non ha potuto inghiottire l’alcol.

Nella fase di conflitto attivo si crea un aumento di cellule, un tumore, che può portare gradualmente ad una stenosi dell’esofago a secondo la durata e l’intensità del conflitto (massa conflittuale).

Nella fase di conflitto risolto, fase di guarigione, i carcinomi del terzo inferiore dell’esofago guariscono anche spontaneamente caseificando e puzzando senza neanche essere diagnosticati. Naturalmente solo se sono presenti micobatteri, cosa naturale fino alla nostra ingenua campagna d’igiene contro i microbi. Se però non sono più presenti dei micobatteri (solo nella nostra civiltà) al momento della DHS, allora il tumore persiste anche dopo la soluzione del conflitto. I residui residui guariti vengono spesso mal interpretati come “varici esofagee“.

Anche i cosiddetti diverticoli dell’esofago sono molto rari poiché lo strato muscolare dell’esofago è molto forte e contemporaneamente molto elastico. Diverticoli vuol dire formazione di sacche e si trovano oltre che nell’esofago in tutto il tratto digerente e del sistema di condotti ureterali. Nell’esofago possono a volte depositarsi dei residui di cibo nei diverticoli che comportano poi alito cattivo o eruttazioni maleodoranti.

Mentre la lateralità del paziente non aveva ancora nessuna importanza nelle parti governate dal tronco encefalico, a partire dal cervelletto (mesoderma) riveste la massima importanza. Il test dell’applauso determina la lateralità, cioè determina su quale emisfero il paziente lavora di preferenza, e determina la via cerebrale e quale “malattia” sviluppa il paziente con un determinato conflitto.

Il carcinoma dell’esofago (2/3 superiori) è diviso per quanto riguarda l’innervazione, destro e sinistro sono innervati in modo incrociato. I due terzi superiori dell’esofago sono ricoperti di epitelio pavimentoso, appartenente all’ectoderma, al foglietto embrionale esterno, il cui relè si trova nel neoencefalo. Si tratta di epitelio pavimentoso (epitelio appiattito), invaginatosi dall’esterno, in altre parole mucosa “immigrata”.

Anche qui troviamo a volte isole residue di antica mucosa intestinale che può formare adenocarcinomi sottomucosi. Il contenuto del conflitto è che si deve inghiottire qualcosa che non si vuole inghiottire ma si preferirebbe sputare.

Esempio: un paziente, postino, viene sospettato, pur senza colpa, di aver sottratto un pacco ed in più una certa somma di denaro. Tutti gli indizi sono contro di lui, in più c’è un presunto testimone. Il postino, un brav’uomo profondamente onesto, restò senza parole e mandò giù e giù. Le indagini andavano per le lunghe ma dopo 6 mesi fu ormai chiaro che il paziente era del tutto innocente. Il testimone aveva ritirato il pacco e la somma di denaro e non li aveva consegnati al destinatario. Poco tempo dopo si diagnosticò il carcinoma all’esofago.

Esempio: una paziente subì una DHS con un carcinoma all’esofago quando aveva inghiottito un dente d’oro azzannando una mela.

Esempio: un’altra paziente venne colta sul piede sbagliato quando venne messa alla porta a casa dei suoceri in circostanze offensive. Anche lei doveva mandar giù la “messa alla porta”.

Il focolaio di Hamer si trova nel neoencefalo frontoparietale basalmente a sinistra.

Nella fase di conflitto attivo si formano ulcere nei 2/3 superiori dell’esofago (non tumori!). Poiché l’epitelio pavimentoso in questa zona è molto spesso ci vogliono da 6 a 10 mesi prima che siano visibili con la gastroscopia delle ulcere profonde. Il senso biologico sta nel rendere l’esofago più largo per poter risputare quello che è stato inghiottito per sbaglio o forzatamente. A volte l’esofago mostra crampi e crea la sensazione che il boccone resti incastrato in gola, cosiddetti spasmi di deglutizione.

Nella fase di guarigione si forma un forte gonfiore dell’esofago nella zona delle ulcere, una stenosi e stenosi di deglutizione molto leggere. Adesso avviene la diagnosi di “stenosi di deglutizione di pappa” visibile nella radiografia. In fondo si dovrebbe aspettare solo la conclusione della guarigione.

Se la guarigione ha un percorso forte, può avere una lunga durata, quando il conflitto è durato a lungo (fino a 6 mesi), il paziente non deve disperarsi, in quanto del cibo liquido con un po’ di pazienza passa sempre. Motivo per intervenire si trova fondamentalmente solo in presenza contemporanea di un conflitto attivo di ritenzione idrica, il cosiddetto conflitto del profugo o esistenziale.

A volte i pazienti subiscono un conflitto doppio con la prima DHS, così come il nostro postino, che si sentiva insudiciato perché i suoi colleghi lo credevano un ladro. Egli subì un conflitto di insudiciamento con un melanoma (foglietto embrionale medio). Alla comunicazione della diagnosi subì un’altra DHS, con conflitto di paura per il cancro, con un carcinoma dell’epitelio pavimentoso dell’arco branchiale (foglietto embrionale esterno), nella fase di guarigione chiamato “linfoma non Hodgkin”. Spiegandogli ciò, subì inoltre un conflitto di paura di morire con focolai rotondi (foglietto embrionale interno), nella medicina ufficiale tutte metastasi.

Nella medicina ufficiale le metastasi erano immaginate come delle cellule impazzite dal cancro che poi nuotavano attraverso il sangue arterioso verso altri organi per causare un nuovo cancro, cioè una metastasi. MAI però un ricercatore ha potuto scoprire una cellula cancerogena nel sangue arterioso. Si dovrebbero trovare lì però se si muovessero verso la periferia, cioè verso le zone esterne del corpo. Anche l’idea che le cellule cancerogene sulla loro via mai osservata attraverso il sangue si trasformano perfino ed una cellula di un melanoma, appartenente al mesoderma del cervelletto che fa aumento di cellule in fase di conflitto attivo, lascia improvvisamente il suo relè cerebrale d’origine, si collega al neoencefalo per creare prima diminuzione di cellule e produrre poi (nella fase di guarigione) un cosiddetto linfoma “non Hodgkin”, dopo ancora si muove di nuovo (attraverso il sangue) con direzione polmoni (appartenenti al tronco encefalico) per formare in loco dei focolai rotondi. Questo è pura follia e dogmatismo medioevale. Non si nega il fatto che siano presenti un secondo o perfino un terzo carcinoma, ma si discute sulla loro valutazione.

Nella Nuova Medicina Germanica® per “metastasi” si intende che la persona per esempio con la comunicazione della diagnosi va in panico (causato dal medico) e subisce una DHS nuova con un conflitto biologico nuovo.

La Nuova Medicina Germanica® con le sue 5 leggi biologiche della natura non è una dottrina di fede ma è una medicina dimostrabile in qualsiasi momento, riproducibile e verificata il 8/9 settembre 1998 secondo le regole delle categorie di pensiero scientifico, senza ipotesi (Università di Trnava).

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Mai
23
Fabio, Sport Masseur
Hamer: Il mesotelioma
dottor g. r. Hamer - official group
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Hamer: Il mesotelioma; La regola ferrea del cancro dice che ogni cosiddetta malattia, cioè ogni programma speciale biologico sensato della natura (SBS), viene attivato da uno choc conflittuale biologico ben specifico, chiamato DHS, che nell’istante stesso causa un focolaio di Hamer, visibile nella TAC cerebrale, nel relè responsabile per l’organo, e alterazioni corrispondenti nell’organo stesso, cioè tumori, ulcere, paralisi motorie/sensorie, disfunzioni ecc..

Hamer: Il mesotelioma

Il sistema ontogenetico dei tumori riordina tutte le malattie di cancro ed oncoequivalenti secondo la loro appartenenza ai foglietti embrionali. Esistono tre foglietti embrionali: endoderma, mesoderma ed ectoderma, che si formano già all’inizio dello sviluppo embrionale. Secondo la storia evolutiva ad ognuno di questi foglietti embrionali appartengono una specifica zona cerebrale, un determinato tipo di contenuto conflittuale, come anche una determinata formazione istologica. Inoltre ogni programma speciale biologico (SBS) possiede un determinato senso biologico. Il sistema dei microbi, ordinato ontogeneticamente, definisce i microbi secondo la loro appartenenza specifica ad ognuno di questi foglietti embrionali.

Forma un’eccezione la “zona limite” dei organi mesodermali governati dal cervelletto, che vengono elaborati (prevalentemente) da micosi e batteri funghiformi ma anche (meno frequentemente) da batteri, che normalmente sono responsabili per gli organi del foglietto embrionale medio (mesoderma) governati dalla sostanza bianca del cervello.

Il momento nel quale i microbi possono iniziare a “lavorare” non dipende, come pensavamo in passato erroneamente, da fattori esterni ma viene determinato esclusivamente dal nostro computer, il cervello. I microbi allora non lavorano contro di noi ma per noi come aiutanti fedeli attraverso milioni di anni di storia evolutiva. Loro sono i chirurgi di madre natura, che ottimizzano la fase di guarigione.

Gli organi appartenenti al foglietto embrionale medio (nota bene: tutto dimostrato esattamente in senso evolutivo) vengono divisi in due grandi gruppi: il primo gruppo appartiene al cervello antico, contiene gli organi governati dai relè del cervelletto come il corion, il pericardio, la pleura e il peritoneo; il secondo gruppo comprende gli organi governati dalla sostanza bianca del cervello appartenente al neoencefalo.

Dal sistema ontogenetico dei tumori e oncoequivalenti sappiamo che tutti gli organi governati dal cervello antico creano aumento di cellule in fase di conflitto attivo, mentre tutti gli organi governati dal neoencefalo creano diminuzione di cellule, cioè necrosi, buchi ecc. nella fase di conflitto attivo.

Il mesotelioma appartiene al foglietto embrionale medio (mesoderma).

Appartiene alla “cute diretta dal cervelletto” (corion) anche la “cute interna” del corpo, per esempio nel ventre il peritoneo, nel petto la pleura, nello spazio mediastinale il pericardio. Differenziamo il peritoneo parietale e viscerale, se adeso alle pareti del corpo o agli organi, e altrettanto nella pleura e nel pericardio.

Le malattie oncologiche che colpiscono queste zone, le chiamiamo mesoteliomi. Questa “cute diretta dal cervelletto” nella fase di guarigione è responsabile degli edemi che vediamo come versamenti: versamento peritoneale o ascite, versamento pleurico o il molto temuto versamento pericardio con il tamponamento cardiaco! In fondo si tratta di segni buoni, che sono però temuti come complicanze del percorso della guarigione.

È importante sapere che tutti questi tumori governati dal cervelletto formano liquidi nella fase pcl sia durante la demolizione tubercolotica sia senza tubercolosi, quindi senza demolizione dei tumori. L’ascite, per esempio, ha il senso di far galleggiare l’intestino per impedire delle aderenze nella fase di guarigione.

Il contenuto del conflitto di tutti gli organi mesodermali governati dal cervello antico è sempre un conflitto di integrità:

attacco contro il petto (torace) = mesotelioma pleurico

attacco contro il ventre = mesotelioma peritoneale

attacco conto la zona del cuore = mesotelioma pericardio

attacco conto la cute esterna, cosiddetto conflitto di deturpamento o insudiciamento = melanoma del corion.

Questi tumori crescono in parte in forma di tubero, per esempio nel peritoneo, quando ad esempio il paziente ha ricevuto una pedata contro il ventre in un punto e con ciò ha subito come conflitto biologico un attacco contro il ventre, in altre parole un conflitto di attacco contro l’integrità della parte interna del corpo. Altrimenti i tumori possono crescere anche in forma di tappeto, quando il paziente ha vissuto l’attacco in generale.

Esempio: un radiologo mostra ad una paziente su una radiografia un tumore nel polmone a destra e dice: “Lo dobbiamo operare”. In quell’istante la paziente subisce una DHS, un attacco contro il torace, e più tardi nella fase di guarigione un versamento pleurico a destra, che nessuno poteva comprendere, in quanto il suo “tumore” era sul lato sinistro. Ma noi medici guardiamo le radiografie come se stessimo davanti al paziente e quindi capovolte. Per la paziente che non lo sapeva, nel momento della DHS era colpito il lato destro del torace. L’organismo cercava di proteggersi contro l’attacco, costruendo in rinforzo nella pleura, un mesotelioma pleurico, questo è anche il suo senso biologico. Anche la comunicazione “cancro al seno” o l’annuncio di un intervento al petto, cancro ai polmoni ecc. possono essere vissuti come attacchi contro il torace. O la diagnosi: “Il suo ECC non è apposto, il suo cuore ha un problema.” In questo caso il paziente può subire una DHS con un attacco mentale contro il cuore. Può darsi per esempio che immagina in quel momento un intervento al cuore per fare un bypass. Anche in questo caso l’organismo sviluppa come protezione contro l’attacco, un mesotelioma pericardio. Non di rado i pazienti subiscono un nuovo attacco contro il cuore con la diagnosi del cardiologo “insufficienza cardiaca” e non riescono più a liberarsi da questo circolo vizioso. Il circolo vizioso è sempre pericoloso, poiché può sempre sfuggire al controllo e portare alla morte del paziente.

In modo analogo l’annuncio di un intervento, necessario per l’intestino o qualche processo nel ventre, provoca in quasi tutti i pazienti un mesotelioma peritoneale, cioè un cancro del peritoneo, un attacco mentale contro il ventre, che deve essere aperto. Quando il paziente poi dopo l’intervento intestinale crede, di essersi liberato del suo problema, e come segno di soluzione del conflitto d’attacco contro il ventre sviluppa un’ascite come segno di guarigione, nella medicina ufficiale cade dalla padella alla brace. La diagnosi “cancro al peritoneo” (per la medicina ufficiale è adesso una metastasi) causa sicuramente un altro conflitto, che sia il chirurgo sia l’oncologo valutano come inizio della fine, in quanto entrambi non conoscono le correlazioni biologiche.

Ma anche la fase di guarigione, per esempio l’ascite, può causare da parte sua un circolo vizioso e collegarsi con il primo conflitto (c’era qualcosa da operare).

Allora l’ascite diventa punto di partenza per un circolo vizioso. A volte, quando il paziente arriva nella fase di guarigione, cioè quando ha un’ascite, si lascia prendere dal panico e grazie al panico l’ascite regredisce (conflitto attivo). Si risolve il panico, l’ascite torna come segno di rinnovata guarigione, e così si va avanti e indietro, e c’è il pericolo dell’escalation. Un tale circolo vizioso può essere anche la paracentesi dell’ascite. Quando il medico annuncia che deve togliere il liquido siringando il ventre, il paziente di solito lo vive come un nuovo attacco contro il ventre, cosa che corrisponde ai fatti.

Subisce una recidiva, che non si nota, in quanto sono stati appena tolti alcuni litri di liquido ascitico, ma se non fosse stato tolto il liquido, si noterebbe adesso, che l’ascite si riduce ed il volume del ventre diminuisce. Questo non a causa della guarigione ma a causa di una recidiva del conflitto. Quando il paziente si tranquillizza, la recidiva va in soluzione e di conseguenza l’ascite aumenta enormemente.

Questo brutto gioco può continuare così per mesi, fino a quando il paziente muore ad un certo punto di questo circolo vizioso, per esempio a causa dei valori di proteine nel siero estremamente bassi (es: albumina): ogni volta dopo una paracentesi, sostituisce il liquido dell’ascite attingendo al siero del sangue, con ciò muore per così dire di fame a causa delle paracentesi.

Hamer: Il mesotelioma

Nella Nuova Medicina Germanica® si esaminerebbe meticolosamente il paziente in senso clinico, psichico e cerebrale. Si farebbe la stessa diagnosi con molto minor dispendio economico, la si comunicherebbe con molto tatto al paziente spiegandogli bene la non drammaticità. Gli si spiegherebbe la formazione dell’ascite come soluzione del suo conflitto d’attacco contro il ventre. Il paziente ci si può preparare come per superare un lavoro impegnativo. Non si lascerebbe prender dal panico, al contrario, saluterebbe l’ascite come buon segno, come anche le sudorazioni notturne obbligatorie con temperature subfebbrili, caso mai sia in possesso di batteri tubercolotici. Quando il paziente può comprendere con l’aiuto della Nuova Medicina Germanica® cosa succede nel suo corpo e perché, non ha più motivo di panico per una marea di ipotesi su processi incomprensibili, insensati ed inarrestabili e perciò non subirà carcinomi secondari nella maggiorparte dei casi e sopravvivrà a questi programmi speciali della natura. Tutti questi processi molto logici ed i loro pericoli richiedono medici con buon senso, tatto e capacità d’immedesimazione ed un alto grado di conoscenza clinica. Nel sistema della Nuova Medicina Germanica® sia il medico sia il paziente assumono un ruolo del tutto nuovo. Il paziente non è più la parte passiva, che, interdetto, delega la responsabilità per i processi nel suo organismo a dei medici, i quali a loro volta non possono neanche assumersi questa responsabilità ma possono essere solo capi registi sul palcoscenico del processo di malattia e guarigione.

Il modo di pensare della Nuova Medicina Germanica® è diametralmente opposto a quello della medicina ufficiale. È affascinante che per la prima volta possiamo imparare a comprendere la causa del processo della malattia, comprenderla contemporaneamente su tutti e tre i livelli (psiche, cervello, organo) e costatare con meraviglia che madre natura ha sviluppato un sistema meraviglioso, che ci toglie il fiato, conservava ogni specie e la moltitudine delle specie, una accanto all’altra, … fino a quando non arrivò l’essere umano super furbo e si ritenne la coronazione del creato.

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Mai
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Fabio, Sport Masseur
Hamer: Il carcinoma laringeo, un processo ulceroso
dottor g. r. Hamer - official group
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Hamer: Il carcinoma laringeo, un processo ulceroso;   Come sempre quando nessuno sa niente, si producono dogmi – così anche nella medicina ufficiale. Si divideva tutto in “maligno” e “benigno”. Da quel momento in poi la medicina non era più una scienza ma una comunità di fede, poiché nella biologia o nella natura non esistono benignità o malignità. In entrambi i campi tutto ha un senso ed uno scopo biologico, perfino la morte, come anche la nascita.

Bisogna sapere queste cose per comprendere quale enorme eresia medica si formò nel 1981 quando ho pubblicato, che il cancro si formasse, non come si era creduto fino a quel momento nell’arco degli ultimi 10 o 20 anni, ma a causa di uno choc psichico inaspettato, che coglieva uomini o animali sul piede sbagliato come un cosiddetto “choc di conflitto biologico” (DHS) e iniziava a crescere per tutta la durata del conflitto biologico, e che poteva scomparire anche spontaneamente, se si lasciava via libera a madre natura, appena il conflitto si fosse risolto.

 Hamer: Il carcinoma laringeo, un processo ulceroso

 

Lasciare via libera a madre natura significa per esempio permettere la presenza di micobatteri (Tbc), non intagliare il periostio, non somministrare né chemio, né radiazioni, né morfina. Tutte queste pratiche sarebbero interventi non biologici, che disturberebbero i cicli regolatori di madre natura sperimentati in milioni di anni, e che sono responsabili, secondo la statistica ufficiale del centro tedesco di ricerche sul cancro di Heidelberg (professor Abel), del fatto che il 98 % dei pazienti trattati in tal modo muoiono nell’arco di 7 anni, il 95% perfino già nell’arco di 5 anni.

Ogni “programma speciale biologico sensato di cancro o oncoequivalente” (SBS) parte con una sindrome di Dirk Hamer (DHS), cioè un episodio scioccante di conflitto biologico, gravissimo, altamente acuto e drammatico, vissuto con senso di isolamento, contemporaneo su tutti e tre i livelli: psiche, cervello ed organo. Tutto ciò che non è cancro è oncoequivalente (simile al cancro), cioè si intendono tutte le cosiddette “malattie” della medicina che esistono. Con ciò che veniva definito come “malattia” fino ad ora si intende adesso solo una delle due fasi dell’intero SBS: o la fase di conflitto attivo o la fase di conflitto risolto= fase di guarigione. Psiche, cervello ed organo formano l’intero organismo. La suddivisione in tre livelli è però chiaramente solo mentale, per facilitare il lavoro scientifico-biologico.

Poiché la DHS colpisce su tutti i tre i livelli contemporaneamente dobbiamo essere in grado di ritrovare questa DHS su tutti i livelli.

Con la DHS tutto è già determinato: nello stesso istante si determina il contenuto psico-biologico del conflitto come anche la localizzazione nel cervello e la localizzazione del cancro o oncoequivalente nell’organo. Si determina pure un altro fattore importante: i binari. Tutto ciò che l’individuo coglie nell’istante della DHS con i suoi sensi (con gli occhi, con le orecchie, con l’olfatto e/o con il senso tattile), ma anche i vari cosiddetti “aspetti” del conflitto, confluiscono nel momento della DHS e sono più o meno visibili anche nella TAC cerebrale. Tutti questi vari aspetti, che fungono quasi come conflitti biologici propri, inclusi i binari, vengono determinati in questo istante. Alcune recidive si possono comprendere solo se abbiamo indagato e scoperto scrupolosamente tutti i binari che sono partiti con la DHS. Cioè: il contenuto del conflitto biologico, la localizzazione nel cervello e la localizzazione nell’organo si determinano nell’istante della DHS.

Il conflitto ha colpito in modo sincrono, cioè contemporaneo, nello stesso istante su tutti i tre i livelli e perciò è anche riscontrabile, visibile, misurabile in loco! Perciò la DHS è notata sia dal paziente su se stesso (se sa cosa è una DHS) sia dal medico che esamina il paziente. Almeno nella TAC cerebrale è impossibile non notare la formazione fresca a bersaglio con bordi nitidi. Nell’organo invece dall’istante stesso della DHS crescono nuove cellule o, nel caso dell’altro tipo di cancro, dalla DHS in poi le cellule si disintegrano, formano buchi o ulcere, cioè tumori ulcerosi per esempio nella cute o nella mucosa, a seconda a quale foglietto embrionale o a quale parte cerebrale appartiene l’organo colpito.

Hamer: Il carcinoma laringeo, un processo ulceroso

Nello sviluppo embrionale distinguiamo 3 differenti foglietti embrionali: endoderma, mesoderma ed ectoderma. Ad ogniuno di questi foglietti embrionali appartiene dal punto di vista evolutivo una determinata parte del cervello (tronco encefalico, cervelletto, neoencefalo), un determinato contenuto conflittuale, una determinata istologia ed anche dei microbi (micobatteri, batteri, virus). Gli organi possono essere suddivisi secondo la loro appartenenza ai foglietti embrionali. Gli organi governati al cervello antico (tronco encefalico e cervelletto) creano aumento di cellule in fase di conflitto attivo mentre gli organi governati dal neoencefalo creano diminuzione di cellule.

Il carcinoma della laringe appartiene agli organi governati dal neoencefalo e perciò crea diminuzione di cellule. Il contenuto del conflitto è di paura-panico, per esempio in caso di un pericolo che appare improvvisamente, del tutto inaspettatamente (reazione femminile), che nel senso della parola “lascia senza parole”, e dove il DHS colpisce nel centro del linguaggio di Broca.

Esempio: Un uomo sposato aveva un’amica anch’essa sposata. Quando un giorno portò a casa la sua amante, a notte fonda, trovarono il marito dell’amica, che aveva scoperto la tresca, impiccato nel corridoio.

Nella fase ca si formano ulcere nella zona della laringe e/o delle corde vocali, cioè in loco le cellule diminuiscono, ma in questa fase non viene quasi mai notato. Forse il paziente avverte un leggero fastidio nella laringe, ma non gli da molto peso. Eventualmente la voce può alterarsi. Se il conflitto persiste attivo, le ulcere si estendono, cioè l’area interessata si allarga.

Non appena il conflitto viene risolto, nella fase di guarigione queste necrosi e ulcere vengono di nuovo riempite, cioè guariscono. Questo comporta un forte gonfiore della mucosa laringea che comporta inevitabilmente almeno adesso un alterarsi della voce. Se il conflitto era di breve durata eventualmente si presenta solo un breve periodo di tosse, in caso di conflitti lungi e forti comporta però sempre anche raucedine. È in questo periodo che viene quasi sempre diagnosticato il carcinoma ulceroso della laringe, proprio nel momento in cui è in guarigione.

Ignorati da tutti fino ad ora, il ripristino o il riempimento delle necrosi e ulcere nella fase pcl venivano definiti come cancro, poiché si tratta di aumento di cellule (mitosi) con cellule grandi e nuclei grandi, anche se solo allo scopo di guarigione. Come potrebbero le necrosi e le ulcere spedire in giro “cellule cancerogene maligne”, se durante la diminuzione di cellule già scarseggiavano? Nessuno aveva neanche notato che le necrosi o le ulcere di alcuni organi (per esempio anche le ulcere gastriche) erano inizialmente “benigne” ma in seguito tendevano a diventare improvvisamente “maligne”, come per una svolta improvvisa, a causa di un aumento di cellule (fase pcl).

D’altronde i cosiddetti polipi delle corde vocali sono solo un’eccessiva crescita di guarigione (epitelio pavimentoso corneificato) della corde vocali.

Ma si aggiunge un altro fattore: la lateralità del paziente. Senza accertarsi della lateralità del paziente non si riesce nemmeno a lavorare nella Nuova Medicina Germanica®. Applaudendo come al teatro la mano che finisce sopra definisce la lateralità (mano destra sopra = destrimane, mano sinistra sopra = mancino).

Anche la lateralità ha inizio nel cervello, cioè a partire dal mesoderma del cervelletto tutto è definito secondo la lateralità. Nel tronco encefalico non ha ancora nessuna importanza. Ogni persona ha una sua lateralità biologica. Il test dell’applauso è il metodo più sicuro per definirla e per stabilire su quale emisfero cerebrale (cervelletto e neoencefalo) il paziente lavora prevalentemente. L’emisfero destro governa prevalentemente il lato sinistro del corpo e viceversa. La correlazione dall’organo al cervello e dal cervello all’organo è sempre specifica. Solamente nella correlazione tra psiche e cervello e tra cervello e psiche la lateralità ha importanza, in quanto definisce la via cerebrale del conflitto e con ciò anche quale “malattia” il paziente può subire con un determinato conflitto.

Vediamo per esempio nella TAC cerebrale di un mancino un focolaio di Hamer nel relè della laringe con edema, sappiamo con esattezza che il paziente deve aver avuto un conflitto di paura di territorio, che ha risolto e che ha dovuto avere un carcinoma ulceroso della laringe, e che si trova già in fase di guarigione.

Un uomo destrimane subisce nel caso di un conflitto di paura di territorio un carcinoma bronchiale (frontoparietale a destra). Un uomo mancino invece con lo stesso conflitto un carcinoma ulceroso della laringe (frontoparietale a sinistra), in quanto il mancino “lavora” prevalentemente sull’emisfero opposto (femminile) e in quell’area si trova il relè per la laringe. Da quel momento in poi l’emisfero sinistro dell’uomo mancino è bloccato. Questo significa che solo nel caso di un conflitto successivo reagisce con l’emisfero destro. Il mancino può comunque subire lo stesso conflitto due volte di seguito. In questo caso, con il secondo conflitto, con lo stesso contenuto conflittuale (paura di territorio), il mancino subirebbe un carcinoma bronchiale e si troverebbe contemporaneamente in una cosiddetta costellazione schizofrenica. Con ciò sarebbe anche in doppia simpaticotonia, cioè non può risolvere due conflitti contemporaneamente, poiché il “computer cervello” non lo consente. Madre natura ha creato un equilibrio particolare tra due conflitti attivi con lo scopo sensato di togliere l’individuo momentaneamente dalla “corsa”. Il senso biologico è quello di mettere il paziente in attesa di condizioni biologiche migliori fino a quando per esempio la soluzione avviene per caso. Per la durata della costellazione il paziente non forma massa conflittuale. Se uno dei due conflitti viene risolto, l’altro si riattiva (continua la sua attività), … l’orologio va avanti = la bomba è innestata.

Nel destrimane la situazione si evolve in parte diversamente. Anche se egli chiude pure con il primo conflitto il suo emisfero destro, in seguito può subire un carcinoma ulceroso della laringe solo da un conflitto di paura/panico e poi sarebbe pure in costellazione schizofrenica. Questo dimostra quanto è importante accertarsi della lateralità per una diagnosi precisa nella Nuova Medicina Germanica®.

Si aggiunge la necessità di differenziare tra relè sensorio e relè motorio bronchiale e laringeo. In costellazioni particolari si può presentare per esempio un attacco asmatico: asma bronchiale o asma laringeo. O in caso di due conflitti dei relè sensori, cioè inerenti ad un relè bronchiale attivo ed un relè laringeo attivo, il paziente si trova immediatamente in una cosiddetta costellazione galleggiante, cioè egli sogna ogni notte di “galleggiare” sui tetti o sui monti o di essere a mezz’aria sotto il soffitto della stanza.

Esistono ancora altre possibili combinazioni di costellazioni schizofreniche:

Nel caso di un focolaio di Hamer attivo nel relè della laringe ed un altro HH nel relè dello stomaco il paziente si trova in una costellazione autistica, cioè egli è costernato.

Un conflitto di paura di territorio colpisce di norma solo uomini, le donne mascoline dopo la menopausa o le donne con alterazioni ormonali diverse come per esempio sotto l’assunzione di pillola anticoncezionale, dopo asportazione delle ovaie o radiazioni alle ovaie, chemio ecc..

Anche le donne mancine possono sviluppare un carcinoma ulceroso bronchiale insieme ad una depressione in caso di un conflitto di paura/panico.

La donna destrimane (senza alterazioni ormonali) invece sviluppa un carcinoma ulceroso laringeo in caso di un conflitto di paura/panico.

L’effetto del trattamento con citostatici (chemioterapia) in questi casi dimostra che la donna è almeno momentaneamente castrata a causa del blocco delle ovaie. A causa della castrazione, anche se essa è passeggera, la reazione femminile della paziente si trasforma in una reazione maschile. Cioè se in questo momento il conflitto è ancora attivo, questo conflitto cambia immediatamente modo di reagire e a livello organico diventa un carcinoma bronchiale.

Anche se si somministrano citostatici ad un uomo affetto di carcinoma bronchiale con un HH frontoparietale a destra, egli viene immediatamente castrato almeno in forma passeggera. Egli reagisce allora in modo femminile, cioè l’HH salta sull’altro emisfero ed il paziente sviluppa immediatamente un carcinoma laringeo, il focolaio del quale si trova esattamente sul lato opposto, nel lato femminile, rispetto al lato maschile dove si trova il relè per il carcinoma bronchiale.

La medicina ufficiale invece parte dal presupposto che il cancro parta da una cellula impazzita, che poi nuoti attraverso il sangue arterioso verso altri organi per causare in loco nuovi cancri, le cosiddette metastasi.

Nella Nuova Medicina Germanica® come “metastasi” si intende carcinomi secondari o perfino terziari, che il paziente sviluppa a causa del panico provocato dalla comunicazione della diagnosi (iatrogeno), quando ha subito una DHS nuova con un conflitto biologico nuovo.

Ogni cosiddetta malattia che ha una soluzione del conflitto, ha una fase di conflitto attivo ed una fase di guarigione. Ogni fase di guarigione, se non viene interrotta da una recidiva (di conflitto attivo), ha anche una crisi epilettica o epilettoide, cioè il punto di svolta nella fase di guarigione nel punto della vagotonia più profonda. La crisi epilettica spesso ci pone di fronte a compiti clinici impegnativi: per esempio la lisi nella polmonite o anche l’infarto cardiaco dopo un conflitto di territorio. La crisi epilettica (epilettoide) è l’ora della verità!

Prima del 1981 (la scoperta della regola ferrea del cancro) c’erano tante teorie sulle possibili cause del cancro, solo che il cancro potesse svilupparsi a causa di uno choc conflittuale drammatico, altamente acuto ed vissuto con sensazione di isolamento psichico, nessuno lo riteneva possibile. E pure questa possibilità aveva trovato inizio di pensiero già centinaia di anni prima e perfino nell’antichità, ma era di nuovo caduto nel dimenticatoio ed era stata liquidata come “non scientifica”.

Nella Nuova Medicina Germanica® le cosiddette malattie di cancro sono solo fasi speciali: a volte una fase di conflitto attivo di formazione di cancro (fase ca), a volte una fase di conflitto risolto, di guarigione (fase pcl).

Non sono più considerate come qualcosa di maligno, ma diventano comprensibili con l’aiuto della storia evolutiva dell’essere umano come programmi speciali biologici sensati della natura.

http://www.warmfit.com/wp-content/uploads/2016/01/presentazione20NMG.pdf

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