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Mai
9
Carla T. Fit. + pesistica

Sport mattutino o serale: cosa mangiare prima e dopo?

sport
0

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Sport mattutino o serale: cosa mangiare prima e dopo?   I consigli del nutrizionista; D’estate meglio non mandare in vacanza anche l’esercizio fisico. Ma prima e dopo la corsetta al parco cosa è meglio mangiare per rendere l’attività fisica maggiormente utile alla linea?

Sport mattutino o serale: cosa mangiare prima e dopo?

Lo sport, infatti, da solo non basta a garantire una buona forma fisica: è necessario bilanciare le calorie introdotte nell’organismo con quelle che vengono bruciate durante l’attività come spiegano gli esperti dell’Osservatorio Nestlé-Fondazione ADI che hanno elaborato i dati sulla frequentazione da parte dei giovani di palestre, piscine e parchi: il 44% degli intervistati, infatti, dichiara di fare regolarmente sport, il 32% tra 35 e 44 anni, il 23% del campione più maturo dei 45-65 anni.

 

Dolci sì o no? – I dolci, ad esempio, sono ammessi un po’ prima della prestazione per migliorare il carico glicemico  – il contenuto di glucosio nei muscoli –  e dopo per recuperare le energie; non devono diventare, però, un appuntamento troppo frequente e incontrollato per tutta la giornata.

Attività fisica al mattino: è bene fare un’abbondante prima colazione, circa due ore prima, a base di alimenti ad alto valore energetico ma a basso tenore di grassi. Ad esempio una tazza di tè, un succo di frutta, un buon bicchiere di latte con abbondanti cereali pronti, meglio ancora se integrali oppure qualche fetta di pane o biscottata con la marmellata.

Sport nel pomeriggio: è opportuno aver mangiato circa tre ore prima, dando la preferenza ai carboidrati e cercando di evitare i grassi in quanto questi richiedono tempi di digestione più lunghi.

A pranzo: ci si dovrà accontentare di un piatto unico in modo da non avere tempi troppo lunghi per la digestione.

Movimento dopo cena: nella merenda del pomeriggio si può consumare una banana, uno yogurt o anche uno snack leggero ai cereali e alla sera, almeno un’ora e mezzo prima dell’allenamento, va bene un piccolo piatto di pasta o riso (70 grammi) condito solo con verdure oppure in bianco con olio extravergine e formaggio grattugiato. 

 

Importante pensare all’alimentazione anche dopo lo sport, specialmente se l’allenamento è stato intenso. È necessario, infatti, ricostituire le riserve di glicogeno che abbiamo consumato, magari con un bel piatto di pasta o un buon gelato.

 

Infine, ma non meno importante, l’idratazione: durante lo sport, bere molta acqua o altre bevande dissetanti. “In linea generale per coloro che praticano un’attività sportiva 2-3 volte alla settimana, è sufficiente seguire un regime dietetico equilibrato, con un corretto apporto di tutti i nutrienti fondamentali. Basta rispettare la semplice regola dei 5 pasti al giorno, l’errore più grave, infatti, è mangiare tanto una o due volte al giorno” spiega Giuseppe Fatati, coordinatore scientifico dell’Osservatorio Nestlé – Fondazione ADI.

 

Tratto da: http://salute24.ilsole24ore.com/articles/15651-sport-al-mattino-o-di-sera-cosa-mangiare-prima-e-dopo

 

Sport matSport mattutino o serale: cosa mangiare prima e dopo?tutino o serale: cosa mangiare prima e dopo? Sport mattutino o serale: cosa mangiare prima e dopo? Sport mattutino o serale: cosa mangiare prima e dopo?  Sport mattutino o serale: cosa mangiare prima e dopo? Sport mattutino o serale: cosa mangiare prima e dopo? Sport mattutino o serale: cosa mangiare prima e dopo?   Sport mattutino o serale: cosa mangiare prima e dopo? Sport mattutino o serale: cosa mangiare prima e dopo? Sport mattutino o serale: cosa mangiare prima e dopo?  Sport mattutino o serale: cosa mangiare prima e dopo? Sport mattutino o serale: cosa mangiare prima e dopo? 

Mai
9
Fabio, Sport Masseur

Hamer, Polmone, seno, intestino

dottor g. r. Hamer - official group
0

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Hamer, Polmone, seno, intestino ; la mia esperienza con la “Nuova Medicina” del dr. Ryke Geerd Hamer

Sono nata nel 1938. All’età di 38 anni smisi bruscamente di prendere la pillola dopo averne fatto uso per alcuni anni. Breve tempo dopo notai con grande spavento un nodulo palpabile al seno destro.

Questa constatazione mi colpì come una mazzata. Ero completamente presa dal panico. Riuscivo a malapena a compiere il mio dovere quotidiano, di notte mi svegliavo regolarmente alle quattro, il busto bagnato di sudore freddo. Cominciai a perdere peso e dopo alcune settimane mi resi conto di perdere regolarmente 1 kg alla settimana. Mangiare di più non faceva effetto. Feci passare alcune settimane e nel frattempo avevo perso 9 kg quando finalmente mi feci forza e decisi di andare dal ginecologo.

Davanti alla porta dello studio, mettendo la mano sulla maniglia, mi prese un tale panico che non entrai neppure, ma ripresi la strada di casa piena di risentimento.

Non avevo ancora fatto parola né con mio marito né con la mia famiglia del mio sospetto di avere un cancro al seno. É nel mio carattere di cercare di risolvere i problemi di qualsiasi tipo prima per conto mio e, solo quando mi è chiaro quale soluzione scegliere, di comunicarlo agli altri.

Sulla via del ritorno a casa riflettei su cosa mi convenisse fare visto che non mi sembrava più possibile andare dal medico. Quando ero giovane avevo imparato una volta da un insegnante saggio che se non si sa cosa fare bisogna riflettere su cosa NON bisogna fare, questo restringe la scelta e la decisione diventa più facile.

Infatti sapevo cosa non volevo: farmi tagliuzzare e vedere la mia famiglia per mesi o anni in preda al panico. La mia conclusione: non mi restava che prendere le cose come venivano, quando arriverà la mia ora non potrò comunque farci niente.

Da quel momento in poi mi resi conto che quasi niente riusciva più a farmi perdere le staffe o ad agitarmi.

(Abbiamo 3 figli maschi che a quell’epoca erano adolescenti perciò non mancavano né lavoro, né stress, né altre agitazioni.) Non avevo più nessun tipo di paura. Ero preparata al fatto che ogni settimana poteva essere l’ultima, tanto più che mi resi conto di non avere quasi più forza e di aver bisogno di molto sonno. Di giorno riuscivo a malapena di stare alzata per 2 ore, poi praticamente crollavo dove mi trovavo. Di notte iniziai a sudare fortemente tanto da dover cambiare la camicia da notte almeno un volta per notte. Questo sintomo mi fece pensare che almeno il sudore caldo era meglio di quello freddo. Dopo alcune settimane notai, con la tosse al mattino, del catarro con sangue.

Del resto non mi faceva male da nessuna parte e in fondo avevo chiuso con la mia vita tanto che anche questo sintomo l’ho sopportato in silenzio e da sola.

Nel frattempo mi era chiaro che avevo un cancro ai polmoni e il nodulo nel seno non era più così importante. Se avessi parlato con un membro della famiglia sarebbe stata inevitabile una discussione sugli approcci medici e in quel momento non mi sentivo in grado di affrontare una discussione, ne ero certa. Il mio peso corporeo era abbastanza ridotto, ma ero già contenta di non calare ulteriormente.

Mi resi conto di avere anche un cancro all’intestino solo quando non andavo più di corpo normalmente, ma piuttosto le feci presero prima una forma sottile, come di una matita, per poi scomparire quasi del tutto. Inizialmente mi sono aiutata con le solite tisane lassative fino a quando non ho trovato per caso il libro di Maria Treben “La farmacia di dio”. Allora ho preso l’abitudine di bere i tipi e le quantità di tisana consigliate nel libro. In quel modo riuscii in maniera molto meno fastidiosa a stimolare il mio intestino e, anche col passare del tempo, non mi creò problemi.

Il tempo di maggior panico però fu durante la primavera del 1976 e mi ricordo ancora che pensavo di non poter mai più assistere allo sbocciare degli alberi. Erano già passati l’estate e l’autunno, l’inverno stava per finire e in primavera c’ero ancora. La mia relativa guarigione la ritenni inizialmente quasi un miracolo, anche se per alcuni anni ho dovuto stimolare la funzione intestinale.

Nel corso di vari anni continuai a macinare che probabilmente c’era qualcosa di errato nelle informazioni sulle malattie di cancro in quanto le persone che si ammalavano nella mia parentela, tra i miei conoscenti e tra i vicini di casa, tutti si facevano trattare dalla medicina con i soliti rimedi e i soliti interventi solo che la maggior parte di loro era morta al massimo dopo un anno. Perché, perché mi chiesi sempre di nuovo, avevo potuto io superare queste malattie da sola senza nessuna terapia?

Poiché non ero mai più andata a fare una visita medica non sapevo con esattezza se avevo superato del tutto queste malattie, ma non mi importava in fondo, vivevo senza disturbi. Ogni tanto avevo sensi di colpa non andando mai alle visite preventive del cancro come ormai era consigliato ed anche pagato dalla mutua.

La possibilità che le mie malattie di cancro potessero riprendere un volta o l’altra e che forse una seconda volta non sarei sopravvissuta non l’ho mai esclusa del tutto.

Ricordo ancora che per anni ho conservato una scatola di sonniferi nell’ultimo angolo di un armadio della cucina, per l’emergenza. Non dovevo temere che qualcuno della famiglia avrebbe potuto trovarli. Chi, di tre figli maschi e un marito, si sarebbe interessato a quel territorio?

Con ciò per 17 anni è rimasta aperta la domanda: perché ero sopravvissuta a queste malattie senza terapia medica?

Solo alla fine del 1993 quando, spinta dalla preoccupazione per mio marito che aveva ricevuto la diagnosi cancro ai polmoni e cancro al secondo rene (il primo gli era stato tolto chirurgicamente nel 1991), sono andata in una grande libreria con l’idea che dovevano esserci delle informazioni per l’aiuto e l’autoaiuto in caso di queste malattie e lì trovai un umile libricino nel quale si trovava anche un articolo sulla “Nuova Medicina” del dr. Hamer.

Per me era arrivata l’ora della verità.

Leggendo l’articolo all’inizio mi cedevano le ginocchia poiché compresi che tutto si era svolto secondo delle leggi programmate e che avevo trovato le cosiddette soluzioni dei conflitti, almeno per il conflitto più grave, grazie ai miei pensieri definitivi e irremovibili.

Finalmente potevo spiegare a mio marito cosa mi era successo tanti anni fa ed ero anche sicura che la soluzione dei suoi conflitti biologici ora sarebbe stata solo un gioco da ragazzi e che avrebbe rifiutato le terapie consigliate a cuor leggero, ma purtroppo avevo sbagliato completamente i calcoli. Né poteva comprendere e seguire con facilità il modo di pensare della “Nuova Medicina” né riusciva a credermi senza ulteriori dubbi sul fatto che io avessi mai avuto un cancro.

Il caso di mio marito è descritto per esteso nell’opera “Documentazione di Celle” del dr. Hamer. Ci sono stati regalati ancora 1 anno e mezzo con una buona qualità di vita.

Una volta ho potuto aiutare mio marito di venire fuori dalle paure e dal panico. Una seconda volta, al presentarsi di recidive come pure con danni conseguenti alla chemioterapia, non mi è stato concesso. Devo anche presupporre che mio marito non sia mai riuscito a superare del tutto le sue profonde paure di questa malattia.

Quanto ero stata coinvolta nelle faccende di mio marito mi è diventato chiaro solo quando alla fine del 1995 ho fatto valutare una TAC cerebrale attuale dal dott. Hamer.

Per primo egli ha riconosciuto le mie malattie di cancro descritte prima; erano però di nuovo debolmente attive.

Vorrei segnalare ancora uno strano sintomo, che ho avuto per un periodo più lungo, dopo la morte di mio marito: sotto la scapola sinistra sentivo un dolore reumatico. Durante il giorno non lo notavo, ma potevo osservare che si presentava sempre dopo le ore 21. Ho trovato la causa abbastanza in fretta: eravamo andati per 20 anni in un circolo di ballo e in questa zona, sotto la scapola sinistra, è poggiata la mando del partner nella postura corretta nel ballo. Avevo un conflitto di separazione che andava in profondità e aveva un aspetto brutale, era coinvolto il periostio nella zona indicata. L’orario del gruppo di ballo era sempre stato di sera dalle 21.15 alle 22.45. Dovevo farmi una ragione della separazione e come segno di guarigione si è presentato il dolore reumatico.

Questa è una parte della mia esperienza con la “Nuova Medicina” fatta in un periodo in cui fondamentalmente il sistema di pensiero non esisteva ancora…

Annotazione:

Di nuovo c’è solo il nome nella Nuova Medicina. Queste 5 leggi biologiche funzionavano da sempre. Molte cose che il dr. Hamer ha descritto nei suoi libri in modo che possiamo comprenderle facilmente, in fondo le sappiamo già. Molte cose si trovano per esempio nei detti popolari: “Mi ha colpito come una mazzata!” (choc conflittuale), o “Non riuscivo a sopportarlo!” (crollo dell’autostima), o “Il pensiero di quell’episodio non mi da tregua!” (conflitto attivo).

In fondo la Nuova Medicina Germanica® è facile da comprendere. Nei dettagli diventa un po’ più difficile.

La Nuova Medicina Germanica® ci spiega come funziona il nostro corpo. Grazie alla conoscenza dei suoi processi abbandoniamo il panico.

Le cosiddette “metastasi” non sono nient’altro che altri processi cancerogeni autonomi, causati nella maggior parte dei casi dal panico (choc da diagnosi, da prognosi ecc.).

I pazienti, che non si lasciano prendere dal panico o che trovano rapidamente una via d’uscita dal panico, hanno maggiore possibilità di sopravvivenza.

La cosa bella della Nuova Medicina è che non bisogna “crederci”!

La si può verificare sul proprio corpo.

Allora, invece di credere, sappiamo ed il panico svanisce.

Colui che è saggio si occupa del tema medicina fino a quando è in buona salute. In quei momenti è libero dalla pressione, dalla paura e dalla fiacchezza dovute alla malattia.

Egli sa: la responsabilità per il proprio corpo non si può comunque delegare. Ogni medico invece pretende subito, all’inizio dei trattamenti, una firma dal paziente …

Vedi anche:

SBS: Cancro al seno

SBS: Il polmone

SBS: Cancro all’intestino

http://www.warmfit.com/wp-content/uploads/2016/01/presentazione20NMG.pdf

Hamer, Polmone, seno, intestino

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Mai
7
Fabio, Sport Masseur

Hamer, Perforazione dello stomaco

dottor g. r. Hamer - official group
0

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Hamer, Perforazione dello stomaco;

Perforazione dello stomaco

Testimonianza tradotta dal sito di Pilhar

Un’ infermiera professionale descrive il caso di sua madre 03.09.1993

Le mando la testimonianza sulla malattia di mia madre che era ammalata di cancro e che riesce adesso a condurre di nuovo una vita degna di essere vissuta, grazie al dr. Hamer.

Naturalmente può pubblicare il caso, sperando di dare coraggio alle persone che ne hanno bisogno o di aiutargli perfino.

Circa 3 anni fa mia madre subì una perforazione dello stomaco. Venne effettuata una resezione dello stomaco con metodo Billroth II. In quell’occasione vennero tolte anche una parte del duodeno e la milza. Secondo il parere medico era una cosa benigna.

Alcuni mesi dopo mia madre accusava difficoltà alla deglutizione, sintomi di paralisi e dolori alla gamba e al braccio sinistro. Venne eseguito un esame con mezzo di contrasto allo stomaco, durante il quale ella aspirò (a causa della paralisi di deglutizione) una parte del mezzo di contrasto con una conseguente polmonite da aspirazione molto insistente.

Vennero eseguite una TAC del cranio e dell’addome, nelle quali si constatò una cosiddetta metastasi cerebrale di 1,5 cm e delle metastasi epatiche diffuse. Venne posizionato un sondino gastrico in quanto non riusciva più a deglutire.

I medici ci informarono del suo stato dicendo che non avevano più senso né chemio né radioterapia.

Le davano ancora qualche ora o al massimo qualche giorno di vita e non volevano importunarla ulteriormente. Anche lei sentiva di avvicinarsi alla fine e chiese di essere portata a casa.

Da una conoscente venni a sapere del metodo del dr. Hamer di trattare il cancro e della signora X di XXX, la quale collaborava col dr. Hamer.

Abituata come infermiera professionale alla cura di pazienti gravi, riportammo mia madre a casa.

Naturalmente ero molto scettica verso la Nuova Medicina, ma quando si tratta della propria madre si prova di tutto visto che non la si vuole perdere.

Mandai le TAC alla signora X. Telefonicamente la signora X mi dava istruzioni e mi disse che mia madre aveva un conflitto dell’acqua.

Ne parlai con mia madre e lei mi raccontò alcuni episodi della sua vita inerenti la sua infanzia in riva ad un lago.

Per esempio: un ragazzino del vicinato, al quale voleva molto bene, era annegato nel lago. Una volta andò con un altro compagno di gioco in barca. All’epoca non sapeva ancora nuotare ed aveva il terrore di cadere in acqua e di annegare.

Questa paura dell’acqua la perseguitò ancora, negli anni più tardi, quando aveva già dei figli. Quando noi (i suoi figli) eravamo fuori a giocare e non ci trovava subito, andava a cercarci presso il ruscello.

Secondo consiglio del dr. X, prendeva anche del cortisone ad un dosaggio minimo.

Lo stato di mia madre migliorava di giorno in giorno. Ha ripreso a mangiare, il sondino gastrico è stato tolto… Si rinforzava visibilmente e riprese speranza. A poco a poco ha ripreso a gestire la casa. É diventata più attiva di prima. Il giardino è diventato il suo hobby. Va a nuotare, viaggia molto. A parte qualche restrizione per i pasti per 3 anni ha condotto una vita degna di essere vissuta.

Circa 3 mesi fa le è morto il cane. Lo aveva da 11 anni.

Tutti i figli erano già fuori casa e le sue attenzioni ruotavano intorno a questo cane. Era coccolato e amato. La morte del cane per lei è stato uno shock.

Diventò depressa, manifestava di nuovo disturbi nella deglutizione ed una sintomatologia da emiparesi. Naturalmente le abbiamo procurato in fretta un cucciolo nuovo.

Mia madre venne portata di nuovo in ospedale. Si fece una TAC cerebrale. C’era di nuovo un focolaio nel cervelletto. In ospedale venne proposta una terapia con i raggi gamma che lei rifiutò.

Il suo stato peggiorava sempre più, era molto debole, aveva forti dolori, disturbi cardiaci e disturbi della parola. Dopo una terapia col cortisone venne dimessa dall’ospedale.

Mi misi di nuovo in contatto con la dr. ssa X e le mandai la Tac cerebrale. Naturalmente si trattava di un conflitto di separazione (morte del cane). Con il cortisone e il cagnolino comincia a migliorare lentamente.

I dolori sono scomparsi, l’appetito è tornato e ha cominciato a fare progetti per il futuro.

La dr. ssa X ha fatto coraggio a tutti noi per superare questo periodo difficile. Senza di lei e naturalmente senza il dr. Hamer non ce l’avremmo fatta. Ho imparato molte cose della vita e la cosa positiva: non ho più paura del cancro!

PS:

Se intende pubblicare la testimonianza La prego di correggere eventuali errori.

 Hamer, Perforazione dello stomaco

Nota d.R.: Il cortisone è un farmaco potente che può aumentare la ritenzione di liquidi, se ci sono i tubuli collettori attivi, e quindi far peggiorare i sintomi. E’ bene che a prescriverlo sia un medico che conosca la NMG e che abbia visto una TAC recente del paziente.

http://www.warmfit.com/wp-content/uploads/2016/01/presentazione20NMG.pdf

 

 

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Mai
7
Fabio, Sport Masseur

Hamer; Congiuntivite contagiosa

dottor g. r. Hamer - official group
0

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Hamer; Congiuntivite contagiosa;

Testimonianza tradotta dal sito di Pilhar

3.12.2008

Egregio Signor Pilhar,

oggi vorrei mandarle la mia testimonianza riguardo alla congiuntivite o anche riguardo ai “virus contagiosi” che dicono circolino negli asili dell’infanzia.

Nostro figlio di 3 anni poco tempo fa ha sviluppato una congiuntivite, come unico bambino in lungo ed in largo (contagio?), la quale, inoltre, passò senza problemi.

Aveva subito uno “shock da separazione” a causa dell’inizio dell’asilo o per meglio dire uno shock da perdita, poiché perdeva di vista la madre (conflitto di separazione visiva).

L’inizio della frequenza all’asilo risale a due mesi fa, ma la congiuntivite si è manifestata solo adesso.

Circa una settimana fa anche mio marito ha avuto una congiuntivite che è passata velocemente e senza problemi.

Nel caso di mio figlio erano coinvolti entrambi gli occhi, pure nel caso di mio marito ed infine anch’io ne ho sofferto su entrambi gli occhi.

Era contagioso o abbiamo sofferto dello stesso conflitto? Sono sicura che non fosse una “malattia contagiosa” altrimenti anche altri bambini dell’asilo avrebbero dovuto sviluppare una congiuntivite.

Voglio far presente: mio figlio frequenta l’asilo circa dal settembre 2008 (per mezza giornata). Da allora ho aumentato lentamente il tempo di permanenza. Adesso ci fa anche pranzo, ci dorme senza problemi e con grande gioia.

Contemporaneamente ha sviluppato la congiuntivite.

Pure mio marito si è reso conto che il “grave dolore di separazione” era passato, con la conseguente sua congiuntivite.

Io ci ho messo un po’ di più, dopo aver iniziato un corso di aggiornamento, il “povero bambino” deve anche mangiare e dormire all’asilo. In più è capitato che la sua signorina dell’asilo è stata sostituita per 2 settimane da un’altra ed io avevo paura (madre apprensiva) su come il bambino potesse superare il tutto. Il mio corso di aggiornamento dura già da 2 settimane, al bambino piace andare all’asilo ed io ne sono finalmente convinta e consapevole. Conseguenza: la mia congiuntivite.

Solo nostra figlia grande (12 anni) è stata risparmiata dalla congiuntivite perché non soffre ancora così tanto di queste cose come un adulto.

Un medico della medicina ufficiale direbbe probabilmente che semplicemente non si è contagiata.

É stato molto interessante osservare tutto e aspettare semplicemente cosa stava per succedere.

Se non avessi saputo della Germanica sarei andata, piena di preoccupazione, dal medico, mi sarei fatta coprire di pomate, sarei occupata ancora oggi a spalmare pomate e sarei di qualche euro più povera.

Tanti saluti

Famiglia K.

Annotazione:

Secondo la quarta legge biologica della Germanica non esiste il contagio in quanto, secondo questa legge della natura, è compito dei microbi (funghi, batteri fungiformi, batteri, virus) aiutare nella fase di guarigione.

I microbi governati dal cervello antico (funghi e batteri fungiformi) demoliscono ora i tumori formatisi nella fase attiva ed ormai inutili.

I microbi governati dal neoencefalo (batteri e virus) aiutano a riempire i ” buchi” (necrosi, ulcere) formatisi nella fase attiva.

In altre parole, il senso dei microbi è quello di ripristinare lo “stato iniziale”.

Caro lettore, Lei conosce il fenomeno della guarigione spontanea. Si vede, per esempio nella TAC di un organo, un tumore e dopo qualche settimane o qualche mese questo tumore improvvisamente è scomparso, senza che il paziente abbia fatto nessuna terapia. Questo viene chiamato guarigione spontanea, cioè guarigione senza aggiunta terapeutica, da forza propria.

Questo lavoro lo compiono i microbi nella fase di guarigione. I microbi sono i nostri aiutanti non i nostri “nemici”.

Gran parte dei pazienti arriva alla medicina ufficiale durante una fase di guarigione, visto che in quel momento hanno il maggior numero dei sintomi (febbre, fiacchezza, dolori, crisi). I medici ufficiali trovano i microbi al lavoro. Tutte le “infiammazioni” o le “infezioni” sono sempre fasi di guarigione. Solo che i medici ufficiali pensano (Pasteur) che il microbo abbia causato questi sintomi. In realtà la causa era il conflitto ed infatti, a questa fase di guarigione piena di sintomi, precede sempre anche una fase di (quasi) uguale durata di conflitto attivo, che non viene quasi mai notata in quanto i sintomi nella fase attiva sono quasi sempre minimi.

La medicina ufficiale ha dichiarato “cattivi” i microbi e li combatte con antibiotici e vaccini. Inoltre, la medicina ufficiale detiene la teoria del contagio.

Il caso descritto sopra dimostra bene come si formi una tale “epidemia”. Se molte persone nello stesso momento hanno gli stessi sintomi significa che, proprio molte persone, nello stesso momento, hanno lo stesso conflitto. É così semplice.

È relativamente semplice portare ad absurdum la medicina ufficiale grazie alle sue stesse riflessioni. Il bambino dell’esempio ha reagito per primo con la congiuntivite. Dal punto di vista della medicina ufficiale come è spiegabile il primo caso in una tale epidemia? Il primo caso non può essersi contagiato. Perché non tutti vengono contagiati? In questo caso la medicina ufficiale ragiona con un sistema immunitario forte dei non contagiati.

Tutti noi abbiamo già potuto osservare che dopo essere stati “contagiati” si può guarire senza aver fatto niente. Come è possibile? Secondo la medicina ufficiale ci siamo contagiati proprio perché il nostro sistema immunitario era debole. Con un sistema immunitario debole i microbi infuriano nel nostro corpo. Che cosa, per amor del cielo, ci ha fatto guarire? Non avremmo dovuto per forza di cose soccombere con un sistema immunitario debole?

La medicina ufficiale ha anche la teoria degli anticorpi. Su questa teoria è basata l’idea del vaccino. Si immettono “agenti patogeni” nel corpo ai quali si dovrebbe reagire con una risposta immunitaria che renderebbe ad esso immuni. Questo è quanto.

Supponiamo che Lei una volta abbia avuto una rinite. Secondo la medicina ufficiale Lei ha preso un’infezione da virus (i quali non sono mai stati isolati in laboratorio, perciò nessuno gli ha mai visti = paura del maligno invisibile). Supponiamo che Lei sia sopravvissuto a questa rinite e sia tornato in salute: secondo la medicina ufficiale il Suo buon sistema immunitario ha vinto sui microbi cattivi. Fondamentalmente dovrebbe essere diventato immune contro la rinite, cioè non dovrebbe più avere una rinite in tutta la vita.

Ma questo contraddice ogni nostra esperienza personale. Cosa capita con la rinite cronica…?

Un’altra volta: secondo la Germanica non esiste il contagio!

Hamer; Congiuntivite contagiosa

Tornando alla testimonianza: la congiuntivite è una fase di guarigione di un conflitto di separazione visiva, di aver perso qualcuno di vista, o di non voler più vedere qualcuno (di voler essere separato visivamente, “sparisci dalla mia vista”). La lateralità è determinante.

Il bambino ha reagito con entrambi gli occhi, cioè sul lato madre/figlio (per la madre) e sul lato del partner (per il padre).

Perché però hanno reagito bilateralmente anche la madre ed il padre?

Reagendo solo per il figlio avrebbero dovuto sviluppare una congiuntivite solo sul lato madre/bambino. Suppongo che si tratti in questo caso della sostituta della signorina del asilo. I genitori soffrivano per il loro bambino ed in più per la tata sostituita alla quale avevano affidato il bambino (partner).

Vedi anche:

SBS: malattie degli occhi

 

 

 

 

http://www.warmfit.com/wp-content/uploads/2016/01/presentazione20NMG.pdf

Hamer; Congiuntivite contagiosa Hamer; Congiuntivite contagiosa Hamer; Congiuntivite contagiosa Hamer; Congiuntivite contagiosa Hamer; Congiuntivite contagiosa Hamer; Congiuntivite contagiosa  Hamer; Congiuntivite contagiosa Hamer; Congiuntivite contagiosa Hamer; Congiuntivite contagiosa  Hamer; Congiuntivite contagiosa Hamer; Congiuntivite contagiosa Hamer; Congiuntivite contagiosa Hamer; Congiuntivite contagiosa Hamer; Congiuntivite contagiosa Hamer; Congiuntivite contagiosa Hamer; Congiuntivite contagiosa Hamer; Congiuntivite contagiosa Hamer; Congiuntivite contagiosa  Hamer; Congiuntivite contagiosa Hamer; Congiuntivite contagiosa Hamer; Congiuntivite contagiosa  Hamer; Congiuntivite contagiosa Hamer; Congiuntivite contagiosa Hamer; Congiuntivite contagiosa  Hamer; Congiuntivite contagiosa Hamer; Congiuntivite contagiosa Hamer; Congiuntivite contagiosa Hamer; Congiuntivite contagiosa Hamer; Congiuntivite contagiosa Hamer; Congiuntivite contagiosa  Hamer; Congiuntivite contagiosa Hamer; Congiuntivite contagiosa Hamer; Congiuntivite contagiosa  Hamer; Congiuntivite contagiosa Hamer; Congiuntivite contagiosa Hamer; Congiuntivite contagiosa Hamer; Congiuntivite contagiosa Hamer; Congiuntivite contagiosa Hamer; Congiuntivite contagiosa Hamer; Congiuntivite contagiosa Hamer; Congiuntivite contagiosa Hamer; Congiuntivite contagiosa  Hamer; Congiuntivite contagiosa Hamer; Congiuntivite contagiosa Hamer; Congiuntivite contagiosa  Hamer; Congiuntivite contagiosa Hamer; Congiuntivite contagiosa Hamer; Congiuntivite contagiosa 

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