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Mai
25
Fabio, Sport Masseur

Hamer; Medicazioni: Allopatico, omeopatico, alternativo

dottor g. r. Hamer - official group
0

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Hamer; Medicazioni: Allopatico, omeopatico, alternativo;  I farmaci simboleggiano il presunto progresso della medicina moderna o quello che viene ritenuto tale. Molti pazienti ricevono quotidianamente 10 perfino 20 diversi tipi di farmaci per ogni possibile problema. Un medico, che non prescrive farmaci, non è un vero medico. Più sono costosi i farmaci, migliori sembrano essere. Questo era un grande bluff! La cosa più stupida però era, che si credeva sempre che i farmaci avessero un effetto locale, che il cervello non fosse coinvolto. Ma praticamente nessun farmaco agisce direttamente sull’organo, se non si tengono in considerazione reazioni locali dell’intestino nel caso di assunzione orale di tossine o farmaci.

Tutti i farmaci hanno effetto sul cervello, ed il loro “effetto” è praticamente dato dall’intossicazione del cervello, o delle sue varie parti, e si riflette poi a livello organico. Lasciando da parte gli stupefacenti, i narcotici ed i tranquillanti, restano due grandi gruppi di farmaci:

1.    I simpaticotonici – che aumentano lo stress,
2.    i vagotonici – che sostengono la fase di ripresa o di riposo.

 

Hamer; Medicazioni: Allopatico, omeopatico, alternativo

Al 1° gruppo appartengono adrenalina e noradrenalina, cortisone,  idrocortisone e farmaci apparentemente molto differenti come caffeina, teina, penicillina, digitale e molti altri ancora. Fondamentalmente possono essere usati tutti per attenuare l’effetto vagotonico, per esempio quando si vuole ridurre un’edema cerebrale, che fondamentalmente è una cosa buona, ma il cui eccesso può comportare una complicazione.

Al 2° gruppo appartengono tutti i calmanti e gli spasmolitici che rinforzano la vagotonia o attutiscono la simpaticotonia. La loro differenza consiste nell’effetto differente che causano nel cervello.

La penicillina per esempio è un citostatico simpaticotonico. Il suo effetto sui batteri è insignificante ed è quasi un effetto collaterale a confronto del suo effetto primario sull’edema della sostanza bianca. Perciò può essere usato nella fase pcl per diminuire l’edema della sostanza bianca. Mentre questo suo effetto è inferiore a quello del cortisone per quanto riguarda le altre zone cerebrali.

Con questo non si vuole sminuire l’importanza della scoperta della penicillina e degli altri cosiddetti antibiotici, solo che questa scoperta è stata fatta con premesse ed immaginazioni sbagliate. Si era partiti dall’idea che i prodotti di decomposizione dei batteri agissero come tossine e causassero la febbre. Allora si doveva soltanto uccidere questi piccoli batteri cattivi per evitare le tossine cattive. Ma questo era un errore! Naturalmente con tali effetti anche i batteri, i nostri amici diligenti, sono compromessi, sono momentaneamente licenziati, in quanto il loro lavoro è stato rimandato a più tardi, quando il percorso sarà meno drammatico.

Bisogna però porsi la domanda di quanto possa essere sensato di voler curare un processo di guarigione sensato della natura.

Il medico della Nuova Medicina Germanica® perciò non è nemico dei farmaci, ma parte dall’idea che la maggioranza dei processi sono ottimizzati da madre natura e non necessitano quasi mai di una terapia di sostengo a base di farmaci. In caso di durata breve del conflitto, e con ciò di un massa conflittuale minima, di regola non bisogna aspettarsi particolari complicazioni nella fase di guarigione. Restano i casi particolari che in natura avrebbero esito letale, dei quali ci dobbiamo occupare in modo speciale per motivi di etica medica. Nonostante questo anche in futuro perderemo dei pazienti. Ma adesso abbiamo il vantaggio di sapere in partenza cosa aspettarci.

Hamer; Medicazioni:  Allopatico, omeopatico, alternativo

Non ci è servito a niente di aver ridotto il numero delle polmoniti, in quanto adesso la polmonite viene chiamata carcinoma bronchiale e di qusto adesso i pazienti muoiono. Abbiamo semplicemente cambiato “etichetta” alla malattia. Adesso sappiamo che in caso di polmonite (fase di guarigione dopo un carcinoma bronchiale), quando il conflitto (conflitto di paura di territorio) è durato solo tre mesi, la lisi polmonare (crisi epilettoide) non avrà esito letale, anche quando non si interviene con i farmaci. Se il conflitto invece è durato nove mesi o di più, allora il medico sa, che nella crisi epilettoide della polmonite si tratta di vita o di morte, quando non si interviene in nessun modo.

In questo caso, per esempio, si dovrebbero somministrare simpaticotonici anche in fase precoce, ma in aggiunta si dovrebbero dare cortisone in dose massiccia, cosa che prima non veniva fatto. Questo immediatamente nella crisi epilettoide per superare il punto critico, che si presenta sempre dopo la crisi epilettoide stessa.

Di conseguenza e per logica in caso di DHS nuova o di un recidiva, con il paziente di nuovo in simpaticotonia, il cortisone è immediatamente controindicato. Ma non si può togliere il cortisone di colpo, bisogna ridurlo nell’arco di alcuni giorni o di alcune settimane. Se il paziente continua a prendere il cortisone, aumenta l’intensità del conflitto.

Ma sarebbe anche sbagliato di somministrare adesso dei calmanti, in quanto essi darebbero un quadro offuscato con il pericolo di trasformare un conflitto attivo, acuto in un conflitto pendente, subacuto e il paziente potrebbe slittare in una costellazione schizofrenica col presentarsi di un altro conflitto.

Quando per esempio un paziente ha sintomi di angina pectoris, si dice: “Bisogna dargli beta bloccanti, calmanti, in modo che non presenti più il sintomi dell’angina pectoris.” In realtà la natura ha instaurato questi sintomi per risolvere il conflitto (conflitto di territorio), non per far arrivare qualche medico o medico alternativo che cominci a curare in qualche modo i sintomi e cerchi di farli sparire. Più si cerca di curare i sintomi meno motivo ha il paziente di risolvere il conflitto. A parte il fatto che non sviluppa più la sensazione istintiva di conflitto. Sarebbe più indicato aiutare il paziente a trovare una soluzione per il suo conflitto. Appena risolto il conflitto, l’angina pectoris si risolve immediatamente, con o senza farmaci. Questo è il non senso quando si pensa di curare i sintomi e non le cause.

Inoltre non sarebbe di nessun aiuto per il paziente, al contrario è molto pericoloso, se il paziente risolve il suo conflitto di territorio spontaneamente più tardi, ma il conflitto è rimasto attivo per più di 9 mesi. Allora il paziente muore in crisi epilettoide di infarto cardiaco. Bisogna per principio valutare molto bene se è consigliabile risolvere il conflitto o se è forse meglio, come fanno d’istinto gli animali (lupo secondario), di trasformare il conflitto di territorio diminuendolo d’intensità, ma non risolvendolo per tutta la vita.

È altrettanto evidente che in fasi che si differenziano fondamentalmente con parametri fisici opposti non può essere d’aiuto lo stesso identico farmaco. Bisogna chiedersi: “Questo farmaco aiuta in fase di conflitto attivo o nella fase di guarigione vagotonica?” Questo aspetto non è mai stato preso in considerazione in tutte le medicazioni. La faccenda si complica naturalmente quando sono in corso diversi conflitti biologici contemporaneamente e magari anche in fasi differenti.

Per esempio nella gotta: carcinoma dei tubuli collettori renali attivo, cioè un conflitto esistenziale/del profugo e leucemia, cioè la fase di guarigione di un conflitto di crollo dell’autostima.

O per esempio nella bulimia: una combinazione di due conflitti attivi, ipoglicemia e ulcera gastrica.

Quale farmaco, globulo, goccetta o polverina dovrebbe funzionare come, dove e per che cosa? Forse si riesce a malapena far scomparire un sintomo o l’altro, ma sicuramente non si può parlare di effetto reale farmacologico e tanto meno di guarigione.

Altrettanto vale per la pressione sanguigna alta, che si può sì abbassare artificialmente con dei farmaci, ma che ha il suo senso (biologico), in caso di conflitto dei liquidi per esempio, di compensare funzionalmente il “buco nei tessuti renali” durante la fase di conflitto attivo per garantire di espellere sufficientemente urina ed urea. Per tutta la durata del conflitto la pressione resta alta. Solo con la soluzione del conflitto e la formazione della ciste in fase di guarigione, la pressione si abbassa di nuovo da sola, perfino nei percorsi dei conflitti lunghi secondo i valori inerenti all’età, e questo senza farmaci.

Importante anche distinguere in tutte le fasi pcl se i sintomi scompaiono a causa di una guarigione completa o a causa di una nuova recidiva, che può sembrare un’apparente miglioramento. La somministrazione di pseudo terapia con tossine cellulari (chemio) in queste fasi pcl sembrava mostrare “successi” sintomatici ingiustificati, bloccando i sintomi sensati della guarigione e accettando in cambio intossicazioni gravissime dell’intero organismo.

Ma anche tutti i cosiddetti metodi alternativi hanno qualcosa in comune con la medicina sintomatica, indipendentemente se sono dosati in modo omeopatico o allopatico, cioè danno poca o tanta sostanza, muesli, vischio o ossigeno, macrobiotica o fiori di Bach o chi sa cos’altro, e tutti questi rimedi dovevano agire sintomaticamente, a quanto si dice. In realtà l’unica cosa che comanda è il cervello, ed esso non viene preso in considerazione.

Argomenti come: “Signor Hamer, Lei non riesce a misurare l’anima, e cosa può avere contro i fiori di Bach, che agiscono attraverso l’anima….”. Posso dire solo: certo che posso misurare l’anima. Io vedo, che una persona con un determinato conflitto, che è un processo dell’anima, ha un focolaio corrispondente ad una determinata zona nel cervello ed un’alterazione corrispondente nell’organo. Con ciò ho dato determinati parametri all’anima. Non la posso misurare in modo quantitativo, ma la posso dimostrare in modo scientifico.

Naturalmente esiste anche il cosiddetto effetto placebo. Se si “vende bene” un farmaco ad un paziente, fa già effetto all’80 %. Questo non significa che la sostanza funzioni in qualche modo, ma semplicemente che il paziente ci crede. Anche se si fa di buon cuore del bene ad un paziente, questo funziona, indipendentemente da come chiamiamo questo processo.

Il nostro errore era di pensare di dover fare qualcosa, per esempio con i farmaci, poco importa se in dose massiccia o con solo una molecola. Vediamo comunque che negli animali ammalati avviene una guarigione spontanea nell’80 – 90 % dei casi, senza nessun farmaco.

Su questo permettete una volta la domanda: com’è possibile risolvere un conflitto con qualche rimedio, visto che adesso sappiamo che questo è il criterio più importante per guarire? Come potremmo provocare con qualsiasi cosa un programma speciale biologico sensato della natura? Se potessimo farlo, allora usiamo pure queste cose. Ma non lo possiamo fare, non esistono queste cose. Perciò certe sostanze possono eventualmente aver solo un effetto di sostegno (lenitivo) nella fase di guarigione, per esempio lo sciroppo per la tosse, ma mai un effetto di guarigione secondo la nostra comprensione, in quanto la fase di guarigione è già iniziata con la soluzione del conflitto.

La Nuova Medicina Germanica® non è una disciplina parziale che per esempio può essere limitata alla soluzione del conflitto per delegare le complicazioni ad altre discipline parziali, piuttosto è una medicina complessiva, che deve tener d’occhio tutti i passi del percorso della malattia a livello psichico, cerebrale ed organico.

Il medico della Nuova Medicina Germanica® deve essere un medico criminalista, con una formazione completa e deve essere umanamente qualificato. La terapia del futuro non consiste nel somministrare farmaci, ma nell’imparare al paziente a comprendere le cause del suo conflitto biologico e della sua cosiddetta malattia, e insieme al suo medico trovare il modo migliore per uscire dal suo conflitto ed evitare di cascarci di nuovo. Naturalmente un tale medico può usare per il suo paziente tutti i mezzi utili, anche di tipo farmacologico o chirurgico, ma solo se necessari, per esempio per evitare eventuali complicazioni nel decorso naturale della guarigione, e se lo farebbe anche su se stesso.

La Nuova Medicina Germanica® è in se completa, si basa unicamente sulle 5 leggi biologiche della natura, senza una singola ipotesi, ed è stata verificata l’8/9 settembre 1998 all’università di Trnava (Slovakia) ed è stata confermata ufficialmente l’11 settembre 1998. Se vogliamo prendere in consegna una qualsiasi cosa, questa dovrebbe essere in sintonia con le 5 leggi della natura della Nuova Medicina Germanica®.

Fino a quando ci saranno ancora persone che credono di poter, per esempio rinforzare il sistema immunitario con dei farmaci, posso solo dire, che non hanno compreso la Nuova Medicina Germanica®.

Nella medicina ufficiale, incluso nella medicina alternativa, tutti hanno “successi”. Si partiva dall’idea che il successo era tanto più grande, tanto più era giusta la scelta dei farmaci. Il successo non è merito dei medici, naturopati o altri terapeuti ma in prima linea del paziente stesso. Anche l’insuccesso è programmato dal paziente stesso. Sia il successo che l’insuccesso si sviluppano sempre inevitabilmente secondo le 5 leggi biologiche della natura della Nuova Medicina Germanica

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Mai
25
Fabio, Sport Masseur

Hamer: naso sensibile e suoi conflitti di “puzza”

dottor g. r. Hamer - official group
0

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Hamer: naso sensibile e suoi conflitti di “puzza”;  La Nuova Medicina Germanica® è una scienza come la fisica, la chimica o la biologia. Pretende un lavoro diagnostico preciso, e questo in modo più esteso di quanto era d’abitudine nella medicina sintomatica fino ad ora conosciuta. La nuova diagnostica della medicina si sviluppa su tre livelli: nella psiche, nel cervello e nell’organo.

Questi tre livelli hanno sempre un percorso sincrono.

Hamer: naso sensibile e suoi conflitti di “puzza”

Hamer: naso sensibile e suoi conflitti di "puzza"

La regola ferrea del cancro ci dice che ogni cosiddetta malattia, cioè ogni programma speciale biologico sensato della natura, viene innescata da una DHS (sindrome di Dirk Hamer), cioè da uno choc conflittuale biologico specifico, che nell’istante stesso della DHS causa un focolaio di Hamer nel cervello, dimostrabile con una TAC, nel relè relativo all’organo, e alterazioni corrispondenti nell’organo in forma di tumori, ulcere o paralisi e deficit funzionali, ecc.

Non si tratta di conflitti intesi come di solito finora, cioè conflitti psicologici che si sono evoluti dall’infanzia in poi, ma parliamo di conflitti biologici. Questo tipo di conflitto può essere vissuto in modo analogo da esseri umani, animali e perfino dalle piante.

La DHS è il perno dell’intera Nuova Medicina Germanica®. Perciò è importante chiarire un’altra volta che nell’istante stesso della DHS, che coglie la persona improvvisamente “sul piede sbagliato”, non avviene solo un episodio scioccante, ma esso ha anche un determinato contenuto.

Il naso come nostro organo di fiuto appartiene agli organi più sensibili.

Riunisce la funzione delle vie respiratorie, cioè filtra, scalda, purifica ed umidifica l’aria per proteggere le vie respiratorie più profonde. Dotti e caverne collegano il naso con quattro seni paranasali, sistemati in coppia simmetricamente: seni frontali, seni mascellari, seni etmoidali, seni sfenoidali. Il naso arriva fino al labirinto dell’osso sfenoide, al cosiddetto 1° nervo cranico (nervus olfactorius), le fibre olfattive e nervose del quale si distribuiscono sul centro e sulla parte superiore della mucosa del naso. Esse sfociano direttamente nei bulbi olfattivi della corteccia cerebrale basale (foglietto embrionale esterno).

Per logico troviamo anche qui l’epitelio pavimentoso tipico del neoencefalo, che forma la mucosa dello spazio naso faringeo.

Tutte le superfici di epitelio pavimentoso sviluppano ulcere, cioè diminuzione di tessuto, nella fase di conflitto attivo. Nella fase di conflitto risolto la diminuzione di tessuti, quest’ulcera, viene riparata con nuove cellule, processo che comporta un forte gonfiore. In passato non sapevamo di questi meccanismi e consideravamo questa neoformazione di cellule, che dovevano riempire la precedente ulcera, come tumori in parte perfino molto maligni.

Le ulcere della mucosa del naso hanno come contenuto del conflitto sempre da fare con l’interno del nostro naso e corrispondono ai cosiddetti conflitti di “puzza”.

Esempio: ricercatori americani spruzzavano una soluzione di formaldeide mille volte concentrata, usato di solito per disinfettare, sul naso di ratti, il loro organo più sensibile. Normalmente i ratti evitano accuratamente il contatto con la formaldeide, questa volta veniva loro spruzzata sul naso più volte al giorno per un anno.

Alcuni di questi poveri animali, torturati all’inverosimile subivano una DHS durante questa procedura e svilupparono un cosiddetto cancro della mucosa nasale.

Risultato: la formaldeide è cancerogena, cioè provoca il cancro.

Ogni essere umano avrebbe subito pure con grandissima probabilità un’ulcera nasale, se sottoposto allo stesso procedimento sperimentale, con qualsiasi sostanza concentrata e puzzolente.

La guarigione di queste ulcere veniva poi “festeggiata” come carcinoma!

Particolare nella situazione: gli animali hanno pure una psiche come noi umani.

Questo significa che la sperimentazione su animali non è solo insensata ma è anche un crimine, in quanto non si possono comunque trasferire i risultati sull’essere umano. Il focolaio di Hamer si trova nella corteccia cerebrale, profondamente basale.

Nella fase di conflitto attivo si formano ulcere nella mucosa nasale, che non sanguinano ma che formano croste. Più il conflitto dura a lungo più profonda e grande diventa l’ulcera.

Nella fase pcl (fase di guarigione) le ulcere vengono riempite di cellule nuove, il che comporta una forte gonfiore della mucosa che chiamiamo rinite o anche “rinite allergica”. A volte possono presentarsi anche degli sanguinamenti. Se siamo venuti a contatto con dei virus, la guarigione non ha un percorso più forte ma anzi, è anche ottimizzata, in quanto i virus (se esistono!) agiscono (secondo il foglietto embrionale) solo nella fase di guarigione. I virus elaborano esclusivamente gli organi appartenenti al neoencefalo e migliorano il percorso della guarigione delle ulcere governate dal foglietto embrionale esterno, perciò anche della mucosa nasale. Non sono indispensabili per la guarigione ma la ottimizzano.

Anche la mucosa dei seni paranasali crea ulcere nella fase di conflitto attivo. Anche qui si tratta di un conflitto di “puzza”: “tutta questa faccenda mi puzza” – anche in senso lato. Il focolaio di Hamer si trova pure in posizione fronto-basale. Nella fase di conflitto attivo si formano ulcere nei seni paranasali che praticamente non creano disturbi.

Solo nella fase di guarigione, dopo la soluzione del conflitto, la mucosa nella zona ulcerata si gonfia fortemente, con o senza virus, con secrezione di liquido sieroso (il naso cola). Alla fine della fase di guarigione le ulcere sono state riempite di nuove cellule, sono guarite. La rinite purulenta si forma quando sono coinvolte parti della mucosa interstiziale (interna), che vengono poi riparate da batteri, che si trovano a volte anche nei seni paranasali.

I cosiddetti conflitti di “puzza” fanno parte dei conflitti più frequenti e con più recidive della nostra vita. Ogni recidiva però non arriva in forma lenta ma sempre e solo con una nuova DHS. Lo chiamiamo anche binario.

I binari sono aspetti conflittuali aggiuntivi o delle percezioni aggiuntive nell’istante della DHS. Se il paziente incontra più tardi un tale binario, può risultarne una recidiva dell’intero conflitto.

Naturalmente la DHS recidiva, che ci riporta sul binario conflittuale, non necessita della stessa potenza emozionale come la prima volta. Si potrebbe anche chiamarla un “forte ricordo”. I binari, di solito più di uno, non sono un male, non sono continui errori della natura. Normalmente in natura, per esempio nell’animale, questo rinfrescare la memoria, addirittura salva la vita: “Attenzione, in una situazione simile è già capitata una DHS, stai attento di non farti cogliere un’altra volta sul piede sbagliato.”

Questi binari li chiamiamo anche allergie.

Nella Nuova Medicina Germanica® abbiamo imparato ad apprezzare ancora di più questi binari o allergie da quando conosciamo la 5° legge biologica della natura. Perfino questi binari, che ci hanno creato tanti fastidi, che ci disturbano e ci ostacolano a volte e che credevamo nella medicina ufficiale di dover insensatamente curare, estirpare, sono in fondo dei segnali d’allarme sensati biologici.

Il raffreddore da fieno per esempio è un’infiammazione della mucosa nasale, che viene innestata allergicamente (con un binario). In passato la rinite da fieno era l’allergia più frequente, oggi non è più così. In tempi passati il primo amore tra due giovani avveniva molte volte nel fieno. Quando questo incontro veniva disturbato o presentava delle disarmonie, spesso avveniva una DHS. Il partner colpito della DHS, si ricordava più tardi involontariamente, senza sapere dei contesti, di questa catastrofe nel fieno, quando era esposto all’odore del fieno, cioè all’allergene del fieno (perfino anche se vedeva per esempio il fieno in televisione). Nella fase di guarigione avviene il gonfiore della mucosa, la cosiddetta rinite da fieno.

Al paziente, la situazione inerente al fieno “puzzava”.Mentre gli organi governati dal neoencefalo fanno diminuzione di cellule in fase di conflitto attivo, gli organi governati dal cervello antico fanno aumento di cellule in fase di conflitto attivo. A questo secondo gruppo appartengono anche le vegetazioni adenoidali della faringe posteriore, governate dal tronco encefalico (foglietto embrionale interno). Nella fase ca si forma un adenocarcinoma con crescita a cavolfiore di qualità secretoria, i cosiddetti polipidello spazio naso faringeo, derivanti da residui dell’antica mucosa intestinale.

Il contenuto del conflitto (lato sinistro): “non riuscire a liberarsi di un boccone”, o (lato destro) “non riuscire a captare un boccone”. Spuntano di solito come escrescenza a stelo, gelatinosa nella faringe superiore per crescere verso il basso, verso il naso.

Nella fase di guarigione avviene di solito una caseificazione maleodorante dei polipi attraverso funghi (micosi) o batteri funghiformi (micobatteri) = tubercolosi dei polipi, se all’istante della DHS erano già presenti tali microbi.

Inoltre conosciamo anche una diminuzione della capacità olfattiva.

In questo caso si tratta di un cosiddetto oncoequivalente (foglietto embrionale esterno), cioè di una cessazione o diminuzione di funzionalità, senza diminuzione o aumento di cellule. Il contenuto del conflitto è di non voler sentire l’odore di qualcosa: “questo odore lo detesto”, “…non può essere vero”. I filamenti olfattivi, che sono parte del cervello, in questo caso non presentano nessuna alterazione (macroscopica). Riducono “solamente” man mano in base alla durata del conflitto la funzionalità, inerente ad un odore ben specifico (anosmia).

Questo è anche il senso biologico, che si trova in questo caso in fase ca, cioè di “interrompere” l’odore insopportabile, di escluderlo.

Nella fase di guarigione, simile alla sordità improvvisa, i pazienti subiscono una perdita improvvisa dell’olfatto, cioè non riescono più a sentire nessun odore (a destra o a sinistra), a causa del deposito di edema e glia nei filamenti olfattivi durante questa fase. Avviene un restringimento, quasi un’occlusione. Al termine della fase di guarigione la capacità olfattiva torna per la maggior parte.

 

 

 

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Mai
25
Fabio, Sport Masseur

Hamer: Denti, e perché creano problemi

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Hamer: Denti, e perché creano problemi; La Nuova Medicina Germanica® è una scienza come la fisica, la chimica o la biologia e pretende un lavoro diagnostico preciso, addirittura in forma maggiore che la medicina ufficiale o sintomatica.

Essa è basata su 5 leggi biologiche della natura scoperte in modo empirico che trovano applicazione in senso strettamente scientifico su ogni singolo caso di un programma speciale biologico sensato nelle persone e nei mammiferi. Questo vale anche per le nostre cosiddette “malattie dentali”.

I nostri denti consistono fondamentalmente in smalto del dente, che ricopre la corona, e l’osso del dente vero e proprio, che si approfonda nella radice (ricoperta di cemento), e che da la forma ai denti dalla punta alla radice stessa. Inoltre esistono la cosiddetta polpa, come massa del nucleo formata da nervi sottili, e la capsula dentaria = periodontio, che ricopre la radice dentaria.

Come ogni singolo dente si compone di diverse parti, anche queste appartengono a diversi foglietti embrionali e zone cerebrali diverse. Con ciò ogni singolo dente non ha solo una funzione particolare ma anche un contenuto di conflitto specifico:

denti incisivi = “azzannare”

denti canini, zanne = “catturare”

denti molari = “triturare”

e tutto questo diviso secondo la lateralità per bambino/madre o il partner.

Questo porta inevitabilmente a cosiddetti “quadri clinici” diversificati.

Hamer: Denti, e perché creano problemi

 

Il “cancro dell’osso del dente” per essere più precisi, le vere osteolisi della dentina, appartengono, come il sistema scheletrico del nostro organismo, alla sostanza bianca cerebrale del mesoderma, cioè al foglietto embrionale medio. Perciò si crea necrosi nella fase di conflitto attivo. Il contenuto del conflitto è un conflitto del mordere, praticamente un crollo dell’autostima sul “non poter azzannare”, cioè di voler mordere qualcuno ma di non poterlo fare, perché l’individuo è troppo forte o troppo grande.

Esempio: un ragazzo gracile e debole era costretto a subire percosse ed umiliazioni a scuola da parte dei compagni più forti. O un bassotto viene sempre morsicato dal cane lupo dei vicini.

I focolai di Hamer si trovano nella parte frontale della sostanza bianca cerebrale nella parte sinistra o nella parte destra.

Nella fase di conflitto attivo si formano buchi nella dentina, cioè nella parte interna del dente, che sarebbero visibili in una immagine radiografica ma che vengono scoperti quasi solo per caso in quanto non creano ancora nessun problema in questa fase. Ma in conflitti di lunga durata o di forte impatto o in caso di frequenti brevi recidive un tale dente può a volte, in caso di forte carico, crollare verso l’interno.

Nella fase di guarigione comincia anche qui, come nelle ossa, una ricalcificazione con deposito di callo osseo, cioè il buco di prima è più denso dopo la riparazione. Questo è anche il senso biologico che in questo foglietto embrionale si trova alla fine della fase di guarigione.

É tragico però che il buco nella dentina comincia a dolere solamente quando inizia la fase di guarigione a causa dell’espansione del periostio che ha un’innervazione sensibile.

Adesso il dentista usa il trapano e “cade” nella cavità, devitalizza o toglie il dente eventualmente, nonostante che guarirebbe con momentanei dolori anche senza fare niente a patto che non si manifestano recidive nel frattempo.

Esistono anche dei crolli dell’autostima che riguardano specialmente la mandibola e la mascella (anche qui secondo la lateralità inerente a bambino/madre o partner), poiché anche essi appartengono alla sostanza bianca cerebrale del mesoderma, cioè del foglietto embrionale medio.

Il contenuto è anche qui il conflitto di crollo dell’autostima del “non poter mordere/azzannare”.

Parliamo invece di una cosiddetta paradontosi quando sembra che si allunghino i colli dentari, la gengiva si ritrae in modo tale che alla fine i denti “traballano”. Anche qui la causa sta nella decalcificazione, cioè in una osteolisi mandibolare tutt’intorno al collo dentario. Di conseguenza durante il processo del mordere e masticare il dente traballante si muove nel cratere troppo largo e causa una continua sollecitazione della gengiva ed i colli dentari diventano sempre più esposti, cioè il dente traballante può staccarsi facilmente.

Durante la fase di guarigione la faccenda sembra peggiorare ulteriormente:

In caso di dolori ed eventuali sanguinamenti il dentista parla di solito di “ascesso della radice”, in quanto pure il periostio dell’osso mandibolare si espande creando forti dolori. Spesso il callo trova una via d’uscita verso la cavità orale, poiché il dente traballa e non può più chiudere l’osteolisi ermeticamente (sapore dolciastro in bocca). A causa di questa fuoriuscita del callo spesso l’osteolisi non riesce più a ricalcificarsi in modo definitivo.

Hamer: Denti, e perché creano problemi

In fondo si tratta di un processo di osteosarcoma senza sarcoma, in quanto il callo non si versa nei tessuti ma defluisce nella bocca. Questo comporta una regressione del tessuto osseo, poiché l’espansione del periostio ha il suo scopo nel impedire la diminuzione ossea.

Purtroppo il dentista toglie spesso il dente sano ma traballante e vuole eventualmente limare altri per poter costruire un ponte (costoso!). Questo però non sarebbe necessario, in quanto oggi esiste la possibilità di incollare il dente colpito, anche quanto sono più di uno, con un “nastro” sulla parte posteriore dei denti, per fissargli fino a quando, dopo il termine della fase di guarigione, l’osteolisi è riparata con sufficiente deposito di calcio.

Sia la gengiva sia lo smalto dei denti possono normalizzarsi dopo la soluzione del conflitto (con gonfiore della gengiva). Nel mondo animale questo è un processo del tutto normale.

Il buchi nello smalto dentario (cosiddetta carie) appartengono al foglietto embrionale esterno, cioè lo smalto del dente è quasi come la mucosa della bocca di epitelio pavimentoso diventato però avorio. Lo smalto, che ricopre le corone, è formato da prismi legati da una sostanza collante, ed è la parte più dura. Il focolaio di Hamer si trova nel neoencefalo interemisferico, frontoparamediano a sinistra o a destra.

Il contenuto del conflitto è un conflitto di difesa del non poter azzannare (il cane lupo potrebbe mordere il bassotto ma gli è vietato). Anche in questi casi si differenziano il denti incisivi, canini e molari e anche secondo la lateralità (madre/bambino o partner).

Nella fase di conflitto attivo si forma il difetto dello smalto, erroneamente anche chiamato “carie”, in quanto lo smalto è in fondo solo mucosa orale inspessita e corneificata. Il senso biologico si trova nella fase ca e significa, che il dente diventa più snello e più affilato a causa dell’ulcerazione, e nonostante non si debba, migliora la possibilità di “poter azzannare/mordere”. Contemporaneamente, in quanto si tratta anche di un conflitto di separazione specialmente di un conflitto di “voler essere separato”, il conflitto deve essere “dimenticato” grazie alla momentanea interruzione della sensibilità al dolore.

Nella fase di guarigione avviene una lenta restituzione, una riparazione del difetto dello smalto, senza dolori, a volte con una certa sensibilità del paziente verso l’impatto con caldo/freddo o dolce/aspro.

In fondo la guarigione avviene in modo automatico anche senza nessun trattamento a patto naturalmente di non andare incontro a nuove recidive.

Esempio: Una paziente doveva assistere sempre da bambina quando il padre (alcolizzato) prendeva a botte la madre. Avrebbe voluto “morderlo” ma non “poteva”. Ma all’età di 18 anni ha affrontato con calma il padre, quando voleva colpire per l’ennesima volta la madre, dicendo: “Non le darai più un singolo colpo, perché ti giuro, che chiamerò immediatamente la polizia e racconterò tutto. Allora andrai in prigione. Non osare!” Il padre non ha mai più picchiato. 4 settimane dopo sviluppò dolori al dente canino sinistro (mancina). Non fece fare niente. Il dente ricalcificò. (Osteolisi del dente venne documentato con radiografia).

La cosiddetta periodontite (infiammazione della radice) non esiste nel senso stretto del termine. Può succedere nella riparazione dell’osteolisi della dentina che si espanda anche il periodonto interno verso la polpa creando dolori; eventualmente può anche comprimere la cavità pulpare.

Un polipo sulle gengive è un’escrescenza innocua dell’antica mucosa intestinale che si trova sotto lo strato di epitelio pavimentoso e che giunge fino al collo del dente.

La guancia gonfia si forma prevalentemente in presenza di “sindrome”, quando un buco nella dentina o una osteolisi della mandibola sono in fase pcl in presenza contemporanea di un conflitto attivo del profugo o dell’esistenza.

Parliamo di una fistola dentale in presenza di un processo più o meno cronico recidivante di una osteolisi della dentina o dell’osso mandibolare aperta verso l’esterno.

La cosiddetta suppurazione dentale è una normale osteomielite (del tutto innocua!) dell’osteolisi della dentina o mandibolare con deflusso all’esterno, un misto di pus e callo. In questo caso la dentina guarisce, come qualsiasi altro osso, perfino più velocemente e meglio che in assenza dell’osteomielite.

Il sialolito (calcolo della ghiandola salivare sublinguale o della parotide) è un relitto della tubercolosi dopo la guarigione di un carcinoma di queste ghiandole. Il contenuto del conflitto: (lato sinistro del tronco encefalico): “non riuscire ad eliminare un boccone” o (lato destro): “non riuscire a captare un boccone”.

 

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Mai
25
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Hamer: I linfonodi ed il loro significato

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Hamer: I linfonodi ed il loro significato;    Che importanza hanno i linfonodi? A che cosa servono? Nel contesto del cancro al seno la medicina ufficiale elimina spesso chirurgicamente i linfonodi ascellari alle donne. Che cosa significa?

Fondamentalmente bisogna differenziare tra due tipi di linfonodi.

Hamer: I linfonodi ed il loro significato

I linfonodi ascellari per esempio sono secondo la medicina ufficiale un capitolo importante nel contesto del cancro al seno femminile.

Nella Nuova Medicina Germanica® invece sono di importanza marginale. Ma ne parleremo adesso.

Hamer: I linfonodi ed il loro significato

I linfonodi si trovano fondamentalmente nella zona di deflusso del seno femminile ma naturalmente anche nella zona di deflusso del braccio.

Se a causa di un processo di guarigione ci sono processi metabolici imponenti nel seno o nel braccio i linfonodi responsabili normalmente si gonfiano.

Il medico di medicina ufficiale lo chiama un gonfiore benigno.

Non avviene nessun aumento di cellule all’interno del linfonodo ma solamente un’edema.

La medicina ufficiale per ignoranza definisce un linfonodo “maligno” in tutt’altra situazione.

Nella fase di conflitto attivo questi linfonodi creano buchi, necrosi; ad ingrandimento assomigliano ad un formaggio svizzero.

Dal punto di vista evolutivo appartengono alla testa dell’omero o anche al terzo superiore dell’omero.

Quando i linfonodi dimostrano necrosi vediamo quasi sempre contemporaneamente osteolisi nella parte dello scheletro corrispondente, cioè decalcificazione dell’osso. A livello psichico si tratta di un conflitto di perdita dell’autostima.

Per restare nell’esempio di prima allora a seconda di quale seno è coinvolto si tratta di una sensazione di inferiorità nella relazione madre/bambino o con il partner.

Bisogna immaginarlo così:

Quando per esempio il bambino subisce un incidente, la madre si rimprovera gravemente. Spesso subisce, oltre al conflitto di accudimento madre/bambino, nella destrimane il seno sinistro per cui sviluppa un cancro della ghiandola mammaria, anche un conflitto di crollo dell’autostima: “come ho potuto essere così disattenta, sono stata una cattiva madre.”

Da questo momento in poi per tutta la durata del conflitto si formano necrosi di decalcificazione, quasi buchi, nell’osso, nella testa dell’omero o anche nella parte superiore dell’omero e contemporaneamente nei linfonodi corrispondenti (cioè più vicini).

La stessa cosa può verificarsi nell’altra spalla per esempio a causa di un conflitto di accudimento del partner (“o dio, sono stata una cattiva moglie”). Se avviene la conflittolisi, nel nostro caso: il bambino torna in salute e la madre si rende conto che non era stato un suo errore, cioè avviene un ripristino psichico della stima di se nella relazione madre/bambino (o con il partner), allora da questo momento in poi iniziano i processi di guarigione sia nell’osso sia nei linfonodi ascellari corrispondenti.

L’osso fa edema nella fase di guarigione.

Il periostio viene stirato e crea dolori. L’articolazione della spalla può gonfiarsi come segno che il liquido edematoso scorre attraverso lo strato di cartilagine nell’articolazione. Le osteolisi tornano a calcificarsi. Di solito a processo terminato l’osso contiene più calcio di prima.

Anche nei linfonodi si riempiono di nuove cellule le necrosi con evidente gonfiore.

Questo riempirsi dei buchi con nuove cellule dei linfonodi viene chiamato “maligno” da parte della medicina ufficiale, anche se non è cosi!

È un processo positivo e bisognerebbe congratularsi con la paziente.

In nessun caso andrebbero estirpati chirurgicamente questi linfonodi. Solo se il linfonodo è diventato così grosso da creare disturbi meccanici alla paziente o le sembra psichicamente inaccettabile, se ne potrebbe parlare.

La medicina ufficiale fino ad ora partiva dall’idea che le cellule cancerogene venivano trasportate dal seno nei linfonodi, dove poi impazzivano. Questo però era pura speculazione. Non si è mai trovata una singola cellula della ghiandola mammaria di adenocarcinoma in un linfonodo. Nelle necrosi dei linfonodi, che si erano create nella fase di conflitto attivo, vengono depositate solo cellule tipiche dei linfonodi e questo solo nella fase di soluzione del conflitto/fase di guarigione.

Per essere chiaro, un’altra volta:

i linfonodi appartengono all’osso corrispondente. Lo specifico crollo dell’autostima è solo un po’ più leggero di come sarebbe se fosse coinvolto l’osso corrispondente.

Nella fase di conflitto attivo i linfonodi subiscono come l’osso delle necrosi (buchi).

Nella fase di guarigione, come buon segno di guarigione, i linfonodi si gonfiano, per riempire di nuovo le necrosi. Perciò una tale linfonodi ha mitosi cellulari e per la medicina ufficiale è “maligno”.

Un linfonodo benigno è invece quel linfonodo che si trova nella zona di deflusso di un ascesso, è gonfio a causa del eccessivo carico, non ha allora mitosi e viene perciò considerato “benigno”.

Anche il cosiddetto morbo di Hodgkin è un linfonodo in fase di guarigione, già riempito di nuovo con mitosi e si presenta gonfio.

Perfino la milza è in fondo solo un linfonodo, anche se un po’ particolare.

Un conflitto che coinvolge la milza è sempre un conflitto di crollo dell’autostima in senso vasto, a causa di una grande ferita sanguinante: un conflitto di sanguinamento e ferimento. Questo conflitto è da comprendere in senso strettamente biologico.

In natura questo conflitto è di grandissima importanza, si tratta di vita o di morte. Conflitto di sanguinamento o ferimento significa che l’individuo è ferito, eventualmente anche in modo grave. Sanguina! Perciò questo conflitto è un conflitto biologico di crollo dell’autostima.

Nell’essere umano un conflitto di sanguinamento o ferimento può già essere causato per esempio da una diagnosi di “cancro del sangue”. O quando vengono somministrate continuamente delle trasfusioni di sangue, possiamo subire una recidiva. Il nostro cervello non è in grado di distinguere tra trasfusioni di sangue e perdite di sangue.

Anche l’idea che il sangue trasfuso possa essere infettato da AIDS, può causare un conflitto di sanguinamento o ferimento, perfino ogni esame ematico.

Nella fase di conflitto attivo troviamo necrosi della milza che comporta una trombocitopenia. Immediatamente con la DHS (choc conflittuale), in natura identica ad una ferita gravemente sanguinante, i trombociti si precipitano dalle vie circolatorie nella milza, la quale li raccoglie e deposita. Grazie a questo procedimento non possono verificarsi delle trombosi nei vasi sanguigni. La trombopenia perciò è un provvedimento d’emergenza molto sensato della natura. Per fare più spazio per i trombociti nella milza, risulta una passeggera necrosi della milza.

Nella fase di guarigione la necrosi si riempie con divisione di cellule (mitosi), che comporta un gonfiore della milza, una cosiddetta splenomegalia, che in parte persiste anche dopo la conclusione del processo. L’esito ha il suo senso in caso di un nuovo conflitto di sanguinamento o ferimento, che la milza ingrandita offre più spazio ad un maggior numero di trombociti.

Il conflitto di sanguinamento o ferimento è, a quanto mi risulta, uno dei pochi conflitti se no l’unico (eventualmente conflitti dei linfonodi in generale, la milza = linfonodo speciale), nel quale l’organismo mette quasi già in conto una recidiva.

Il vero senso biologico perciò è probabilmente la prevenzione per un nuovo caso di conflitto di sanguinamento o ferimento.

A questo punto dovrei nominare anche il cosiddetto linfoma “non Hodgkin”, che in realtà è un carcinoma dell’epitelio pavimentoso dell’arco branchiale già in fase di guarigione. Il contenuto del conflitto è la paura frontale o la paura del cancro.

Nella fase ca: formazione di ulcere negli antichi archi branchiali, fuori uso, che sono ricoperte di epitelio pavimentoso, a volte con leggeri dolori nella zona del collo.

Nella fase di guarigione si gonfia la mucosa intorno alle ulcere all’interno degli archi branchiali. Si formano delle cisti che contengono liquido sieroso. Nel mediastino possono arrivare perfino fino al diaframma. Queste cisti vengono allora erroneamente chiamate linfoma centrocistico, centroblastico “non Hodgkin”.

Ulcera del dotto dell’arco branchiale mediastinale, retro cardiaca (ulcere di epitelio pavimentoso):

Nella fase di guarigione cisti del dotto dell’arco branchiale. Dopo diverse recidive però indurimento del cosiddetto linfoma centrocistico, centroblastico “non Hodgkin”.

Allora il cosiddetto linfoma maligno è un gonfiore molto benigno di linfonodi in fase di guarigione.

Spesso delle cisti dei dotti degli archi branchiali guarite vengono erroneamente ritenute carcinomi bronchiali a piccole cellule. Secondo la terminologia risultante dai fatti dell’embriologia però il carcinoma bronchiale a piccole cellule è sempre uno stato residuo dopo una guarigione di un’ulcera dell’epitelio pavimentoso dei dotti degli archi branchiali nel mediastino (lo spazio dietro il cuore).

Nella guarigione delle ulcere di epitelio pavimentoso con l’aiuto di virus avvengono, quando si tratta di organi a forma di tubi (bronchi, arterie o vene coronarie, antichi dotti branchiali o dotti biliari intraepatici), delle occlusioni passeggere di questi dotti a causa del gonfiore.

Spiegazione: mediastinale = appartenente allo spazio posto dietro il cuore, nel quale si trovano la trachea, l’esofago, l’aorta, i linfonodi para-aortici e periferici, la parte superiore della vena cava , il nervo frenico e i nervi ricorrenti, che sono responsabili per la laringe.

 

 

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