DIETA METABOLICA
Home  »  Community News  »  DIETA METABOLICA
Juil
30
Carla T. Fit. + pesistica
DIETA METABOLICA
Uncategorized
0

Warning: in_array() expects parameter 2 to be array, string given in /web/htdocs/www.warmfit.com/home/wp-content/plugins/social-buttons-pack/twitter-plugin/twitter.php on line 136

Warning: in_array() expects parameter 2 to be array, string given in /web/htdocs/www.warmfit.com/home/wp-content/plugins/social-buttons-pack/twitter-plugin/twitter.php on line 139

Warning: in_array() expects parameter 2 to be array, string given in /web/htdocs/www.warmfit.com/home/wp-content/plugins/social-buttons-pack/bws-linkedin/bws-linkedin.php on line 142

Warning: in_array() expects parameter 2 to be array, string given in /web/htdocs/www.warmfit.com/home/wp-content/plugins/social-buttons-pack/bws-linkedin/bws-linkedin.php on line 144

Warning: in_array() expects parameter 2 to be array, string given in /web/htdocs/www.warmfit.com/home/wp-content/plugins/social-buttons-pack/facebook-button-plugin/facebook-button-plugin.php on line 589

Warning: in_array() expects parameter 2 to be array, string given in /web/htdocs/www.warmfit.com/home/wp-content/plugins/social-buttons-pack/facebook-button-plugin/facebook-button-plugin.php on line 592

.

Dieta metabolica

• Cos’è la Dieta Metabolica?

• Come impostare la dieta metabolica

• Irrazionalità e possibili effetti collaterali

Cos’è la Dieta Metabolica?

La dieta metabolica è un regime alimentare ideato dal dottor Mauro di Pasquale, medico canadese dalle chiare origini italiane.

Come molte altre diete nate in questi ultimi anni, la dieta metabolica promette di ottenere risultati eccezionali in brevissimo tempo Dieta metabolica e, come spesso accade, è sostenuta da numerosi studi scientifici che ne testimonierebbero l’efficacia. Non solo, per attirare il consumatore sono stai inventati slogan del tipo: “il santo gral di tutte le diete”, “una dieta innovativa che si adatta ai tuoi bisogni”, “sarai tu stesso l’artefice delle tua dieta e la adatterai alle tue esigenze”.

Il filo conduttore della dieta metabolica si può spiegare con un semplice paragone. Il nostro corpo è una macchina che può funzionare sia a benzina (carboidrati) che a metano (grassi). Tuttavia lo stile di vita attuale porta il nostro organismo ad utilizzare prevalentemente benzina (carboidrati), accumulando metano nel serbatoio (grassi). Se quando facciamo rifornimento (mangiamo) introduciamo poca benzina e molto metano, ci abitueremo ad utilizzare in prevalenza metano (i grassi) svuotando progressivamente il serbatoio (dimagrimento).

Tuttavia per funzionare al meglio la nostra macchina necessità anche di un minimo di benzina (carboidrati) e tale quota, variabile da individuo ad individuo, dev’essere scoperta ascoltando il motore e valutandone le prestazioni (importanza della fase di valutazione iniziale).

Come impostare la dieta metabolica

Si inizia con un periodo di prova, fondamentale per scoprire la quota di carboidrati necessaria per l’ottimale funzionamento dell’organismo.

Tale fase, che dura all’incirca 4 settimane, è caratterizzata da una drastica riduzione dell’apporto glucidico. Il soggetto si trova così costretto a fare i conti con gli effetti collaterali di un simile approccio dietetico (stanchezza, nausea, cefalee ecc.).

In questa prima fase il piano alimentare sarà così strutturato: 12 giorni di scarico (pochi carboidrati e molti grassi) seguiti da 2 giorni di ricarica (molti carboidrati). Secondo Di Pasquale un simile approccio addestrerebbe l’organismo a bruciare i grassi per soddisfare le proprie richieste energetiche.

PERIODO DI PROVA

Fase di scarico (12 giorni) Fase di carico (2 giorni)
50-60% grassi 25-40% grassi
30-50% proteine 15-30% proteine
30 grammi di carboidrati 35-55% carboidrati

Se durante la fase di scarico ci si sente particolarmente stanchi, la dieta metabolica prevede tutta una serie di soluzioni relazionate al tipo di sintomi manifestato. La linea generale che accomuna tutte queste soluzioni prevede un aumento graduale dell’apporto glucidico, fino alla scomparsa degli effetti indesiderati. Ed è a questo punto che, dopo qualche altro giorno di prova in cui il soggetto si assicura di aver trovato la quantità ottimale di carboidrati, si passa alla seconda fase.

Nella seconda fase della dieta metabolica l’organismo è diventato un’efficiente macchina brucia grassi e, per mantenere tale caratteristica, occorre far seguire a 5 giorni di scarico altri 2 giorni di ricarica. Nei cinque giorni di scarico verrà mantenuta la ripartizione calorica sperimentata con successo durante la fase di prova. Stesso discorso per la fase di carico.

Per approfondire: Esempio Dieta Metabolica

Irrazionalità e possibili effetti collaterali

Ancora una volta ci troviamo di fronte ad una dieta che porta all’estremo alcuni concetti. Se non bastasse l’esperienza diretta, è sufficiente esaminare la storia per scoprire che l’estremismo, oltre ad essere improduttivo, è da sempre uno dei peggiori mali che affligge l’umanità. Vediamo allora quali sono i punti critici e le principali “assurdità” scientifiche di questa dieta.

Diminuzione dei carboidrati

La dieta metabolica prevede una drastica riduzione del consumo di carboidrati (30 grammi nella fase di prova). Forse Di Pasquale dimentica che l’organismo umano necessita di glucosio per sopravvivere.
L’essenzialità del glucosio è legata al fatto che sistema nervoso centrale ed eritrociti utilizzano esclusivamente glucosio per il loro metabolismo energetico. Si calcola che il minimo apporto giornaliero di glucosio per permettere il normale funzionamento di questi sistemi sia di circa 180 grammi, ben al di sopra delle quantità imposte da questo tipo di dieta.

Formazione dei corpi chetonici

Tuttavia, in condizioni particolari di estrema carenza di glucosio (digiuno prolungato), il corpo ricorre ai corpi chetonici per sopravvivere. Questo è un meccanismo disperato, efficace nel sostenimento delle funzioni vitali, ma non certo privo di effetti collaterali (stanchezza cronica, nausea, vomito, cefalee, coma).

Efficienza energetica dei grassi

A parità di ossigeno consumato i carboidrati hanno un rendimento energetico superiore ai grassi. Ne consegue che con un simile approccio dietetico la prestazione sportiva nelle discipline di endurance verrebbe seriamente compromessa. Se non ci credete provate a chiederlo ad un maratoneta che, in procinto di superare il “muro” dei 32 km, incorre nella famosa “crisi”.

Elevato apporto di grassi e proteine

Di Pasquale dà libero spazio al consumo di formaggi e di carni ad alto contenuto proteico e lipidico (pancetta affumicata, salsiccia, maionese, burro, uova ecc). Non potrebbe essere altrimenti visto che consumando carni magre non si raggiungerebbero le quote di grassi imposte dalla dieta metabolica.

E fu così che, mentre tutti consigliavano di limitare grassi saturi e grassi trans per ridurre i rischi di aterosclerosi e di alcune forme tumorali, al dottor di Pasquale venne la “brillante” idea di concepire una dieta dove l’apporto di queste sostanze fosse elevato…

Limitato apporto di fibre

Risulta evidente la scarsità di fibre imposta dalla dieta metabolica. Frutta e verdura, infatti, contengono un certo quantitativo di carboidrati e viene pertanto consigliato di non eccedere con il loro consumo. Un vero peccato visto che la fibra potrebbe ridurre i danni provocati dall’eccesso di grassi e colesterolo!

Periodo di prova e volontà del soggetto

Come abbiamo visto la dieta metabolica permette di alzare il quantitativo di carboidrati durante la fase di adattamento iniziale. Ma come fa un soggetto a capire se i sintomi che avverte sono sopportabili o sconfinano nell'”anormalità”? Da qui nasce il rischio che una persona dotata di poca forza di volontà innalzi la quota di carboidrati ai primi segni di stanchezza, vanificando i presupposti metabolici della dieta.

Inoltre il consiglio di assumere 30 grammi di carboidrati durante questo primo periodo non tiene conto delle variabilità individuali (peso, composizione corporea ed efficienza nell’ossidare i lipidi (minore nei sedentari rispetto agli allenati).

Carico di carboidrati, sbalzo insulinico….

Ricordiamo che ognuno di noi può immagazzinare un quantitativo limitato di glicogeno e che una volta saturate tali riserve il glicogeno in eccesso sarà inevitabilmente trasformato in grasso.

Per calcolare approssimativamente il livello massimo di glicogeno stoccabile nel proprio corpo basta moltiplicare il proprio peso corporeo per 30 e dividerlo per 4 (le calorie sviluppate da un grammo di carboidrati).

Così, per esempio, un uomo di 70 kg normopeso può immagazzinare al massimo 30 x 70 = 2100 Kcal che corrispondono all’incirca a 525 grammi di carboidrati.

Due giorni alla settimana in cui mangiare “di tutto e di più” sono più che sufficienti per saturare queste scorte. Ipotizzando che durante la fase di scarico un soggetto consumi in media 50 grammi di carboidrati al giorno dopo 5 giorni accumulerà un deficit di 500 grammi (considerando che il suo fabbisogno quotidiano di carboidrati sia di 150 grammi). In pratica al 5° giorno avrà svuotato tutte le sue scorte di glicogeno e la successiva ricarica di carboidrati gli impedirà di produrre ed utilizzare i corpi chetonici.

Ma allora non sarebbe meglio limitarsi a ridurre i carboidrati anziché abolirli quasi del tutto? Almeno così risparmieremo al nostro corpo inutili sbalzi insulinici ed ormonali, evitando tutti gli effetti negativi di questa “folle” dieta metabolica.



Leave a reply

You must be logged in to post a comment.

Aller à la barre d’outils