• 18/08/2016 alle 09:25

    Hamer, testimonianza su un caso di Epilessia; Ciao a tutti.
    Se mi è permesso, vorrei rendere pubblica la mia vicenda
    dell’epilessia, o, meglio, delle mie crisi epilettiche, nella
    speranza che ciò possa essere d’aiuto a qualcuno.

    Hamer, testimonianza su un caso di Epilessia

    All’età di 17 anni circa, ho avuto una crisi epilettica con perdita
    di conoscenza; sono stato ritrovato disteso sul pavimento da mia zia,
    mentre ancora sbattevo i piedi e mi sono risvegliato in ambulanza
    mentre venivo trasportato al Pronto Soccorso.
    La prima diagnosi fu circa la seguente: “sospetta epilessia parziale
    complessa, con morsus linguae”.
    Fui quindi dimesso dal P.S. e inviato al c.d. ospedale dei matti,
    ovvero in un nosocomio specializzato in malattie mentali. “E adesso?
    Non voglio andarci! Voglio andare a casa a dormire! Come andrà a
    finire? Come farò per il resto della vita con l’epilessia? Nooo,
    proprio a me, con tanta gente che c’è al mondo!”
    In questo ospedale fui visitato da luminari della scienza
    specializzata, i quali aggiunsero alla prima diagnosi anche la
    seguente: “sospetta crisi comiziale”. Chiesi il significato della
    parola “comiziale” e mi fu risposto “… del tipo del coma…”!
    immaginatevi in un ragazzetto di 17 anni al cospetto di un luminare
    (o ritenuto tale) quale poteva essere l’effetto – devastante – di una
    spiegazione del genere, nel mio caso: “ora non vado più da nessuna
    parte.”.
    A partire dal Professore e fino agli addetti alle pulizie
    dell’ospedale, tutti si prodigavano a ripetermi: “attento, ora non
    potrai più andare in motorino, attento quando vai in bicicletta e
    anche se vai a piedi, cerca di essere sempre accompagnato da
    qualcuno; prima di muoverti o di fare qualunque cosa, ricorda che in
    qualsiasi momento ti può capitare qualcosa…”
    Durante la degenza, di un paio di settimane e di un’infinità di
    indagini strumentali, mi propinarono la prima terapia con gardenale
    (in dosi da cavallo, ndr.).
    Prima della dimissione, fui visitato dal Professore che mi congedò
    con la raccomandazione: “non dimenticarti mai di prendere le
    pastiglie regolarmente e, prima di muoverti da casa, accertati di
    averle sempre con te! Non è detto che funzionino, che ci abbiamo
    indovinato al primo tentativo, però prendile sempre! Attento che
    danno sonnolenza! Non bere alcolici e non perdere le notti! Ah, cerca
    di limitare anche i rapporti sessuali, perché abbassano la soglia del
    controllo ed è più facile che ti venga una crisi!”
    Per economia di racconto, salterò i dodici anni seguenti, durante i
    quali ho pellegrinato da un luminare all’altro, che – alzando le
    spalle e allargando le braccia – dava più o meno sempre la stessa
    risposta: mah, non so, non è chiaro, però non possiamo interrompere
    il trattamento farmacologico, è l’unica certezza che abbiamo…, ho
    eseguito ripetutamente RMN e TAC con e senza liquido di contrasto,
    EEG: da sveglio, in privazione di sonno e durante il sonno, Holter
    24h, dosaggi di farmaci nel sangue, sostituzione di farmaci per
    tentativi, effetti collaterali che andavano dalla stitichezza
    all’impotenza (a 22 anni!); ho perso il lavoro e sono stato lasciato
    dalla fidanzata perché non se la sarebbe sentita di lasciarmi con un
    bambino in braccio!!!
    Durante questi dodici anni ho sempre assunto regolarmente i farmaci
    che mi venivano ordinati, ogni volta prima di uscire di casa mi
    fermavo ad organizzare il mio tragitto, controllavo di avere le
    pastiglie con me (non si sa mai) e ne informavo mia mamma (in caso
    succedesse qualcosa…); se volevo partire per un viaggio dovevo prima
    passare in farmacia e, comunque, stavo attento alla scorta di
    pillole, più che al ricambio delle mutande; prima di salire una scala
    per piantare un chiodo nel muro guardavo cosa avevo sotto di me per
    poter eventualmente “organizzare la caduta”, prima di scendere le
    scale di casa facevo la stessa cosa, uscire con gli amici era
    piuttosto creare imbarazzo che godere della compagnia. Avevo perfino
    adattato tutti i miei movimenti (camminare ecc…) in funzione di un
    “atterraggio morbido” in caso di crisi epilettica!
    Tutti intorno a me (genitori, fratelli, parenti e amici) non facevano
    altro che ripetermi “stai attento!”, “attento a dove vai!”, “se ti
    viene un attacco, come fai?”
    E le crisi epilettiche si ripresentavano comunque …
    Un giorno, ormai 29enne, in preda all’esasperazione e con due
    coglioni che ci voleva la patente C per portarli in giro (perdonatemi
    l’espressione, ma è l’unica che si addice), mi sono detto: “Ma se
    prendo i farmaci e mi vengono le crisi epilettiche, se sto attento a
    quel che sto facendo e mi vengono le crisi epilettiche, se non bevo
    alcolici e mi vengono le crisi epilettiche, se vado a dormire presto
    e mi vengono le crisi epilettiche, allora posso eliminare tutto il
    resto e tenermi solo le crisi epilettiche! Ma vaffanculo a tutto il
    mondo, ora faccio quel che mi pare e succeda quel che deve succedere,
    in fin dei conti, se non sono morto in dodici anni di crisi
    epilettiche, di “morsus linguae”, di psicofarmaci e di vita di merda,
    non morirò nemmeno stavolta; e se morirò, fanculo a tutti, non
    sentirò più niente!
    E’ stata la FINE!
    Sì, la fine delle crisi epilettiche!!!!!!!
    In un colpo solo mi sono liberato di tutto quel terrore che mi
    riportava sul binario (morto) dei conflitti motori, i quali
    ciclicamente entravano in soluzione e portavano la crisi epilettica.
    Avevo 29 anni, e appena ho potuto mi sono comperato la moto (la
    macchina e la patente le avevo già! alla faccia dell’epilessia, non
    avevo mai smesso di guidare, ma a quale prezzo!).
    A 33 anni mi sono sposato e ora, a quasi 43, ho 3 figli meravigliosi,
    nessuno dei quali mi è mai caduto dalle mani e la mia attuale moglie
    è molto più bella della morosa che mi aveva piantato (che pure non
    era male), tiè!
    Un grazie di cuore al Dr. Hamer, che con le sue scoperte mi ha
    permesso di comprendere tutto il mio percorso e di prenderne
    coscienza; ho anche capito qual è stato il conflitto originale, anche
    se ora non ha più alcuna importanza.
    Viva la Nuova Medicina Germanica!

     

     

     

    Hamer, testimonianza su un caso di Epilessia

    http://www.warmfit.com/wp-content/uploads/2016/01/presentazione20NMG.pdf