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Jun
3
Fabio, Sport Masseur

Pesistica e luoghi comuni: Sfatiamo 10 falsi miti

sport - official group
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Pesistica e luoghi comuni: Sfatiamo 10 falsi miti; Il mondo dell’allenamento in palestra vive ancora troppo spesso di infondati luoghi comuni. Vediamo di sfatare 10 falsi miti, cercando di capire perché non sono veritieri.

Pesistica e luoghi comuni: Sfatiamo 10 falsi miti

Pesistica e luoghi comuni: Sfatiamo 10 falsi miti

 

1) ESISTONO GLI ADDOMINALI ALTI E BASSI

Pesistica e luoghi comuni: Sfatiamo 10 falsi miti

Assolutamente NO!
Il muscolo che viene chiamato in gergo “tartaruga” è il muscolo retto dell’addome, che origina dal processo xifoideo dello sterno e dalle cartilagini costali della quinta, sesta e settima costa, e si porta verso il basso ad inserirsi sul margine superiore del pube. La sua funzione, contraendosi, è quella di avvicinare lo sterno al pube, flettendo il tronco.
Il retto è un muscolo unico, non esistono gli addominali alti e bassi, esiste soltanto questo muscolo.
La differenza che c’è tra gli esercizi erroneamente considerati per gli addominali “alti” o “bassi”, è il punto fisso. Se il punto fisso è il pube, sarà lo sterno a muoversi e ad avvicinarsi (come nei crunch), mentre se al contrario si prenderà lo sterno come punto fisso, il retto farà avvicinare ad esso il pube (come nei crunch inversi).
Per approfondire il discorso sugli addominali e capire come andrebbero allenati vi invito a leggere quest’altro mio articolo, che fa una analisi più approfondita:
Addominali: tra speculazioni e falsi miti, cerchiamo di capire come andrebbero veramente allenati

2) I DOLORI MUSCOLARI CHE AVVERTIAMO NEI GIORNI SUCCESSIVI ALL’ALLENAMENTO SONO COLPA DELL’ACIDO LATTICO

Pesistica e luoghi comuni: Sfatiamo 10 falsi miti

L’acido lattico è un prodotto di scarto del metabolismo anaerobico lattacido (per approfondire i sistemi energetici vi rimando a questo articolo: I sistemi energetici: cosa sono e come funzionano) ed è il responsabile della sensazione di bruciore che si sente quando si fanno serie lunghe con i pesi o sprint superiori ai 20 secondi.
Senza entrare nel merito della biochimica dello smaltimento di questa “sostanza”, basti sapere che i soggetti allenati lo smaltiscono in tempi minori, ma che comunque per tutti non vanno oltre un’ora dalla fine dell’attività.
I dolori muscolari che si avvertono nei giorni successivi sono invece i DOMS ( delayed onset muscle soreness ), che sono dovuti a delle “microlesioni” delle fibre muscolari ed ai processi infiammatori che ne conseguono e che sono utili alla loro riparazione.

3) QUANDO SI FA “DEFINIZIONE” BISOGNA FARE SERIE PIÙ LUNGHE DI QUANDO SI FA MASSA

Pesistica e luoghi comuni: Sfatiamo 10 falsi miti

Questa è una pratica molto usata nelle palestre, ma non è particolarmente efficace.
Quando si fa “definizione” solitamente si è a dieta, e molto probabilmente in regime di bassi carboidrati.
Le serie lunghe sono molto “glicolitiche”, cioè consumano il glicogeno (la forma sotto la quale il glucosio, zucchero, viene immagazzinato nei muscoli e nel fegato) stivato nei muscoli.
Sappiamo però che bassi livelli di glicogeno sono uno dei fattori che inibiscono la sintesi proteica, cioè quando le riserve di glicogeno sono scarse, il corpo non “costruirà” più nuove proteine, cioè non costruirà più muscolo.
E’ risaputo come durante l’allenamento con i pesi si producano delle piccole lesioni a livello delle fibre muscolari, che devono successivamente essere riparate (meccanismo che è alla base della crescita muscolare).
Come abbiamo detto, però, se il livello di glicogeno immagazzinato è basso, la sintesi proteica è inibita, ed il corpo non “riparerà” quindi i muscoli “danneggiati”.
Quando dopo l’allenamento ci alimenteremo, il corpo darà la priorità al ricostituire le risorse energetiche, e soltanto successivamente penserà alla costruzione muscolare.
Considerando, come abbiamo detto prima, che in definizione è probabile trovarci in un regime di “bassi carboidrati” il corpo dovrà usare a scopo energetico anche le proteine che introdurremo con l’alimentazione.
L’ovvia conseguenza delle cose che abbiamo visto è che con serie molto lunghe si rischia di “bruciare” la massa muscolare faticosamente costruita nelle fasi precedenti.
Inoltre mantenere una buona base di forza (cosa che non si fa con le serie lunghe), non vi farebbe male.

4) SI DIMAGRISCE SOLO CON IL “CARDIO”

Pesistica e luoghi comuni: Sfatiamo 10 falsi miti

L’attività di tipo “cardio” è una di quelle che si usano per dimagrire, ma non è l’unica valida (e, a parer mio, nemmeno la più efficace).
Tipicamente poi si fa cardio in “fascia lipolitica”, cioè con una frequenza cardiaca compresa tra il 65% e il 75% della massima.
Questo tipo di allenamento è spesso giustificato da chi lo pratica ( e soprattutto da chi lo “prescrive”) con la seguente argomentazione “Per lavori in cui la frequenza cardiaca rimane tra il 65% e il 75% della massima si bruciano principalmente acidi grassi, mentre ad intensità più alte si consumano carboidrati”.
Tutto vero, ma si cade nell’errore di pensare che i sistemi energetici funzionino a “comparti stagni”, che nel momento in cui si attiva uno si spengano gli altri.
Questo è decisamente errato, infatti i sistemi energetici sono complementari, sono attivi contemporaneamente, e danno il loro contributo alla sintesi di ATP (energia, banalmente) in diverse percentuali.
C’è da considerare il fatto che per un’attività blanda (quindi in fascia lipolitica) il consumo calorico sarà molto basso, per cui anche se l’energia è ricavata per una gran parte dall’ossidazione di acidi grassi, questo “dispendio” non sarà gran cosa, a meno di non protrarre molto a lungo l’allenamento.
Invece nel lavoro ad intensità più elevate, che può essere un “interval trainng” nella corsa, ma anche lavoro con i pesi, anche se è vero che il contributo dato dall’ossidazione degli acidi grassi sarà minore, il dispendio calorico sarà di gran lunga maggiore, per cui anche se gli acidi grassi vengono utilizzati percentualmente in misura minore, si avrà un consumo assoluto maggiore.
Per fare un esempio pratico: se per un’attività “aerobica” di 20 minuti si consumano 250 Kcalorie (i numeri non sono indicativi, è solo per fare un esempio comprensibile) di cui l’80% proveniente dall’ossidazione degli acidi grassi e il 20% dai carboidrati, avrò consumato 200 Kcalorie provenienti da grassi (l’80% di 250).
Invece se per un’attività di 20 minuti ad alta intensità con i pesi di Kcalorie ne consumerò 600, di cui solo il 50% proveniente dagli acidi grassi, avrò consumato 300 calorie provenienti da grassi, per cui in assoluto di più rispetto a quelle “bruciate” con l’attività aerobica.
Inoltre attività ad alta intensità contribuiscono a creare un quadro ormonale favorevole al dimagrimento anche nelle ore successive all’allenamento.

5) SE IL PESO SULLA BILANCIA NON SCENDE NON STO DIMAGRENDO

Pesistica e luoghi comuni: Sfatiamo 10 falsi miti

L’obiettivo di chi vuole “dimagrire” in realtà è la “ricomposizione corporea”, cioè perdere la massa grassa in favore di quella magra.
Mi è capitato più volte di sentir dire (soprattutto dalle donne, che si fanno maggiori paranoie sulla bilancia): “Ho iniziato ad andare in palestra ma invece di perdere peso sono aumentata!”. La risposta solitamente è: “Butta via la bilancia!”.
Il peso è infatti soltanto un numero, che se preso singolarmente non ha alcun significato.
Sappiamo che il grasso ha un minor peso specifico rispetto al muscolo … Per cui il fatto che il vostro peso sia stabile o addirittura aumenti non vuol necessariamente dire che non stiate perdendo grasso!
Molto più probabilmente l’aumento di peso è dovuto all’aumento del tessuto muscolare. E ricordiamoci che il muscolo a riposo “consuma” di più rispetto al grasso … Per cui se si è più muscolosi sarà più facile dimagrire.

6) PER FARE FORZA BASTA ABBASSARE IL NUMERO DI RIPETIZIONI

Pesistica e luoghi comuni: Sfatiamo 10 falsi miti

Questa è un’altra cosa che si sente spesso dire nelle palestre:
“Faccio serie da 6 perchè sto facendo forza”.
Ecco, chi utilizza i classici programmi da “body building”, considera le serie da 6 già a basso numero di ripetizioni, abituato com’è a serie lunghe, dalle 8 ripetizioni in su.
Tralasciando il fatto che una serie da 6 è già lattacida, e che la forza massima andrebbe allenata con un numero di ripetizioni ancora più basso, è importante capire come non basti abbassare semplicemente il numero di ripetizioni per aumentare la propria forza.
In realtà il discorso è troppo complesso per essere affrontato bene in poche righe, ma proviamo a gettare le basi.
E’ vero che abbassando semplicemente il numero di ripetizioni inizialmente si otterranno degli adattamenti e la propria forza aumenterà, però senza una buona programmazione lo stallo arriverà presto.
Le tipologie di programmi per la forza sono molteplici e anche molto diverse tra loro.
Il concetto comune a tutti però, è che è necessaria una progressione ben strutturata per per ottenere risultati degni di nota.
In questo mio articolo troverete un esempio di progressione di base: Crescita muscolare: linee guida per un allenamento intelligente.
Insomma, il messaggio che deve passare in questa sede è che non basta diminuire il numero di ripetizioni per “fare forza” ma che è importante impostare una progressione logica.

7) UN MUSCOLO NON VA ALLENATO PIÙ DI UNA VOLTA A SETTIMANA

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Anche questo è un discorso molto complesso per essere affrontato in poche righe, ma ci sono cose importanti da dire: l’allenamento in mono-frequenza (cioè in cui si allena ogni gruppo muscolare una sola volta a settimana) è uno dei più usati nelle classiche schede da “fitness” o da “body building”.
Ci si rifà al concetto della super-compensazione, secondo il quale è necessario fare un allenamento pesante per un muscolo per poi lasciarlo riposare per giorni in modo che il corpo abbia il tempo di riparare i danni e ripristinare le riserve energetiche depauperate.
E siccome il corpo è “furbo”, si prepara a resistere qualora intervenisse di nuovo lo stressor (allenamento), e dunque si setta su un livello di base più alto di quello precedente, per cui si “cresce”.
Questo metodo presenta però varie problematiche:
Per crescere c’è bisogno di un certo volume di lavoro. Perciò un gesto va ripetuto molte volte in modo da essere acquisito perfettamente, per essere capaci di reclutare tutte le unità motorie disponibili.
Solo gli atleti molto avanzati hanno però un’ottima capacità di attivazione e reclutamento, perciò per i principianti l’allenamento di un muscolo una sola volta a settimana non è sufficiente a generare abbastanza volume allenante.
Inoltre, se si allena un muscolo con una frequenza bassa (cioè una sola volta a settimana) sarebbe necessario “spingere alla morte”, perché se gli allenamenti sono rarefatti, se fossero anche “leggeri” non avremmo adattamento.
E’ però dimostrato che se lo stress indotto dall’allenamento è troppo intenso non si produce una “reazione di allenamento” che quindi porta a migliorare il nostro livello, ma appunto una “reazione da stress” che manda in crisi tutto il sistema che si adopererà semplicemente per sopravvivere.
E l’ipertrofia muscolare, per quanto concerne la sopravvivenza, è molto in basso nella scala delle priorità.
Attenzione, non sto dicendo che la mono-frequenza sia sbagliata sempre o che sia il male assoluto: su certe persone, in alcuni contesti può andare bene. Ma molto spesso non è la soluzione ottimale.
Vi invito nuovamente a leggere questo articolo: Crescita muscolare: linee guida per un allenamento intelligente, in cui questi concetti sono spiegati in modo più approfondito.

8) FACENDO MOLTI ADDOMINALI FACCIO ANDARE VIA LA PANCIA

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Chiunque abbia provato a fare per mesi centinaia e centinaia di addominali, senza ottenere il risultato sperato, sa già cosa sto per dire.
Per gli altri: mi spiace deludervi, ma il dimagrimento localizzato non esiste (alcuni sostengono che ci sia, ma non esistono studi che indichino che sia di entità rilevante), per cui non funziona che facendo lavorare un determinato muscolo venga magicamente bruciato il grasso che lo ricopre.
Purtroppo ci sono zone in cui si tende ad accumulare maggiormente grasso (per la maggior presenza di recettori alfa-adrenergici sulle cellule adipose), ed una di queste zone, per gli uomini, è proprio l’addome!
Per perdere la pancia prima di tutto mangiare bene, e poi fare attività che portino ad un dimagrimento globale (qui rimando al punto 4, e vedrete che anche la fastidiosa pancetta se ne andrà!

9) LE DONNE NON DEVONO FARE PESI PER NON INGROSSARE TROPPO

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Una delle principali paure delle donne che vanno in palestra è di ingrossare troppo usando i pesi.
Bene, se il modello che avete in mente di “donna che fa pesi” è quelle delle “donnone” sui palchi nelle gare di body building potete stare tranquille: quelle sono così soltanto grazie all’uso massiccio di steroidi anabolizzanti.
A voi, invece, fare pesi può fare solo bene, perché come ho spiegato nel punto 5, avere un po’ di tessuto muscolare in più fa in modo che voi “consumiate di più” anche a riposo, quindi sarà più facile dimagrire e restare magre.
Inoltre sarete anche più “toniche”, cosa che male non fa … oppure avete il coraggio di dire che la ragazza nella foto qui sotto è troppo muscolosa? No, solo così per sapere …

Pesistica e luoghi comuni: Sfatiamo 10 falsi miti

Per indicazioni su come una donna dovrebbe allenarsi in palestra rimando a questo articolo: La mia idea di allenamento al femminile.
Poi, se siete tra quelle che hanno paura di mettere su troppa massa muscolare, vi invito a leggere anche questo bell’articolo (che dice cose importanti con toni anche un po’ goliardici) di Marco Santini, pubblicato su Project Invictus: La donna il sogno e il grande incubo.

10) FACCIO GLI ESERCIZI AL MULTI-POWER PERCHÉ SONO PIÙ SICURI

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In quasi tutte le palestre trovate questo macchinario, il multi-power o smith machine, in cui il bilanciere è vincolato a delle guide:
Se da un lato è vero che fare gli esercizi al multi-power vi darà una (falsa) sensazione di sicurezza perché non correte il rischio di rimanere schiacciati sotto al peso, ed è più facile “impostare” gli esercizi, c’è un lato che non state considerando: nel multi-power non è il bilanciere che si adatta alla vostra linea di movimento, ma voi che vi adattate alla sua: per cui sarà molto facile seguire traiettorie innaturali, che rischiano di essere pericoloso.
Quindi una raccomandazione: se per motivi “logistici” siete costretti ad usare il multi-power, cercate di farlo mantenendo l’impostazione tecnica dell’esercizio la più simile possibile a quella della versione con bilanciere libero!

di Marco Testa
Laureato in Scienze Motorie e Sportive

http://www.warmfit.com/it_IT/groups/sport-official-page/forum/

 

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Jun
1
Fabio, Sport Masseur

DOTT. HAMER – BIOGRAFIA E DATE IMPORTANTI

dottor g. r. Hamer - official group
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DOTT. HAMER – BIOGRAFIA E DATE IMPORTANTI;

 

DOTT. HAMER – BIOGRAFIA E DATE IMPORTANTI

 

1935 – Il dott. Ryke Geerd Hamer nasce il 17 maggio 1935 ed è allevato in Frisia, in Germania.

A 18 anni consegue la maturità ed inizia gli studi di medicina, teologia e fisica all’università di Tübingen dove conosce Sigrid Oldenburg, anche lei studentessa di medicina, di cui si innamora e che sposa due anni dopo.

A 22 anni supera l’esame di teologia. La giovane famiglia ha una figlia ed un figlio, Dirk, che in futuro giocherà un ruolo determinante, ed in seguito altri due figli.

A 24 anni supera l’esame di stato di medicina a Marburg .

1961 – Termina il periodo di assistente e riceve l’abilitazione alla professione di medico. In seguito lavora nelle cliniche universitarie di Tűbingen e Heidelberg per diversi anni.

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1972 – Consegue la specializzazione in medicina interna . Nella clinica universitaria di Tübingen si occupa, quale primario in ginecologia, di molti malati di cancro collaborando con la moglie, anch’essa medico, nello studio privato. Inoltre è anche inventore. Sono sua creazione lo scalpello Hamer per chirurgia plastica, a taglio atraumatico, con lama 20 volte più affilata della lametta da barba; la sega speciale per ossa utilizzato sempre in chirurgia plastica, il lettino da massaggio che si adatta automaticamente alla forma di qualsiasi corpo, come pure un apparecchio per eseguire diagnosi del siero in via transcutanea.

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1976 – Il dott. Hamer, con la moglie ed i loro quattro figli, va a vivere in Italia. Qui si organizzano, facendo la spola col lavoro tra l’Italia e la Germania, per mettere in atto il loro sogno, cioè poter un giorno curare gratuitamente le persone bisognose sostenendosi magari con l’aiuto di contributi (questo sogno resterà tale, perché, proprio quando la banca concede un contributo così che tutto si potesse realizzare, è capitato il tragico evento).

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1978 (18 agosto) alle tre del mattino il principe Vittorio Emanuele di Savoia, all’Isola di Cavallo, spara dei colpi con un fucile da guerra contro un medico e colpisce il figlio del dott. Hamer, Dirk, che stava tranquillamente dormendo in una barca vicina. Dirk non viene subito soccorso e si dissangua per circa 4 ore. Per oltre tre mesi Dirk lotta tra la vita e la morte, subisce l’amputazione della gamba e 19 interventi operatori, mentre il padre veglia angosciato al suo capezzale giorno e notte.

1978 (7 dicembre) Dirk muore. Questa perdita inaspettata cambia per sempre la vita del dott. Hamer e della sua famiglia. Poco dopo la morte di suo figlio lui si ammala di cancro ad un testicolo.

1979 – Marzo. Il dott. Hamer giace a letto gravemente malato, dopo due interventi chirurgici e una TAC addominale che mostrava un addome pieno di metastasi. Riesce a riprendersi grazie alle intense conversazioni con sua moglie, Sigrid, medico amorevole ed esperto, e risolve il suo conflitto vissuto per il figlio.

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1981 – Lavorando come primario in ginecologia nella clinica oncologica universitaria di Monaco, gli viene il dubbio che la sua malattia possa essere in rapporto allo shock per la morte del figlio e non causata da una “cellula impazzita”.

Inizia a chiedere alle sue pazienti se anch’esse avessero avuto qualche trauma, qualche shock, qualche sofferenza e scopre che tutte, senza eccezioni, avevano subito un evento traumatico prima di ammalarsi. Così capisce che lo shock della perdita del figlio vissuto tre anni prima, era l’origine del suo cancro al testicolo. Si trattava di uno shock biologico, drammatico, inaspettato, al quale era assolutamente impreparato e che l’aveva colto “in contropiede”.

Volendo capire di più, ha fatto fare la TAC cerebrale alle sue pazienti ed ha visto che nelle sezioni dei vari strati del cervello si evidenziavano dei cerchi concentrici che venivano confusi, dai radiologi, con “artefatti” della macchina. Ha il sospetto che non siano artefatti perché nota una loro evoluzione nel tempo.

Settembre. Il dott. Hamer individua per la prima volta un sistema riguardo la genesi del cancro, cioè la SINDROME DI DIRK HAMER. Aveva esaminato finora 170 pazienti.

Ottobre. Gira un piccolo filmato andato in onda in Baviera e viene riportato dalla RAI.

Il dott. Hamer spiega la sua scoperta, ma viene richiamato dal direttore della clinica in cui opera e posto davanti alla scelta di negare le sue scoperte o di lasciare la clinica. Non potendo certo rinnegare tale scoperte, e conscio di quale immenso beneficio avrebbero portato a chi è malato, decide di lasciare la clinica.

Prima di partire, lavorando giorno e notte, riesce a raccogliere i dati delle cartelle cliniche di tutti i pazienti affetti da cancro che aveva in cura.

Presenta la sua ricerca, sotto forma di tesi d’abilitazione, all’università di Tübingen, ma questa si rifiuta di eseguire la verifica e non accetta il documento.

1982 – Raggiunge la certezza che la Tac mostri inequivocabilmente il segno di un trauma subito e la correlazione con un certo organo e con una ben precisa emozione.

I decani dell’università respingono in circostanze misteriose le sue teorie sulla correlazione tra cancro e psiche, senza nemmeno verificarne l’esattezza su di un solo paziente! A oltre 20 anni di distanza , nonostante la stessa Università abbia ammesso che una verifica sarebbe facilmente fattibile in 2-3 giorni, la verifica non è ancora state eseguita.

Dopo questi avvenimenti il dott. Hamer è preso di mira dai tirapiedi al servizio della casa Savoia, dalla loggia P2, con attentati alla sua vita, tentativi d’internamento psichiatrico coatto, calunnie…, ma lui continua la sua ricerca e verifica, su migliaia di pazienti, delle leggi biologiche scoperte trovandone sempre l’esatta corrispondenza.

1983 – Il dott. Hamer annuncia le sue scoperte sul 1° canale della televisione tedesca.
Negli anni successivi cerca di aprire delle cliniche per i suoi pazienti. Vengono chiuse causa la complicità tra uffici, tribunali, stampa e associazioni oncologiche. I pazienti sono buttati in strada dalla polizia. Lettere scritte dai pazienti agli enti pubblici chiedendo la verifica della Nuova Medicina rimangono senza risposte. È sorvegliato dall’Interpol.

Il Dott. Hamer cerca di aprire delle cliniche per i suoi pazienti. Viene tutto bloccato sistematicamente, ed i pazienti sono buttati in strada dalla polizia.

1985 – La moglie, dott.sa Sigrid Hamer, muore di dolore per la morte del figlio Dirk e per le continue paure causate dalla famiglia Savoia.

1986 – Il governo del distretto di Koblenz intenta un processo con lo scopo di vietargli l’esercizio della professione medica, con la motivazione seguente: “non vuole abiurare la legge ferrea del cancro” e “non si vuole riconvertire alla medicina ufficiale”. Tale condanna è stata confermata dall’alto tribunale amministrativo di Koblenz in un’udienza nel 1990 dove gli viene anche vietata la possibilità di ricorso adducendo tra l’altro che al dott. Hamer manca la “capacità di autocontrollo” e inoltre ha “una scarsa capacità di comprensione riguardo alla terapia necessaria per il cancro”. Dal 1986 dunque non gli è più consentito parlare con nessun paziente.

Tutto ciò senza che le sue scoperte siano mai state contraddette!

Un tribunale condanna l’università di Tübingen a procedere alla verifica del documento d’abilitazione per la libera docenza richiesto dal dott. Hamer, ma non accade nulla fino al 1994. Ciò nonostante , a porte chiuse, il consulente legale della stessa Università abbia rilevato in modo confidenziale che già nel 1986, i professori l’avevano verificata analizzando 100 casi e si erano completamente convinti della validità della NMG.

1988 – A Vienna è verificata la Legge ferrea del cancro su 7 pazienti dal professore universitario dott. Birkmeyer e dalla dott.ssa Rozkydal sotto la supervisione di altri 5 medici. Il risultato raggiunto corrispondeva al 100% con le affermazioni del dott. Hamer.
14 giorni più tardi il dott. Birkmeyer trovò l’arredamento della sua casa devastato…

1989 – In una conferenza medica a Monaco venne presa in esame da 16 medici la Legge ferrea del cancro con 27 pazienti scelti a caso, che il dott. Hamer non conosceva precedentemente. Risultato: 100% di corrispondenza per tutti i casi.
Molteplici tentativi di ricoverare il dott. Hamer in un manicomio, con la motivazione: “Affetto da paranoia, manie di persecuzione”.

Un’ennesima richiesta di verifica ufficiale della Nuova Medicina è rifiutata con la motivazione: “Il dott. Hamer si rifiuta di sottomettersi ad una perizia psichiatrica”.

1990 – Fondazione del centro per la Nuova Medicina in Austria (Burgau).

A Namur, durante una conferenza medica, la Legge ferrea del cancro viene esaminata da 17 medici, su 6 pazienti sconosciuti dal Dott. Hamer. Risultato: 100% di concordanza.
Il dott. Hamer si lascia visitare in Belgio da una dottoressa, specialista in psichiatria, all’università di Louvain. Essa costata quanto segue: “Le sue argomentazioni sono logiche e coerenti, se lui ritiene di sollecitare un’altra diagnosi ed un altro trattamento, lo fa, in ogni modo, basandosi su analisi e ricerche fondate sulla filogenesi che sono derivate dagli elementi fondamentali della medicina accademica. Non trovo in lui nessun sintomo di paranoia”.
Petizione del dott. Hamer, con tutta la documentazione, al parlamento europeo a Lussemburgo. Nessuna risposta.

Conferenza medica a Burgau, sono esaminati 20 pazienti in presenza di 30 medici provenienti da vari paesi. Risultato: 100% di concordanza con le leggi biologiche della Nuova Medicina.

1991 – Un giudice, presidente del tribunale di Colonia (Liptov), consigliò ufficiosamente di non occuparsi più di medicina e di cercarsi un altro lavoro che non avesse nulla a che fare con la salute. Solo così avrebbe potuto evitare l’arresto… solo così gli si sottraeva ogni possibilità di fare ricerca scientifica.

1992 – Il dott. Pfitzer della facoltà di medicina all’università di Düsseldorf incarica il prof. dott. Stemmann, primario della clinica pediatrica di Gelsenkirchen, e la dott.ssa Elke Mühlpfort, medico legale, di esaminare 24 pazienti affetti di cancro, i quali, oltre al cancro e leucemia presentavano almeno quattro o cinque ulteriori affezioni gravi come: diabete, allergie, epilessia, tumori al cerebrali, malattie infettive, TBC, sarcomi.

Scopo dell’esame: verifica della legge ferrea del cancro.

Risultato: “Nei 24 casi, considerando che ogni paziente presentava più di un’affezione, abbiamo trovato le leggi biologiche delle Nuova Medicina corrispondenti, esattamente e senza eccezioni, per ogni singola malattia, e ciò su tutti tre i livelli (psichico, cerebrale, organico). Secondo le precise tecniche di verifica scientifica che esigono la riproducibilità, l’ipotesi che le leggi biologiche della Nuova Medicina siano esatte, deve essere sin d’ora seriamente considerata con la massima probabilità”. Nessuna reazione dall’università di Düsseldorf.

1993 – Si richiede al dott. Stemmann di astenersi dalle cure psichiche e gli viene assegnato a tale scopo uno psichiatra infantile nel proprio reparto!

Il dott. Willibald Stangl, medico legale, presidente dei medici legali dell’Austria meridionale, in seguito ad un processo in cui era stato citato in giudizio da un paziente per la non osservazione della legge ferrea del cancro, ne esamina personalmente la corrispondenza su 250 pazienti. Risultato: 100% di concordanza.

Scrive in seguito all’università di Vienna: “Quale presidente della nostra società scientifica, le chiedo, egregio decano, di provvedere alla verifica della legge ferrea del cancro nell’ambito della vostra università”. Reazione: per 14 giorni la famiglia Stangl è terrorizzata telefonicamente e il dott. Stangl è convocato al tribunale di prima istanza, dove gli viene insistentemente “consigliato” di ritirare la sua richiesta presso l’università sotto pena di vedersi revocato il diritto di esercitare la professione di medico. Il dott. Stangl fu costretto a ritirare la sua richiesta di verifica.

Il dott. Hamer ed alcuni pazienti scrivono al cancelliere austriaco: nessuna risposta. La stampa resta muta. Il presidente austriaco, sig. Klestil, promette infine di provvedere ad una verifica. Nulla di fatto!
In Francia, nello stesso giorno, circa 1000 medici, formati dal dott. Hamer e che praticavano da diversi anni secondo i principi della Nuova Medicina, sono convocati alle loro rispettive sedi del Conseil Médical (ordine dei medici) e posti davanti alla scelta di sottoscrivere che accettavano di abiurare la Nuova Medicina e di tornare alla pratica della medicina accademica oppure di essere espulsi dall’albo dei medici!

1994 – L’università di Tübingen viene condannata dal tribunale amministrativo a procedere finalmente alla verifica dei lavori del dott. Hamer (il documento di abilitazione era stato presentato già 13 anni prima!): evento unico nella storia dell’università. L’università risponde che ormai la tesi era troppo vecchia e quindi decaduta. Il dott. Hamer la riscrive.
Aprile, l’Università risponde con un comunicato: ” Non è prevista l’esecuzione di un esame di verifica nell’ambito della procedura per l’abilitazione alla libera docenza “. Su quale base allora sono nominati i professori, se le tesi non vengono prese in esame?

Settembre: 4 medici belgi sono convocati davanti al tribunale per rispondere della loro terapia in accordo con le tesi del dott. Hamer, due di loro proprio nel giorno in cui partecipavano ad una conferenza sulla Nuova Medicina.

1995 – Il caso Olivia suscita interesse internazionale. Alla bambina di 8 anni viene diagnosticato dai medici un tumore di Wilms.
I genitori rifiutano la chemio proposta dalla medicina ufficiale e si rivolgono al dott. Hamer. Sono costretti a scappare dall’Austria a causa della minaccia di vedersi togliere la patria podestà della bambina.

Benché ai genitori fosse stato promesso dalle autorità austriache di non intervenire sulla bambina con cure mediche senza il loro esplicito consenso, qualora avessero accettato di tornare in patria, ad Olivia viene somministrata la chemio, contro la volontà dei genitori, in terapia coatta.
Lei riesce a sopravvivere, soffre però ancora oggi delle conseguenze della terapia coatta e degli effetti collaterali della chemio. La stampa poté deformare, in maniera meschina, questi fatti, per sostenere la medicina ufficiale: il dott. Hamer era diventato un ciarlatano ed i genitori degli irresponsabili. Le leggi biologiche della Nuova Medicina spesso non erano state nemmeno citate, figuriamoci spiegate!

1996 – I genitori di Olivia sono condannati ad 8 mesi di carcere con condizionale. Essi permangono tuttora convinti della veridicità della Nuova Medicina e si attivano a propagare le conoscenze delle leggi biologiche scoperte dal dott. Hamer.(vedi sito: http://www.pilhar.com/).

1997 – In base alle osservazioni di oltre10.000 casi, il dott. Hamer amplia il suo sistema a 5 leggi biologiche valide per tutte le malattie e per tutta la medicina.

Maggio 1997/ maggio 1998 – il dott. Hamer viene incarcerato per un anno e mezzo nella prigione di Colonia per aver informato gratuitamente tre persone ammalate sulla Nuova Medicina. Questo nonostante che in numerose occasioni, in presenza di medici ed oncologi, si sia proceduto alla verifica delle leggi biologiche da lui scoperte su pazienti scelti a caso e che il dott. Hamer non conosceva, trovandole sempre confermate!

1998 – Presso l’istituto oncologico S.Elisabetta a Bratislava e il Dipartimento Oncologico dell’ospedale di Trnava, l’8-9 settembre, si è proceduto alla verifica delle cinque leggi biologiche della Nuova Medicina a livello universitario da parte di medici e professori nazionali e internazionali, trovandole perfettamente confermate.

2001 – Il dottor Hamer viene condannato, per l’ennesima volta, da un tribunale in Francia a 1 anno e mezzo di reclusione per aver “istigato alla Nuova Medicina”!

2003 – Il divieto all’esercizio della professione gli è stato nuovamente confermato dal tribunale amministrativo di Francoforte con la motivazione della sua “inconciliabilità con la medicina ufficiale”! Il dott. Hamer si trova quindi costretto all’esilio in Spagna per la sola colpa di aver scoperto queste leggi biologiche della natura che sono in netto contrasto con gli enormi interessi finanziari legati alla medicina ufficiale!

2004 – Il dott. Hamer intenta una causa presso il tribunale di Stoccarda per riavere l’abilitazione quale medico, dove viene chiesta che la Nuova Medicina venga ufficialmente riconosciuta. La sentenza è negativa.

Decide di proteggere le sue scoperte registrandole sotto il nome di NUOVA MEDICINA GERMANICA ® e pubblica il nuovo testo “Introduzione alla Nuova Medicina Germanica ® ” che riscontra subito un grande successo.

2004 (9 Settembre)Il dottor Hamer viene prelevato da casa sua ed incarcerato a Madrid in attesa di essere estradato in Francia per il processo in corso del 2001. La condanna passa da 1 anno e mezzo a 3 per ragioni poco chiare se non per permettere alla Francia di chiederne l’estradizione immediata.

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L’avvocato spagnolo scopre che si tratta di una incarcerazione preventiva perché il processo in cassazione non è ancora finito, ed inoltre scopre ulteriori gravi vizi di forma, ma quando chiede alle autorità competenti quanto tempo gli rimanga per fare ricorso e chiederne la scarcerazione immediata, questi gli rispondono 11 giorni e immediatamente dopo lo trasferiscono in Francia dove resta segregato per quasi due mesi senza incontrare né gli avvocati né i suoi famigliari. I suoi avvocati possono fargli visita per la prima volta solo dopo la scadenza del tempo disponibile per presentare il ricorso in cassazione!

2006 – 16 febbraio – Il dottor HAMER è libero!

2006 – La commissione internazionale di verifica del “Thing Scientifico”svoltosi dall’8 al 10 settembre 2006 a Coìn (Spagna), conferma che tutti i 14 casi clinici presentati sono stati rigorosamente rispondenti al 100% alle 5 Leggi Biologiche della Nuova Medicina Germanica con le correlazioni sincrone dei 3 livelli psiche-cervello-organo.

2006 – dicembre – Ha forti sospetti sull’operato di alcuni suoi stretti collaboratori. Indaga come sempre in modo criminalistico. Firma un documento col presidente dell’associazione ALBA dove vengono ribaditi i concetti fondamentali della NMG.

2007 – 13 febbraio – Costretto dalle circostanze e dalle prove ineluttabili di tradimento che gli stessi sospettati gli hanno fornito col loro comportamento, scrive suo malgrado una lettera di protesta contro i dirigenti dell’associazione alba e soprattutto contro M.P. e S.C. (vedi lettera). L’accusa palese è quella di lavorare da anni contro la divulgazione corretta della NMG.

Inoltre li accusa di:

– rilasciare “diplomi teorici” di NMG,mentre lui che è lo scopritore non ha mai voluto che si rilasciassero diplomi o si facessero esami;

– chiedere ai soci dell’associazione di firmare un documento dove si ribadisce che la NMG è solo un “metodo diagnostico”;

– indottrinare chi frequenta i corsi per terapeuti, da lui non autorizzati, affinché usino come terapie: le costellazioni familiari di Hellinger, da lui ritenute pericolose per le recidive di conflitto che possono causare, la terapia breve di Nardone, definita da lui terapia o la va o la spacca, l’ipnosi, utilizzata come mezzo di controllo delle menti, PNL, e affini.

Vieta a M.P. ogni utilizzo e diffusione commerciale della NMG, tanto più a suo nome.

Infine, si dimette dalla carica di presidente onorario di ALBA ed invita gli altri associati ad imitarlo al più presto.

2007 – marzo – E’ costretto a scappare dalla Spagna verso un nuovo esilio: la Norvegia. L’accusa, per cui sa di poter essere arrestato solo per aver detto come stanno realmente le cose, “dato nome a cavallo e cavaliere”, da un momento all’altro è “istigazione di popoli”, pena minima 5 anni di reclusione.

2007 – 16 marzo – Scrive di nuovo agli italiani per ribadire che la posizione assunta dall’associazione ALBA di M.P. e S.C. (vedi lettera) per una NMG “senza terapia” è assurda, visto che la “Germanica” è terapia dalla A alla Z, dolosa ed atta al tentativo di renderlo un “buffone” di fronte all’opinione pubblica.

2007 – agosto – Ulteriore inespugnabile prova del tradimento di M.P. (vedi lettera). Egli ha organizzato un seminario in Austria con due esponenti della metamedicina europea, sotto il segno dei nemici giurati della NMG e del Dott. Hamer.

2007 – settembre – Viene registrato un video in cui il dott. Hamer risponde a 10 domande sulla NMG nell’attuale situazione politica mondiale.

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Jun
1
Fabio, Sport Masseur

Cancro al seno – il cancro più frequente nelle donne

dottor g. r. Hamer - official group
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Cancro al seno – il cancro più frequente nelle donne;

Facciamo presente che in questo contesto il tema non può essere trattato in modo esauriente e rimane perciò incompleto.

La donna localizza a livello emozionale il legame con il bambino e con il partner prevalentemente nel seno. Per questo motivo la malattia del seno è la più frequente nelle donne.

Secondo la Nuova Medicina Germanica ® distinguiamo due tipi di cancro al seno:

1.    Il cosiddetto cancro della ghiandola mammaria, dai medici chiamato adenocarcinoma mammario, palpabile come nodulo solido compatto.

2.    Il cancro dei dotti lattiferi, dai medici chiamato carcinoma intraduttale, che non è palpabile nella fase di conflitto attivo. La paziente sente al massimo un leggero fastidio (tirare) nella zona colpita del seno.

Cancro al seno – il cancro più frequente nelle donne

 

Inoltre esistono naturalmente i normali carcinomi cutanei sulla cute esterna del seno come anche esistono sulla cute del resto del corpo.

Fondamentalmente il conflitto per il carcinoma della ghiandola mammaria è sempre un conflitto di disputa o accudimento, per il carcinoma duttale è sempre un conflitto di separazione.

Ormai sappiamo che esistono persone destrimani e mancine.

Cancro al seno - il cancro più frequente nelle donne

Ognuno può accertarsi da se: battete le mani come al teatro. La mano soprastante è la dominante, cioè determina la lateralità. Troviamo la mano destra sopra, significa che siamo destrimani. Troviamo la mano sinistra sopra siamo cerebralmente mancini. Questa prova è molto importante per stabilire su quale emisfero lavora la persona interessata, in quanto esistono tanti mancini trasformati per educazione, che perciò si considerano destrimani, e viceversa.

Detto in modo semplificato, le metà destre del cervelletto e del cervello sono prevalentemente responsabili per il lato sinistro del corpo, le metà sinistre del cervelletto e del cervello per il lato destro del corpo.

Nella donna destrimane si può dire in forma abbreviata:

Il seno sinistro è responsabile per il bambino, la madre della donna e per il nido, e il seno destro per il o i partner; contano come partner tutte le altre persone, tranne bambini piccoli o persone o animali sentiti come bambini.

Se una donna destrimane ha un cancro della ghiandola mammaria nel seno sinistro, lei ha un conflitto di accudimento per il suo bambino, per sua madre o per il suo nido oppure lei ha una disputa con il suo bambino, con sua madre o per il suo nido.

D’altra parte se si tratta di un carcinoma del dotto lattifero, la donna ha un conflitto di separazione dal suo bambino, da sua madre o dal suo nido.

Nella donna mancina la faccenda si inverte:

Il seno destro è per il bambino, la madre della donna e per il nido, il seno sinistro per il o i partner.

Cioè se lei ha un cancro alla ghiandola mammaria nel seno destro, lei ha un conflitto di accudimento per il suo bambino, sua madre o per il suo nido. Nel caso che lei abbia un carcinoma dei dotti lattiferi nel seno destro, lei ha un conflitto di separazione dal bambino, da sua madre o dal nido.

Come i contenuti dei conflitti per i due tipi di cancro al seno sono differenti, lo sono anche i loro relè, cioè le zone nel nostro computer cervello che si trovano in zone differenziate.

I relè per il cancro alla ghiandola mammaria si trovano lateralmente nella zona più esterna del cervelletto e appartengono al foglietto embrionale medio.

I relè per il carcinoma dei dotti lattiferi si trovano nel centro sensorio della corteccia cerebrale e come già detto all’inizio, si trovano sul lato opposto dell’organo.

Il cancro della ghiandola mammaria appartiene ai cancri governati dal cervello antico, che crea aumento di cellule nella fase di conflitto attivo, secondo il sistema ontogenetico dei tumori e degli oncoequivalenti.

Il carcinoma dei dotti lattiferi invece è un carcinoma governato dal neoencefalo, che crea ulcere nella fase di conflitto attivo, cioè deficit di cellule.

Nella fase di guarigione il processo è il seguente:

Il tumori compatti, cresciuti con aumento di cellule nella fase di conflitto attivo, vengono caseificati e demoliti nella fase di guarigione, risolti attraverso microbi, se presenti, come per esempio funghi o batteri funghiformi, come la tubercolosi.

Mentre nei deficit di tessuto (ulcere), governati dal neoencefalo,  avviene un ripristino strutturale attraverso l’aumento di cellule in fase di guarigione. Per questo vengono utilizzati come microbi d’aiutano esclusivamente i virus (se esistono).

Questa è la chirurgia della natura!

Nella medicina ufficiale non si conoscevano queste implicazioni, non si sapeva neanche distinguere tra attività di conflitto e fase di guarigione, e si chiamava maligno semplicemente tutto quello che era aumento di cellule o cambiamento di tessuto. Le ulcere invece, che fanno diminuzione cellulare in fase di conflitto attivo, venivano considerate benigne.

Esempio: Il neonato, in braccio alla madre, le sfugge dalle mani, batte la testa per terra e rimane incosciente per un po’ di tempo. La madre come destrimane subisce un conflitto biologico di accudimento madre/bambino nel seno sinistro con una DHS (sindrome di Dirk Hamer).

Dalla DHS in poi nel seno sinistro della madre cresce un cancro adenoide della ghiandola mammaria, cioè il tessuto della ghiandola mammaria aumenta.

Quando l’organismo della madre forma tessuto della ghiandola mammaria in più non è una cosa insensata. Il senso si trova evidentemente nel fatto di dare aiuto al neonato, che ha subito un disturbo di sviluppo a causa dell’incidente, dandogli adesso più latte. L’organismo della madre cerca di compensare il danno causato.

L’effetto: la madre produce molto più latte sul lato presunto come ammalato, nonostante si trovi in simpaticotonia, cioè in fase di conflitto attivo.

Per tutta la durata del conflitto il cosiddetto tumore della ghiandola mammaria cresce, cioè l’aumento della produzione di latte persiste. Solo nel momento in cui il neonato è di nuovo del tutto sano, avviene la soluzione del conflitto, cioè la crescita della ghiandola mammaria si ferma.

Con questo vediamo che i cambiamenti organici da noi considerati come malattie sono fondamentalmente il contrario di malattia: sono un processo sensato nel gioco della natura, per esempio tra madre e bambino o madre e partner.

Un’altra donna, aveva un conflitto con il marito e aveva sviluppato un cancro alla ghiandola mammaria destra, antecedentemente allo scadere del primo trimestre gravidanza (simpaticotonia). Questo conflitto si è riattivato dopo la fine della gravidanza, quindi lei ha avuto per molto tempo latte sul lato destro del seno (seno per il partner), mentre sul lato sinistro il latte si era già esaurito da un po’.

Alla fine del periodo di allattamento il cancro della ghiandola mammaria si è caseificato attraverso una tubercolosi, con le consuete sudorazioni notturne, ed è stato demolito. Questo processo può, ma non deve, eventualmente comportare dolori, il cosiddetto dolore del cervelletto, che troviamo anche nel restante corion umano (cute), particolarmente forte per esempio nel caso del “fuoco di san Antonio”. Le donne in quel caso parlano di forti dolori, come stilettate, nella zona del nodulo: il cosiddetto dolore da cicatrizzazione.

Nella TAC al seno troviamo, alla fine, una caverna nella zona in cui si trovava prima il nodulo della ghiandola mammaria. Questo è per esempio il processo biologico, com’è di regola, nei popoli che vivono ancora oggi allo stato naturale.

Nelle donne dei cosiddetti paesi civilizzati, questi processi avvengono quasi sempre al di fuori del periodo di allattamento. Se una donna nella civiltà subisce un conflitto di accudimento madre/bambino mentre non allatta, cresce allora un tale tumore della ghiandola mammaria ed imita lo scopo di “voler dare più latte” al lattante, che esiste come bambino ma nella maggior parte dei casi non come poppante. Questo ha indotto i nostri medici moderni a considerare questo tumore come una cosa completamente insensata, malata, una degenerazione della natura, poiché avevano perso la comprensione del senso originario.

Ma anche in una donna della nostra civiltà questi processi si evolvono analogamente, nonostante la donna non stia allattando, e nella fase di guarigione, se si arriva ad essa, il tumore viene caseificato con l’aiuto dei batteri fungiformi della tubercosi (se questi sono presenti) e viene demolito. Se non sono presenti batteri fungiformi (Tbc), il nodulo resta costantemente presente, incapsulato, ma naturalmente non può essere caseificato.

Ma come si può morire di cancro al seno, mi domanderete?

Ad esclusione dei processi conflittuali rari molto, molto lunghi, che possono in rari casi portare alla morte, purtroppo bisogna dire che oggi come oggi sono di regola i conflitti iatrogeni, cioè  conflitti di panico provocati dalla sconsideratezza medica come conseguenza di una diagnosi di cancro al seno (panico da paura del cancro, panico da paura di morire, crollo della stima di se (autostima), ecc, i quali provocano poi un nuovo cancro, secondo la medicina ufficiale: “metastasi”) e dei quali  si può morire molto facilmente. Ma tutto ciò non ha più niente a che fare con la malattia iniziale.

Mentre vediamo allora nel cancro della ghiandola mammaria un aumento di tessuto nella fase di conflitto attivo, vediamo nei cancri dei dotti lattiferi delle ulcere, cioè diminuzione delle cellule nel rivestimento dei dotti lattiferi.

Dal punto di vista psichico si tratta sempre di un conflitto di separazione, o madre/bambino o donna/madre o dal partner. Bisogna immaginare questo processo molto realisticamente, come se questi individui fossero incollati insieme e durante la separazione un pezzo della cute esterna fosse strappato via, come avviene solitamente nel quadro clinico della neurodermite per quanto concerne l’epidermide del corpo.

Queste ulcere sono un aspetto dei sintomi. L’altro sintomo è la paralisi sensoria dei dotti lattiferi. Se la paralisi sensoria raggiunge la cute esterna del seno, la paziente non ha più nessuna sensibilità nel capezzolo. Questo processo viene osservato raramente, mentre nei casi dei carcinomi della ghiandola mammaria a seconda della grandezza del seno e della localizzazione della zona colpita si può palpare il nodulo già dopo poche settimane.

Nel caso del cancro dei dotti lattiferi il cosiddetto nodo cirrotico forma un’eccezione; si forma quando il conflitto dura quasi all’infinito. Si potrebbe chiamare anche cancro di retrazione della cicatrice. Un tale cancro cirrotico si può osservare a volte nella mammografia come addensamento. Segni tipici sono anche piccoli spruzzi calcificati.

Se avviene una soluzione del conflitto di separazione, vediamo apparire in questo caso una complicazione che biologicamente non era prevista, in quanto durante la fase di guarigione normalmente il poppante succhierebbe il latte. In questo nostro caso non viene prodotto del latte ma del secreto da ferita, che spesso non riesce a defluire e ristagna nel seno, il quale diventa caldo e molto rosso e si gonfia in breve tempo. Cioè il seno ingrossa solo dall’inizio della fase di guarigione, mentre nel caso del cancro alla ghiandola mammaria è al contrario.

Il seno sgocciolante è un buon segno e significa, che il secreto viene svuotato attraverso il capezzolo verso l’esterno o addirittura sgocciola, cioè i dotti lattiferi colpiti non sono chiusi completamente dall’edema, ma riescono a svuotare il secreto verso l’esterno. È antipatico il fatto che adesso  torni la sensibilità, quasi sempre in modo eccessivo e si può parlare di iperestesia. A volte la paziente sente un regredire interno del volume del seno, quando il conflitto è durato a lungo.

Si dovrebbe operare solamente quando sembrerebbe la soluzione più sensata, cioè quando la guarigione spontanea durerebbe troppo a lungo o se si sono presentati ulteriori conflitti. Per esempio quando la paziente si sente sfigurata dal nodulo, e a causa di una DHS, si è formato un melanoma e/o quando per un motivo qualsiasi si rompe l’epitelio pavimentoso soprastante: allora abbiamo un seno aperto, burroso, maleodorante, che può creare problemi. La stessa cosa succede anche quando il seno viene aperto con un taglio o con una puntura.

http://www.warmfit.com/wp-content/uploads/2016/01/presentazione20NMG.pdf

 

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Jun
1
Fabio, Sport Masseur

Hamer: Carcinoma della vescica – tumore o ulcera

dottor g. r. Hamer - official group
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Hamer: Carcinoma della vescica – tumore o ulcera;     La seconda legge della natura della Nuova Medicina Germanica®, la legge della bifasicità di tutte le cosiddette malattie dice che tutte le cosiddette malattie cioè i programmi speciali biologici della natura si evolvono in due fasi: con una

1)    fase di conflitto attivo, fredda, simpaticotonica (fase ca) a partire dalla DHS ed una

2)    fase di guarigione, di conflitto risolto o vagotonica, in breve fase pcl, nel caso avvenga una soluzione del conflitto.

Hamer: Carcinoma della vescica – tumore o ulcera

La Nuova Medicina Germanica® è il catalogare secondo la storia evolutiva o l’embriologia e spiega la correlazione tra i vari foglietti embrionali e le varie formazioni istologiche da essi risultanti o masse cancerogene e tessuti normali. Cataloghiamo tutti i vari tumori e gonfiori secondo la storia evolutiva, o secondo i criteri dei vari cosiddetti foglietti embrionali e troviamo un ordine meraviglioso.

In ogni zona tumorale troviamo:

–    il disegno istologico del tessuto che deve esserci per motivi embriologici,

–    i conflitti imparentati per foglietto embrionale,

–    i relè cerebrali imparentati per foglietto embrionale, i cosiddetti focolai di Hamer (HH),

–    organi imparentati per foglietto embrionale che li riguardano,

–    microbi imparentati per foglietto embrionale,

–    anche il senso biologico di ogni cosiddetta malattia dipende dal foglietto embrionale.

Le cosiddette malattie, cioè le parti dei programmi speciali biologici sensati che appartengono al foglietto embrionale interno o endoderma, vengono governate dal tronco encefalico, ed hanno lì una localizzazione ordinata, in quanto iniziano nel tronco encefalico dorsalmente a destra con le malattie della bocca, si posizionano in senso antiorario seguendo il tratto digerente e finiscono con il sigma e la vescica dorsalmente a sinistra.

Dal punto di vista istologico tutti i carcinomi governati dal tronco cerebrale diventano adenocarcinomi e questo senza eccezione. Crescono tutti nella fase di conflitto attivo con aumento di cellule e nella fase di guarigione vengono di nuovo demoliti attraverso funghi e batteri fungiformi (se sono presenti). I micobatteri però cominciano a moltiplicarsi già dalla DHS in poi, con la stessa velocità degli adenocarcinomi, ma solo tanto quanto necessiterà poi per la demolizione del tumore. Questo significa che tra la sistemazione dei relè cerebrali e gli organi esiste un ordine ben comprensibile. Vediamo inoltre che i conflitti inerenti sono simili, cioè si tratta sempre del fatto di “afferrare” il boccone, per esempio di inghiottire il boccone, trasportarlo oltre, digerirlo ed infine poterlo eliminare. Questo ordine su tutti e 3 i livelli e specialmente anche sotto il punto di vista istologico, sarà in futuro un aiuto diagnostico, perché per esempio non ci sarà più bisogno di fare biopsie, se non in rari casi eccezionali, quando non sarà chiara l’appartenenza anatomica del tumore.

La DHS (Sindrome di Dirk Hamer), lo choc conflittuale, è l’inizio dell’attività conflittuale e contemporaneamente l’inizio di ogni cosiddetta malattia, non solo del cancro. Nella prima fase, che chiamiamo simpaticotonia permanente, abbiamo le mani fredde, la periferia fredda, insonnia, diminuzione di peso, fin quando il conflitto è attivo. Inoltre viene segnato il relativo centro di relè nel cervello con la cosiddetta configurazione a bersaglio (focolaio di Hamer). “Bersaglio” significa, che il focolaio di Hamer (HH) si trova in fase di conflitto attivo. I conflitti biologici sono tutti conflitti arcaici, che coincidono in modo analogo sia nella persona che nell’animale.

I contenuti dei conflitti richiedono un certo impegno nell’occuparsi della storia evolutiva e la dicitura è scelta in modo tale da essere valida sia per noi esseri umani che anche per l’animale, in quanto questi conflitti devono essere quasi “inter – animale”, almeno per noi mammiferi. Perciò risultano termini come “conflitto brutto”, “conflitto brutto indigeribile”, “brutto conflitto semigenitale” ecc.

Fino ad ora si sosteneva erroneamente l’opinione che sostanze chimiche, specialmente le cosiddette amine industriali portavano al cancro della vescica, perciò questa forma di cancro veniva spesso nominata come cancro di anilina. La Nuova Medicina Germanica invece ha acquisito tutt’altre e dimostrabili conoscenze.

Il conflitto nell’(adeno)carcinoma della vescica è un conflitto brutto: “porcheria”.

Esempio: una donna incinta viene picchiata brutalmente da suo marito.

In questo momento della DHS il contenuto del conflitto è già definito nella comprensione della paziente. Nella fase di conflitto attivo si formano o adenocarcinomi con crescita a cavolfiore di qualità secretoria, cosiddetti polipi della vescica, o adenocarcinomi con crescita piatta di qualità assorbente, specialmente nel trigono della vescica, il triangolo tra l’ingresso degli ureteri  e l’uscita dell’uretra, che si espandono fino a quando il conflitto è attivo.

Di qualità secretoria significa, che il boccone viene sminuzzato, diviso o digerito con succo digestivo, per esempio nel caso dei tumori con crescita a cavolfiore = polipi.

Di qualità assorbente significa che sostanze nutritive vengono assorbite dall’intestino nel circolo sanguigno e linfatico, come nel caso dei adenocarcinomi a crescita piatta.

Fino a quando il conflitto è ancora attivo, il tumore cresce. Nella vescica troviamo prevalentemente o quasi esclusivamente il tipo assorbente, che ha una funzione quasi come il carcinoma dei tubuli collettori renali, cioè si dovrebbe riprendere (= riassorbire) una parte dell’urina.

Dopo la soluzione del conflitto inizia la fase di conflittolisi o fase di guarigione o vagotonia permanente. Adesso il tumore viene demolito (cistite tubercolotica) con necrotizzazione caseificante attraverso funghi o batteri fungiformi (micobatteri); questo processo comporta sempre sudorazioni notturne e anche febbre.

Anche i microbi possono essere attribuiti ad uno dei tre foglietti embrionali, ed essi lavorano solo su comando del nostro cervello, e sempre solo dopo la soluzione del conflitto. Se però non erano presenti dei micobatteri già all’inizio della malattia (DHS), avviene solo un incapsulamento del tumore, cioè il tumore rimane presente (incapsulato). In questo caso la diagnostica ed anche l’intera terapia cambiano totalmente.

Il senso biologico si trova nella fase ca e significa che nel caso dei carcinomi a crescita piatta, cioè di tipo assorbente, si continua a riassorbire più urina per risparmiare acqua.

Grazie alle conoscenze acquisite della Nuova Medicina Germanica® sulla demolizione spontanea di questi carcinomi del cervello antico durante la fase di guarigione, in futuro si renderà superfluo l’intervento chirurgico in quasi tutti questi carcinomi, naturalmente con la premessa che avvenga una soluzione del conflitto e che il paziente abbia  già all’inizio della malattia funghi o batteri fungiformi, cioè tubercolosi (bastoncini acidoresistenti).

Hamer: Carcinoma della vescica - tumore o ulcera

Nella medicina ufficiale, oggi, la vescica viene asportata in modo chirurgico quasi sempre per intero ed eventualmente anche il tessuto circostante, e l’urina viene evacuata con un dotto artificiale. Questo comporta frequenti conflitti correlati, poiché i pazienti, quando si svegliano dall’anestesia, subiscono spesso immediatamente un’altra DHS. In passato chiamavamo questi nuovi cancri, in perfetta ignoranza, “metastasi”, le quali però secondo l’attuale conoscenza non esistono. Le cosiddette metastasi sono nuovi cancri, che derivano da nuovi choc conflittuali, principalmente causati da choc di diagnosi e prognosi o conseguenze di interventi o di torture terapiche ed inoltre da preoccupazioni e paure sociali. Con questo, molte volte, il destino prende la sua strada. Ma ci sono anche casi che finiscono in modo letale perché i pazienti non riescono a superare il conflitto. Questo può essere insito sia nella personalità che anche nel circondario del paziente.

Esempio: una paziente, che era stata abbandonata da suo marito, col quale aveva costruito ogni cosa, a causa di un’altra donna, non poteva e non lo voleva accettare. Lei sentiva il comportamento di suo marito, che in più voleva anche divorziare da lei, come una porcheria e si ammalò di un (adeno)carcinoma della vescica. Quando lei si trovò nella clinica, suo marito, che probabilmente aveva la coscienza sporca, veniva spesso a trovarla. Questo le fece riprendere speranze. Ma il marito non mostrava più nessun interesse nei suoi confronti, e così i suoi pensieri giravano in tondo: “che schifezza, non me lo merito, dove ho sbagliato?”

Mentre gli organi governati dal cervello antico fanno un aumento di cellule in fase di conflitto attivo, vediamo negli organi governati dal neoencefalo una diminuzione di cellule: ulcere o necrosi. L’ulcera è un difetto di sostanza che troviamo in tutti i carcinomi di epitelio pavimentoso, cioè anche nella mucosa della vescica. Il contenuto del conflitto è qui un cosiddetto conflitto di marcare il territorio con un carcinoma ulceroso della vescica. In queste cuti e mucose di epitelio pavimentoso, durante la fase ca, si ha una diminuzione di tessuto cioè un’ulcera.

I focolai di Hamer si trovano a sinistra o a destra temporo-occipitale nel centro della corteccia postsensoria. Qui esistono una metà destra (femminile) ed una metà sinistra (maschile) della vescica. Poiché dal punto di vista della storia evolutiva la cosiddetta vescica urinaria in tempi remoti era istallata bilateralmente. Esistevano allora una vescica destra ed una sinistra, come oggi esistono ancora due reni e due ureteri. Le due vesciche si sono unite evolutivamente.

I contenuti del conflitto per la metà femminile (destra) rappresentano un conflitto di determinazione della posizione, è quasi un conflitto di marcare il territorio del territorio interno, cioè un conflitto di non poter riconoscere il confine del territorio (per esempio non sapere dove o a cosa si appartiene).

Per la metà maschile (sinistra) della vescica si tratta di un conflitto di confine, cioè di un conflitto di marcare il territorio per il territorio esterno (in quanto il mammifero marca il territorio con l’urina). Dal punto di vista biologico gli individui colpiti non riescono più a marcare il territorio.

Esempio: il marito torna a casa inaspettatamente prima del previsto da un viaggio d’affari e sorprende la moglie con un comune amico nel letto matrimoniale.

Mentre negli organi governati dal tronco encefalico la lateralità non ha ancora nessuna importanza, negli organi governati dal neoencefalo essa è di importanza fondamentale. Bisogna differenziare, specialmente nei conflitti della corteccia cerebrale, tra i relè cerebrali associati in modo definitivo al lato per il/la partner o al lato bambino/madre e i relè associati in modo variabile nella zona del territorio. Ogni persona è: o mancina o destrimane. Nel caso di gemelli monozigoti sempre uno è mancino e l’altro è destrorso. Se si applaude come al teatro, la mano superiore determina la lateralità. Oltre alla lateralità anche la situazione ormonale determina dove il conflitto colpisce, in quanto un cambiamento della situazione ormonale cambia anche la sensazione del conflitto e l’associazione del conflitto.

Una donna destrimane per esempio, che prende la pillola o è in menopausa, sente il conflitto di marcare il territorio per il territorio interno come maschile, cioè come conflitto di confine in senso maschile, cioè cambia l’emisfero (lato del cervello).

Ma anche la donna mancina, senza pillola, cambia il lato del cervello, in quanto i conflitti a causa dell’essere mancina colpiscono per principio sempre il lato controlaterale dell’emisfero del cervello.

Altrettanto nell’uomo mancino che reagirebbe, nel caso di un conflitto di marcare il territorio, sull’emisfero sinistro femminile, invece che sul lato destro maschile, con un focolaio di Hamer, in quanto tra destrimani e mancini la relazione tra livello psichico e cervello è invertita nei lati.

Dal cervello verso l’organo invece la relazione è sempre costante.

Quando si è verificata una DHS, si forma un’ulcera nella fase di conflitto attivo, che non sanguina o lo fa solo minimamente, e causa eventualmente leggeri dolori. Più antipatici invece sono i cosiddetti spasmi della vescica (una contrazione a modo di crampo, estremamente dolorosa della muscolatura della vescica urinaria), in quanto la mucosa della vescica è molto sensibile, poiché fornita di sensibilità dal centro corticale postsensorio. Il senso biologico si trova anche qui nella fase ca e significa che la parete della vescica diventa più sottile. Grazie a ciò la vescica può contenere una quantità maggiore di liquido e con ciò marcare meglio il territorio (con più urina).

Dopo la soluzione del conflitto, nella fase di guarigione, quest’ulcera viene ripristinata con nuove cellule con l’aiuto di virus (che sono responsabili esclusivamente per gli organi appartenenti al foglietto embrionale esterno). Visto che in passato non lo sapevamo, abbiamo considerato la neoformazione delle cellule, che nella fase di guarigione fanno un vero aumento cellulare (soltanto per riempire l’ulcera), come tumori a volte molto maligni. Durante questo processo si forma un forte edema nella zona dell’ulcera, con eventuale sanguinamento della vescica, e può avvenire anche un impedimento meccanico passeggero del deflusso delle vie urinarie uscenti. Però il paziente non ha più spasmi, eventualmente solo leggeri dolori da cicatrizzazione. Invece ha la sensazione di pressione e urgenza di urinare con bruciore e dolore durante la minzione.  Lo svuotamento avviene solo con piccole quantità d’urina. L’urina può essere torbida, mescolata con muco o con piccole quantità di sangue prendendo un colore rossiccio.

I cosiddetti papillomi sono già i residui corneificati, guariti delle precedenti ulcere, che ritenevamo erroneamente dei carcinomi, ma in fondo erano verruche innocue.

Se si presentano frequenti brevi recidive parliamo di cistite cronica. Il paziente possiede nella cicatrice psichica del conflitto qualcosa come un suo tendine d’Achille psichico, un suo punto debole. Lo stesso conflitto lo attira quasi magicamente, si può anche dire che cade sempre di nuovo nella stessa trappola (binario), perfino quando lo sa. Ma non ha niente a che fare con i cosiddetti “raffreddamenti”, come si credeva in passato.

Se il nostro cervello è il computer del nostro organismo, lo è per tutto! Non ha senso immaginare che alcuni processi di questo organismo possono succedere aggirando il computer. In fondo non eravamo in grado di valutare in modo giusto neanche una singola  malattia, poiché o abbiamo visto solo la fase di conflitto attivo, e l’abbiamo chiamata malattia fredda,

o abbiamo visto solo la fase di guarigione e l’abbiamo chiamata malattia infettiva. Adesso sappiamo che niente di tutto questo era giusto. In quanto ogni cosiddetta malattia è parte di un processo bifasico (se avviene la soluzione) con una fase di conflitto attivo e una fase di guarigione di conflitto risolto.

 

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