Carla T. Fit. + pesistica, Author at warmfit
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Oct
5
Carla T. Fit. + pesistica
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Alici o Acciughe

• Descrizione del pesce e delle sue carni

• Acciughe: proprietà Nutrizionali

• Pomodori ripieni gratinati con filetti di Acciughe

Descrizione del pesce e delle sue carni

L’acciuga, detta anche alice, è un pesce diffuso in tutto il Mediterraneo, nell’Atlantico e nel Baltico. Simile alla sardina ha un corpo più sottile e affusolato che raggiunge in età adulta i 15-20 cm di lunghezza. AcciugheLe acciughe appartengono alla categoria del pesce azzurro con la quale condividono forma, dimensione e colore del corpo. Il dorso delle alici è infatti percorso da una striscia azzurra con sfumature verdi, le scaglie delle parti laterali e del ventre sono invece argentee.

Le acciughe vivono in branchi, nutrendosi di crostacei e piccoli pesci. Le loro carni, sia fresche che conservate, sono particolarmente gustose ed indicate specialmente per la frittura. Famose sono le alici conservate sott’olio o sotto sale, così come la pasta d’acciughe utilizzata per insaporire tartine, salse e pietanze varie.

Un’alice fresca si riconosce dall’odore (delicato e gradevole, non ammoniacale), dall’aspetto (corpo brillante e carni sode con squame aderenti), dal colorito delle branchie (rosaceo tendente al rosso) e dall’occhio (vivo e sporgente, con pupilla nera, non arrossata).

Molto simile alle acciughe ma meno pregiata, l’alaccia viene spesso commercializzata come alice. Per scoprire l’inganno è sufficiente osservare il taglio della bocca che, mentre nelle acciughe si spinge oltre la base dell’orecchio, nell’alaccio non raggiunge l’occhio.

Acciughe: proprietà Nutrizionali

Oltre ad avere una larghissima utilizzazione gastronomica, le acciughe sono un alimento consigliabile anche dal punto di vista salutistico. Come tutto il pesce azzurro anche le alici sono infatti ricche di grassi omega-tre, proteine, riboflavina, niacina, calcio, ferro, fosforo e selenio.

Quando si acquistano acciughe conservate sotto sale è bene sciacquarle abbondantemente sotto acqua corrente in modo da non assumere quantitativi eccessivi di sodio, pericolosi soprattutto per chi soffre di ipertensione.

filetto di acciugaLe alici conservate sott’olio vanno scelte in base alla tipologia di olio utilizzato. Da preferire quelle in olio extravergine, da evitare quelle conservate in una confezione contenente “olio vegetale”, senza che venga specificato in etichetta il tipo di olio utilizzato.

Chi soffre di gotta dovrebbe assolutamente evitare il consumo di alici.

Spesso le acciughe vengono consumate fritte, compiendo una scelta salutisticamente discutibile. Concedersi di tanto in tanto un piatto di pesce fritto non è poi così pericoloso, purché vengano rispettate alcune regole importanti. Innanzitutto è bene scegliere un olio con punto di fumo elevato come quello extravergine di oliva, di arachidi o di palma raffinato. La frittura delle alici dovrebbe avvenire a temperature non troppo alte (inferiori ai 180°C) e, a cottura ultimata, andrebbero scolate con cura e riposte su un doppio strato di carta assorbente.

Durante la primavera e l’estate le acciughe depongono le uova da cui nascono i famosi e molto ricercati bianchetti, specialità culinaria indicata specialmente per la preparazione di tartine, frittelle ed antipasti.

ACCIUGHE [100 grammi] Calorie Proteine Grassi colesterolo Carboidrati Sodio
Kcal g g mg g mg
Alici fresche 96 16,8 2,6 70 1,5 104
Alici sott’olio 206 25,9 11,3 120 0,2 480
Alici sotto sale 128 25 3,1 70 0 3604

Pomodori ripieni gratinati con filetti di Acciughe

Ricetta per preparare i pomodori ripieni più gustosi e leggeri del web, perché preparati con pochissimi grassi aggiunti. Alice, la tua PersonalCooker, è in onda su MypersonaltrainerTv per spiegarti passo passo come trasformare vere e proprie bombe caloriche in piatti leggeri ed equilibrati.



Sep
19
Carla T. Fit. + pesistica
Tipologie d’allenamento. Ossigenazione: aerobico o anaerobico?
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Tipologie d’allenamento. Ossigenazione: aerobico o anaerobico? Si cercherà in questo articolo di semplificare al massimo la descrizione di attività aerobica ed anaerobica.
Aerobico anaerobico.

I termini aerobico o anaerobico determinano diversi modi relativi alla generazione di energia nei muscoli durante l’allenamento.

Aerobico indica: in presenza di ossigeno

Tipologie d'allenamento. Ossigenazione: aerobico o anaerobico?

In poche parole l’energia è prodotta aerobicamente fino a quando è sufficiente l’ossigeno fornito ai muscoli durante l’esercizio, attraverso il sistema cardiovascolare. Più siete allenati aerobicamente, maggiori sono le capacità di trasportare ossigeno.

Detto questo, i nostri muscoli scheletrici continuano a produrre energia anche quando il sistema cardiovascolare non è in grado di fornire abbastanza ossigeno ai muscoli, di conseguenza questi generano energia anaerobicamente, cioè senza ossigeno.

Metabolismo anaerobico – periodi molto brevi da 0-20″, non c’è produzione di acido lattico.
Metabolismo anaerobico lattacido -tempi medio brevi, da 20″-2’30” c’è produzione di acido lattico.
Metabolismo aerobico – tempi lunghi da 2’30” in po, ma raggiunge il massimo utilizzo dopo i 20″.

Il sistema anaerobico fornisce la maggior parte dell’energia indispensabile per gli allenamenti di forza. Durante il riposo, ma anche durante sforzi moderati, i vostri muscoli lavorano in modo aerobico, perché consumano in prevalenza ossigeno.

Tipologie d'allenamento. Ossigenazione: aerobico o anaerobico?
Nella fascia compresa tra il 50% e l’85% della capacità massima, il lavoro si trasforma progressivamente in anaerobico, dal momento che i muscoli non riescono ad utilizzare abbastanza ossigeno.
Il sistema anaerobico lattacido consuma glucosio, uno zucchero semplice derivato dai carboidrati più complessi e produce acido lattico, una sostanza tossica che causa sensazione di bruciore nei muscoli e che porta ad un veloce affaticamento.
L’acido lattico ha lo scopo di bloccare gli arti  progressivamente per evitarne il loro danneggiamento da uno sforzo notevole (ma non massimale di certo), e protratto per alcuni secondi.
Anche il sistema aerobico usa glucosio, ma durante il processo di ossidazione brucia anche grasso. Il grasso immagazzinato nel corpo viene espulso nel flusso sanguigno e trasferito ai muscoli, dove in presenza di ossigeno viene bruciato aerobicamente assieme al glucosio per produrre energia.
Il grasso può essere bruciato solo aerobicamente ma la cosa più importante è che i prodotti di scarto del sistema (biossido di carbonio e acqua) non conducono all’affaticamento muscolare. Quindi se ridurre il grasso corporeo è lo scopo del vostro allenamento avete bisogno di allenarvi aerobicamente allo scopo bruciare una grande quantità di calorie.
Se andate nella fase anaerobica, la formazione di acido lattico vi condurrà ad un graduale affaticamento, quindi ad interrompere, in caso, l’allenamento.
Ma come riconoscere la soglia anaerobica, cioè quando il sistema si sposta da aerobico a marcatamente anaerobico? La mancanza di fiato è un segnale di un’inadeguata ossigenazione dei muscoli, così come l’iperventilazione. La sensazione di bruciore muscolare causata dall’acido lattico è un altro segnale.
Anche un veloce affaticamento tale da non permettervi di continuare l’attività è un sintomo.
Concludendo, possiamo dire che ogni attività aerobica come: correre, nuotare, camminare, andare in bicicletta, può anche essere eseguita ad un ritmo anaerobico.
Da studi recenti si è comunque notato che la migliore condizione la troviamo in un allenamento detto Interval Training. Quando aumentiamo l’intensità dell’esercizio e poi la diminuiamo per poi riportarla in soglia aerobica e ripetendo il ciclo più volte. Questo svilupperà un alto livello di forma cardiovascolare ma non dimenticate di protrarre l’esercizio per almeno 20/30 min.

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Sep
9
Carla T. Fit. + pesistica
Accenni sul mal di stomaco. Diagnosi, Trattamento
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Accenni sul mal di stomaco. Diagnosi, Trattamento

• Malattie e mal di stomaco
• Diagnosi e trattamento

 

Accenni sul mal di stomaco. Diagnosi, Trattamento

Accenni sul mal di stomaco. Diagnosi, Trattamento

Il mal di stomaco* è un sintomo piuttosto diffuso, presumibilmente sperimentato in almeno un’occasione dalla stragrande maggioranza della popolazione. Fortunatamente, il più delle volte il mal di stomaco rappresenta un disturbo passeggero, che regredisce spontaneamente o attraverso semplici interventi comportamentali e/o farmacologici.

Solo in una piccola percentuale dei casi, il dolore gastrico è spia di condizioni patologiche piuttosto serie; è quindi importante saper riconoscere quali sono i sintomi “spia” che richiedono un immediato consulto medico. Ad ogni modo – proprio per l’estrema variabilità delle condizioni potenzialmente responsabili – l’interpretazione dei sintomi e la diagnosi sono spesso difficoltose e sovente necessitano di un’indagine approfondita mediante gastroscopia, analisi del sangue ed esame radiologico.

* spesso, in riferimento al mal di stomaco i medici preferiscono parlare di “dolore epigastrico”. L’epigastrio (parte superiore e centrale dell’addome) è la tipica sede del dolore non solo nelle affezioni dello stomaco, ma anche in quelle duodenali.

Malattie e mal di stomaco

ULCERA GASTRICA: il dolore viene descritto come un bruciore trafittivo, di intensità variabile e piuttosto localizzato. Il mal di stomaco insorge tipicamente entro i primi 30 minuti dopo il pasto (dolore postprandiale precoce) e tanto più la lesione ulcerosa si avvicina al piloro (tratto di congiunzione dello stomaco con il duodeno), tanto più tardiva è la sua comparsa.

Quando contattare il medico

Se i sintomi persistono e sembrano indipendenti dalle abitudini alimentari.

Se la terapia che si sta seguendo non migliora il mal di stomaco e gli altri sintomi.

Se si riconoscono tracce più o meno evidenti di sangue nel materiale vomitato o rigurgitato.

Se le feci appaiano nere ed appiccicaticce, catramose.

Nel caso si avverta dispnea (fiato corto), febbre, debolezza od altro segno di malessere generale.

Elementi come sede del dolore, possibili fattori scatenanti, durata, sintomi associati ed eventuale irradiazione, vanno annotati e riferiti scrupolosamente al medico.

ULCERA DUODENALE:
rispetto al caso precedente, il mal di stomaco compare tipicamente da 1 ora e mezza a 3 ore dopo il pasto (postprandiale tardivo), talvolta si localizza verso destra ed in più della metà dei casi provoca il risveglio notturno del paziente.

PERFORAZIONE DI UN’ULCERA PEPTICA
Il mal di stomaco è improvviso e violento, e tende a diffondere all’addome e ad irradiarsi alle spalle; si accompagna a sudorazione, tachicardia, nausea, vomito ed assunzione della posizione rannicchiata su un fianco. I sintomi dolorosi, particolarmente intensi, si accentuano alla palpazione ed al rilascio della mano, mentre la parete addominale è rigida come conseguenza della peritonite chimica.

TUMORE ALLO STOMACO:
purtroppo molto spesso questa malattia decorre per lungo tempo in maniera asintomatica o paucisintomatica (la sintomatologia è assente, lieve o comunque sfumata). Il mal di stomaco resiste ai farmaci anti-acidità gastrica, vi è un’oggettiva difficoltà a mangiare grandi quantità di cibo, in particolar modo le carni; il paziente lamenta febbre e un senso di malessere generale spesso associato ad uno stato anemico. I sintomi sono ingravescenti nel tempo ed in una fase avanzata si registra presenza di sangue nel vomito o nelle feci (che assumono un aspetto catramoso).

GASTROENTERITI ACUTE (INFLUENZA INTESTINALE):
il mal di stomaco è tipicamente associato a dolore addominale diffuso, vomito, febbre, malessere generale e diarrea. Il decorso della malattia è piuttosto breve (normalmente le condizioni migliorano fino alla completa guarigione nel giro di qualche giorno).

GASTRITE ACUTA:
è causata dall’ingestione di sostanze irritanti o gastrolesive, inclusi alimenti (come l’abuso di alcolici e caffè) e farmaci particolari; il dolore è sordo, diffuso, di tipo urente e spesso associato a vomito, che nei casi più gravi è francamente ematico o “catramoso” e maleodorante.

GASTRITE CRONICA:
il dolore, lieve e sfumato o addirittura assente, può avere un’origine autoimmune o batterica (infezione da Helicobacter pylori).

COLICA BILIARE:
nella calcolosi biliare un dolore assai intenso, simile ad una “una morsa che stringe e molla ripetutamente”, viene percepito intorno alla regione superiore dell’addome (al centro o a destra); l’algia può durare anche diverse ore, in genere ha intensità costante e tende a migrare verso il dorso, localizzandosi nella regione compresa tra la colonna vertebrale e l’angolo inferiore della scapola destra. Sovente, questa sintomatologia dolorosa si accompagna a nausea e vomito; più raramente a colorazione giallastra della pelle e delle sclere oculari (ittero)

PANCREATITE CRONICA, TUMORE DEL PANCREAS:
il mal di stomaco tende ad irradiarsi al dorso e può coinvolgere un solo o più quadranti addominali superiori (distribuzione a cintura); dapprima il dolore è di tipo episodico, successivamente costante, con progressivo decadimento delle condizioni generali. L’algia è intensa, fastidiosa, continua o quasi, talora aggravata dai pasti, ma più spesso indipendente da essi; è tipico il suo legame con la postura: infatti, è solitamente accentuata in posizione supina (pancia all’insù) mentre viene attenuata da alcune manovre, come la flessione del tronco in avanti, la posizione laterale destra e la compressione dell’addome. Le forme acute (pancreatite acuta) insorgono improvvisamente, con sintomi più violenti, ed hanno tendenza alla guarigione (se la causa viene eliminata).

Quelle appena elencate sono le più comuni e gravi malattie responsabili di mal di stomaco. In molti casi, comunque, questa condizione è scorporata da qualsivoglia patologia. Il dolore gastrico può essere ad esempio causato o favorito dall’iperacidità conseguente a pasti troppo abbondanti o difficili da digerire, al fumo, all’ansia, allo stress, all’assunzione di determinati farmaci (antinfiammatori FANS, come l’aspirina o l’ibuprofene) o a qualche bicchierino di troppo. Vedi anche: bruciore di stomaco e reflusso gastroesofageo.

Diagnosi e trattamento

Gli interventi terapeutici dipendono dalle cause responsabili di mal di stomaco. Possono ad esempio comprendere l’evitamento di determinati cibi, l’assunzione di antibiotici (contro l’helicobacter pylori), farmaci antiacidi (per il trattamento di gastriti, ulcere e reflusso gastroesofageo), analgesici (per placare il dolore allo stomaco), preparati enzimatici (pancreatina, bromelina e papaina, da assumere ai pasti per favorire la digestione), o medicinali capaci di migliorare la tenuta dello sfintere gastroesofageo e promuovere lo svuotamento dello stomaco (procinetici). In alcuni casi selezionati, ad esempio quando il mal di stomaco è causato dalla presenza di un’ernia iatale di grosse dimensioni, può rendersi necessario il ricorso ad interventi di chirurgia mini-invasiva.

http://www.warmfit.com/it_IT/groups/dottor-r-g-hamer-official-group/forum/

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Sep
8
Carla T. Fit. + pesistica
Alimentazione: Concetti su assunzione di proteine
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.Alimentazione: Concetti su assunzione di proteine;

PROTEINE “Se le conoscete non le evitate”

 

• Quante Proteine assumere?

A cura del dottor Davide Marciano

PROTEINE “Se le conoscete non le evitate”

Alimentazione: Concetti su assunzione di proteine

Alimentazione: Concetti su assunzione di proteine

Le proteine sono alla base della vita stessa. Esse sono essenziali per la pelle, per i capelli, per le ossa, producono ormoni, permettono un ottimale funzionamento del sistema immunitario e, nel caso degli sportivi, sono essenziali per la crescita muscolare.
Assunzione proteica 

Una carenza della quota proteica, quindi, indurrà uno squilibrio di tutti gli eventi sopra citati, fondamentali per la vita e per la crescita. Qualora, infatti, l’apporto nutrizionale non sia dei migliori, le proteine vengono sacrificate a scopo energetico e questo avviene tramite il catabolismo muscolare, che impedirà qualsiasi aumento di massa muscolare.
Il ruolo delle proteine come componenti essenziali della salute e della performance non può non essere confermato dalle ricerche più recenti. La diatriba per le diverse assunzioni proteiche nasce, però, tra la comunità medica ufficiale e non: la prima ritiene che un apporto proteico di 0.6g / 0.9g di proteine per Kg corporeo sia sufficiente a tutte le persone, sportivi compresi; la seconda, invece, ritiene che tale apporto proteico è basso sia per una persona sedentaria, sia per uno sportivo.

Quante Proteine assumere?

Partendo dal presupposto che nella vita qualsiasi eccesso faccia male, si ritiene che un’assunzione di 0.9g di proteine sia veramente troppo bassa per una persona, specialmente se pratica sport o ancora meglio body building che ha, come fine principale, la crescita muscolare.
Per quanto riguarda  invece un’assunzione proteica alta, vi è un po’ di confusione dovuta alla solita eredità dataci dai grandi bodybuilder. Questi, grazie all’elevata sintesi proteica fornita dall’uso sproporzionato di farmaci, assumono 5 o 6 g di proteine per Kg corporeo, senza avere gravi conseguenze (anche se ci sono stati casi di insufficienza renale).
Il semplice sportivo “NATURAL” non può certo arrivare a tale quantitativo o ridursi ad assumere 0.6 / 0.9g di proteine senza avere conseguenze negative.
Quindi, una periodizzazione proteica che tenga presente della disciplina praticata, dello stato di salute, della quantità di massa muscolare, dell’età, del lavoro svolto (sforzo fisico o mentale) è la scelta migliore e senza arrivare ai classici eccessi, sicuramente deleteri per lo sportivo, si possono assumere 1.4g di proteine che possono arrivare anche a 3g per il bodybuilder (in determinati periodi dell’anno) senza avere problemi.
A tal proposito è meglio sfatare alcuni miti:

1) LE DIETE RICCHE DI PROTEINE FANNO MALE AI RENI.
Gli studi dimostrano che una dieta ricca di proteine ha dato peggioramenti in persone che già avevano patologie renali. Non esistono al momento studi che dimostrano la nocività di una dieta “iperproteica” su persone sane.

2. GLI ATLETI DEVONO ASSUMERE LO STESSO QUANTITATIVO DI PROTEINE DEI SEDENTARI?
Gli atleti non solo hanno bisogno di più proteine, ma devono anche aumentare la quota degli altri macro e micro alimenti. Un atleta, infatti, oltre a bruciare le calorie per le normali funzioni fisiologiche del corpo (metabolismo basale) deve anche allenarsi e sostenere una massa muscolare maggiore. È impensabile che un atleta o un sedentario assumano le stesse percentuali di alimenti e in particolare di proteine.

3. SI POSSONO ASSIMILARE SOLO 30g. DI PROTEINE PER PASTO.
Anche escludendo gli studi contrari, tale affermazione è troppo generalizzata, ovvero non tiene conto dell’età, dello sport, del sesso, della percentuale di massa magra ecc.
Infatti una persona sedentaria che non pratica sport, quindi con un metabolismo basale estremamente lento, potrebbe non assimilare più di 30g di proteine per pasto, ma una persona con le caratteristiche opposte alla precedente, molto probabilmente potrà assumere 30g e più di proteine.
Quindi, è molto superficiale dire che le persone non assimilano più di 30g di proteine per pasto!
Inoltre, ricordatevi che una buona quota proteica abbinata ad un buon programma di allenamento innescherà una grande risposta ipertrofica (crescita muscolare).

4. TUTTE LE PROTEINE SONO UGUALI?
Troppe volte le proteine vegetali sono paragonate a quelle animali trascurando le notevoli differenze che distinguono le une dalle altre.
Tutti i prodotti lattiero-caseari, la carne, il pesce (proteine animali), sono detti cibi completi, poiché contengono tutti gli aminoacidi essenziali (quelli che il nostro organismo è incapace di produrre da solo).
Tutti gli amidi (eccetto i semi di soia), le verdure, la frutta (proteine vegetali) sono incomplete, in quanto non posseggono tutti gli aminoacidi essenziali.

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Sep
5
Carla T. Fit. + pesistica
ACQUA DI COCCO
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Acqua di Cocco

• Cos’è l’Acqua di Cocco?

• Estrarre l’Acqua di Cocco

• Caratteristiche Nutrizionali

• Noce di Cocco: Com’è Fatta?

Cos’è l’Acqua di Cocco?

L’acqua di cocco è il liquido chiaro, traslucido, contenuto nei frutti acerbi della pianta Cocos nucifera (Famiglia Arecaceae).
Presente solo nelle noci di cocco ancora verdi, l’acqua di cocco ha uno sviluppo precoce rispetto alla maturità del frutto (polpa); per comprenderne meglio la funzione biologica, è necessario conoscere la botanica della noce descritta nell’ultimo paragrafo dell’articolo.

Estrarre l’Acqua di Cocco

Per estrarre l’acqua di cocco dalle noci è anzitutto necessario raccoglierle verdi, circa a 7 mesi di vita, senza aspettare che cadano al suolo (momento in cui hanno già una colorazione brunastra/giallognola). I frutti di età inferiore a cinque mesi tendono ad essere amari e privi di sostanze nutritive.
Per ricavare l’acqua di cocco è necessario forarne tutti gli strati esterni o tagliare un’estremità, in modo da creare un’apertura nella cavità internam nella quale sono contenuti tra i 200 ed i 1000ml di acqua (a seconda del tipo di cultivar e delle dimensioni della noce).
NB. Nelle noci più giovani, l’acqua di cocco può essere sotto pressione e spruzzare leggermente durante la perforazione.

Caratteristiche Nutrizionali

Mentre la polpa di cocco è un alimento estremamente grasso, l’acqua di cocco non contiene una porzione elevata di lipidi.
Negli ultimi anni, l’acqua di cocco è stata commercializzata come bevanda energetica naturale o drink sportivo a ridotto contenuto di grassi, carboidrati e calorie, ma con buona concentrazione elettrolitica. Tuttavia, i livelli di sodio, potassio, magnesio e calcio contenuti in 100ml di prodotto non sono poi così elevati, né tanto meno equilibrati rispetto al fabbisogno di un organismo umano adulto.
Infatti, il marketing dell’acqua di cocco attribuisce al prodotto alcuni benefici per la salute, tuttavia privi di sufficienti evidenze scientifiche. Per questo motivo, gli enti di regolamentazione e controllo (come la “Food and Drug Administration” statunitense) non appoggiano, ed anzi cercano di contrastare, la divulgazione di informazioni così fuorvianti.

Per maggiori informazioni riguardanti le proprietà salutistiche dell’acqua di cocco si consiglia di leggere l’articolo dedicato: Acqua di Cocco e Medicina.
Nel complesso, l’acqua di cocco è un alimento poco energetico, con una prevalenza calorica imputabile ai glucidi, seguiti da quantità poco rilevanti di proteine e grassi. Le fibre sono irrilevanti ed il colesterolo è assente.
Come anticipato, il profilo dei sali minerali non strabilia (eccezion fatta per una discreta porzione di potassio), così come quello delle vitamine.
L’acqua di cocco è una bevanda che si presta a qualsiasi regime alimentare, nessuno escluso (eccezion fatta per certe forme di insufficienza renale). Non apporta nutrienti che potrebbero incidere negativamente o positivamente sulle malattie del metabolismo, anche se in caso di iperglicemia, ipertrigliceridemia e sovrappeso sarebbe meglio evitare di consumarne porzioni significative. Contiene potassio e sodio in proporzione di 2/1, aspetto positivo per la dieta dell’iperteso; ciò nonostante, anche in tal caso, esistono alimenti dalle proprietà chimiche decisamente più utili.
L’acqua di cocco non contiene lattosio e glutine, ragion per cui si presta alla nutrizione contro le relative intolleranze.
Non infrange le regole che distinguono l’alimentazione vegetariana, vegana e crudista.
La porzione media di acqua di cocco è circa 250-350ml (45-65kcal).

Noce di Cocco: Com’è Fatta?

Come anticipato, la noce di cocco è il frutto della palma Cocos nucifera.
Dall’esterno verso l’interno, la noce è così strutturata:
•rivestimento liscio esterno detto buccia o esocarpo;
•imbottitura fibrosa detta mesocarpo;
• guscio legnoso detto endocarpo, all’interno del quale rimane attaccato l’endosperma. Quest’ultimo è il seme, ovvero la porzione viva, commestibile ed estremamente grassa della noce di cocco.
•L’endosperma solido delimita una cavità interna, dove in fase precoce si forma ed è contenuta l’acqua di cocco (endosperma liquido).

Noce di Cocco BotanicaIn definitiva, la funzione dell’acqua di cocco è quella di supportare l’endosperma e nutrire il seme, che la assorbe progressivamente durante la cosiddetta fase di sviluppo nucleare.
Queste caratteristiche fanno della noce di cocco un frutto super resistente alle intemperie, agli urti e alla macerazione in acqua sia dolce, sia salata. Infatti, una palma da cocco può diffondere i suoi semi anche a migliaia di chilometri di distanza, grazie alle correnti marine che trasportano il frutto.
In merito alla sua longevità (grazie anche all’acqua di cocco in essa contenuta), alla galleggiabilità e alla coibentazione (esocarpo e mesocarpo), la noce di cocco è stata in grado di colonizzare terre lontanissime, come la Polinesia (che, per chi non lo sapesse, in origine si presentava totalmente spoglia a causa delle origini vulcaniche). E’ comunque doveroso specificare che non è mai stato identificato il primo luogo di diffusione di questa pianta, soprattutto grazie alla capacità dei frutti di resistere e navigare per settimane o anche mesi.

Altri Alimenti – FruttaAlbicocche Amarene Anacardi Ananas Anguria Arancia Avocado Banana Cachi Cachi mela Castagne Cedro Ciliegie Cocco Cocomero Datteri Feijoa Fico d’India Fichi Fragole Frutti di Bosco Frutto della passione (Maracujà, Granadilla) Giuggiole Kiwi Lamponi Latte di Cocco Latte di Mandorla Lime Limoni Mandaranci Mango Mele Mele Cotogne Melograno Melone More Mostarda Nespole Olive Olive Taggiasche Papaya Fermentata Pere Pesche Pomelo Pompelmo Pompelmo Rosa Prugne, prugne secche Spremute di frutta e succhi di frutta Succo d’uva Susine Uva Uva Sultanina e Uva Passa ALTRI ARTICOLI FRUTTA Categorie Alimenti Alcolici Carne Cereali e derivati Dolcificanti Dolci Frattaglie Frutta Frutta secca Latte e Derivati Legumi Oli e Grassi Pesce e prodotti della pesca Salumi Spezie Verdura Ricette della salute Antipasti Pane, Pizza e Brioche Primi piatti Secondi piatti Verdure e Insalate Dolci e Dessert Gelati e sorbetti Sciroppi, Liquori e grappe Preparazioni di Base —- In Cucina con gli Avanzi Ricette di Carnevale Ricette di Natale Ricette dietetiche Light Ricette festa donna, mamma, papà Ricette Funzionali Ricette Internazionali Ricette Pasquali Ricette per Celiaci Ricette per Diabetici Ricette per le Festività Ricette per San Valentino Ricette per Vegetariani Ricette proteiche Ricette Regionali Ricette Vegane

Sep
3
Carla T. Fit. + pesistica
distensioni su panca inclinata con bilanc.
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Distensioni su panca inclinata con bilanciere

A Cura del Dr. Massimo Bonazzelli ThreeEquilibrium

Sinonimi

L’esercizio Distensioni su panca inclinata con bilanciere è noto anche come Inclined bench press, Panca inclinata.

Tipo di Esercizio

Distensioni su panca inclinata con bilanciere è un esercizio Multiarticolare/accessorio

VARIANTI: Distensioni su panca inclinata con manubri.

Distensioni su panca inclinata con bilanciere: Esecuzione

La posizione di partenza vede l’atleta seduto su una panca inclinata tra i 20° e i 45°, con la schiena nella sua posizione di forza le gambe divaricate ed i piedi saldamente appoggiati al terreno dietro le ginocchia per favorire il mantenimento delle tre curve naturali della schiena e per reggere più efficacemente il peso. I gomiti sono flessi, i polsi dritti e le spalle sono addotte ed extraruotate in modo che gomito, polso e bilanciere siano esattamente allineati sullo stesso piano verticale da una visione di lato. Il bilanciere è appoggiato sulla parte alta dello sterno o sulle clavicole oltre che sulle mani che lo afferrano ad una distanza variabile pari o superiore a quella tra le spalle. L’esecuzione consiste nello spingere il bilanciere verso l’alto sul piano verticale perpendicolare al pavimento (non alla panca) su cui giaceva prima di iniziare, cercando quindi di tracciare un segmento di linea retta. Durante la spinta, le spalle si flettono sul piano sagittale e si abducono sul piano longitudinale, mentre i gomiti si estendono e le scapole iniziano a ruotare verso l’alto nell’ultimo terzo del movimento. L’esecuzione termina con la completa estensione dei gomiti. Durante tutta l’esecuzione dell’esercizio è consigliabile scaricare parte del peso sui piedi. La corretta esecuzione di questo esercizio richiede una buona mobilità della spalla nel primo terzo del movimento per mantenere la posizione sopra descritta.

Quando esegui l’esercizio Distensioni su panca inclinata con bilanciere ricorda sempre di

Le spinta delle gambe e l’equilibrio dei muscoli della cintura addominale sono essenziali per una corretta esecuzione. I polsi non devono piegarsi indietro. al culmine della fase negativa l’avambraccio visto dal lato deve essere perpendicolare al pavimento. Alzare i glutei è considerato pericoloso per la schiena che in questo esercizio si trova in carico; mentre alzare i piedi o basculare sono considerati semplicemente errori. Terminare la distensione con le braccia esattamente perpendicolari al terreno toglie molta tensione sui muscoli interessati.

Muscoli coinvolti nell’esercizio “Distensioni su panca inclinata con bilanciere”

Gruppo 1:
Grande pettorale, Deltoide anteriore, Coracobrachiale, Bicipite brachiale (debole).

Azione: Flessione spalla

Gruppo 2:
Deltoide laterale.

Azione: Abduzione spalla

Gruppo 3:
Tricipite brachiale, Anconeo.

Azione: Estensione gomito

Gruppo 4:
Fasci inferiori del gran dentato toracico, Fasci inferiori del trapezio, Fasci intermedi del trapezio.

Azione: Rotazione superiore scapolare

Funzione dei muscoli stabilizzatori: Stabilità della spalla, della scapola, del gomito,della presa, del busto, dell’anca, del ginocchio, della caviglia e del piede

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Aug
31
Carla T. Fit. + pesistica
Integratore alimentare: Be total plus
Alimentazione - Official Group
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Integratore alimentare: Be total plus; COSA E’ Be-Total PLUS? Be-Total PLUS è un integratore alimentare di vitamine del gruppo B.

FORMATO: Scatola da 20 o 40 compresse.

Integratore alimentare: Be total plus

 

Integratore alimentare: Be total plus

 

INGREDIENTI BE-TOTAL PLUS COMPRESSE

Be-total PlusAgenti di carica: Dicalcio Fosfato, Cellulosa microcristallina; Nicotinamide; Antiagglomeranti: Sodio Croscamellose (E468), Magnesio Stearato Vegetale, Beenato di Glicerolo (E471), Biossido di silicio; Vitamina B6 Cloridrato; Calcio Pantotenato; Agenti di rivestimento: Gomma Lacca, Idrossipropilmetilcellulosa, Acido Stearico, Cera Carnauba; Vitamina B1 Nitrato; Vitamina B2 (riboflavina, amido di mais); Vitamina B12 (cianocobalamina, maltodestrine); Coloranti : E171, E110, E124; Acido Folico

COMPOSIZIONE BE-TOTAL PLUS COMPRESSE

RDA di riferimento* Multicentrum* Supradyn* Be-total plus
Vitamina A mcg 800 800 mg 1000 mcg –
Vitamina D mcg 5 5 mcg 10 mcg –
Vitamina E mg 12 15 mg 10 mg –
Vitamina K mcg 75 30 mcg – –
Vitamina C mg 80 100 mg 150 mg –
Tiamina mg 1.1 1,4 mg 20 mg 1,4 mg
Riboflavina mg 1,4 1,75 mg 5 mg 1,6 mg
Niacina mg 16 20 mg 50 mg 18 mg
Vitamina B6 mg 1,4 2 mg 10 mg 3 mg
Folacina mcg 200 200 mcg – 100 mcg
Vitamina B12 mcg 2.5 2,5 mcg 5 mcg 1,5 mcg
Biotina mcg 50 62.5 mcg 2,3 mg –
Acido pantotenico mg 6 7.5 mg 11,6 mg 9 mg
Potassio mg 2000 – – –
Cloro mg 800 – – –
Calcio mg 800 162 mg 51 mg –
Fosforo mg 700 125 mg 45 mg –
Magnesio mg 375 100 mg 5 mg –
Ferro mg 14 5 mg 1,25 mg –
Zinco mg 10 5 mg 0,5 mg –
Rame mg 1 500 mcg 100 mcg –
Manganese mg 2 2 mg 0,50 mg –
Fluoruro mg 3.5 – – –
Selenio mcg 55 30 mcg – –
Cromo mcg 40 40 mcg – –
Molibdeno mcg 50 50 mcg 0,10 mg –
Iodio mcg 150 100 mcg – –

* Razioni giornaliere raccomandate (RDA) secondo il decreto ministeriale 18/3/09 che, recependo la direttiva 2008/100, stabilisce le nuove RDA per vitamine e minerali.

* Multicentrum per adulti (una compressa)
* Supradyn (una compressa effervescente)
* Be-total plus (una compressa)

QUANDO ASSUMERE IL Be-Total PLUS ?

La casa produttrice suggerisce l’assunzione dell’integratore Be-Total plus:
1.Nei periodi di stress psico-fisico dovuti a superlavoro, nei periodi di intenso studio ed esami per migliorare la memoria e la concentrazione;
2.Nella crescita (processi di crescita corporea e pubertà);
3.In particolari situazioni di carenze da ridotto apporto, per diete dimagranti, scorrette o forzatamente monotone ovvero per aumentati fabbisogni;
4.Nei vegetariani stretti;
5.Nelle donne in età fertile che possono avere un maggiore bisogno di acido folico per cautelare una regolare gravidanza;
6.Durante malattie che richiedono impiego di antibiotici;
7.Per persone anziane con carenze nutrizionali

COSA DICONO GLI STUDI A RIGUARDO?

Compito particolarmente arduo è districarsi tra le centinaia di articoli presenti in letteratura, che hanno testato l’efficacia degli integratori multivitaminici. Per quanto il loro utilizzo sia particolarmente alto, soprattutto tra la popolazione sana, non si è infatti certi dell’effettiva veridicità di tutti i benefìci ad essi ascritti e tanto pubblicizzati dalle case produttrici; a proposito di questi presunti effetti, infatti, non esistono ancora evidenze sperimentali significative e soprattutto univoche.
Allora come interpretare tutti questi dati controversi?
Per mettere un po’ di chiarezza a riguardo, è possibile partire dalle motivazioni che spingono i consumatori verso l’uso indiscriminato di prodotti come il Be-total plus, e valutare le risposte dal mondo scientifico.

Assumere multivitaminici come il Be-total per prevenire i tumori

Nonostante siano tantissimi gli studi a riguardo, nella maggior parte dei casi si conclude con una frase tipica “sono necessari ulteriori studi per chiarire il reale effetto”. Questa classica dicitura, che scarica da ogni tipo di responsabilità oggettiva il team di esperti al lavoro, contribuisce a rendere ancor più problematico il quadro attuale, senza fornire indicazioni tangibili al consumatore. Tutti questi dubbi si fanno poi ancor più intricati considerando che nella maggior parte dei casi si parla semplicemente di multivitaminici, come se tutti i vari integratori sul mercato fossero uguali per composizione.

Non bisogna dare troppa importanza alla precedente affermazione, visitate nuovamedicina.com ( Hamer ) 

Nel caso specifico del Be-total, pur potendo definire il prodotto in questione un integratore multivitaminico generico, è necessario considerare che si tratta esclusivamente di vitamine del gruppo B, prive di altre sostanze ad effetto antiossidante per le quali in alcuni studi si è riscontrata una reale capacità protettiva nei confronti di varie neoplasie, come quelle a carico dell’apparato gastro-intestinale. Per concludere, quindi, a parte pochi studi, la supplementazione con vitamine del gruppo B (soprattutto quando si parte da una condizione fisiologica), non sembra presentare alcun effetto preventivo nei confronti delle malattie tumorali, mentre sembra poter sostenere l’organismo durante terapie farmacologiche di vario tipo.

Assumere multivitaminici come il Be-total per prevenire le patologie croniche

Anche in questo caso, partendo dall’assunto che non tutti i multivitaminici testati sono uguali, e che in questo caso si parla soltanto di vitamine del gruppo B, non si è ancora giunti ad un risultato univoco. Tuttavia, il National Institues of Healt ed altri luminari del mondo scientifico, dopo anni (quasi un decennio) di sperimentazione controllata, sembrano concordare sull’assenza di un reale beneficio nella prevenzione delle patologie croniche e degenerative da parte delle vitamine del gruppo B.

Assumere multivitaminici come il Be-total per migliorare le capacità cognitive

Al contrario di quanto detto precedentemente, il mondo scientifico sembra essere quasi unanime nel sostenere l’incapacità di complessi multivitaminici di vario genere (Be-total incluso) nel migliorare le capacità cognitive, anche quando l’integrazione si protrae per periodi prolungati (fino a 6 mesi).

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Aug
30
Carla T. Fit. + pesistica
Traumatologia: La tallonite
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Traumatologia: La tallonite . • Cos’è la tallonite?

• Cause

• Tallonite dello sportivo

• Guarire dalla tallonite

Traumatologia: La tallonite

Traumatologia: La tallonite

 

Il  termine tallonite viene comunemente utilizzato per descrivere una condizione dolorosa del tallone. Nel linguaggio clinico si preferisce invece parlare di dolore calcaneare o tallodinia.

Le cause alla base di tale sofferenza sono molteplici.

All’origine della sintomatologia dolorosa calcaneare possono infatti esserci patologie traumatiche, metaboliche, neurologiche e congenite, che a loro volta possono colpire le parti molli (tendiniti, borsiti, infiammazioni tendinee, fasciti) o quelle ossee (fratture da stress, spina calcaneare, artrosi astragalo calcaneare o più raramente tumori).

Anche semplici alterazioni posturali possono modificare l’assetto podalico e la distribuzione del carico su questa zona, determinando la comparsa di tallodinie.

Cause
•obesità/sovrappeso;
•artrosi e patologie reumatiche
•alterazioni posturali primarie o secondarie
•calzature non idonee (tacchi alti, scarpe anti infortunistiche)
• attività sportiva intensa o eccessiva per le proprie possibilità
• malattie metaboliche (gotta) e reumatiche (spondilite anchilosante, artrite reumatoide, condrocalcinosi, psoriasi ecc.).

Sintomi Tallonite

Tallonite dello sportivo

La tallonite dello sportivo nella maggior parte dei casi insorge a causa delle continue sollecitazioni e microtraumi subiti dal piede. Si tratta di vere e proprie microlesioni che con il passare del tempo possono alterare la normale funzionalità del retropiede.
plantare talloniteGli sport più a rischio sono la corsa, il calcio, la pallavolo, il basket, la marcia ed in generale tutte le discipline che comportano notevoli sollecitazioni alla regione calcaneare. Tale rischio aumenta con il soprappeso, con la mancanza di allenamento e con l’utilizzo di calzature non idonee.

Molto spesso le scarpe da tennis che si trovano nei supermercati non sono adatte a sopportare le fortissime sollecitazioni funzionali subite dal piede durante l’attività motoria. Nei negozi specializzati in articoli sportivi si possono invece trovare calzature speciali dotate, per esempio, di shock adsorber, uno speciale materiale situato nel tacco in grado di attenuare le vibrazioni e lo shock da impatto ripetuto.

Il tacco morbido…

Nelle donne che indossano scarpe con tacco alto la tallonite può insorgere nel passaggio da una calzatura all’altra. Infatti la pressione esercitata sul tallone diminuisce all’aumentare dell’altezza della scarpa. Quando si indossa una calzatura più bassa il tallone può trovarsi impreparato a sostenere l’aumento di pressione sulle strutture ossee e ligamentose.

Non a caso ai soggetti in sovrappeso o particolarmente pesanti viene consigliato l’acquisto di calzature sportive a tacco per alleggerire la pressione al retropiede e limitare il pericolo di lesioni.

Anche il terreno sul quale viene praticata l’attività fisica è molto importante poiché superfici particolarmente rigide come campi sintetici, asfalto e cemento amplificano lo shock da impatto. Anche scarsa muscolatura e preparazione atletica sommaria possono contribuire alla comparsa di patologie calcaneari.

Guarire dalla tallonite

IMPORTANZA DI UNA CORRETTA DIAGNOSI

Come abbiamo visto le patologie a carico del retropiede sono numerose e di svariata eziologia.
Diventa quindi fondamentale diagnosticare il prima possibile la causa del dolore calcaneare tramite una visita specialistica (esame radiografico, posturale, ecografia, risonanza magnetica ecc.).

RIPOSO PRIMA DI TUTTO

Fortunatamente le talloniti comuni guariscono nel giro di pochi giorni (1-3 settimane a seconda del tipo e dell’entità del problema) salvo alcune forme croniche che possono richiedere tempi di guarigione molto più lunghi.

E’ tuttavia di fondamentale importanza affrontare tempestivamente il problema in modo da evitare possibili peggioramenti ed allontanare il rischio di paramorfismi compensativi.

Il soggetto colpito da tallonite tende infatti a limitare il carico sul piede dolente adattando la postura e la deambulazione. A lungo andare tali compensazioni possono causare problemi anche seri ad altre strutture corporee (bacino, colonna vertebrale e ginocchia).

Si consiglia pertanto di sospendere l’attività motoria ai primi sintomi dolorosi almeno fino a quando non si sarà ripristinata la normale funzionalità del retropiede. Si consiglia inoltre di applicare del ghiaccio sulla zona dolente nella fase acuta del trauma.

Inutile e pericoloso continuare gli allenamenti tentando di sopprimere il dolore con antidolorifici ed antinfiammatori. Sovraccaricare una struttura anatomica già compromessa potrebbe causare lesioni ben più gravi ed il prolungarsi della patologia potrebbe renderla cronica, quindi difficilmente curabile.
Se il problema non si risolve dopo aver osservato un periodo di riposo di due settimane è opportuno svolgere ulteriori indagini per determinare con maggiore precisione l’origine del dolore. Può capitare infatti che il semplice esame radiografico porti ad un’errata interpretazione della patologia.

Esercizi di stretching della fascia plantare, del polpaccio e del tendine di achille sono utili soprattutto in caso di fascite plantare.

guarire dallla tallonite , Tutori notturni e gambaletti rigidi da indossare durante la deambulazione possono contribuire alla risoluzione della tallonite. In caso di dolore particolarmente intenso è bene utilizzare delle stampelle.

In molti casi si consiglia l’associazione con terapie fisiche (ultrasuoni, crioultrasuoni, laserterapia, ionoferesi, massaggi). Nel periodo riabilitativo possono rivelarsi molto utili esercizi propriocettivi e di sensibilizzazione plantare.

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Aug
29
Carla T. Fit. + pesistica
Alimentazione: albume d’uovo
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Alimentazione: albume d’uovo; Proprietà Nutrizionali

 

L’albume d’uovo, per le sue caratteristiche nutrizionali, è un alimento importante per la dieta dell’uomo.

Albume

Tuorlo d’uovo

Alimentazione: albume d'uovo

Alimentazione: albume d’uovo

A differenza del tuorlo, l’albume è praticamente privo di grassi e colesterolo; per questo motivo è adatto anche all’alimentazione di chi soffre di ipercolesterolemia o di calcolosi della colecisti.

L’albume d’uovo è infatti composto principalmente da acqua e proteine. Al suo interno sono inoltre presenti sali minerali (magnesio, sodio e potassio), vitamine del gruppo B, e glucidi (soprattutto glucosio).

% Uovo intero % Acqua % Proteine % Lipidi % Glucidi % Minerali Kcal
Guscio 8,5-10,5 1 4 – – 95 –
Albume 60-66 87-89 10,7 – 0,4-0,5 0,5-0,7 43
Tuorlo 24-30 46,5-48,5 15,8 29,1 0,15-0,25 1,1-1,6 325
Albume + Tuorlo 90-92 74-76 12,4 8,7 0,3-0,4 0,8-1 128

Composizione Valori Nutrizionali

 

La sua composizione nutritiva lo rende un prezioso alimento anche per gli atleti. Non a caso in commercio si trovano molti prodotti a base di albume d’uovo (pasta proteica, barrette, proteine dell’uovo ecc.).

Uovo (100 g) Albume (100 g) Tuorlo (100 g)
Proteine 12,4 10,7 15,8
Lisina 880 725 1250
Istidina 298 235 394
Arginina 767 603 1103
Acido aspartico 1209 1060 1524
Treonina 623 500 826
Serina 842 702 1170
Acido glutammico 1508 1329 1885
Prolina 496 417 685
Glicina 419 371 490
Alanina 719 659 878
Cistina 323 312 328
Valina 823 732 993
Metionina 437 422 422
Isoleucina 657 572 842
Leucina 1041 862 1347
Tirosina 503 448 663
Fenilalanina 662 626 707
Triptofano 197 171 237

Digeribilità e Avidina 

L’albume, al contrario di molti altri alimenti, compreso il tuorlo, possiede scarsa digeribilità allo stato crudo. La cottura, coagulando le proteine, facilita l’azione degli enzimi digestivi e neutralizza l’avidina, una proteina che lega la vitamina H (biotina), impedendone l’assorbimento intestinale.

Per le proteine del tuorlo vale il discorso opposto: se consumate crude sono ben digerite, mentre se sottoposte a cottura eccessiva risultano di difficile digestione.

La cottura o la pastorizzazione delle uova è comunque fondamentale per allontanare il pericolo di infezioni (salmonellosi in primis). All’interno dell’albume sono infatti presenti proteine con azione antisettica, come il lisozima, la cui funzione battericida va affievolendosi mano a mano che l’uovo invecchia.

CONTENUTO PROTEICO DELL’ALBUME D’UOVO

Proteina % Funzione
Ovoalbumina 54 Nutriente, coagulante, blocca gli enzimi digestivi
Conalbumina 13 Potere coagulante e fissazione del ferro e flavoproteina
Ovomucoide 11 Blocca gli enzimi digestivi, in particolare la tripsina
Ovoglobulina 8 Potere montante (schiumogeno)
Lisozima 3,5 Digerisce la parete batterica, potere montante
Ovomucina 1,5 Responsabile dell’albume denso, stabilizza la schiuma, azione antivirale
Flavoproteina 0,8 Lega e trasporta la riboflavina dal sangue all’uovo
Avidina 0,05 Lega la biotina impedendone l’assorbimento intestinale
Altre proteine 8,15

La composizione proteica dell’albume può causare manifestazioni allergiche nei bambini, per questo motivo andrebbe introdotto con gradualità nella dieta dell’infante.

Torta di Albumi – Angel Cake

Una torta soffice a base di albumi con tante proteine e pochissimi grassi. Solo farina, albumi e un po’ di zucchero.

Alimentazione: albume d'uovo

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Aug
26
Carla T. Fit. + pesistica
Alimentazione: Parliamo di carne bianca
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La carne bianca; Alimentazione: Parliamo di carne bianca

Alimentazione: Parliamo di carne bianca

• Scaloppine di pollo al limone

La carne bianca (pollo, tacchino, coniglio, arista di suino) è ricca di proteine nobili (indispensabili all’organismo, per esempio, per rinnovare i tessuti e per la formazione degli ormoni, degli enzimi, degli anticorpi) e di aminoacidi ramificati (utili nel metabolismo dei muscoli e nel promuovere lo smaltimento delle tossine che si formano quando un organismo svolge un intenso lavoro atletico).

Alimentazione: Parliamo di carne bianca

Nonostante l’aspetto bianco della carne, 100 grammi di pollo e tacchino contengono rispettivamente 1,5 e 2,5 grammi di ferro, valori più o meno equivalenti alla carne di bovino.

La carne di pollo ha il vantaggio di essere più facilmente masticabile e digeribile, soprattutto se cucinata in modo semplice (arrosto, ai ferri, lessata). La tenerezza del pollo è dovuta alla struttura delle fibre muscolari che presentano un diametro di circa 45-48 micron, una misura inferiore a quella delle carni bovine (73-75 micron), delle carni ovine (50-54 micron) e di quelle suine (90-92 micron). Le carni bianche risultano più agevolmente masticabili e digeribili anche perché hanno una minor presenza di tessuto connettivo, un consiglio è quello di non esagerare nei condimenti e nei sughi.

Meno grassi

Un’altra caratteristica delle carni bianche riguarda la ridotta presenza di grassi: solo l’1% nel petto di pollo e l’1,5% nel tacchino (senza pelle). Il basso contenuto di grassi, (che tra l’altro sono concentrati nella pelle, facilmente eliminabile), riduce l’apporto calorico di queste carni, rendendole ideali per chi tiene sotto controllo il peso corporeo. Comunque, il grasso di pollo e tacchino ha caratteristiche più vicine ai grassi di origine vegetali, infatti, nella sua composizione predominano gli acidi grassi polinsaturi (acido linoleico e linolenico), e contiene molto meno colesterolo.

Polli allora e ora…

E’ sbagliato credere che i polli in passato fossero migliori di quelli di oggi perché mangiavano quello che trovavano in terra. Grazie ai progressi della zootecnia (scelta dei riproduttori, mangimi bilanciati, allevamento a terra, macellazione nel rispetto delle norme sanitarie), i polli sono molto più garantiti dal punto di vista igienico e nutrizionale.
Una volta la carne era più soda perché gli animali vivevano più a lungo ed impiegavano più tempo a crescere. Nei polli e nei tacchini non c’è uso di ormoni estrogeni, perché tale impiego può offrire dei vantaggi all’allevatore solo per gli animali di grossa taglia (pollo e tacchino hanno una massa corporea limitata e un ciclo di maturazione di pochi mesi).

composizione di alcuni tipi di carne fresca acqua gr proteinegr lipidi gr glicidi gr ferro mg calorie
pollo intero 68,7 19,1 11 0 1,5 175
petto 75,3 22,5 0,9 0 1,6 97
coscia 74,2 17,9 6,5 0 2 130
tacchino petto 70,2 22 4,9 0,4 2,5 134
coscia 69,2 20,9 11,2 0,4 2,5 186
ala 68,2 22,3 11,5 0 2,5 193
vitello 76,9 20,7 1 0 2,3 92
Bovino adulto magra 72,1 20,7 5,1 0 2,3 129
semi grassa 64,8 18,8 15,4 0 2,1 214
grassa 52,1 15,8 29,2 0 2 330
Maiale magro bistecca 74 18,3 3 0 1,5 100
coscio 75,3 18,7 3 0 1,6 102
Maiale grasso magra 72,5 19,9 6,8 0 1,7 141
semi grassa 60 17,2 22,1 0 1,4 268
grassa 49 14,5 37,3 0 1,2 394

 

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