• 18/08/2016 alle 08:54

    Hamer, testimonianza di Neurofibroma;

    Testimonianza tradotta dal sito di Pilhar

    14.10.2008

    Hamer, testimonianza di Neurofibroma

    Lunedì 22.09.2008: Già da tre settimane mia sorella aveva forti dolori. Sentiva un ingrossamento che ha avuto inizio sotto il seno sinistro, grande come il palmo di una mano, e che poi si è espanso sempre di più intorno al torace. Lei è in conflitto attivo, non riesce a dormire, se non solo a volte durante il giorno per un’ora o due. La situazione diventa sempre più drammatica. Ormai si è aggiunto anche vomito notturno. Partirà con un bagaglio leggero (il contatto con uno zaino piccolo le duole già) e vuole venire da me camminando per tre giorni. Vuole trovare/ottenere per forza una soluzione. É in fuga dalla sua famiglia e dalle sue amiche che vogliono sapere tutti esattamente cosa c’è da fare nel suo caso.

    Martedì: Pioggia incessante. Vado a prendere mia sorella di sera. I due giorni di camminata l’hanno stancata ulteriormente. Forti dolori. Non posso nemmeno abbracciarla, ogni contatto le fa male. Riesce a mangiare solo poco. Non sono una terapista e per prima vado a cercare informazioni sul contenuto del conflitto nella NMG. Mia sorella mi chiede di cercare su internet una terapista del dialogo che lei conosce personalmente, la quale almeno ha già sentito parlare di NMG.

    Mercoledì: Preparo per mia sorella, per la telefonata, una stanza riservata: sedia morbida con braccioli, coperta morbida, del tè, lume di candela e vista libera sul giardino (per l’emergenza il secchio se deve vomitare). La lascio sola e lei telefona per circa un’ora e mezza, dorme un po’ e va a camminare fino al paese vicino. Anche la notte successiva resta in conflitto attivo con vomito. Sta peggio che mai, arrivano continuamente attacchi di dolore che poi durano per più di un’ora. Non riesce a sopportare neanche la camicia da notte sulla pelle, si dondola avanti ed indietro, geme come un cane.

    Giovedì: durante la giornate il suo stato sembra più stabile e andiamo a camminare un po’ (per circa 3 km con tre piccole soste). Si accorda con la terapista per un altro appuntamento di dialogo per l’indomani. Durante la notte mia sorella mi chiede di cercare aiuto sul forum di NMG. Purtroppo non trovo niente di concreto sul neurofibroma. Non leggo nulla della drammaticità che ho davanti agli occhi. Leggo però che in questo conflitto di contatto(cutaneo, toccare…) si tratta di annientare/ammazzare una sensazione/sentimento di cura/premura/preoccupazione/responsabilità. Lo scrivo in grande su un foglio di carta e lo do a mia sorella. (Leggo anche di eventuali ateromi (cisti) nella fase di guarigione. Circa un anno fa ne aveva avuto uno grosso sulla schiena.)

    Venerdì: La notte è stata caotica, non vuole neanche più mangiare. Durante la telefonata con la terapista ha messo a fuoco le preoccupazioni nell’ambito professionale. Durante la notte la trovo che geme in soggiorno, completamente disperata e torturata da dolori insopportabili. Preparo un tè, accendo una candela e cerco con calma ed insistenza di scoprire la causa:

    allora, i primi segni di un’”infiammazione nervosa” (neurofibroma) risalgono a 4 settimane fa e sono collegati alla frequentazione di un seminario. Ella notò un gonfiore doloroso sotto la pelle del seno sinistro, grande come il palmo di una mano. La settimana di seminario però era molto bella e il gonfiore scomparve di nuovo. Le chiesi il contenuto del seminario il giorno prima del gonfiore. Di cosa si parlava, cosa l’ha colpita/sconvolta? Qualcosa che non ha nominato fino ad ora?

    Era una cosa rilassata (il seminario) e si parlava di come liberarsi di collaboratori, collaboratori cattivi e anche di collaboratori buoni. Mia sorella inizia a piangere e racconta che come capo anziano continua ad aiutare nella ditta ma per il resto non ha più nessun influsso riguardo al personale. Non ha potuto evitare che una collaboratrice particolarmente brava, che per lei era come una figlia, lasciasse la ditta da un momento all’altro. Durante il seminario questo episodio è stato ricordato da mia sorella in modo doloroso.

    Le chiesi cosa successe dopo che era tornata a casa. Doveva essere successo qualcosa di cui non riusciva a parlare. Si vero, ha sentito di un altro cambiamento all’interno della ditta che la lascia senza parola. Si tratta di nuovo di una collaboratrice affidabile di primissimo ordine con la quale mia sorella ha un legame cordiale. La faccenda è incredibile e quasi imbarazzante tanto che non riesce neanche a parlarne con suo marito. Mia sorella deve interrompere il nostro dialogo perchè il suo stomaco si ribella e deve vomitare. Quando torna nel soggiorno dice solamente: “Era questo!”

    Andiamo a letto entrambe alle 6:30 del mattino e sappiamo entrambe che guarirà.

    Sabato: Dopo due ore di sonno mia sorella si rialza. I dolori continuano ad essere terribilmente forti in ogni posizione. Ha mangiato un po’ di pappa d’avena che le è rimasta nello stomaco, la patata a mezzogiorno invece torna su. Facciamo una passeggiata con un sole spettacolare con diverse soste. La sera i dolori aumentano ma verso le 23 sente che adesso riesce a dormire.

    Domenica: La notte è andata meglio ma non c’è ancora la grande liberazione. Prima colazione a base di pappa d’avena. Mia sorella riesce di nuovo a sorridere e sente che migliora a vista d’occhio, anche se è diventata magrissima e sarà meglio evitare che si guardi nello specchio. Siamo felici. La felicità è tale che vorremmo piangere. Questa felicità pervade ogni cosa.

    Nel pomeriggio soleggiato andiamo di nuovo a passeggiare e ci godiamo l’inizio d’autunno. Finiamo nel giardino di una pasticceria e mi rendo conto che deve esserci qualcos’altro. Anche in passato mia sorella mi aveva già raccontato più volte di uno strano dolore sul dorso accanto alla colonna vertebrale (dove c’era stato una volta un ateroma!). Le ho chiesto di un’altro conflitto di preoccupazioni. Senza pensare ulteriormente mi dice che probabilmente era la preoccupazione per suo figlio avuto dal primo matrimonio. Lei preferisce tenersi la sua preoccupazione per se per evitare che qualcuno faccia osservazioni a suo figlio e critichi magari il suo comportamento. Ci mettiamo d’accordo che da adesso in poi mi dirà subito per telefono le preoccupazioni per suo figlio. È un caro ragazzo e me lo sento vicino, mai le parlerei male di suo figlio.

    Torniamo camminando per 4 km senza sosta. Siamo felici e lo sente perfino il cane che in silenzio si era mostrato preoccupato per mia sorella in tutti questi giorni.

    Lunedì: Mia sorella nota zone sollevate sotto il seno. Sembra risolversi qualche cosa.

    Martedì: Mia sorella viene portata a casa da suo marito. Spero non sia troppo presto.

    Mercoledì: Zone sollevate anche nella parte del ventre.

    Giovedì: Prima notte di sonno continuo, dato che non poteva appoggiarsi fin’ora su nessun lato senza sentire male. Riesce anche a mangiare normalmente.

    Domenica: Forti dolori in un corpo vertebrale. (Forse è andato in soluzione un crollo di autostima? Lei, salutista, non ha saputo aiutarsi da sola.)

    Lunedì: Il lato destro è perfetto e riesce ad appoggiarsi senza dolori. Il lato sinistro del corpo ha ancora delle zone sollevate.

    Mercoledì: Ancora notevoli problemi sul dorso verso il cuore, come se in profondità si trovasse un uovo, forse di nuovo un ateroma, nella zona dove c’era già stato? Riesce e deve dormire molto!

    Mia sorella era sana e ben allenata, si alimentava in modo coscienzioso e sapeva al momento dell’inizio dei dolori di riuscire a trovare la loro causa. Era convinta di farcela da sola e così facendo è passato del tempo prezioso. Ogni altra persona avrebbe perso la calma.

    Anche se la mia conoscenza è terribilmente limitata, il destino mi ha costretto in una notte a prendermi a cuore le basi della NMG. Il mio racconto è il minimo che posso fare come grazie al dr. Hamer e forse è un aiuto per altri che si trovano in difficoltà.

    Elke S.

    ***

    Nota:

    Vedi: – neurifibroma lato destro del corpo

    – neurifibroma lato sinistro del corpo

     

    Hamer, testimonianza di Neurofibroma

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