• 13/08/2016 alle 18:32

    Sono l’Ing. K. e ho conosciuto Lei questa primavera durante una conferenza.

    Insieme a Heinrich H. e Hermann W. sono rimasta a lungo seduta a tavola con Lei in quanto loro mi avevano offerto un passaggio in macchina.

    Sono molto contenta di poterle inviare una testimonianza, secondo me molto affascinante, della Nuova Medicina Germanica.

    Si tratta della mia pronipote Joella di 14 mesi.

    Due giorni fa capitò che Joella, che aveva imparato a camminare a 12 mesi scarsi, non riusciva più a reggersi in piedi.

    Mia nipote (19), che conosce bene la NMG,  mi chiamò immediatamente per telefono per consultarsi con me ma non riuscì a rintracciarmi.

    Soltanto la sera venni a sapere per telefono cosa era capitato alla piccola.

    Nel frattempo tutta la famiglia era in subbuglio: Joella mostrava sintomi di paralisi nelle gambe.

    Anche il pediatra, chiamato nel frattempo da mia nipote, non sapeva indicare una cause, la bimba non era neanche vaccinata.

    Poiché aveva somministrato un farmaco omeopatico in alta potenza qualche giorno prima consigliò a mia nipote di stare ad aspettare.

    Mia sorella, la nonna della piccola, era fuori di se per la preoccupazione ed immaginava già la sua nipotina su una sedia a rotelle.

    Per evitare il realizzarsi di questo incubo voleva andare il prima possibile da un medico per accertare che non si trattasse di borreliosi.

    Anche i vicini di casa erano stati affetti da boreliosi ed erano stati “guariti” con degli antibiotici.

    A questo punto mia sorella non era più abbordabile con spiegazioni sulla non validità del test della borreliosi e sulla dannosità e insensatezza del trattamento con antibiotici.

    Davanti ai suoi occhi mentali vedeva solamente la sua amata nipotina su una sedia a rotelle e programmava con cieco attivismo la corsa dal medico più vicino.

    Fortunatamente avevo ben memorizzata la testimonianza “paralisi motoria nel neonato” del 12.12.08 e sapevo che doveva esserci un qualsiasi conflitto del “non poter scappare” dietro il quadro della paralisi. Sapevo anche che non mi restava molto tempo poiché mia sorella voleva andare con la nipotina per fare un prelievo del sangue.

    Allora chiesi a mia nipote al telefono se qualcuno aveva tenuto ferma la bimba contro la sua volontà. Dopo aver negato improvvisamente le venne in mente: “ Zia, si, per insegnare a Joella ad addormentarsi da sola, era stata costretta, su consiglio del pediatra, a restare da sola nel suo lettino con le sbarre per due giorni e questo le veniva molto difficile.

    Piangeva da far pietà, aveva una paura terribile, continuava a chiamare la mamma…”

    Eccolo trovato lo choc conflittuale che non poteva essere più evidente: la piccola era da sola e (nonostante mia nipote si affacciasse ogni 5 minuti) sentiva il fatto di essere chiusa dentro il suo lettino a sbarre acutamente e drammaticamente come un conflitto gravissimo.

    Da quel momento la soluzione del conflitto era letteralmente un gioco da bambini: consigliai a mia nipote di mostrare alla sua bambina che si poteva anche scendere dal lettino nonostante le sbarre, cosa che fece subito.

    Più tardi mi raccontò come si erano svolti i fatti: fece vedere alla piccola come smontava le sbarre dal lettino, poi la invitò di salire nel lettino, cosa che fece immediatamente, topolino intelligente, per poi scappar fuori di nuovo immediatamente per CORRERE !

    Da un minuto all’altro il tesorino riuscì di nuovo a correre per la grande gioia di mamma, nonna e bisnonna. Che  grande sollievo! Per mostrare bene il suo grande sollievo la piccola continuava a far vedere a tutti come riusciva ad entrare e uscire dal suo lettino, squittendo di piacere.

     

    Pensiamoe alle conseguenze se la bambina fosse stata costretta al prelievo del sangue (per il test della borrelliosi): sarebbe stato un altro conflitto del “non poter fuggire”.

    Spero che riesca a pubblicare anche questa testimonianza, forse aiuterà prima o poi qualcuno a comprendere una sua emergenza come noi siamo stati aiutati dalla testimonianza sopracitata.

    Le auguro anche in futuro la forza di lavorare sempre per la realizzazione della NMG e Le mando gentili saluti

     

    Inge K.

     

     

    Annotazione:

    è davvero una testimonianza commovente.

    Con la NMG si riesce ad aiutare in modo molto efficiente. Nè medico nè farmaco si intromettono tra il paziente e la sua salute, solo l’individuo riesce a guarire se stesso.

    Bisogna sapere come!

    Presupposto è la conoscenza delle correlazioni biologiche, poi basta un po’ di buonsenso.

     

    Caro lettore, cerca di metterti al posto della nonna di Joella.

    Era comprensibilmente in apprensione per la sua amata nipotina e in questo stato d’animo si tende all’attivismo cieco: bisogna fare qualcosa! Non si può stare senza far niente! La domanda è solo che cosa bisogna fare?

    Qual’è la causa della paralisi?

    La medicina ufficiale lo sa?

     

    Se fosse andata come voleva la nonna …. La zia di Joella indica cosa sarebbe successo.

    http://www.nuovamedicinagermanica.it/content/view/188/52/

    Hamer: Paralisi infantile per un lettino a sbarre