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Velicità: Ritmo dell'esecuzione degli esercizi
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Velocità: Ritmo dell’esecuzione degli esercizi; Implicazioni esistenti tra la velocità ed il ritmo esecutivo degli esercizi ed il risultato finale dell’allenamento. La determinazione della corretta velocità di esecuzione.
Velocità: Ritmo dell’esecuzione degli esercizi
Dott. De Pascalis
La velocità d’esecuzione
La velocità esecutiva riveste un ruolo importante per molteplici meccanismi coinvolti nel lavoro muscolare. In linea generale è importante che l’esecuzione degli esercizi, nelle varie ripetizioni di cui si compone una serie, avvenga in modo fluido. Con tensioni continue, senza imprimere accelerazioni fra le serie, né all’interno della medesima ripetizione.
La fluidità d’esecuzione
Il lavoro fluido e costante, oltre ad ottimizzare il risultato, molto spesso previene potenziali traumi, sia muscolotendinei che articolari. Naturalmente esistono sempre delle eccezioni da valutare non soltanto sulla base dell’obiettivo prefissato, ma anche in virtù del grado di allenamento individuale. Nel caso di un lavoro per la forza esplosiva ad esempio è necessario calibrare una percentuale di carico che permetta l’esecuzione di esercizi a velocità massimale. In questo caso, pur rispettando una certa fluidità di movimento, è probabile che si inneschino delle accelerazioni nel corso dell’esecuzione. Ulteriori casi in cui la contrazione continua e fluida non è opportuna riguardano le condizioni di acclarata presenza di problemi nella circolazione sanguigna e/o linfatica.
La cellulite da ipossia locale
Quando un muscolo si contrae infatti la pressione esercitata occlude i vasi sanguigni che lo percorrono, provocando una temporanea ipossia locale e conseguente accumulo di lattato. Tale situazione, per soggetti affetti da problematiche cardiocircolatorie, può rivelarsi particolarmente pericolosa. E ancora, nel caso in cui le problematiche circolatorie determino inestetismi come la pannicolopatia fibroedematosa. (Comunemente definita “cellulite“). Sarà opportuno prevedere micro-pause di rilassamento ad ogni ripetizione dell’esercizio. O comunque evitare il protrarsi per molti secondi di una contrazione occlusiva.
Poiché il problema stesso della cellulite è determinato anche da problematiche circolatorie, (e Hameriane: Vedi R. G: Hamer Official Group, “La cellulite”) la somministrazione di esercizi che prevedono una contrazione continua e occlusiva non fa che aggravare ulteriormente la performance del sistema di trasporto linfatico.
il TUT
La velocità di esecuzione del lavoro influenza direttamente anche il TUT (Time Under Tension – determinante nel comprendere quale tipo di adattamento sarà prodotto dal lavoro svolto.
Quando l’esecuzione è particolarmente lenta, la quantità di carico utilizzabile è giocoforza inferiore ma il TUT è maggiormente elevato e questo ha ripercussioni positive soprattutto per adattamenti di tipo ipertrofico.
Viceversa una esecuzione relativamente più rapida, ma con un carico significativamente maggiore, produce un TUT di minore entità e con maggiori vantaggi riguardo lo sviluppo della forza. Questo non significa che il TUT dovrà restare costante e invariato.Come ogni altro elemento che concorre a produrre un adattamento dovrà essere anch’egli adeguatamente modificato. Pur tenendo conto della sua diretta incidenza in termini di adattamento.
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