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Jun
20
Fabio, Sport Masseur
L’umore: un fattore importante per la nostra salute
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0

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L’umore: un fattore importante per la nostra salute: Quando stanchezza, malessere o, per usare un termine più comune, il “cattivo umore“, si prolungano nel tempo possono diventare un problema per la vita di relazione, per l’efficienza lavorativa, e soprattutto per la nostra salute complessiva.

L’umore: un fattore importante per la nostra salute

L’umore: un fattore importante per la nostra salute

La scienza moderna ha infatti confermato quello che la saggezza popolare ha sempre saputo. Ovvero esiste una correlazione fra il tono dell’umore e il benessere complessivo.

L’umore: un fattore importante per la nostra salute L’umore: un fattore importante per la nostra salute. te per la nostra salute. 

I neurotrasmettitori: i “guardiani” dell’umore

 

La ricerca scientifica mette oggi a disposizione importanti conoscenze e strumenti per affrontare con successo i disturbi dell’umore. È stato dimostrato che la regolazione del tono dell’umore è uno dei tanti compiti di essenziali componenti del nostro sistema neurologico: i neurotrasmettitori. La serotonina, la noradrenalina e la dopamina vengono prodotti dal nostro organismo utilizzando un’altra sostanza. E’  l’ademetionina (SAMe), alla cui produzione contribuiscono, a loro volta, la vitamina B12 e l’acido folico. L’umore dipende dal buon funzionamento di questa catena.

Una vita sana e, all’occorrenza, un efficace integratore

 

Un’alimentazione con acido folico e vitamina B12 con  regolare esercizio fisico sono d’ aiuto per il buon equilibrio dell’umore. Ma a volte le buone abitudini non sono sufficienti. Stress, circostanze spiacevoli, studio, età avanzata, malattie, cambiamenti di stagione, gravidanza o menopausa, moltissime cause, esterne e interne all’organismo, possono intervenire ad influenzare negativamente il nostro umore.

Per “reagire” a questa situazione, dalla natura e dalla ricerca una soluzione moderna, SameFast UP, l’integratore di SAMe, acido folico e vitamina B12, le sostanze-base che sovrintendono alla regolazione del tono umorale. I suoi principi attivi e la formulazione orosolubile lo rendono particolarmente rapido ed efficace per affrontare i disturbi del tono dell’umore. La ridotta capacità di concentrazione e memorizzazione. L’affaticamento psicofisico. Con SameFast UP l’umore si stabilizza e la vita torna a sorridere… naturalmente.

http://www.warmfit.com/it_IT/groups/sport-official-page/forum/

 

L’umore: un fattore importante per la nostra salute L’umore: un fattore importante per la nostra salute. L’umore: un fattore importante per la nostra salute L’umore: un fattore importante per la nostra salute. L’umore: un fattore importante per la nostra salute L’umore: un fattore importante per la nostra salute. L’umore: un fattore importante per la nostra salute L’umore: un fattore importante per la nostra salute. 

Jun
11
Carla T. Fit. + pesistica
Musica e fitness
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Musica e fitness;  Correre, sollevare pesi, pedalare può essere decisamente più gratificante (ed efficace) se accompagnato dalla giusta colonna sonora. È infatti scientificamente provato che la musica sia in grado di darci quel ritmo utile a migliorare le nostre prestazioni sportive.

Musica e fitness

Il Dottor Costas Karageorghis – Deputy Head (Research) of the School of Sport and Education alla Brunel University di Londra e Reader in Sport Psychology³- speiga che «quando i movimenti sono sincronizzati al battito della musica, l’intensità dell’esercizio aumenta.  Questo intensifica l’allenamento con una differenza nello sforzo quasi impercettibile. Una playlist motivazionale può, inoltre, aiutare a mascherare i sintomi della fatica legata all’esercizio come, per esempio, la mancanza di fiato e il battito cardiaco accelerato, in modo che vengano interpretati in maniera positiva».

 

Joey Gonzalez, trainer delle celebrities, Partner & COO di Barry’s Bootcamp, aggiunge che «durante un allenamento “Barry” – composto da un mix di un’ora di esercizi di forza intervallati da cardio su tapis roulant – cerchiamo di sincronizzare i nostri esercizi e le nostre corse al ritmo della musica. Per esempio coordinare il tempo degli sprint sul tappeto con il ritornello di un brano particolarmente coinvolgente, riprodurre una canzone più lenta con i bassi per la camminata in pendenza o, ancora, pezzi con un ritmo battente e costante per corse lunghe di resistenza fa parte della nostra strategia».

Tratto da : http://www.style.it/benessere/fitness/2014/02/03/fitness-la-musica-perfetta-per-correre-e-allenarsi.aspx

 

Musica e fitness Musica e fitness Musica e fitness Musica e fitnesse

Jun
9
Carla T. Fit. + pesistica
Qual è Il giusto abbigliamento in palestra?
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0


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Qual è Il giusto abbigliamento in palestra?? Una semplice domanda che pochi pongono al proprio istruttore. Facciamo chiarezza. La domanda che spesso ci si pone, soprattutto il primo giorno di palestra, è “quale abbigliamento scegliere affinché possiamo praticare la nostra disciplina preferita senza problemi?”; a differenza di quanto si possa credere, non è un quesito partorito prettamente dalla mente di un neofita di sesso femminile, ma anche molti uomini si pongono il dubbio su quale siano i requisiti di scelta dell’abbigliamento in palestra.

Qual è Il giusto abbigliamento in palestra?

Qual è Il giusto abbigliamento in palestra?

Ebbene, ecco alcune linee guida secondo le quali orientarvi. Molti, giovani soprattutto, credono che dagli indumenti debba trasparire, per prima cosa, uno stile, ovvero rendono primario l’aspetto estetico, basta cioè essere alla moda e il gioco è fatto…

Niente di più sbagliato! Il primo requisito che andremo a ricercare in un capo per palestra è lacomodità; si può essere trendy al 100%, ma se non ci sentiamo liberi e il tessuto non è adatto ai vari range di movimento che compiamo, direi che non abbiamo fatto la scelta giusta. Capiamo quindi che il vestiario sportivo non deve essere scelto in base alla tendenza commerciale, ma alla comodità; privilegiamo poi il tessuto in cotone, l’unica fibra naturale con cui possiamo star tranquilli perché garantisce freschezza e traspirazione e non aggredisce la cute.

Infatti, a prescindere dalla nostra attività (se ad alta o bassa sudorazione), opteremo per un vestiario che non blocchi la traspirazione, evitando così incresciosi effetti: dermatiti, eczemi, reazioni allergiche, bruciori, arrossamenti cutanei, che se trascurati sfociano in micosi, infezione abbastanza resistente.

Se proprio non possiamo rinunciare al sintetico, possiamo accettare un abbigliamento fatto digoretex, una fibra, seppur sintetica, favorente la traspirazione del sudore.

Ora che vi ho accennato il concetto di tessuto traspirante, vediamo come alternare i “pezzi”, che comprendono una maglietta a manica corta, una felpa e pantaloni di cotone: il consiglio più diffuso nell’ambiente sportivo è quello di vestirsi a strati, così da alleggerirci man mano che ci accaldiamo; in particolare, all’inizio nel riscaldamento si fatica poco per cui possiamo tollerare lo strato superiore, mentre iniziamo ad eliminare l’indumento più ingombrante quando la pratica si fa più intensa. Torniamo poi a coprirci se cambiamo sala, per esempio se ci spostiamo dalla zona cardio alla sala pesi, per evitare raffreddamenti che potrebbero aggravare storie di rinite e sinusite.

Per quanto riguarda le magliette, queste devono essere comode, ampie e che permettano di eseguire tutti i movimenti possibili; per esempio queste vanno bene se ci si trova in sala con i macchinari, mentre preferiscono canotte elasticizzate i ciclisti nello spinning. Riferendomi alle lettrici, consiglio di indossare un reggiseno sportivo come protezione e sostegno durante l’allenamento, di qualsiasi livello sia.

I pantaloni, meglio se senza cuciture, possono essere lunghi o corti: i primi per la sala pesi, i secondi per la zona cardio, dove i movimenti non sono “statici”, come accade nel tapis roulant o la cyclette; cambia, ancora una volta, la scelta di questi se si pratica lo spinning, per il quale esiste una gamma di articoli d’abbigliamento idonea per evitare irritazioni e agevolare i movimenti, come i pantaloncini rinforzati che proteggono dai contraccolpi delle pedalate veloci. Scegliamo i pantaloni corti, infine, per attività aerobiche, (come danza moderna, step,…), in microfibra che non dovrebbe creare alcun problema d’irritazione.

Un discorso a parte va fatto per la scelta delle calzature: sceglietele con molta attenzione, perché se è il piede a soffrire, ne soffre tutto il corpo, con ripercussioni posturali. Devono essere scelte per la loro finalità, a seconda cioè del tipo di attività che andremo a svolgere, ma in linea di massima devono tutte presentare un plantare interno. Per gli esercizi di potenziamento muscolare vanno bene le semplici scarpe da ginnastica, purchè non siano basse; in tal caso i colpi non verranno attutiti, ma trasferiti sulla colonna vertebrale con maggior fardello per essa. Per il fitness, dove è importante ammortizzare il colpo, dobbiamo dirigerci verso un tipo di scarpa che accoglie la caviglia, in modo da evitare distorsioni e infiammazioni durante quei movimenti rapidi e a tempo di musica, quindi con un effetto anti – impatto.

Concludo ricordando che nella scelta di un abbigliamento idoneo all’ambiente della palestra va messo nel borsone anche l’asciugamano, che porteremo con noi ovunque, soprattutto nella sala pesi, dove è obbligatorio usarlo per seguire un comportamento igienico corretto verso i “colleghi” sportivi.

Tratto da: http://www.nonsolofitness.it/blog/il-giusto-abbigliamento-in-palestra.html

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Jun
7
Carla T. Fit. + pesistica
Perché continuare ad allenarsi anche d’estate?
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Perché continuare ad allenarsi anche d’estate?   Molte persone, anzi troppe, quando arrivano i primi caldi sospendono qualsiasi tipo di attività fitness, come se l’estate significasse “andiamo in letargo dalle palestre”. Invece cosa buona e saggia è continuare ad allenarsi anche nel periodo estivo per una serie di motivi, che andremo ad elencare qui di seguito.

 

Perché continuare ad allenarsi anche d’estate?

Numerose ricerche scientifiche-mediche han dimostrato che il testosterone raggiunge il suo picco massimo durante il periodo estivo. Questo aumento favorisce il raggiungimento della miglior forma fisica, qualora si sia impegnati in attività fitness per aumentare la massa magra o in programmi di dimagrimento, abbinati ovviamente a precisi allenamenti.

Con uno stop dell’attività fisica si rischia di perdere gran parte della tonificazione, della potenza e dell’elasticità muscolare raggiunte, con fatica e sudore, grazie agli allenamenti costanti e ripetuti durante il periodo invernale. Se si interrompono tali allenamenti e poi difficile ripartire, in quanto se il corpo è abituato ad allenarsi costantemente, l’interruzione brusca dell’allenamento porta il sistema muscolare ad “arrugginirsi”.
Praticamente sarebbe come tenere la propria automobile ferma in garage per tutto il periodo estivo, senza mai accenderla. E sai bene, che nessuna casa automobilistica consiglia ciò per il buon funzionamento della stessa automobile.

Perché continuare ad allenarsi anche d’estate?

Se poi a ciò si associa una dieta non equilibrata, ricca di carboidrati e zuccheri elaborati (i più grandi killer alimentari del nuovo secolo) si corre il forte rischio di riprendere in poco tempo i chili di troppo, che con fatica si era riusciti ad eliminare.

Una delle motivazioni più frequenti che spingono i più ad “andare in letargo” durante l’estate è perché accusano un innato senso di “stanchezza”, dovuto ad una maggiore perdita dei minerali, che vengono espulsi con la sudorazione.
Tutto ciò e’ risolvibile bevendo più acqua ed aumentando il consumo di frutta e verdura e scegliendo per i propri allenamenti ambienti confortevoli e climatizzati oppure optare per praticare sport all’aperto, magari in mezzo al verde di un parco, nelle prime ore del mattino o verso sera.
Infatti la bella stagione porta con sé il grande vantaggio che consente di praticare attività sportive anche all’aperto, suscitando così emozioni uniche, che “alleviano” in parte la fatica fisica dello stesso allenamento.

Continuare ad allenarsi tutto il periodo dell’anno, non solo offre l’insostituibile vantaggio di conservare e mantenere un buon stato fisico tutti i giorni dell’anno, ma anche rafforza i “rapporti sociali” tra le persone e spesso durante l’estate, complici le belle serate, nascono veri e propri rapporti di amicizia.
Per esempio Zumba® fitness è una disciplina fitness che stimola alla socializzazione, come pure praticare il Walking o lo Spinning portano alla creazione di vere e proprie squadre di atleti, che fanno gruppo per allenarsi assieme per raggiungere i medesimi obiettivi sportivi, sia all’interno delle palestra sia all’esterno.

Pertanto si evince che è decisamente salutare sia per il corpo sia per la psiche continuare ad allenarsi anche durante l’estate. Importante, però, che sia “fatto nel modo giusto”, ossia in ambienti climatizzati o all’aria aperta nelle prime ore del giorno e alla sera.

È altresì fondamentale idratarsi in modo corretto per mantenere il proprio organismo nel giusto equilibrio idrico. D’altro canto c’è da dire che una corretta idratazione è sempre consigliata, indipendentemente dall’attività fisica svolta nel quotidiano, ma diviene necessaria soprattutto durante il periodo estivo, quando siamo maggiormente esposti ad alte temperature e di conseguenza a una elevata dispersione di liquidi.

È fondamentale anche reintegrare le sostanze perse con il sudore, ovvero sali minerali come sodio, potassio e cloruro, la cui perdita è spesso responsabile di un comune malessere estivo come il colpo di calore.

È bene ricordare, però, che queste considerazioni non sono limitate all’ambito sportivo, ma restano comunque valide per qualunque attività che comporti uno sforzo fisico.
Inoltre bisogna sfatare il “falso mito” che durante un’attività sportiva basta bagnarsi la testa, per ritrovare le forze. Bagnarsi la testa dà una sensazione di freschezza solo temporanea, non reintegra i liquidi persi e non abbassa la temperatura del corpo.
È il sudore che svolge il colpito di mantenere fresco l’organismo e perché questo processo sia efficace è necessario mantenere il giusto livello di idratazione.

Un utile consiglio per un veloce recupero alla fine dell’allenamento è quello di reidratarsi ed ingerire carboidrati.
Cibi e bevande contenenti sodio contribuiscono ad una rapida e completa reidratazione.
Dividendo il proprio peso corporeo per due, si ottiene il numero dei grammi di carboidrati da consumarsi entro la prima ora dopo la fine dell’attività sportiva.

Anche d’estate, quindi, bisogna prendersi cura del proprio fisico perché mente e corpo devono continuare a vivere in perfetta sintonia ed armonia.

La ricerca del proprio benessere psico-fisico deve diventare sempre più uno stile di vita, che non può ammettere interruzioni di alcun tipo.

 

Tratto da: http://www.mdfdanzafitness.it/allenarsi-estate/

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Jun
4
Carla T. Fit. + pesistica
LE CALORIE GIORNALIERE NON SONO TUTTE UGUALI
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LE CALORIE GIORNALIERE NON SONO TUTTE UGUALI  Grassi, proteine, carboidrati e alcool forniscono al corpo un diverso apporto calorico. Per questo è importante studiare bene la dieta da seguire per perdere peso valutando cosa mangiare in base a quante calorie al giorno bruciamo. Per un uomo il fabbisogno calorico giornaliero è maggiore che nella donna (2400 contro 1800 calorie). Ovviamente le calorie che si bruciano dipendono da fattori personali: oltre al sesso, età, stile di vita, ereditarietà. Ecco come calcolare quante calorie al giorno assumere per non ingrassare e se vogliamo dimagrire.

LE CALORIE GIORNALIERE NON SONO TUTTE UGUALI

 

CALORIE E FABBISOGNO CALORICO

Le calorie non sono tutte uguali.
Nella lotta contro i chili di troppo, se vogliamo veramente stradicare il sovrappeso prestiamo attenzione all’apporto calorico dei vari alimenti. Grassi, zuccheri, carboidrati, proteine non sono tutte uguali.

Prima di iniziare una dieta cerchiamo quindi di capire in primis qual è il nostro fabbisogno calorico (che per una donna è mediamente 1800 calorie al giorno e per un uomo dalle 2400-2600 calorie giornaliere) per poi scovare le cause che ci hanno fatto ingrassare.

QUANTE CALORIE AL GIORNO PER UN UOMO?

Un uomo dovrebbe introdurre giornalmente con l’alimentazione circa 2400 calorie (che arrivano fino a 3000 in caso di intensa attività fisica). E’ bene capire che questa è una stima orientativa che può variare in base al metabolismo, al tipo di stile di vita, alla statura, nonché all’età del soggetto. Per aumentare il fabbisogno calorico un buon metodo è fare più sport. Allenandosi possiamo mangiare di più e concederci qualche vizietto extra a tavola.

LE CALORIE GIORNALIERE NON SONO TUTTE UGUALI

 

QUANTE CALORIE AL GIORNO PER UNA DONNA?

Spesso le donne non sanno identificare la vera ragione del proprio sovrappeso, sottovalutando sedentarietà, pigrizia e attitudine agli snack e al mangiare fuori pasto. Grande sbaglio: gli errori peggiori in fatto di alimentazione si fanno proprio su questo fronte.
Poi, quando ci si mette a dieta lo si fa anche senza sapere quante calorie al giorno dovremmo mangiare.
Il risultato è un regime dietetico da fame o non in linea con il proprio standard.
Teniamo conto che una donna media dovrebbe assumere circa 1700-1800 calorie al giorno.
Mangiare 2000 calorie al giorno significa introdurre in un mese 6000 calorie di troppo, che si traducono presto in 2kg in più su cosce e fianchi.

Voi sapete ciò che il corpo ha bisogno per perdere peso? Molte persone saltare questa essenziale e tutto un inizio improvviso con una dieta molto personale sulla base di ciò che hanno sentito o letto. Queste diete sono di solito drastiche (diete di arresto) è di solito combinato con un eccessivo allenamento fisico, che può supportare tempi molto brevi. Questi atteggiamenti alla fine fine in un fallimento, la delusione. Il corpo non perdere più grasso, come promesso tormenti. Crash diete sembra così lontano la scelta migliore, ma mai un lavoro a lungo termine. Se volete avere successo, si deve decidere sulle diete che danno risultati a lungo termine soddisfacenti.

QUANTE CALORIE E QUALI CALORIE

Le calorie non sono tutte uguali, o meglio, gli alimenti forniscono un diverso tipo di calorie.

1 grammo di grasso fornisce 9 calorie al corpo
1 grammo di proteine fornisce 4 calorie
1 grammo di alcol fornisce 7 calorie
1 grammo di carboidrati fornisce 4 calorie.
E’ evidente che grassi e alcolici sono da ridurre al minimo in una dieta ipocalorica.

Attenzione però: un’alimentazione equilibrata è fondamentale al buon funzionamento del nostro corpo.

 

Tratto da: http://www.medicina-benessere.com/Alimentazione/quante_calorie_al_giorno.html

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Jun
3
Fabio, Sport Masseur
Pesistica e luoghi comuni: Sfatiamo 10 falsi miti
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Pesistica e luoghi comuni: Sfatiamo 10 falsi miti; Il mondo dell’allenamento in palestra vive ancora troppo spesso di infondati luoghi comuni. Vediamo di sfatare 10 falsi miti, cercando di capire perché non sono veritieri.

Pesistica e luoghi comuni: Sfatiamo 10 falsi miti

Pesistica e luoghi comuni: Sfatiamo 10 falsi miti

 

1) ESISTONO GLI ADDOMINALI ALTI E BASSI

Pesistica e luoghi comuni: Sfatiamo 10 falsi miti

Assolutamente NO!
Il muscolo che viene chiamato in gergo “tartaruga” è il muscolo retto dell’addome, che origina dal processo xifoideo dello sterno e dalle cartilagini costali della quinta, sesta e settima costa, e si porta verso il basso ad inserirsi sul margine superiore del pube. La sua funzione, contraendosi, è quella di avvicinare lo sterno al pube, flettendo il tronco.
Il retto è un muscolo unico, non esistono gli addominali alti e bassi, esiste soltanto questo muscolo.
La differenza che c’è tra gli esercizi erroneamente considerati per gli addominali “alti” o “bassi”, è il punto fisso. Se il punto fisso è il pube, sarà lo sterno a muoversi e ad avvicinarsi (come nei crunch), mentre se al contrario si prenderà lo sterno come punto fisso, il retto farà avvicinare ad esso il pube (come nei crunch inversi).
Per approfondire il discorso sugli addominali e capire come andrebbero allenati vi invito a leggere quest’altro mio articolo, che fa una analisi più approfondita:
Addominali: tra speculazioni e falsi miti, cerchiamo di capire come andrebbero veramente allenati

2) I DOLORI MUSCOLARI CHE AVVERTIAMO NEI GIORNI SUCCESSIVI ALL’ALLENAMENTO SONO COLPA DELL’ACIDO LATTICO

Pesistica e luoghi comuni: Sfatiamo 10 falsi miti

L’acido lattico è un prodotto di scarto del metabolismo anaerobico lattacido (per approfondire i sistemi energetici vi rimando a questo articolo: I sistemi energetici: cosa sono e come funzionano) ed è il responsabile della sensazione di bruciore che si sente quando si fanno serie lunghe con i pesi o sprint superiori ai 20 secondi.
Senza entrare nel merito della biochimica dello smaltimento di questa “sostanza”, basti sapere che i soggetti allenati lo smaltiscono in tempi minori, ma che comunque per tutti non vanno oltre un’ora dalla fine dell’attività.
I dolori muscolari che si avvertono nei giorni successivi sono invece i DOMS ( delayed onset muscle soreness ), che sono dovuti a delle “microlesioni” delle fibre muscolari ed ai processi infiammatori che ne conseguono e che sono utili alla loro riparazione.

3) QUANDO SI FA “DEFINIZIONE” BISOGNA FARE SERIE PIÙ LUNGHE DI QUANDO SI FA MASSA

Pesistica e luoghi comuni: Sfatiamo 10 falsi miti

Questa è una pratica molto usata nelle palestre, ma non è particolarmente efficace.
Quando si fa “definizione” solitamente si è a dieta, e molto probabilmente in regime di bassi carboidrati.
Le serie lunghe sono molto “glicolitiche”, cioè consumano il glicogeno (la forma sotto la quale il glucosio, zucchero, viene immagazzinato nei muscoli e nel fegato) stivato nei muscoli.
Sappiamo però che bassi livelli di glicogeno sono uno dei fattori che inibiscono la sintesi proteica, cioè quando le riserve di glicogeno sono scarse, il corpo non “costruirà” più nuove proteine, cioè non costruirà più muscolo.
E’ risaputo come durante l’allenamento con i pesi si producano delle piccole lesioni a livello delle fibre muscolari, che devono successivamente essere riparate (meccanismo che è alla base della crescita muscolare).
Come abbiamo detto, però, se il livello di glicogeno immagazzinato è basso, la sintesi proteica è inibita, ed il corpo non “riparerà” quindi i muscoli “danneggiati”.
Quando dopo l’allenamento ci alimenteremo, il corpo darà la priorità al ricostituire le risorse energetiche, e soltanto successivamente penserà alla costruzione muscolare.
Considerando, come abbiamo detto prima, che in definizione è probabile trovarci in un regime di “bassi carboidrati” il corpo dovrà usare a scopo energetico anche le proteine che introdurremo con l’alimentazione.
L’ovvia conseguenza delle cose che abbiamo visto è che con serie molto lunghe si rischia di “bruciare” la massa muscolare faticosamente costruita nelle fasi precedenti.
Inoltre mantenere una buona base di forza (cosa che non si fa con le serie lunghe), non vi farebbe male.

4) SI DIMAGRISCE SOLO CON IL “CARDIO”

Pesistica e luoghi comuni: Sfatiamo 10 falsi miti

L’attività di tipo “cardio” è una di quelle che si usano per dimagrire, ma non è l’unica valida (e, a parer mio, nemmeno la più efficace).
Tipicamente poi si fa cardio in “fascia lipolitica”, cioè con una frequenza cardiaca compresa tra il 65% e il 75% della massima.
Questo tipo di allenamento è spesso giustificato da chi lo pratica ( e soprattutto da chi lo “prescrive”) con la seguente argomentazione “Per lavori in cui la frequenza cardiaca rimane tra il 65% e il 75% della massima si bruciano principalmente acidi grassi, mentre ad intensità più alte si consumano carboidrati”.
Tutto vero, ma si cade nell’errore di pensare che i sistemi energetici funzionino a “comparti stagni”, che nel momento in cui si attiva uno si spengano gli altri.
Questo è decisamente errato, infatti i sistemi energetici sono complementari, sono attivi contemporaneamente, e danno il loro contributo alla sintesi di ATP (energia, banalmente) in diverse percentuali.
C’è da considerare il fatto che per un’attività blanda (quindi in fascia lipolitica) il consumo calorico sarà molto basso, per cui anche se l’energia è ricavata per una gran parte dall’ossidazione di acidi grassi, questo “dispendio” non sarà gran cosa, a meno di non protrarre molto a lungo l’allenamento.
Invece nel lavoro ad intensità più elevate, che può essere un “interval trainng” nella corsa, ma anche lavoro con i pesi, anche se è vero che il contributo dato dall’ossidazione degli acidi grassi sarà minore, il dispendio calorico sarà di gran lunga maggiore, per cui anche se gli acidi grassi vengono utilizzati percentualmente in misura minore, si avrà un consumo assoluto maggiore.
Per fare un esempio pratico: se per un’attività “aerobica” di 20 minuti si consumano 250 Kcalorie (i numeri non sono indicativi, è solo per fare un esempio comprensibile) di cui l’80% proveniente dall’ossidazione degli acidi grassi e il 20% dai carboidrati, avrò consumato 200 Kcalorie provenienti da grassi (l’80% di 250).
Invece se per un’attività di 20 minuti ad alta intensità con i pesi di Kcalorie ne consumerò 600, di cui solo il 50% proveniente dagli acidi grassi, avrò consumato 300 calorie provenienti da grassi, per cui in assoluto di più rispetto a quelle “bruciate” con l’attività aerobica.
Inoltre attività ad alta intensità contribuiscono a creare un quadro ormonale favorevole al dimagrimento anche nelle ore successive all’allenamento.

5) SE IL PESO SULLA BILANCIA NON SCENDE NON STO DIMAGRENDO

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L’obiettivo di chi vuole “dimagrire” in realtà è la “ricomposizione corporea”, cioè perdere la massa grassa in favore di quella magra.
Mi è capitato più volte di sentir dire (soprattutto dalle donne, che si fanno maggiori paranoie sulla bilancia): “Ho iniziato ad andare in palestra ma invece di perdere peso sono aumentata!”. La risposta solitamente è: “Butta via la bilancia!”.
Il peso è infatti soltanto un numero, che se preso singolarmente non ha alcun significato.
Sappiamo che il grasso ha un minor peso specifico rispetto al muscolo … Per cui il fatto che il vostro peso sia stabile o addirittura aumenti non vuol necessariamente dire che non stiate perdendo grasso!
Molto più probabilmente l’aumento di peso è dovuto all’aumento del tessuto muscolare. E ricordiamoci che il muscolo a riposo “consuma” di più rispetto al grasso … Per cui se si è più muscolosi sarà più facile dimagrire.

6) PER FARE FORZA BASTA ABBASSARE IL NUMERO DI RIPETIZIONI

Pesistica e luoghi comuni: Sfatiamo 10 falsi miti

Questa è un’altra cosa che si sente spesso dire nelle palestre:
“Faccio serie da 6 perchè sto facendo forza”.
Ecco, chi utilizza i classici programmi da “body building”, considera le serie da 6 già a basso numero di ripetizioni, abituato com’è a serie lunghe, dalle 8 ripetizioni in su.
Tralasciando il fatto che una serie da 6 è già lattacida, e che la forza massima andrebbe allenata con un numero di ripetizioni ancora più basso, è importante capire come non basti abbassare semplicemente il numero di ripetizioni per aumentare la propria forza.
In realtà il discorso è troppo complesso per essere affrontato bene in poche righe, ma proviamo a gettare le basi.
E’ vero che abbassando semplicemente il numero di ripetizioni inizialmente si otterranno degli adattamenti e la propria forza aumenterà, però senza una buona programmazione lo stallo arriverà presto.
Le tipologie di programmi per la forza sono molteplici e anche molto diverse tra loro.
Il concetto comune a tutti però, è che è necessaria una progressione ben strutturata per per ottenere risultati degni di nota.
In questo mio articolo troverete un esempio di progressione di base: Crescita muscolare: linee guida per un allenamento intelligente.
Insomma, il messaggio che deve passare in questa sede è che non basta diminuire il numero di ripetizioni per “fare forza” ma che è importante impostare una progressione logica.

7) UN MUSCOLO NON VA ALLENATO PIÙ DI UNA VOLTA A SETTIMANA

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Anche questo è un discorso molto complesso per essere affrontato in poche righe, ma ci sono cose importanti da dire: l’allenamento in mono-frequenza (cioè in cui si allena ogni gruppo muscolare una sola volta a settimana) è uno dei più usati nelle classiche schede da “fitness” o da “body building”.
Ci si rifà al concetto della super-compensazione, secondo il quale è necessario fare un allenamento pesante per un muscolo per poi lasciarlo riposare per giorni in modo che il corpo abbia il tempo di riparare i danni e ripristinare le riserve energetiche depauperate.
E siccome il corpo è “furbo”, si prepara a resistere qualora intervenisse di nuovo lo stressor (allenamento), e dunque si setta su un livello di base più alto di quello precedente, per cui si “cresce”.
Questo metodo presenta però varie problematiche:
Per crescere c’è bisogno di un certo volume di lavoro. Perciò un gesto va ripetuto molte volte in modo da essere acquisito perfettamente, per essere capaci di reclutare tutte le unità motorie disponibili.
Solo gli atleti molto avanzati hanno però un’ottima capacità di attivazione e reclutamento, perciò per i principianti l’allenamento di un muscolo una sola volta a settimana non è sufficiente a generare abbastanza volume allenante.
Inoltre, se si allena un muscolo con una frequenza bassa (cioè una sola volta a settimana) sarebbe necessario “spingere alla morte”, perché se gli allenamenti sono rarefatti, se fossero anche “leggeri” non avremmo adattamento.
E’ però dimostrato che se lo stress indotto dall’allenamento è troppo intenso non si produce una “reazione di allenamento” che quindi porta a migliorare il nostro livello, ma appunto una “reazione da stress” che manda in crisi tutto il sistema che si adopererà semplicemente per sopravvivere.
E l’ipertrofia muscolare, per quanto concerne la sopravvivenza, è molto in basso nella scala delle priorità.
Attenzione, non sto dicendo che la mono-frequenza sia sbagliata sempre o che sia il male assoluto: su certe persone, in alcuni contesti può andare bene. Ma molto spesso non è la soluzione ottimale.
Vi invito nuovamente a leggere questo articolo: Crescita muscolare: linee guida per un allenamento intelligente, in cui questi concetti sono spiegati in modo più approfondito.

8) FACENDO MOLTI ADDOMINALI FACCIO ANDARE VIA LA PANCIA

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Chiunque abbia provato a fare per mesi centinaia e centinaia di addominali, senza ottenere il risultato sperato, sa già cosa sto per dire.
Per gli altri: mi spiace deludervi, ma il dimagrimento localizzato non esiste (alcuni sostengono che ci sia, ma non esistono studi che indichino che sia di entità rilevante), per cui non funziona che facendo lavorare un determinato muscolo venga magicamente bruciato il grasso che lo ricopre.
Purtroppo ci sono zone in cui si tende ad accumulare maggiormente grasso (per la maggior presenza di recettori alfa-adrenergici sulle cellule adipose), ed una di queste zone, per gli uomini, è proprio l’addome!
Per perdere la pancia prima di tutto mangiare bene, e poi fare attività che portino ad un dimagrimento globale (qui rimando al punto 4, e vedrete che anche la fastidiosa pancetta se ne andrà!

9) LE DONNE NON DEVONO FARE PESI PER NON INGROSSARE TROPPO

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Una delle principali paure delle donne che vanno in palestra è di ingrossare troppo usando i pesi.
Bene, se il modello che avete in mente di “donna che fa pesi” è quelle delle “donnone” sui palchi nelle gare di body building potete stare tranquille: quelle sono così soltanto grazie all’uso massiccio di steroidi anabolizzanti.
A voi, invece, fare pesi può fare solo bene, perché come ho spiegato nel punto 5, avere un po’ di tessuto muscolare in più fa in modo che voi “consumiate di più” anche a riposo, quindi sarà più facile dimagrire e restare magre.
Inoltre sarete anche più “toniche”, cosa che male non fa … oppure avete il coraggio di dire che la ragazza nella foto qui sotto è troppo muscolosa? No, solo così per sapere …

Pesistica e luoghi comuni: Sfatiamo 10 falsi miti

Per indicazioni su come una donna dovrebbe allenarsi in palestra rimando a questo articolo: La mia idea di allenamento al femminile.
Poi, se siete tra quelle che hanno paura di mettere su troppa massa muscolare, vi invito a leggere anche questo bell’articolo (che dice cose importanti con toni anche un po’ goliardici) di Marco Santini, pubblicato su Project Invictus: La donna il sogno e il grande incubo.

10) FACCIO GLI ESERCIZI AL MULTI-POWER PERCHÉ SONO PIÙ SICURI

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In quasi tutte le palestre trovate questo macchinario, il multi-power o smith machine, in cui il bilanciere è vincolato a delle guide:
Se da un lato è vero che fare gli esercizi al multi-power vi darà una (falsa) sensazione di sicurezza perché non correte il rischio di rimanere schiacciati sotto al peso, ed è più facile “impostare” gli esercizi, c’è un lato che non state considerando: nel multi-power non è il bilanciere che si adatta alla vostra linea di movimento, ma voi che vi adattate alla sua: per cui sarà molto facile seguire traiettorie innaturali, che rischiano di essere pericoloso.
Quindi una raccomandazione: se per motivi “logistici” siete costretti ad usare il multi-power, cercate di farlo mantenendo l’impostazione tecnica dell’esercizio la più simile possibile a quella della versione con bilanciere libero!

di Marco Testa
Laureato in Scienze Motorie e Sportive

http://www.warmfit.com/it_IT/groups/sport-official-page/forum/

 

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May
31
Carla T. Fit. + pesistica
Sport consigliati per bambini: quando e come quello giusto
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0

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Sport consigliati per bambini: quando e come quello giusto;  Quali sono gli sport adatti ai bambini? Quale attività fisica va bene a 3 anni, a 4 o a 5? Quando iniziare a fare sport? Il Pediatra, Prof. Giuseppe Ferrari ci spiega il modo corretto di vivere e insegnare lo sport ai nostri figli e come orientarsi tra ginnastica, calcio, danza, nuoto, basket e tanti altri sport sin dai primi mesi di vita.

Lo sport è attività fisica e l’attività fisica è innata nella natura umana. Essa viene esercitata fin dal momento in cui il bambino si sta sviluppando durante la gravidanza. Chiedete alle mamme come “scalciano” i bambini nelle loro pance e capirete!

La valutazione di questa intensa attività fisica consente di essere certi della perfetta salute del neonato. L’attività fisica quindi è sinonimo di energia.

Sport consigliati per bambini: quando e come quello giusto

 

Sport e attività fisica dai 2-3 anni

E’ importante che i genitori siano informati sulla grande utilità, ma soprattutto sui metodi migliori per svolgere un’attività fisica adeguata ad un corretto sviluppo del corpo e della mente dei loro bambini. Preferisco usare il termine attività fisica piuttosto che attività sportiva in senso stretto, in quanto, nei primissimi anni di vita, è difficile, anche se non impossibile, pensare a un vero e proprio sport per i bambini. Deve radicarsi nella mente degli adulti il concetto che l’attività fisica oltre ad essere necessaria, anzi indispensabile per un normale e corretto accrescimento del bambino, condiziona molti aspetti fisici e mentali dell’adulto, per esempio:

  • miglioramento delle funzioni cardiocircolatorie
  • maggiore equilibrio psichico
  • maggiore capacità ad affrontare le difficoltà della vita ecc.

Se un bambino ha acquisito l’abitudine a un’attività fisica, una volta diventato adulto, più facilmente continuerà a praticarla.

 

Benefici dello sport per bambini

Molti insegnanti sono concordi nell’affermare che l’apprendimento nella scuola è facilitato da una pratica sportiva complementare. L’attività fisica incide in modo determinante sulla struttura del corpo, sulla sua conformazione e anche su alcune sue funzioni. Più esattamente, si ha una riduzione del grasso e un aumento della massa corporea magra (muscoli) senza variazione di peso,miglioramento del trasporto di ossigeno in tutto l’organismo, quindi una:

  1. migliore ossigenazione, che persiste anche quando l’attività viene sospesa,
  2. aumento della forza muscolare,
  3. riduzione del bacino,
  4. aumento della larghezza delle spalle.

A che età si può o si deve iniziare l’attività sportiva in un bambino?

L’attività fisica, l’attività sportiva ed il gioco, nei primi anni di vita si identificano, per cui diventa difficile datare esattamente l’inizio di una vera e propria pratica sportiva.

Il lattante, fin dai primi giorni di vita, esplica un’attività motoria. E’ sufficiente vedere come un neonato strilla e sgambetta per farsi un’idea della sua volontà di muoversi. Un quarto delle calorie introdotte da un lattante servono per la sua attività fisica.

Anche nei mesi successivi e nei primissimi anni di vita il bambino “non sta mai fermo”. Alla sera, ne sanno qualcosa le madri distrutte da una giornata di “sport” del loro piccolo!

Man mano che il bimbo cresce, se i genitori possiedono una buona cultura sportiva (e se non la possiedono deve intervenire il Pediatra a suggerirla), si pone il problema di avviare il bambino a un’attività sportiva adatta all’età.

Primi sport per bimbi e neonati

Il primo approccio di attività fisica organizzata può essere la “acquaticità che si può iniziare dopo il periodo neonatale (diciamo nel secondo mese di vita). Questa attività può essere svolta in struttura adeguate e che, in assenza delle quali, consiglio alle mie mamme di iniziare nelle vasca da bagno di casa (riempiendola bene ed immergendosi con il loro bambino). Dopo l’anno, ci si può rivolgere alle piscine attrezzate.

Successivamente, consiglio di avviare i bambini al nuoto per due motivi:

  1. è una attività naturale
  2. i bambini imparano a nuotare, il che rappresenta una importante acquisizione per la sicurezza personale.

La ginnastica e la danza (particolarmente gradita alle bambine) possono essere iniziate verso i 3 anni.

Sport bambini 5 – 6 e 7 anni: quali scegliere?

E’, però, dai 6/7 anni in poi che si può cominciare a parlare di attività sportiva. A questo punto, il tipo di sport da praticare deve essere scelto dal bambino in base al suo gradimento ed alle sue attitudini, perché il bambino deve anche divertirsi, o comunque essere gratificato dalle attività che pratica.

E’ diseducativo dal punto di vista sia fisico sia psicologico, costringere un bimbo a praticare uno sport che non ama. I soggetti longilinei saranno più adatti all’atletica leggera (corse, salti), alla pallavolo, alla pallacanestro, al canottaggio, mentre i soggetti brevilinei saranno più adatti allancio del peso, allo judo ecc.

Tuttavia, queste distinzioni dettate dalla struttura fisica non devono ritenersi tassative, per la scelta di uno sport, ma devono essere supportate dal gradimento del bambino. In genere i bambini sono più attratti dagli sport giochi (calcio, pallavolo ecc.) perché più divertenti.

Sport non completi e non simmetrici

Sono quelli cioè che mettono in movimento solo alcuni muscoli, mentre altri rimangono inoperosi:ciclismo, calcio, tennis, sci da discesa, scherma.

Questi sport in individui ancora in fase di accrescimento corporeo determinano a lungo andare squilibri strutturali. A chi pratica questi sport, quindi, sono da consigliare attività complementari quali nuoto, ginnastica specifica per i muscoli che non vengono utilizzati (per il tennis, ginnastica compensativa dal lato opposto).

Pallacanestro, pallavolo, nuoto, canottaggio, lo sci da fondo sono sport completi. Sarebbe preferibile che i bambini praticassero contemporaneamente diversi sport, sia pure in modo limitato.

Purtroppo, a causa delle attuali carenze delle strutture sportive e della scarsa sensibilità politica e sociale per questo settore, non è quasi mai possibile avviare i bambini a una pratica sportiva varia e completa. Bisogna quindi fare forzatamente delle scelte: infatti, non tutti possono permettersi spese ingenti per palestre o piscine private.

A che età far fare i vari sport ai bambini?

Quindi la domanda secca “a che età si deve cominciare” ha una sola risposta: “appena il bambino dà la sensazione di voler fare volentieri una attività fisica” attitudine che in genere dipende dalla cultura sportiva dell’ambiente in cui vive.

In ogni caso vi suggerisco per gli sport più comuni, le età consigliate (su cui in linea di massima, c’è una accordo “prudenziale” dei medici sportivi). Anche se poi leggiamo che la tennista famosa e il grande  sciatore  ecc. hanno incominciato a 3 anni.

Io credo che se avessero cominciato anche a 6/7 anni sarebbero arrivati ugualmente grazie alle loro qualità individuali e non alla precocità dell’inizio della attività.

Inizio pratica:

  • Calcio a 9 anni
  • Nuoto a 5 anni
  • Basket a 9 anni
  • Pallavolo a 6 anni
  • Judo a 5 anni
  • Ginnastica a 5 anni
  • Tennis a 10 anni
  • Sci alpino a 6 anni
  • Atletica leggera a 10 anni
  • Rugby a 9 anni
  • Scherma a 8 anni
  • Pattinaggio (danza, hockey, velocità) a 8 anni

Inizio attività agonistica seria e continuativa:

  • Calcio a 12
  • Nuoto a 9
  • Basket a 12
  • Pallavolo a 12
  • Judo a 12
  • Ginnastica a 12
  • Tennis a 12
  • Sci alpino a 11
  • Atletica leggera a 14

Personalmente, ai miei bimbi consiglio (in ordine di preferenza): basket, pallavolo, ginnastica (comprensiva anche dei vari tipi di danza), nuoto e atletica leggera.

Articolo scritto da: Prof. Giuseppe Ferrari

Sport consigliati per bambini: quando e come quello giusto

 

Tratto da : http://www.donnaclick.it/mamma/8935/sport-consigliati-per-bambini-quando-iniziare-e-come-scegliere-quello-giusto/

 

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May
30
Carla T. Fit. + pesistica
Il parco batte la palestra. L’aria aperta allevia lo stress
sport - official group
0

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Il parco batte la palestra. L’aria aperta allevia lo stress;     Secondo una ricerca inglese per ottenere il massimo del risultato da una sessione di esercizi è meglio allenarsi immersi nel verde. L’analisi ha incrociato i dati di undici studi sull’argomento: chi preferisce la natura ha più energia e buonumore

 

Il parco batte la palestra. L’aria aperta allevia lo stress

Aiuta a combattere l’ansia, dona energia e buonumore. Lo sport è un toccasana ma, per ottenere il massimo del risultato da una sessione di esercizi è meglio allenarsi all’aria aperta che in palestra. La conferma sugli indiscussi benefici dell’attività fisica arriva da ricerca inglese pubblicata su Environmental Science and Technology’. Con un po’ di movimento si scarica la tensione muscolare, che dà una sensazione di malessere al soggetto, e si stimola la produzione di endorfine, i cosiddetti ormoni della felicità, che promuovono una sensazione di benessere per il corpo e per la mente. Ma, dopo aver analizzato e incrociato i dati di undici studi sull’argomento, gli esperti non hanno dubbi e aggiungono: le persone che preferiscono il parco al tapis roulant possono beneficiare maggiormente degli indiscussi effetti positivi del movimento.

Per verificare se per la mente fosse meglio l’allenamento del corpo all’aria aperta, immerso nella natura, o quello indoor, ‘stipato’ nelle sale delle palestre, gli esperti del Peninsula College of Medicine and Dentistry di Plymouth hanno preso in esame undici trial già pubblicati sull’argomento. In totale i risultati riguardavano 833 adulti. Dagli esami effettuati è emerso che, a confronto con lo sport praticato al chiuso, l’attività fisica all’aria aperta dona una maggiore sensazione di ‘rivitalizzazione’, più energia e buon umore e contribuisce a ridurre ansia, depressione, tensione e rabbia. I partecipanti inoltre si sono detti soddisfatti e divertiti, l’attività fisica all’aperto li invogliava anche a ripetere l’esperienza.

“Sapevamo che fare movimento immersi nella natura fa bene – dice Jo-Thompson Coon, uno degli autori della ricerca – ma ci hanno stupito gli effetti sull’ansia e la depressione. Le ricadute positive sull’umore sono massime quando lo sport è praticato all’aria aperta e in un ambiente vitale, probabilmente anche grazie agli effetti positivi della socializzazione”. Comprendere ancor meglio questo collegamento, dicono gli esperti, può anche aiutare in futuro a studiare e sperimentare nuove terapie contro due delle emergenze sanitarie mondiali: l’obesità e la depressione.

Il parco batte la palestra. L'aria aperta allevia lo stress

“Il 75% degli europei – dice il professor Michael Depledge, coordinatore del team che ha portato avanti lo studio  – vive in ambienti urbani e alla luce dei risultati ottenuti da questo studio è bene che imparino a riappropriarsi del loro rapporto con la natura, sfruttando ad esempio le zone verdi delle loro città”. Un’idea, suggerisce il rapporto, è di attuare programmi come la green gym o la blue gym, ovvero interventi medici innovativi, non molto di moda in Italia, che includono esercizio all’aperto come parte integrante di trattamenti olistici per chi soffre di depressione e simili disturbi psicologici. Una specie di ginnastica a contatto con Madre Natura: vangare, zappare, rastrellare foglie secche e erba tagliata. In particolare la Green Gym, secondo uno studio recente della Oxford Brookes University, oltre che fare bene alla salute, alla respirazione e a tutto il sistema cardiocircolatorio e muscolare, incide in modo positivo anche sullo stato mentale, allontanando, appunto, la depressione. E, concludono i ricercatori, per stare meglio basterebbe ‘allenarsi’ una volta a settimana.

Tratto da : http://www.repubblica.it/salute/forma-e-bellezza/2011/02/08/news/outodoor_palestra-12109737/

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May
26
Carla T. Fit. + pesistica
Rassodare l’interno cosce. 5 esercizi da fare a casa
sport - official group
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Rassodare l’interno cosce. 5 esercizi da fare a casa   Interno cosce flaccido? È il momento di rassodare. Per ritrovare la forma e la tonicità perduti, fate 10 minuti di esercizi al giorno tutti i giorni e la situazione migliorerà sensibilmente.

Ecco 5 semplici esercizi per rassodare l’interno coscia direttamente a casa vostra, senza dover andare in palestra.

Rassodare l’interno cosce. 5 esercizi da fare a casa

1. Rassodare l’interno cosce: esercizio da sdraiate
Stendetevi sul tappetino sul pavimento sul fianco destro. Mettete il braccio destro piegata sotto il collo, in modo da sostenerla e cercando di lasciarla rilassata. La gamba sinistra rimane rilassata a terra, dovete invece piegare quella destra e sollevarla staccandola dall’altra gamba espirando. Mantenete questa posizione sospesa per 5 secondi e poi tornate, lentamente, nella posizione di riposo inspirando. Ripetete l’esercizio 3 volte e poi cambiate fianco. Ripetete due volte la serie di esercizi prendendovi una pausa di 2 minuti tra una serie e l’altra.

2. Rassodare l’interno cosce: divaricamenti
Per gambe toniche e flessuose, sdraiatevi sul pavimento supine e con le mani distese lungo i fianchi. Espirando, alzate le gambe fino a formare un angolo di 90° con il bacino. Ora divaricatele lentamente. Rimanete in posizione aperta per 2 secondi e poi, sempre lentamente, richiudete le gambe, fino a toccarvi i piedi. Ripetete l’esercizio per 10 volte e, passati due minuti, fatene altre 2 serie da 10 movimenti.

3. Rassodare l’interno cosce: stretching laterale
Per allungare i muscoli dell’interno coscia, mettetevi supine, con le braccia lungo il corpo e le gambe tese. Ora piegate la gamba destra a formare un angolo di 45° e portando il piede accanto al ginocchio sinistro. Rimanete in questa posizione per 1 minuto. Poi piegate anche la gamba sinistra e, con entrambe le gambe piegate, state ferme per un altro minuto spingendo con le mani le cosce a terra. A questo punto, stendete la gamba destra e rimanete ancora un minuto con la bamba sinistra piegata. Stendete anche la gamba sinistra. Ripetete questa serie di movimenti per tre volte.

 

Rassodare l’interno cosce. 5 esercizi da fare a casa

4. Rassodare l’interno cosce: grand plies
Per tonificare le gambe, fate questo esercizio di danza. In posizione eretta, aprite le gambe con le punte dei piedi rivolte all’esterno. Tenendo il busto fermo e stringendo i glutei, scendete fino a che il bacino non raggiunge la linea delle cosce. Rimanete in questa posizione per 2 minuti e poi risalite sempre tenendo fermo il tronco del vostro corpo. Fate 2 serie da 10 piegamenti.

5. Rassodare l’interno cosce: squat
Anche gli squat sono fantastici per rassodare l’interno delle gambe.

 

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May
25
Carla T. Fit. + pesistica
Sport: Esercizi per Tricipiti
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0

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Sport: Esercizi per Tricipiti;     Le donne sono spesso sorprese nel scoprire l’importanza di esercitare il dorso del braccio, un gruppo muscolare che viene spesso ignorato ma che, se non lavorato con costanza, può risultare  flaccido e decisamente brutto da vedere.

Lavorare i muscoli con i pesi ti aiuterà a raggiungere, anche nelle braccia, la tonicità che vuoi.

Ma vediamo quali sono i principali esercizi che devi fare:

Sport: Esercizi per Tricipiti

Tricipiti Dietro al Collo un Braccio alla Volta

Allenamento per le Braccia -Step 1
Stai dritta e prendi un manubrio in una mano. Alza il braccio con il peso verso l’alto fino sopra la testa, senza muovere il gomito dalla posizione di partenza.
Per aiutarti a mantenere il gomito immobile aiutati a tenerlo fisso con l’altra mano.

Allenamento per le Braccia – Step 2
Piega il braccio al gomito, abbassando il manubrio alla base del collo. Mantieni un movimento fluido pur rimanendo concentrata sul controllo del peso.

Ritorna in posizione verticale, e quindi esegui 2/3 serie da 12-15 ripetizioni con un peso adeguato.

 

Tricipiti Ercolina

Allenamento per le Braccia – Step 1
Posizionarti più vicina possibile alla macchina ed afferra la barra con entrambe le mani, alla stessa larghezza delle spalle.

Allenamento per le Braccia – Step 2
Mantieni i gomiti fissi ed aderenti al corpo, poi spingi la barra verso il basso, fino ad arrivare alla cosce.

Lentamente porta le braccia fino alla posizione di partenza e continua per il numero di ripetizioni.

Esegui 3 serie da 15 ripetizioni.

Tricipiti su Panca con Bilanciere

Allenamento per le Braccia – Step 1
Sdraiati su una panca piana e prendi un bilanciere, assicurando che le braccia siano verticali.

Allenamento per le Braccia – Step 2
Inspira mentre si abbassa il bilanciere, in modo che gli avambracci siano sempre immobili e orizzontali, paralleli al pavimento, mentre la parte superiore delle braccia rimanga sempre verticale.

Allenamento per le Braccia – Step 3
Espira e ritorna alla posizione di partenza e ripeti.

Fare 3 serie da 10 ripetizioni.

Sport: Esercizi per Tricipiti

Tricipiti su due Panche

Questo esercizio può essere eseguito con due panche oppure solamente con una (come nella foto) appoggiando i piedi a terra. Personalmente preferisco utilizzare due panche perchè è più faticoso se posizioni anche i piedi sopra ad una panca, e mi sento più stabile nell’esecuzione, ma è soggettivo.

Allenamento per le Braccia – Step 1
Posiziona le due panche parallele tra loro alla distanza preferita, maggiore sarà la lontananza tra le due e più sarà difficile l’esecuzione dell’esercizio.

Siediti su una panca e posiziona le mani sul bordo alla stessa larghezza delle spalle (quasi sotto il sedere) e posiziona i piedi sull’altra panca davanti a te, con le ginocchia diritte.

Allenamento per le Braccia – Step 2
Sposta il corpo leggermente avanti caricando tutto il peso sulle mani e da questa posizione porta il corpo verso il basso ricordandoti di non allontanare la schiena dalla panca su cui poggiano le mani, in quanto l’esercizio è fatto correttamente se la schieda sfiora il bordo della panca durante la discesa e la risalita.

Fai 3 serie da 10-15 ripetizioni o anche di più se riesci. Con il tempo cerca di aumentare il numero delle ripetizioni.

 

Tratto da: http://www.viveredonna.it/allenamento-per-tricipiti/

 

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