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Mar
26
Fabio, Sport Masseur
Catene muscolari di Mezieres e catene muscolari di Souchard
Metodo Mezieres, Mezieres - Official Page, Uncategorized
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Metodo Mezieres – Official Group

Mezieres

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Catene muscolari di Mezieres e catene muscolari di Souchard,
Tramite la fascia connettivale, i muscoli sono in realtà strutturati in lunghe catene muscolari o meglio miofasciali. La lunghezza (l’elasticità) di ogni singolo muscolo è strettamente legata a quella di tutti i muscoli appartenenti alla stessa catena. Occorre comunque sempre tener presente la stretta integrazione esistente all’interno del sistema miofasciale e del nostro organismo; è difficile isolare funzionalmente un organo o una struttura. Un gruppo di muscoli in tensione esercita un’influenza su gli altri muscoli vicini, sia per un fattore fisico-fasciale che nervoso (i neuroni eccitati eccitano quelli vicini).

 

Catene muscolari di Mezieres e catene muscolari di Souchard

catena muscolare posteriore

La catena muscolare posteriore è la più estesa ed è formata da tutti i muscoli profondi e superficiali che vanno dalla linea occipitale alla punta delle dita dei piedi:
trapezio, gran dorsale, romboidei, elevatore della scapola, dentati (serratus), erettore della colonna, trasverso spinoso, interspinosi e intertrasversi, semimembranoso, semitendinoso, gracile, bicipite femorale, adduttori, plantare, popliteo, gemelli (grastrocnemio), soleo, tibiale posteriore, flessori lunghi delle dita e plantari del piede.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Catene muscolari di Mezieres e catene muscolari di Souchard

catena muscolare antero-inferiore

La catena muscolare antero-inferiore (fascia cervico-toraco-addomino-pelvica) è formata dal tendine centrale, dal diaframma, dall’ileopsoas e dalla fascia iliaca.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Catene muscolari di Mezieres e catene muscolari di Souchard

catena inspiratoria

 

La catena muscolare inspiratoria è formata dai muscoli nucali piccolo e grande retto posteriore, dal lunghissimo di capo e collo e dal tendine centrale che collega il rachide cervicale al diaframma e all’asse viscerale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Catene muscolari di Mezieres e catene muscolari di Souchard

catena anteriore del braccio

 

La catena muscolare anteriore del baccio è composta dal muscolo coraco-brachiale, dal bicipite, dal brachiale, dal brachio-radiale, dal lungo supinatore, da tutti i muscoli flessori e pronatori dell’avambraccio compresi i muscoli dell’eminenza tenar e ipotenar.

 

 

 

 

 

 

 

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Souchard

METODO SOUCHARD O RIEDUCAZIONE POSTURALE GLOBALE

Questo metodo è derivato direttamente dal precedente; infatti Philippe E. Souchard è stato tra i collaboratori della Mézières. Si basa su una netta distinzione di comportamento e ruolo dei muscoli della statica e dei muscoli della dinamica.
Il principio cardine di questa metodica è che i muscoli statici più rimangono accorciati (in contrazione) più diventano retratti e resistenti all’allungamento, mentre quelli dinamici possono essere accorciati (contratti) liberamente e favoriti in questo da un pre-allungamento. Ne deriva che i muscoli statici andranno esercitati in modo eccentrico e quelli dinamici in modo concentrico.
Superando i limiti della disciplina Mézières, Souchard pone inoltre particolare attenzione al muscolo respiratorio diaframma e al nervo fibroso che lo sostiene, nonché alla sua azione sinergica con i muscoli posteriori e psoas.
Souchard ritiene che le catene muscolari della statica siano prevalentemente due: anteriore e posteriore.
Alla catena anteriore appartengono:
a) La catena inspiratoria, formata dai seguenti muscoli: diaframma con il suo tendine sospensore, scaleni, gran dentato, sternocleidomastoidei e piccolo pettorale.
b) La catena antero-interna della spalla, formata dai seguenti muscoli: sottoscapolare, parte superiore del gran pettorale e coracobrachiale.
c) La catena anteriore del braccio, formata dai seguenti muscoli: bicipite, brachiale anteriore, coracobrachiale, lungo-supinatore, grande e piccolo palmare e dai muscoli dell’eminenza thenar ed ipothenar.
d) La catena antero-interna dell’anca, formata dai muscoli ileo-psoas e dai muscoli adduttori pubici.
Alla catena posteriore appartengono i seguenti muscoli:
e) spinali, grande gluteo, pelvi-trocanteri, ischio-tibiali, popliteo, soleo e plantari.

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Catene muscolari di Mezieres e catene muscolari di Souchard

La scelta delle posture da utilizzare è fatta dopo una valutazione del paziente effettuata in modo differenziato sui muscoli dinamici e statici, dopo una anamnesi ed un esame delle retrazioni.
Souchard individua prevalentemente due quadri morfologici. Il primo è detto anteriore; i pazienti appartenenti a questa categoria possono presentare prevalentemente queste caratteristiche: testa in avanti, ipercifosi, iperlordosi, bacino antiverso, femore intraruotato e ginocchia valghe, calcagno e piede valgo. Il secondo è detto posteriore; i pazienti appartenenti a questa categoria possono presentare prevalentemente queste caratteristiche: nuca corta, dorso piatto, ipolordosi lombare e diaframmatica, bacino retroverso, ginocchia vare, calcagno e piede varo.

 

Catene muscolari di Mezieres e catene muscolari di Souchard

l tipo anteriore (sinistra) e il tipo posteriore (destra) ; Le zone numerate sono:
(1) = nuca   (2) = zona dorsale   (3) = zona lombare   (4) = bacino   (5) = ginocchio   (6) = calcagno

Da questi due principali quadri morfologici derivano i due principali gruppi di posture:
1)  Posture con l’apertura dell’angolo coxo-femorale per agire sulla catena anteriore.
Esempio:
Catene muscolari di Mezieres e catene muscolari di Souchard
2) Posture con chiusura dell’angolo coxo-femorale per agire sulla catena posteriore.
Entrambe possono essere effettuate a braccia aperte o chiuse.

 

Esempio

 

Catene muscolari di Mezieres e catene muscolari di Souchard

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Mar
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Fabio, Sport Masseur
Mezieres Method
Metodo Mezieres, Mezieres - Official Page
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Mezieres Method

 

Françoise Mézières’ (1909–1991) career as a physiotherapist and a teacher of anatomy/physiology changed radically following an empirical discovery (i.e. based on observation). With this primary discovery she found the clue to all our deformities, developed a powerful therapeutic tool for our musculoskeletal dysfunctions and pains, and formulated totally new biomechanical laws.

Metodo Mezieres Metodo Mezieres Metodo Mezieres Metodo Mezieres Metodo Mezieres Metodo Mezieres 
Single-handed and single-minded she dared to question the theoretical basis of physiotherapy, orthopaedics and most forms of bodywork.

1947 was the year of the French revolution for the world of manual therapy. During this year Mézières’ made what could be considered, in the field of bodywork, the greatest discovery of the 20th century. Her primary discovery was so contrary to orthodox teachings that she spent two years trying to prove herself wrong. But her findings were real, not a mere illusion. The following years were rich in new observations she could turn to practical use. She went back to the study of anatomy, a subject she had been teaching for ten years. It took her twenty years to thoroughly check the validity of her observations and to understand the bodily mechanisms brought to the fore. An entirely new, unique and revolutionary method of diagnosis and treatment was born.

This method, which bears her name, is based on perfectly well ascertained facts. No specialist could fault Mézières’ findings. Nevertheless she had to face fierce opposition because working her way meant that one had to abandon a paraphernalia of clever but useless machines. The panoply of corsets, braces, shoe inserts, traction tables, laser and ultrasound machines becomes obsolete when one adopts the Mézières’ approach. Also, her work is tiring and difficult because when only one part appears to require care it is necessary to treat the whole body. The sessions are long and on a one-to-one basis, they demand sustained attention and physical effort from the therapist because the Muscular Chains (MCs) resist with force and cunning any stretching attempt.

The Discovery

The treatment of a particularly misshapen patient was the occasion that started the radical change in Mézières’ work. In the spring of 1947 Mézières’ examined a new patient: a tall, skinny woman in her forties, with a seriously round back (kyphosis). Suffering from back pain for two years, her whole torso had been caged up into a brace that did not stop her deformations but gave her plenty of bruises. The patient complained particularly about her shoulders: they are so painful that she could not lift her arms any more and therefore could not work.

Mézières’ asked her to undress and to lie down on the floor. To flatten her patient’s back Mézières’ pushed on her shoulders but this attempt provoked a big concavity (lordosis) in the lower back of the patient. To counteract this unwanted hollow Mézières’ decided to lift the knees of the patient to tilt the pelvis back and flatten the lower back. But now it was the neck that presented a phenomenal concavity with the head thrown far back, and Mézières’, however hard she tried, found herself incapable of reversing this situation.

Countless generations of bodyworkers must have encountered this muscular behaviour but no one before Mézières’ has drawn the necessary conclusions: the back muscles are too stiff, too short. The observed facts were unbelievable. Hadn’t she learned and then taught that, with a round back (kyphosis), the muscles are too weak, too long and too elastic? But here the concavity escaped in a new place as soon as it was flattened. The problem was not the round back but this wandering lordotic bend that was as slippery as a bar of soap. Moreover the established practice to work locally by flattening the convexities and protruding the concavities proved here to be worthless since
the back muscles were behaving like a single muscle.

Repeating the manoeuvre Mézières’ was forced to accept the fact that the concavity (or lordosis) is not fixed in one place but moves, like the bubble in a spirit level, according to the relative positions of the different parts of the body. Mézières’ believed, like all of her colleagues, that deformities are caused by weakness of muscles that become incapable of supporting the spine in its proper shape and of counteracting the force of gravity. In spite of these beliefs she decided to work paradoxically: to lengthen the back muscles; to deal with the hollows and to ignore the bumps. She treated her patient as if she was suffering from a total lordosis. After eight months of weekly sessions, only treating the concavities, Mézières’’ patient got rid of her brace and pains; became taller; lost her protruding stomach without any abdominal exercises; and, as she could now use her arms again, went back to work.

Mézières’ Laws

Mezieres Method

Standing and prone positions

With her new outlook on the practise of physiotherapy Mézières’ realised that this patient was not an exception. Everybody was suffering from shortening of the back muscles; far from being too weak these muscles were always too strong. After two years spent in experiencing and studying, Mézières’ drew six biomechanical laws.

First law: the numerous posterior muscles (situated at the back of the body) behave like a single muscle.

This is so because 97% of the posterior muscles are, in a large majority, multi-joint muscles (they extend over a minimum of two joints), and are overlapping like tiles on a roof. Mézières’ named this special anatomical arrangement “Muscular Chain” (MC). There are four MC in our bodies. The main one is the posterior muscular chain, running from head to toes. Nowadays, following the success of the Mézières’ method, many therapist have jumped on the “chain” bandwagon and we hear of articular chains, fascias chains and even of muscular chains that are made of contiguous muscles. The latter cannot fit Mézières’ definition of a MC where the muscles must be overlapping to ‘behave’ the way they do.

Second law: they (the posterior muscles) are too short and hypertonic (too strong).

Third law: any localised action, either of lengthening or shortening, results in the immediate shortening of the entire posterior musculature.

The second and third law ensue from the first one. Because the muscles belonging to a MC are closely knitted together they are especially strong since the tone of each muscle adds up to the tone of all the others. Moreover their action is predominant in all our movements; contrariwise they never get the chance to be fully lengthened in our daily activities. MCs shorten and stiffen immutably during our life, shortening our stature, twisting and distorting us in a thousand ways – the cause of a multitude of pains, from frozen shoulder to sciatica.

If you stretch or shorten a part of a MC the entire chain will shorten. This is because the change in length of an element of a MC will pull on the insertion of the following element, and so on until the end of the chain. Any partial lengthening is negated by a shortening of the entire MC. For this reason all forms of localised work must be completely ruled out.

Fourth law: any attempt to resist this shortening provokes, instantaneously, latero-flexions (bending sideways) and rotations of the spine and limbs.

Multi-joint muscles can have two or three actions. Within a MC these actions take over from one another. If the posterior MC is not lengthened in its totality, taking care to suppress all compensations, the shortening finds ways to escape the stretch.

Fifth law: the limbs always rotate internally (i.e. they turn inwards).

The muscles that turn the limbs inwards are stronger than the one that turn them outwards. Bow-legs and knock-knees are two different effects of the same cause, namely, the shortening of the posterior MC. In both cases the knees are turned inwards even if they sometimes give you the illusion of the contrary. Flat feet, a blessing for shoe inserts-mongers, are simply the result of these inwards turned knees which make the feet roll in.

Sixth law: any stretch, untwisting, pain, concentration, effort, makes the patient hold his/her breath and fix the rib-cage into a position of inspiration.

Holding the breath in inspiration is the ultimate compensation. The diaphragm, the main breathing muscle, is part of a MC and, as such, tends to be unduly contracted. With its fellow members of the antero-inner chain (on the front and inside the body) it arches the spine forward and gives a fixed point to the back muscles which can hold on it and thereby reinforce their shortening. This is why the Mézières’ method focuses on the breathing out phase and never uses breathing in as a therapeutic tool.

…we were absolutely convinced of the correctness of the orthodox principles according to which gravity was the enemy number one. (These are Mézières’ words, expressing her surprise when she discovered that the posterior muscles were betraying an excess of tone.  According to orthodox view gravity is the main cause of our deformations and the posterior muscles are believed to be too weak to counteract the gravity force. Her primary discovery made her question this certainty and then reject it as a fallacy).

The Muscular Chain Family

Mezieres Method

To align the trunk. The shoulders are free but the spine is outstretched in an effort of maximum axial lengthening, active and assisted.

Mezieres Method

Work on pelvic torsion. Local intervention within a total strectching posture, from head to hands and head.

We all possess four muscular chains that are constantly shortening and increasing their tone. Muscle tone is a normal state of partial contraction of a resting muscle. Hypertonic (demonstrating an abnormal increase in tonicity), muscles in our MCs exert a permanent pull on their insertions. They act like a brake and we lose our flexibility and suppleness. During a lifetime this can lead to serious pathologies: joints put out of true; compression of intervertebral discs, leading to protruding or herniated discs; inflammations of soft tissue such as tendinitis and bursitis; joint stiffness or contracture; fibrosis; injuries; arthritis; and many others. These pathologies are always associated with a departure from the normal shape.

Mezieres Method

Right thoracic, left lumbar scoliosis. New awareness and body sculpting.

To align the trunk. The shoulders are free but the spine is outstretched in an effort of maximum axial lengthening, active and assisted.

Right thoracic, left lumbar scoliosis. New awareness and body sculpting.

Work on pelvic torsion. Local intervention within a total strectching posture, from head to hands and head.

The normal, natural shape is the one that has not been altered by the retraction of our MCs. It is also the most beautiful, harmonious and symmetrical one. Beauty is the external sign of health and fitness. Consequently beauty is not skin deep; it is, at the very least, muscle deep. Form is for the sake of function. Have you ever seen a square wheel? Obviously not because the square shape does not fit the rolling action required from a wheel. Beauty is a prerequisite to health. But the reverse is true: any departure from the normal shape, no matter how slight, has to be interpreted as pathological. This is because any distortion, even the slightest, will always cause, sooner or later, pain and dysfunction.

Imperfect shape is often considered normal because it is common. Slight deteriorations don’t interest specialists but they always get worse until they become major deformities. Indeed, as W. R. Inge, a British churchman and writer, said: “We tolerate shapes in human beings that would horrify us if we saw them in a horse.” Bow-legs, knock-knees, genu recurvatum (back knees), flat feet, hollow feet, Hallux valgus, hammer toes, saddlebag thighs’, sway-back, round back, scoliosis, winged shoulder-blades, Dowager’s hump are not inherited. If they do tend to ‘run in families’ the fault is not in our genes but in our muscles. All deformities, other than those which are congenital or arising from mutilations and fractures, have a unique cause: the shortening of the MCs. The body is not made up only of muscles, but only muscles hold the key to our shape.

Treatment

Mezieres Method

Forward bending posture

Mézières’ designed an original and unique way of treating patients based on her discoveries. Instead of working on the dysfunction by exercising this function, Mézières’ restores it through a reshaping of the whole body. This is achieved by means of an eccentric static contraction of the MCs. In other words the chains are passively extended and then contracted without any possibility of shortening. By stretching the tight MCs, the strength of the weakened antagonist muscles (mainly the quadriceps and abdominal) improves automatically. Practically speaking the work is based on very precise postures in which all the segments of the body are carefully aligned. This requires the adoption of a paragon (model) of the perfect shape which Mézières’ found in classical Greek sculpture. These postures can look ridiculously easy and simple – until you are trying to hold them. They are tailor-made (no prêt-à-porter in Mézières’ work) and carefully constructed until all compensations are eliminated.

It is, unfortunately, impossible to give a fair account of methodology because every case is different with the MCs misshaping the body in a thousand different ways and the stretching of these MCs provoking compensations specific for each patient. The work is very physical for both patient and therapist and requires cooperation between them both. The MCs defend themselves in turns, twists, bends, and kinks of all sorts. They have their own kind of wicked ‘intelligence’ and have many tricks to avoid our efforts to become fit, healthy and beautiful.

Forward bending posture (touching the floor with the knees straight). This posture is used to diagnose the condition of the muscular chains. The uninterrupted line shows how it should look when the muscular chains have enough elasticity. The legs are at a right angle with the floor, and the contour of the back presents an harmonious convexity. The dotted line shows some of the distortions that can be caused by tight muscular chains: the spine presents concavities or areas of flatness, the head is pulled back and the knees are locked back. The forward bending posture is also used during the treatment proper. The heavy line shows the flexion of the knees to counteract the tendency to lock the knees (but, ideally, the knees should be straight), and the alignment of the spine where the skull, scapulae and sacrum are on the same plane. This posture proves to be too difficult for the majority of beginners who cannot sufficiently correct the compensations provoked by it. It is advisable then to start from easier postures which can allow more rigorous work.

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Case Study: Herniated Disc

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Gareth, a personnel manager, spent his childhood troubled with musculoskeletal dysfunction. He saw several specialists until he was 15. He was suffering with cramps in the calves and feet and because of so-called loose joints (hyper-elasticity) he could not do PE: the specialists said there was a risk of dislocation. (Hyper-elasticity is an illusion; nobody was ever too supple. This illusion is the crafted work of the MCs which, through compensations, gives the impression of suppleness. Suppress these compensations and you will only encounter stiffness).

At the age of thirty Gareth started to feel twinges in his back that soon became pains. He saw a chiropractor for three years with only a palliative effect. In 1995 he was diagnosed with a herniated disc at L4. He had an epidural without success, then had to lay flat on his back for six weeks. He then tried physiotherapy with no more success. A scan showed two herniated discs and a disc protrusion. In April 96 Gareth underwent two discectomies. After four weeks of rest the pain was gone but the numbness never completely disappeared. In August 97 serious back pain, numbness and cramps were back with, in addition, a neck pain.

Gareth came to me in September 97, as a last resort, to avoid a new operation. Figuratively as well as literally he was in a very bad shape. His head was tilted to the right, his left shoulder higher than the right one, and the right hip higher than the left. We had to work cautiously because of the pain and the damaged disc. Putting him in a position of hyper-correction (the opposite of his distortions) the pains vanished. Repeating this procedure we were able to tackle more difficult postures. I also taught Gareth the basics of good use with the Alexander technique. Gareth made remarkable improvements in a short time and the operation is not anymore on the agenda. If Gareth still has a lot to learn and a lot of flexibility to gain he is now a new man who walks tall and sits pretty, and who does not suffer from cramps anymore and who no longer suffers from agonising pains.

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Case Study: Scoliosis

‘Scoliosis’ is a lateral curvature of the spine and ‘idiopathic’ is a highbrow term used to cover ignorance since it means ‘of unknown cause’. The discoveries of the MCs and their particular behaviour allowed Mézières’ to make a breakthrough into the ‘mystery’ of scoliosis.
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Katie is a fifteen years old girl with a right dorsal, left lumbar idiopathic scoliosis with a 41º curvature. Two years ago she and her mother came to me for a consultation. They were worried that the curve may increase to the point of needing surgical treatment and decided to try the Mézières’’ approach. At the beginning the work was rather difficult because Katie was trying too hard and compensations were all over the place. But Katie has a good brain and a positive attitude. She learned to be patient and soon her kinaesthesia was much improved. After six months of weekly sessions an X-ray showed that the curvature was reduced to 37º. But Kathy is a ‘fitness-aholic’ and, outside her sessions, trains too much, does not rest sufficiently, and exercises in a way that would make Mézières’ turn in her grave. Nevertheless her orthopaedic consultant expressed surprise that her curvature, instead of worsening, had stabilised and has now stayed stable for two years. Recently we were able to refine the postures, stretching the MCs even more, and Katie shows a new and promising improvement in her posture.

A long time ago, Socrates exclaimed: “What a disgrace it is for a man to grow old without ever seeing the beauty and strength of which the body is capable!” Thanks to Mézières’’ discoveries, we have the opportunity to regain the good shape, strength, suppleness and smooth functioning which are our natural birthright, no matter how unpromising the material or how old we are – the MCs may lose their elasticity but they never lose their elastic function which can be exercised at any age. Metodo Mezieres Metodo Mezieres Metodo Mezieres Metodo Mezieres Metodo Mezieres Metodo Mezieres 

• Drawings reproduced with permission from Le Manuel du Méziériste Tome I by Godelieve Denys-Struyf. Éditions Frison-Roche, Paris 1995.

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Posture represents the fine interaction between all the systems in the human body.  In all daily activities, we receive information to produce movement and adjust our position in space. These stimuli are processed in our brain and developed as signals to which will act by creating the required action.  At Marcoophysio, our experts in postural rehabilitation look at the various systems (musculoskeletal, nervous, endocrine, vision and hearing) and investigate how to improve their cooperation.

The Mezieres Method is a revolutionary holistic method of postural re-education named after Francoise Mezieres, physiotherapist, who created it in 1947 after careful observations on the body mechanic.

She realised that the muscles acting on the back worked as a single muscle, forming a sort of chain, which she described as a group of muscles joined together working as a unit, where the alteration of an element affects the whole chain function. An increased tension of the muscles can cause dysfunction and pain, leading to unbalance between the muscular chains.

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The primarily aim of the Mezieres method is focused on lengthening and softening the muscular chains, treating the osteo-muscular structures involved in the postural unbalance and impairing the whole body function. Metodo Mezieres Metodo Mezieres Metodo Mezieres Metodo Mezieres Metodo Mezieres Metodo Mezieres 

If the structure is unbalanced, the function will be secondarily disturbed. Postural re-education wants to achieve a postural change through the work on the muscular chains balance. An accurate postural examination is required to understand where the cause of the dysfunction is hidden, frequently away from the frank area of pain.

With postural re-education we can treat: chronic back pain, cervicogenic headache, developmental juvenile scoliosis, hyperkyphosis, hyperlordosis, vertebral disc injuries (herniation, protrusion, annular stra/post spinal surgery dysfunctions).

Mezieres Italian language

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Mar
25
Fabio, Sport Masseur
Riprogrammazione Posturale Globale – Metodo Bricot
Metodo Mezieres, stretching - Official Group
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Riprogrammazione Posturale Globale – Metodo Bricot

IL METODO RPG, Bricot

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In Italia, le patologie artrosiche che sono alterazioni posturali croniche, da statistiche ISTAT sullo stato di salute della popolazione, sono le malattie croniche piu’ diffuse e sono al secondo punto della classifica delle cause di invalità.
Le patologie acute dell’apparato muscolo scheletrico, che spesso si possono ricondurre a squilibri posturali, sono al secondo posto (dopo le affezioni delle vie respiratorie comprendenti anche le sindromi influenzali). Per quanto riguarda gli infortuni sul lavoro, la lesione da sforzo, che nel 60-70% dei casi è rappresentata da una lombalgia acuta, si può anch’essa ricondurre a una disconosciuta sofferenza del sistema tonico posturale che porta a fenomeni di squilibrio acuto con carichi eccessivi a cui il fisico non è preparato.
La Posturologia è una medicina clinica integrata, basata sull’anatomia, sulla neurologia e quasi tutte le scienze di base. Studia e cerca di curare gli squilibri del Sistema Tonico Posturale con i riflessi propriocettivi: riconosciuta in campo internazionale grazie ai numerosi lavori pubblicati sulle riviste importanti e indicizzate, in poco tempo in Italia è diventata materia di insegnamento.
Sono noti alla comunità scientifica internazionale gli studi, tra gli Altri, dello stesso B. Bricot, di P Caiazzo, di J. Ceccaldi, di PM Gagey, di P. Stagnara, di B. Autet, di Roll, di R. Bourdiol, di A. Ceccaldi, di A. Ferrante, di L. Balercia, di P. Balercia, di Pompeiano.
Il Sistema Tonico Posturale è un insieme molto complesso, che vede coinvolte strutture del sistema nervoso centrale e periferico e soprattutto l’occhio, il piede, i denti, la cute, i muscoli, le articolazioni, ma anche l’apparato masticatorio-fonatorio e l’orecchio interno.
Il Sistema Tonico Posturale si è gradulamente formato nel nostro cervello per organizzare il controllo automatico e volontario per consentirci di conseguire la “posizione eretta” dopo migliaia di anni di evoluzione genetica; infatti era necessario formare quei meccanismi sofisticati che controllano l’equilibrio, attraverso piccole oscillazioni che fanno colloquiare tra loro il computer centrale con le stazioni periferiche di rilevamento e controllo dell’ambiente esterno.
L’ultimo concetto è intuitivo: noi camminiamo sui piedi, siamo eretti sui piedi e vediamo l’ambiente circostante quale punto di riferimento. Gli stessi occhi e piedi ci dicono continuamente qual è il basso e qual’è l’alto.
Da recenti ricerche è emerso che il recettore più sensibile di tutti è paradossalmente la cute dei piedi, con i suoi recettori, mentre ci si sarebbe aspettato di trovare gli occhi o gli orecchi, o come ci hanno insegnato a scuola il naso e la bocca.
Una persona a cui progressivamente vengono disturbati i sistemi sensoriali di riferimento, alla fine resta in controllo delle afferenze dai piedi!
Poveri piedi, e noi come li maltrattiamo dentro a scarpe strette!
Un tempo si dava un ruolo preponderante all’orecchio interno ed al sistema vestibolare, che rimane lo stesso un’entrata primaria, ma si è visto oggi, che da solo non ci permette di collocarci nello spazio. Per spiegare questa tesi ci sono due classici esempi: lo sciatore nella valanga ed il sub in profondità, entrambi possono morire perché scavano o nuotano dalla parte sbagliata (in queste circostanze occhi e piedi sono esclusi dal buio e dalla pressione omogenea su tutto il corpo); la spiegazione è che l’orecchio non insegna loro in quale direzione si muovono.
L’unica funzione del sistema vestibolare è di accelerometro e decellerometro.
Il sistema audio-vestibolare periferico è in stretta correlazione con i centri che regolano la postura: serve a mantenere in visione foveale (cioè nel centro della retina dell’occhio) un bersaglio, mentre gli occhi, la testa, i piedi e a volte l’immagine stessa si spostano, cioè spostamento del bersaglio e del soggetto; altrimenti l’uomo “cacciatore” non sarebbe in grado di svolgere al meglio le funzioni di attacco e fuga (vi è un esempio di uso ai nostri tempi: un passeggero del treno in movimento che guarda dal finestrino; un altro esempio di uso del sistema vestibolare è quando parte ed arriva un ascensore: noi avvertimo l’accelerazione e la frenata ma nulla durante il viaggio, a meno che l’ascensore non sia aperto e ci consenta di vederci attorno).
Le strutture deputate ad inviare informazioni ai Centri Superiori sull’atteggiamento del corpo (quindi occhio, piedi, cute in primo luogo) si influenzano a vicenda, ma lo fanno anche nel cercare di rimediare ad alcuni loro deficit (eteroforie e/o vizi di convergenza oculare o appoggio plantare errato): all’inizio questi deficit sembrerebbero compensati con adattamenti corporei (spalla più alta, rotazioni del bacino, atteggiamenti scoliotici,…) in seguito cristallizzeranno tale ‘postura’ errata con conseguente comparsa di sintomatologia dolorosa. A complicare ulteriormente il problema concorrono anche fattori quali la gamba corta, blocco della prima costa, disturbi della deglutizione, malocclusioni in bocca fra i denti dell’arcata sup e quelli inferiori, mancanza di denti, precontatti, contatti mancanti, abitudini viziate (spinta linguale anteriore o laterale, interposizione linguale anteriore o laterale, succhiamento labbro, chiusura forzata labbra, incontinenza labiale, contrattura mento, persistenza succhiotto, respirazione orale), parafunzioni: bruxismo (serramento dei denti) notturno/diurno, battimento dei denti e cicatrici patologiche.
Un fenomeno interessante sono i microgalvanismi, cioè microcorrenti che si creano nel corpo a contatto con i metalli: infatti il corpo è costituito principalmente da acqua e sale e quindi i metalli è come se fossero immersi in mare, quindi si sciolgono; avviene un fenomeno detto galvanismo in cui la cessione di ioni, determina una differenza di potenziale, che si può anche definire “corrente”. Il sistema di controllo da parte del sistema nervoso sui muscoli è fatto attraverso microcorrenti che sono più basse di quelle che si possono formare con il galvanismo dei metalli. Molto elevata è la corrente tra amalgama dei denti e collane di oro, argento, rame od anelli e ancora piercing, a volte anche con rilascio di sostanze tossiche e velenose.
Questo Sistema Tonico Posturale disturbato ed attaccato da tutte questi incontri della vita quotidiana, o da incidenti di percorso, quando non ha più possibilità di ovviare ai vari squilibri creatisi, vede sorgere tutte le note problematiche della colonna e degli arti in genere, la scoliosi, i piedi valghi o piatti, i traumi articolari da errore nel controllo dei movimenti normali o durante un gesto atletico agonistico, ma anche disturbi meno noti quali difficoltà alla guida notturna, difficoltà di apprendimento e dislessia nel bambino, maldestrezza, facilità di cadute, cinetosi (mal d’auto, mal di mare), acufeni, vertigini, cefalee, malocclusioni…, che complicano e condizionano notevolmente la vita quotidiana.
E’ fondamentale, a questo punto, pur con tutte le difficoltà facilmente immaginabili ed in un tempo necessariamente adeguato, agire ai vari livelli per correggere e cercare di RIPROGRAMMARE questo complesso sistema.
Vediamo come dovrebbe essere una statica normale o ideale:
L’asse verticale del corpo passa per l’apice del cranio – il dente dell’epistrofeo – il corpo vertebrale di L3 – il centro del quadrilatero di sostegno dei piedi.
L’asse verticale posteriore – che è la trasposizione esterna dell’asse interno al corpo – si evidenzia la linea tangente al piano scapolare che dovrebbe passare anche tangente ai glutei ed evidenziare poi 2 frecce: la freccia lombare di 3 dita trasverse (4-6cm) e la freccia cervicale di 4 dita trasverse (6-8cm).
Sul piano frontale si misura con linee orrizzontali di cui le più usate sono:
– la bi-pupillare
– la bi-acromiale
– la bi-mamillare
– la bi-iliaca
– la bi-stiloidea radiale (o pollici)
Se vi è una corretta postura si forma un angolo di 32° fra il piano sacrale e L5 ed il disco L3-4 è orrizzontale e la vertebra L3 quella più anteriore
Non deve esistere alcuna rotazione delle cinture pelvica e scapolare.
Risultato: solo circa il 10% della popolazione rispetta i parametri – la rimanente popolazione può presentare dei disturbi da alterazione posturale più o meno precocemente e in epoche diverse della vita, spesso in concomitanza con altri eventi scatenti o traumatici.
Le alterazioni posturali portano agli SQUILIBRI POSTURALI che conducono alla patologia.

Vediamo in modo semplice degli squilibri posturali:
La mancata convergenza oculare:

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Ora gli squilibri legati ai piedi vari:

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Ora gli squilibri legati ai piedi piatti o valghi:

Riprogrammazione Posturale Globale - Metodo Bricot
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Infine ai piedi disarmonici, che sono i più frequenti e che possono dare scoliosi:

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Anche i piedi asimmetrici possono dare squilibri rotatori sulla colonna vertebrale.

Alla fine si presenta in modo semplice come una alterazione dell’apparato stomatognatico, cioè dell’occlusione, possa da solo o più spesso in correlazione con altri squilibri posturali creare un importante disturbo posturale.

Va qui ricordato che le forze impresse sui denti, quindi, possono spostare l’equilibrio posturale e modificare il sistema tonico posturale ed essere infine la causa di patologie del rachide. Quindi è importante controllare sempre prima, durante e dopo un trattamento ortodontico le reazioni del sistema posturale.

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Tornando alla centralità dello stimolo podalico semplici accorgimenti avranno ripercussioni estremamente positive sulla postura:
a. Mai mettere rialzi per gamba corta nel bambino fino ai 14-15 anni (Rissel 4) salvo casi rari
b. all’interno delle scarpe commercializzate magari come ’ortopediche’ troviamo dei rialzi soprattutto in corrispondenza della concavità plantare: questi costituiscono uno stimolo deleterio, frutto di ‘cecità propriocettiva’, andando ad agire in un’area non nata per tale scopo. Il problema diventa più serio ancora nei bambini che dovrebbero, per natura, avere piedi piatti fino al quarto anno (solitamente si corregge da solo entro il 7° anno), ma spesso subiscono questi stimoli inadeguati.
c. Non acquistare scarpe strette, magari spinti dalla moda del momento
Per quanto riguarda gli sportivi i due ultimi problemi spesso di associano e dovremmo chiederci come facciano dei ‘poveri piedi’ ad inviare informazioni adeguate ai centri superiori in scarponi da sci, per esempio, dove vengono ‘compressi’ ed annullati da solette ‘a stampo’ che stimolano punti normalmente non sollecitati; se a questo aggiungete difetti di convergenza oculare che ostacolano la corretta definizione delle cunette da affrontare e/o blocchi dell’articolazione tra sacro ed ileo (nel bacino) che alterano completamente sia il baricentro che lo schema di movimento Vi spiegate così certi insuccessi.
La POSTUROLOGIA NON E’ UNA DISCIPLINA A SE STANTE: il medico che se ne occupa (e non potrà che essere un medico) cerca di riunire, nel corso della visita, in un unico ragionamento, concetti di oculistica, neurologia, otorinolaringoiatria, ortopedia, fisiatria,…, in modo da avere un’idea sistematica della problematica da affrontare. Ecco perché talvolta può essere estremamente necessaria la collaborazione integrata con altre figure professionali quali il Fisioterapista, l’Ortottista, il Logopedista, il Dentista, il Neurologo, l’Ortopedico, l’Oculista, il Dentista e l’Otorinolaringoiatra.
Talvolta gli scarsi successi di un intervento dell’Ortodonzista, magari fatto anche a regola d’arte (ma in base ai parametri del momento!), o il limitato risultato di terapie mediche, fisiche (tens, ultrasuoni, laser,…) potrebbero scaturire proprio dal fatto che viene curato l’effetto, il sintomo e non la causa, per cui l’iter del DISTURBO POSTURALE continua e si sviluppa, rendendo insoddisfacente il risultato: quante volte è capitato al dentista di togliere il c.d. ‘apparecchio’, messo per un overjet o altra malocclusione e vedere tutto ritornare come prima in poco tempo?
Questo si potrebbe spiegare tenendo conto dell’interdipendenza scientificamente dimostrata fra postura ed occlusione: se la prima non è corretta sarà molto difficile correggere la seconda pur lavorando, come detto, a regola d’arte.

La Postura e l’età evolutiva

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I termini PARAMORFISMO e DISMORFISMO indicano una serie di patologie più o meno gravi, come la scoliosi, il dorso curvo, etc etc, la cui causa è spesso sconosciuta o comunque difficilmente riconducibile a fattori ben precisi.

Riprogrammazione Posturale Globale - Metodo Bricot

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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In realtà le cause sono sotto i nostri occhi tutti i giorni e non ce ne rendiamo conto, soprattutto perchè nel bambino fino ai 7 anni il sistema tonico posturale è ancora in via di specializzazione, perciò molto sensibile anche alle minime sollecitazioni.

Si tende comunemente a pensare che la causa delle scoliosi sia la vita sedentaria o lo zainetto molto pesante, in realtà ci sono anche altri fattori, forse anche più gravi.

Se consideriamo che i recettori principali della postura sono l’occhio, il piede e la mandibola, viene automatico riflettere sul ruolo che hanno artifizi come occhiali, scarpe e apparecchi ortodontici e il ciucciotto.

L’essere umano è stato programmato e si è evoluto, per correre scalzo e arrampicarsi e non per restare seduto per ore e usare calzature costrittive, guardare all’orizzonte e gestire spazi aperti e non guardare la televisione a pochi centimetri dal naso , masticare anche tuberi e frutta e non solo omogeneizzati e cibi sminuzzati, questo cambio di abitudini crea dunque un vuoto nello sviluppo psicomotorio.

A questo andiamo ad aggiungere poi il ciucciotto spesso sostituito dalla cattiva abitudine di ciucciare il pollice, fattori questi predisponenti alla beanza degli incisivi o al palato ogivale.

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Alla luce di queste considerazioni si possono cominciare a comprendere alcune “coincidenze” posturali che fino ad oggi non sono state valutate abbastanza, per esempio in francia molti studi stanno dimostrando l’esistenza di una connessione tra l’apparecchio dentale e le scoliosi, e viene sempre di più in evidenza la necessità di individuare quanto prima ogni piccolo scompenso prima che porti a scompensi in altri settori corporei.

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<META NAME=”posturologia, Bricot, Mezieres, postura, benessere, sport” CONTENT=”Riprogrammazione Posturale Globale – Metodo Bricot”>

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Mar
23
Fabio, Sport Masseur
Origine del metodo Mezieres
Metodo Mezieres
0
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Origine del metodo Mezieres Origine del metodo Mezieres Origine del metodo Mezieres Origine del metodo Mezieres

Origine del metodo Mezieres

Françoise Mézières, fisioterapista “illuminata” della prima metà del secolo scorso, rompendo i classici schemi della scuola ortopedica francese, realizzò questa metodica partendo da una osservazione di una sua paziente!
Origine del metodo Mezieres
Trattando una una persona affetta da periartrite scapolo-omerale, la correzione dell’anteposizione delle spalle comportava l’insorgenza di lordosi lombare

 

Origine del metodo Mezieres

 

 

 

 

A questo punto cercando di correggere l’iperlordosi con la flessione delle gambe insorgeva una forte iperlordosi cervicale, prima assente

 

Origine del metodo Mezieres

Questa intercorrelazione tra i vari segmenti della colonna vertebrale fece comprendere a Françoise Mézières che la muscolatura della stessa si comporta non come tante unità indipendenti, bensì come una unica unità funzionale.
A tutto ciò seguì un profondo studio sul muscolo diaframma, principale muscolo della respirazione, che ha connessioni anatomiche con tutte le strutture muscolari del nostro tronco e che se non perfettamente funzionante può essere causa di scompensi e asimmetrie.

 

 

Origine del metodo MezieresCome si vede dall’immagine  il diaframma è collegato alla gabbia toracica, al bacino e alla schiena, un’anomalia del suo funzionamento inevitabilmente si scaricherà sul tratto lombare causando tensioni e dolore.

 

Il metodo Mézières, lavorando sulla respirazione e sull’allineamento delle varie parti del corpo, riesce ad ottenere un allungamento profondo e globale della fascia, elastico-connettiva e muscolare.
Questa “modifica strutturale” dona al corpo una nuova possibilità di organizzare la propria postura (un torcicollo, una contrattura lombare impedisce il raddrizzamento della persona), e i risultati così ottenuti saranno duraturi nel tempo.

 

 

Origine del metodo Mezieres Origine del metodo Mezieres Origine del metodo Mezieres Origine del metodo Mezieres

L’AIMM, associazione italiana metodo Mézières, http://www.metodomezieres.it/ , sotto la guida della dott.ssa Maria Teresa De Santis, allieva diretta di Françoise Mézières si occupa della formazione in italia dei professionisti incaricati all’applicazione della metodica.
Feb
26
Fabio, Sport Masseur
Aikido, straordinaria arte marziale
Aikido - Official Group
0

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Aikido, straordinaria arte marziale

Aikido, straordinaria arte marziale; L’arte marziale Aikido fu creata da Morihei Ueshiba (植芝 盛平, Nato a Tanabe 14 dicembre 1883 – Deceduto a Tokyo il 26 aprile 1969); i praticanti di aikido si riferivano a lui con il termine Ōsensei (“Grande Maestro”). L’Aikido è conosciuto attraverso due fasi evolutive distinte che possono essere identificate in modo abbastanza semplice: la prima, profondamente collegata al percorso evolutivo dello studio del Budo giapponese da parte del fondatore ed una seconda a partire dagli anni immediatamente successivi alla Seconda Guerra mondiale, periodo in cui l’Aikido iniziò la sua rapida affermazione nel mondo intero, e in modo particolarmente veloce e diffuso a partire dagli anni successivi al decesso del suo fondatore.

Gozo Shioda e Morihei Ueshiba ; sono 2 pilastri fondamentali dell’Aikido del secolo scorso

Significato del termine 合氣道(aikidō)

Aikido, straordinaria arte marziale

Aikido, straordinaria arte marziale

Ai-ki-dō

Il nome aikido è formato da tre caratteri sino-giapponesi: (ai), (ki), () la cui traslitterazione è la seguente:

(ai) significa “armonia” e nel contempo anche “congiungimento” e “unione”;

(ki) è rappresentato dall’ideogramma giapponese che, nei caratteri della scrittura kanji, raffigura il “vapore che sale dal riso in cottura“. Significa “spirito” non nel significato che il termine ha nella religione, ma nel significato del vocabolo latino “spiritus”, cioè “soffio vitale”, “energia vitale”. Il riso, nella tradizione giapponese, rappresenta il fondamento della nutrizione e quindi l’elemento del sostentamento in vita ed il vapore rappresenta l’energia sotto forma eterea e quindi quella particolare energia cosmica che spira ed aleggia in natura e che per l’Uomo è vitale. Il “ki” è dunque anche l’energia cosmica che sostiene ogni cosa. L’essere umano è vivo finché è percorso dal “ki” e lo veicola scambiandolo con la natura circostante: privato del “ki” l’essere umano cessa di vivere e fisicamente si dissolve;

Aikido, straordinaria arte marziale

() significa letteralmente “ciò che conduce” nel senso di “disciplina” vista come “percorso”, “via”, “cammino”, in senso non solo fisico ma anche spirituale.

合氣道 (ai-ki-dō) significa quindi innanzi tutto: «Disciplina che conduce all’unione ed all’armonia con l’energia vitale e lo spirito dell’Universo».

Ueshiba Morihei, il fondatore dell’aikido, usava dire che l’aikido anela sinceramente a comprendere la natura, ad esprimere la gratitudine per i suoi doni meravigliosi, ad immedesimare l’individuo con la natura. Quest’aspirazione a comprendere e ad applicare praticamente le leggi della natura, espressa nelle parole “ai” e “ki”, forma l’essenza ed il concetto fondamentale dell’arte dell’Aikido.

Feb
26
Fabio, Sport Masseur
Aikido, straordinaria arte marziale
Aikido
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Aikido, straordinaria arte marziale

Aikido, straordinaria arte marziale

L’arte marziale Aikido fu creata da Morihei Ueshiba (植芝 盛平, Nato a Tanabe 14 dicembre 1883 – Deceduto a Tokyo il 26 aprile 1969); i praticanti di aikido si riferivano a lui con il termine Ōsensei (“Grande Maestro”). L’Aikido è conosciuto attraverso due fasi evolutive distinte che possono essere identificate in modo abbastanza semplice: la prima, profondamente collegata al percorso evolutivo dello studio del Budo giapponese da parte del fondatore ed una seconda a partire dagli anni immediatamente successivi alla Seconda Guerra mondiale, periodo in cui l’Aikido iniziò la sua rapida affermazione nel mondo intero, e in modo particolarmente veloce e diffuso a partire dagli anni successivi al decesso del suo fondatore.

Gozo Shioda e Morihei Ueshiba ; sono 2 pilastri fondamentali dell’Aikido del secolo scorso

Significato del termine 合氣道 (aikidō)[modifica | modifica wikitesto]

Aikido, straordinaria arte marziale

Aikido, straordinaria arte marziale

Ai-ki-dō

Il nome aikido è formato da tre caratteri sino-giapponesi: (ai), (ki), () la cui traslitterazione è la seguente:

(ai) significa “armonia” e nel contempo anche “congiungimento” e “unione”;

(ki) è rappresentato dall’ideogramma giapponese che, nei caratteri della scrittura kanji, raffigura il “vapore che sale dal riso in cottura“. Significa “spirito” non nel significato che il termine ha nella religione, ma nel significato del vocabolo latino “spiritus”, cioè “soffio vitale”, “energia vitale”. Il riso, nella tradizione giapponese, rappresenta il fondamento della nutrizione e quindi l’elemento del sostentamento in vita ed il vapore rappresenta l’energia sotto forma eterea e quindi quella particolare energia cosmica che spira ed aleggia in natura e che per l’Uomo è vitale. Il “ki” è dunque anche l’energia cosmica che sostiene ogni cosa. L’essere umano è vivo finché è percorso dal “ki” e lo veicola scambiandolo con la natura circostante: privato del “ki” l’essere umano cessa di vivere e fisicamente si dissolve;

Aikido, straordinaria arte marziale

() significa letteralmente “ciò che conduce” nel senso di “disciplina” vista come “percorso”, “via”, “cammino”, in senso non solo fisico ma anche spirituale.

合氣道 (ai-ki-dō) significa quindi innanzi tutto: «Disciplina che conduce all’unione ed all’armonia con l’energia vitale e lo spirito dell’Universo».

Ueshiba Morihei, il fondatore dell’aikido, usava dire che l’aikido anela sinceramente a comprendere la natura, ad esprimere la gratitudine per i suoi doni meravigliosi, ad immedesimare l’individuo con la natura. Quest’aspirazione a comprendere e ad applicare praticamente le leggi della natura, espressa nelle parole “ai” e “ki”, forma l’essenza ed il concetto fondamentale dell’arte dell’Aikido.

Aikido, straordinaria arte marziale

Feb
22
Fabio, Sport Masseur
FORZA, ETA’ EVOLUTIVA La forza nei bimbi e adolescenti
bodybuilding, diet, sport, tennis, track & field, Uncategorized
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FORZA, ETA’ EVOLUTIVA La forza nei bimbi e adolescenti e adolescenti

  1. ..non portasse a dei risultati significativi per la mancanza di ormoni androgeni legati allo sviluppo della massa muscolare e, quindi, della forza
  2. …bloccasse lo sviluppo delle cartilagini di accrescimento e quindi della crescita = ridotto accrescimento staturale del bambino. Affermazione apparentemente suffragata dal fatto che le ossa del bambino sono sì, più elastiche perché povere di calcio, ma per questo meno resistenti alla pressione e al piegamento (Weineck).
  3. …aumentasse il logorio delle ossa, legamenti ed articolazioni. Sconfessiamo subito questo mito: la funzione mantiene la forma e non il contrario (Klumper 1990).  FORZA, ETA’ EVOLUTIVA La forza nei bimbi e adolescenti

    FORZA, ETA’ EVOLUTIVA La forza nei bimbi e adolescenti

    • In realtà, allenati alla forza  tramite allenamenti isometrici, isotonici, isocinetici impiegando attrezzi diversi, pesi liberi e carichi naturali, i bambini hanno dimostrato un aumento di forza ( metanalisi di 28 ricerche condotta da Falk, Tenenbaum, 1996 ). Weineck, tuttavia, sconsiglia l’allenamento isometrico.
    • Quanto sono diventati più forti…? Dal 14% al 30% ( Falk, Tenenbaum, 1996 ). Un aumento che si è dimostrato uguale a quello degli adulti sottoposti ad allenamento, ma minore in termini assoluti ( Stratton, 2004 ). Gli studi di Feigenbaum (2007) hanno osservato nei bambini sottoposti ad allenamenti di forza un aumento della stessa dal 30 al 40% (allenamento durato meno di 8 settimane). F

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    • Mancando la base ormonale legata all’ipertrofia, quali altri meccanismi possono giustificare l’incremento di forza nei bambini allenati…? Si ipotizza che il miglioramento sia legato ad un ADATTAMENTO NEUROMUSCOLARE, cioè ad una migliore cooperazione tra sistema nervoso e muscolare ( Blimkie et al 1989; Hassan 1991; Mc Govern 1984; Ramsay et al. 1990; Sailor, Berg 1987; Siegel et al. 1989; Weltman et al.1986 ). Negli adulti, però, gli adattamenti neuromuscolari scompaiono dopo poco tempo dallo stop dell’allenamento.    FOR

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      Z A, ETA’ EVOLUTIVA La forza nei bimbi e adolescenti

      Anche nei bambini succede la stessa cosa…?

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    • Pare di no. Lo testimonia uno studio a lungo termine condotto da Diekmann e Letzelter ( 1986 ). Sono stati creati due gruppi di bambini e bambine tra gli 8 e i 10 anni. Ogni gruppo era formato da 35 soggetti. Un gruppo si allenava in tre fasi alla Leg Press, 2 volte alla settimana per un totale di 12 settimane. L’altro era un gruppo di controllo. Risultato: i bambini allenati mantenevano i risultati ottenuti anche nello stop forzato tra le fasi di allenamento. Morale: anche se non legati ad un aumento della massa muscolare, i risultati di un allenamento di forza nei bambini sono durevoli.

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Perché allenare la forza nei bambini..?

1) Semplicemente perché l’acquisizione di qualsiasi gesto tecnico richiede una dose più o meno grande di forza. Questa fase della vita è cruciale nell’apprendimento motorio. E’ il periodo dagli 8 agli 11 anni, detto “turgor secondus” ed è considerata l’età d’oro dell’apprendimento motorio, nel quale si deve acquisire un grande patrimonio di movimenti che condizionerà il bagaglio motorio a venire. E’ in questa fase che i bambini imparano con disinvoltura movimenti anche complessi come un doppio salto mortale. Un’adeguata dose di forza li faciliterà nell’applicazione del gesto. Insomma, il giovane atleta risulta facilitato nel risolvere compiti complessi in cui sono richiesti impegni muscolari intensi

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2) L’allenamento della sforza aiuta nello sviluppo dello scheletro ( British Association of    Exercise and Sport-BASES-in “Position of Guidelines for Resistance Exercise in Young People;  Yu et al, 2005 )

3) Previene soprappeso, traumi e riduce i sintomi di dolori cronici alla schiena ( J.Weineck,       “L’allenamento ottimale”; Jones, 2002- tesi presentata al    John Moores University di Liverpool ). Weineck riporta che nei primi due anni di scuola i bambini registrano un aumento dei difetti del portamento di circa il 70% e un aumento del soprappeso dal 3 al 20%.

Curiosità: secondo Ebada, Kruger (2004) l’inizio sistematico di un allenamento di sollevamento pesi nelle singole nazioni e nei diversi gruppi di autori oscilla tra i 9 e i 12 anni.

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Come allenare i bambini alla forza…?

1)   Con 13-15 ripetizioni (lavoro di Feigenbaum et al 1999, 2001)

2)  con 2 allenamenti settimanali ( Stahler et al.,1995; Steinmann 1990 ). Un solo allenamento è meno efficace, mentre tre allenamenti non sono più efficaci di due (almeno, all’inizio dell’allenamento della forza).

3) Weineck, nella prima età scolare (6-10 anni) suggerisce di allenare la forza solo attraverso giochi di lotta, di spinta e di trazione o circuit training. Quest’ultimo asseconda il bisogno infantile di prestazioni di breve durata e garantisce una buona formazione dell’apparato muscolare. Le stazioni non devono essere più di 5-7,  durare oltre i20”, con una pausa di 40”e la velocità di esecuzione il più rapida possibile. Nella seconda età scolare (10-12 anni)l’autore, nell’ambito del rafforzamento generale, propone ancora un lavoro a carico naturale o con sovraccarichi leggeri (palloni medicinali, cerchi pesanti, sacchi di sabbia…). Ma anche esercizi con il partner per allenare muscoli dorsali e addominali e esercizi di appoggio degli arti superiori (carriola, verticale, palleggiare un pallone…).

Ai fini della performance atletica, meglio solo allenamento generale della forza o combinare l’allenamento generale della forza con la pliometria?

Secondo Feigenbaum (2006) l’allenamento combinato produceva miglioramenti significativi nei test di squat jump con impiego delle braccia, di salto in lungo da fermo, di corsa a navetta e di lancio del pallone medicinale. Il gruppo che allenava solo la forza dimostrava miglioramenti estremamente casuali.. Anche altri studi hano portato alla conclusione che la forma combinata di forza + pliometria sia la soluzione vincente per migliorare la performance.

 

L’allenamento della forza nei bambini produce particolari masse muscolari?

No, perché “in un muscolo in via di accrescimento si produce un aumento dei sarcomeri collegati in serie e quindi un adattamento in lunghezza” (Weineck). Allenare la forza nei bambini produce un allungamento del mucolo senza che vi corrisponda un aumento della sezione traversa, cioè della massa muscolare.Il tutto a patto che l’allenamento sia dinamico (e non isometrico) con ampi movimenti in allungamento e in accorciamento della muscolatura.

 

Pesi o corpo libero?

Flanagan et al. (2002) non hanno riportato alcuna differenza nell’allenare la forza con i due metodi. Né si evidenziata una differenza significativa nel guadagno di forza (misurata attraverso il salto verticale e orizzontale) tra chi svolgeva 6-10 RM e chi svolgeva 15-20 RM (Feigenbaum et al. 2005).

Allenare la forza nei bambini è pericoloso…?

Esiste un solo Autore che ha riferito di lesioni epifisarie dopo un allenamento con i pesi ( Gumby et al., 1982 ), ma che guarivano senza lasciare conseguenze. Comunque si trattava di un allenamento per il sollevamento pesi con carichi massimali e non di un allenamento della forza. Nelle varie ricerche a lungo termine sull’allenamento della forza con i bambini non si fa il minimo accenno a danni per la salute.Feigembaum et al, nel 2003, ha sottoposto bambini dai 6 ai 12 anni a test di forza massimi con carichi di 1RM. Nessun trauma rilevato. Byrd et al, nel 2003, hanno osservato 543 alzate con carichi massimi di giovani sollevatori di peso. Nessuna traccia di traumi o lesioni.

Anche Fleck e Kraemer (1997, 2005) non vedono nell’età infantile un impedimento ad allenare la forza con pesi liberi e macchine. In meno dell’1% degli studi pubblicati vengono citati traumi di scarsa entità e in nessuno dei lavori esaminati si sono osservati danni alle cartilagini d’accrescimento.

E a lungo termine…?

Mettiamo allora a confronto le probabilità di trauma e infortuni i giovani atleti praticanti sport diversi e vari tipi di allenamento ( Hamil, 1994 )

Quanto si migliora?

Uno studio di Feigenbaum et al. (1999) riporta un miglioramento del 40% in termini di forza su bambini e bambine tra i 5 e i 12 anni allenati per 8 settimane alla chest press e leg extension. L’età tra i 7 e i 10 anni (prima età scolare) è un periodo d’oro per l’apprendimento motorio, sarebbe utile abbinare l’eventuale allenamento della forza ad attività coordinative: giochi con la palla, con partner e con attrezzi e/o anche esercizi ginnici eseguiti in forme complesse, come i circuiti con vari attrezzi (Mellerowicz et al. 200, 79). Con la 2° età scolare (10-12 anni le femmine e 10-13 anni i maschi) c’è un ulteriore sviluppo dell’apparato vestibolare e degli altri analizzatori del movimento e della posizione migliorando così fluidità e padronanza dei movimenti. Meglio ancora, in questo periodo, rinforzare l’allenamento delle capacità coordinative rispetto a quelle condizionali. La forza sarebbe meglio allenarla attraverso esercizi di forza complessi, senza l’uso di attrezzi (SdS, n.82-Luglio-Settembre 2009). Se in queste due fasi l’allenamento della forza dà esiti leggermente a favore dei maschi, tra la pubertà e l’adolescenza ( 12-18/19 anni) la produzione di ormoni androgeni nei maschi li sottopone ad un significativo miglioramento nell’allenabilità della forza rispetto alle coetanee. Nella 1° fase puberale ( 11/12 fino ai 14 anni) i maschi possono contare su un grosso sviluppo muscolare e della forza massimale e rapida. Tuttavia Mellerowicz et al. (2000, 79) sostengono che se nella 1° età puberale l’allenamento della forza e della forza rapida dovrebbe essere utilizzato solo a certe condizioni, alla fine della crescita (18/19 anni) forza, velocità, coordinazione e resistenza possono essere allenati fino quasi ai limiti della capacità di carico degli adulti.

Detto questo durante l’età evolutiva risulta difficile fare una declinazione dei tempi e modi di allenamento uguale per tutti dato che la forza cresce e si modifica in modo spontaneo e irregolare. Inoltre la forza, la crescita e la maturazione influenzano fortemente le capacità di apprendimento, sia delle abilità motorie, sia delle tecniche sportive in generale, creando difficoltà e opportunità sul piano della coordinazione.

La crescita della forza, è bene sottolineare, non procede parallelamente a quello della statura creando situazioni di relativo squilibrio. Il massimo gap tra crescita statura/forza avviene attorno ai 12 anni nelle femmine e ai 14 anni nei maschi. In questo periodo i maschi possono crescere di 9 cm in un anno e le femmine di 8 cm. Questo penalizza lo sviluppo della forza in rapporto alla statura.

Età e sesso contano sull’efficacia dell’allenamento della forza?

Steinmann (1990) in una ricerca unica nel suo genere nella quale ha esaminato l’influenza dell’età con metodi statistici ha concluso che non ci sono apprezzabili differenze nel miglioramento della forza in ragazzini tra gli 11 e i 14 anni sottoposti all’allenamento di tale capacità. Solo i 14enni hanno dimostrato miglioramenti più marcati nel miglioramento del salto verticale dopo 8 settimane di allenamento della forza. Diekmann e Letzelter (1987) hanno dimostrato che nemmeno il sesso dei soggetti in età evolutiva influenza i miglioramenti conseguiti dall’allenamento della forza. Secondo altri studi, nemmeno l’età influenzerebbe l’efficacia degli allenamenti della forza.

Cosa si migliora in età prepuberale…?

Il trend attuale suggerisce che con un allenamento di forza i soggetti in età prepuberale producono sì, miglioramenti, ma sostanzialmente per meccanismi di adattamento neuromuscolare ( Feigenbaum 1993; Matos, Winsley 2007). Ninte aumento della massa muscolare, dunque.

Fry e Shilling nel 2002 pubblicarono una review su allenamento e risposta oronale. Se ne concluse che nei soggetti maschi in prima fase puberale presentavano risposte ormonali all’allenamento della forza pari a quelle degli adulti, ma bisogna tenere presente che tali ricerche erano riferite a soggetti praticanti pesistica

I cambiamenti della massa muscolare nell’età evolutiva

Se alla nascita il bambino ha solo il 21%-25% di massa muscolare, alla fine della crescita i maschi arrivano ad un 52% di massa muscolare contro un 42% delle coetanee. Le fibre muscolari del bambino sono più sottili ed elastiche e molto più richhe di acquaL’aumento della massa muscolare avviene per iperplasia ed ipertrofia. Tradotto, si ha un aumento sia delle dimensioni (in lunghezza) che del numero dei sarcomeri in corrispondenza della giunzione muscolo-tendinea.

Nei ragazzi le braccia si sviluppano il doppio rispetto a quelle delle ragazze, mentre la differenza sugli arti inferiori è “solo”del 30% (Blimkie, 1998).

Quanto alla tipologia delle fibre muscolari, se alla nascita prevalgono le fibre veloci, nei primi due anni ci sarà una loro trasformazione in fibre lente, in una proporzione che rimarrà costante fino all’età adulta. Solo l’allenamento specifico potrà determinare un moderato cambiamento tipologico.

La sezione trasversa cresce del 75%nel primo anno di vita, mentre da lì fino all’età adulta crescerà di 4-5 volte nei maschi e di 3,5 volte nelle femmine.

I carichi…

Se alcuni autori non pongono limiti, pur sottolineando alcune fragilità come i nuclei di ossificazione, altri autori pongono come limite massimo il 100% del peso corporeo (fino ai 15 anni). Filin (1980) pone l’asticella del sovraccarico all’altezza del peso corporeo tra i 9 e i 18 anni. Oltre ai 18 anni è possibile raggiungere carichi fino al 120% del peso corporeo. Il consiglio di usare carichi che non vadano oltre la soglia del peso corporeo tra i 9 e i 18 anni deriva dalla considerazione che se nella fase prepuberale e puberale i muscoli hanno caratteristiche di funzionalità pari a quelle degli adulti, lo scheletro è ancora in evoluzione il che lo rende, almeno in parte, vulnerabile e comunque non così stabile come i muscoli (Sperling 1975).

Per completare la preparazione è necessario affiancare agli esercizi di forza anche esercizi di equilibrio, di variazione delle tensioni muscolari e esercizi che sviluppino la capacità di realizzare tensioni elevate prolungate e ripetute in condizioni di crescente fatica, come negli sport di resistenza alla forza, nei giochi sportivi e negli sport da combattimento.

 

 

Rapporto traumi/ore di pratica attività

 

Sport Rischi di danni o lesioni Quanto più pericoloso dell’allenamento alla forza?
Allenamento della forza 0,0035 / 100 ore di pratica  
Sollevamenti massimali 0,0017 / 10 ore di pratica  
Calcio 6,20 / 1 ora di pratica 1500 volte più pericoloso
Basket 1,03 / 1 ora di pratica 800 volte
Un programma corretto di allenamento della forza non ha effetti negativi sulla crescita lineare, sulle cartilagini d’accrescimento e il sistema cardiocircolatorio

( US Consumer Product Safety Commissions National Electronic Iniury Surveillance System, sistema di controllo per la sicurezza dei prodotti di consumo che raccoglie dati sui danni e lesioni di pesi liberi, macchine, tubi e fasce elastiche in 1000 pronto soccorso ). Sul totale degli infortuni registrati per tutte le attività sportive tra il 1978 e il 1998, solo lo 0,7% proviene da attività sportive con sovraccarichi, mentre i giochi sportivi coprono oltre il 35% degli infortuni. Inoltre la maggior parte degli incidenti riferiti durante allenamenti di forza sono avvenuti in ambiente domestico o per una cattiva utilizzazione di macchine o pesi liberi (Guy, Micheli 2001). In ogni caso le linee guida sull’allenamento della forza dell’American Academy of Pediatrics sconsiglia l’uso di carichi massimali (AAA, 2007).

Inoltre i pochi dati disponibili indicano che l’allenamento con i sovraccarichi porta ad un aumento delle IGF-1 e che non vi sono effetti negativi sulla crescita (Blimkie, 1993).

Infine, quando l’allenamento è supervisionato da un istruttore esperto non sono stati riportati danni, in particolare alle cartilagini di accrescimento (Behm et al., 2008)

 

 

 

 

Quando iniziare quale sport…?

 

Età Sport
Fino a 7 anni Sport con componente piuttosto tecnica

(sport e discipline tecnico-compensatorie)

7-9 anni Sport a dominante coordinativo-condizionale

(nuoto, gare multiple di atletica leggera, badminton, pallavolo…)

9-11 anni Sport a dominanza condizionale-coordinativa

(corsa, ciclismo, triathlon, scherma, pallamano)

11-13 anni Sport di forza/resistenza alla forza

(canottaggio, lanci dell’atletica leggera…)

Frohner, Tronick (2007, 12)

 

Stiffness* e Riflesso da stiramento: un paragone bambini-adulti

Lo studio di Lambertz et al. (2003) ha coinvolto 46 bambini e bambine in età prepuberale tra i 7 e i 10 anni. Ecco i risultati:

  • Il riflesso da stiramento e la stiffness aumentano con l’età
  • I tendini diventano più stiff (rigidi) con l’età
  • La stiffness aumenta con la forza

Il rifl. da stiramento e la stiffness sono inferiori che nell’adulto     probabilmente a causa della minore stiffness muscolo-tendinea (studiato nella prestazione di salto-Grosset et al.2007)

Non a caso già Bosco (1982) e Komi (1973) avevano notato una ridotta capacità dei bambini di tollerare alti carichi pliometrici, mentre già tra i 10 e i 15 anni tale capacità è superiore. Infatti i bambini sviluppano una performance pliometrica inferiore, in proporzioe, alla loro forza massima. La loro capacità pliometrica è proporzionalmente inferiore anche a quella degli adulti al punto che la loro forza eccentrica massimale risulta essere inferiore alla forza concentrica massimale. Mentre negli adulti la forza ecentrica massimale supera del 30-50% quella concentrica massimale.

Come mai? Probabilmente per l’incompleto sviluppo del sistema nervoso e dall’esigenza di proteggere un apparto locomotore e di sostegno ancora fragile. Il bambino ha una soglia di attivazione degli organi Tendinei del Golgi precoce rispetto all’adulto. Risultao: le inibizioni vincono sulle attivazioni. Idem negli anziani, a causa di una regressione funzionale (Bosco, 1980).

Già a 12-13 anni i ragazzini hanno evidenziato, però, una buona sensibilità all’allenamento pliometrico.

*Stiffness= durezza muscolare. Una maggiore s. migliora la trasmissione della forza. La s. deve essere in equilibrio con la compliance, cioè l’elasticità del muscolo, in modo tale da accumulare tutta l’energia elastica possibile.

 

Performance ed età prepuberale: nessuna differenza tra maschi e femmine?

Anche se la tempesta ormonale tipica della pubertà non ha ancora messo un solco netto tra maschi e femmine e fermo restando che tra i 9 e gli 11 anni i livelli di composizione corporea e di forza massima tra i due sessi sono sostanzialmente uguali, pare che in questo periodo i maschi si distinguano già nelle attività di potenza come i test di salto verticale e di salto in lungo da fermo (MacKay, 2005).

LINEE GUIDA DELL’AAP

(AMERICAN ACADEMY OF PEDIATRICS-“Strenght Training by Children and Adolescents”, PEDIATRICS, 121, 2008, 835-840)

  • Allenare la forza 2-3 volte a settimana
  • 20-30 minuti per ogni allenamento
  • 8-15 ripetizioni per set (carichi dal 30% al 60% di 1 RM, Faigenbaum 2008)
  • 1-3 set per esercizio Aumentare il carico quando il bambino è in grado di eseguire correttamente 15 ripetizioni ( Willmore e Costill, 2005 ) con incrementi del 10%
  • Allenarsi per almeno 8 settimane
  • Allenare tutti i gruppi muscolari, anche quelli del tronco con un occhio di riguardo a dorsali e addominali
  • Lavorare nel massimo ROM
  • Non iniziare l’allenamento della forza prima dei 6-8 anni perché solo allora inizia l’età d’oro dell’apprendimento motorio e l’equilibrio e il controllo posturale del bambino raggiungono una maturità pari a quella di un adulto
  • Privilegiare i pesi liberi, sia perchè le macchine sono tarate su misure adulte, sia per il maggior controllo dell’equilibrio che impongono questi attrezzi
  • Per il limitato numero di ricerche, l’AAP si oppone però alle alzate di potenza, al body building o all’uso di carichi massimali ( 1RM)
  • Mantenere bassi carichi e ripetizioni ( 10-15 rip ) quando teoricamente se ne potrebbero eseguire 20 o più.Il lavoro ad esaurimento o con contrazioni eccentriche è sconsigliato perché pericoloso ( “ Fitness&Sport”, n.1/2010 )
  • Per rispettare quanto detto sopra è sufficiente aumentare di ½ kh – 1 kg a settimana
  • Si può iniziare con un solo set. Quando si è in grado di eseguire 10 ripetizioni in modo corretto possiamo aumentare prima il n. delle ripetizioni, portandole gradualmente a 15, quindi tornare a 10 aumentando il carico. L’obiettivo è quello di arrivare ad eseguire in modo corretto le 15 rip. Con un peso maggiore rispetto all’inizio. Raggiunto questo non bisogna aumentare né il peso, né le ripetizioni, ma il numero di set ( due o tre al massimo ).
  • Portare gli allenamenti a più di 4 a settimana non aumenta I benefici, ma solo il rischio di traumi
  • Per la sicurezza del bambino è necessaria un’accurata assistenzae tecnica d’esecuzione. Il rapporto istruttore-bambini non deve essere superiore a 1:10
  • Combinare l’allenamento della forza con uno di allenamento aerobico se l’obbiettivo è il miglioramento della salute
  • Controindicazioni all’allenamento della forza nei bambini : ipertensione non controllata, epilessia, storia di tumori infantili e chemioterapia
  • Consultare un medico in caso di patologie cardiache congenite ( cardiomiopatie, ipertensione polmonare arteriosa o sindrome di Marfan )

 

I benefici dell’allenamento della forza nei bambini

  1. Migliora l’efficienza cardiovascolare
  2. La composizione corporea (sulla massa grassa l’effetto è evidente negli adolescenti, nullo o quasi nei bambini in età prepuberale, Feigenbaum 1996,69)
  3. La densità ossea ( Fleck, Kraemer 1997)

La fase più sensible per influire sulla densità ossea è quella prepuberale, cioè tra gli 10 e i 12 anni circa (Mc Kelvie, 2002)

  1. Il profilo dei lipidi ematici
  2. La salute mentale

Yu et al. (2005,667)hanno ottenuto benefici sia sulla composizione corporea che sulla densità minerale ossea anche su bambini in età prepuberale in sovrappeso o obesi.

 

Esempio di progressione

 

Settimana  1 1 x 10 1 kg
Settimana  2 1 x 12 1 kg
Settimana  3 1 x 15 1 kg
Settimana  4 1 x 10 1,5 kg
Settimana  5 1 x 12 1,5 kg
Settimana  6 1 x 15 1,5 kg
Settimana  7 2 x 10 1 kg
Settimana  8 2 x 12 1 kg
Settimana  9 2 x 15 1 kg
Settimana  10 2 x 10 1,5 kg

 

Approccio e progressione

 

Prima unità di allenamento Una sola serie con sovraccarico scarso, da permettere 12-15 rip.
Prime 3-4 settimane Da concepire come fase di apprendimento, preferendo all’inizio esercizi parziali per alcune parti del corpo
Dopo 4-5 settimane Inserire la vera fase iniziale del programma di allenamento pianificato
Quanti esercizi? 6-8
Quali muscoli privilegiare? Allenare prima i gruppi muscolari principali, soprattutto gli stabilizzatori del tronco (es., retti e obliqui, estensori del dorso…) e delle articolazioni (cuffia dei rotatori)
Velocità di esecuzione e modalità di lavoro 1-2 secondi in concentrica, 2-3 secondi in eccentrica

Solo esecuzioni dinamiche, non isometriche

Dopo quanto tempo i miglioramenti evidenti? 8 settimane

Come condurre un allenamento di forza in età evolutiva con obiettivo salute

 

Riscaldamento 5-10’ al rematore, crosstrainer perché coinvolgono tutto il corpo
Ripetizioni 10-15 (minimo 6, max 25) secondo la fase di allenamento e l’obiettivo (8-12=costruzione muscolare, 15-20= resistenza alla forza, 6-8=forza rapida)
Interruzioni del carico Non portare mai fino all’esaurimento, ma con un margine di 2-3 ripetizioni supplementari
Set 2-3 per esercizio
Esercizi 6-8
Frequenza 2 a settimana
Durata 6-8 settimane (minimo 4, massimo 12)
Ripetizione del ciclo Minimo 2 all’anno

 

N.B.: Incrementare prima il volume (ripetizioni, esercizi, frequenza d’allenamento), poi l’intensità (Feigenmbaun 1993).

 

Fleck, Kraemer (1997): esercizi, set e ripetizioni di un allenamento della forza alle macchine con bambini

 

Esercizio Set e ripetizioni
Squat o leg press 3 x 10-15
Bench press 3 x 10
Leg curl 3 x 10
Arm curl 3 x 10
Leg extension 3 x 10
Shoulder press 3 x 10-15
Sit up 3 x 15-20
Back extension 3 x 10-15

 

Fleck, Kraemer (1997): variabili sulla periodizzazione

 

Obiettivo Set e rip.
Base 3 x 10-15
Forza 3 x 6-10
Forza rapida 2-3 x 6-9
Forza massima 1-2 x 6-8

Periodizzazione dell’allenamento con atleti in età prepuberale

(modificato da Fleck, Kaemer 2004)

Tratto da SdS n.84, Gennaio-Marzo 2010-04-25

 

Ciclo allenamento Numero set per esercizio Ripetizioni Intensità Durata del ciclo

(in settimane)

Base

(resistenza alla forza)

1-3 10-15 < 70% 1RM 6
Strenght

(costruzione muscolare)

1-3 6-10 70-85% 1RM 6
Power

(forza rapida)

2-3 6-8 < 60% 1RM* 6
Peak

(forza massima)

1-2 6-8 < 80-85% 1RM 6
Active resting

(recupero attivo)     Attività sportive di scarsa intensità; metodi di rigenerazione

 

* esplosivo

 

Gli sport specifici che migliorano la massa e la densità ossea:

  • Ginnastica artistica
  • Corsa
  • Tennis
  • Hockey su ghiaccio
  • Pesistica

Gli autori che propongono questo rapporto tra sport-specifico e aumento di massa e densità ossea sono: Bruggemann, Krahl 2000; Burrows 2007; Cohen et al. 1995; Conroy et al. 1993; Kemmler et al. 2003; Pettersson et al. 1999; Ryan et al. 2004; Stone 1992; Zernocke, Loitz 1992. Inoltre Burrows (2007) sostiene che soprattutto durante l’infanzia e l’adolescenza l’osso disponga di grandi capacità di adattamento ai carichi. Suffraga questa affermazione la review di Ondragik, Morgan (2007) condotta su studi che allenavano alla forza bambini dai 7 ai 12 anni per 7-9 mesi, 3 volte la settimana. Risultato: significativo aumento sia dei minerali nelle ossa che della densità ossea del tratto lombare e del femore. Stabilendo un preciso asse tra 1) elevati livelli di attività fisica  2) assunzione di calcio   3) elevata BMD (Bone Mineral Density) in soggetti in età evolutiva.

F

FORZA, ETA’ EVOLUTIVA La forza nei bimbi e adolescenti

ORZA, ETA’ EVOLUTIVA La forza nei bimbi e adolescenti

Conry et al., nel 1993, misero a confronto la densità ossea delle vertebre lombari (L1-L4) e delle epifisi prossiali del femore tra 12 pesisti di 17 anni circa e 11 ragazzi della stessa età non praticanti questo sport. I pesisti mostrarono una densità ossea dei tratti scheletrici esaminati significativamente superiore a quella dei coetanei del gruppo di controllo.

FORZA, ETA’ EVOLUTIVA La forza nei bimbi e adolescenti

Sulla maggiore mineralizzazione delle ossa dei bambini sottoposti ad allenamneto di forza gli studi sono pochi ed è difficile scorporare nei risultati i miglioramenti legati all’allenamento rispetto a quelli legati ai processi di sviluppo.

 

F

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ORZA, ETA’ EVOLUTIVA La forza nei bimbi e adolescenti

Importante l’affermazione di Fleck e Kraemer (1997): “E’ importante notare che sebbene nei bambini di tutte le età non si possano produrre aumenti delle dimensioni dei muscoli, molti altri cambiamenti nel muscolo, nei nervi e nel tessuto connettivo dei bambini fanno pensare che vi sia un incremento ella qualità del tessuto muscolare e dell’unità neuromuscolare. Cambiamenti nelle proteine muscolari (forme di miosina), nei pattern di reclutamento e nel tessuto connettivo possono contribuire al miglioramento della forza, della prestazione sportiva e della prestazione degli infortuni”.

Da notare anche Mersch (1987) che, nello studio sui gemelli monozigoti (8,8-11,2 anni) concluse che i miglioramenti della massa muscolare erano attribuibili sì, al normale sviluppo, ma anche all’allenamento. Anche in assenza dell’influenza del testosterone, praticamente assente a questa età.

 

Autore Età e tipologia soggetti Tipo, durata e frequenza di allenamento Conclusioni
Mersh

1987

8,8-11,2 anni

3 coppie di gemelli monozigoti maschi

Forza

9 settimane

6 allenamenti settimanali

Nessun effetto negativo sullo sviluppo di statura e peso
Pheng

1998

11,2 anni Forza Adattamenti positivi sullo sviluppo corporeo con una crescita media del gruppo di allenamento superiore a quella del gruppo di controllo
Dudziak

1980

Forza con bilancieri Nessuna azione inibitoria sulla crescita

Giovani atleti: quali esercizi

Attrezzi

FORZA – ETA’ EVOLUTIVA

FORFORZA, ETA’ EVOLUTIVA La forza nei bimbi e adolescentiZA – ETA’ EVOLUTIVA

Allenamento della forza nei bambini, preadolescenti e adolescenti

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Premesso che durante l’età evolutiva l’incremento della forza è attribuibile soprattutto alla componente neuromuscolare, il suo allenamento con sovraccarichi passa prima attraverso ( Zatsiorsky, Kraemer 2008) esercizi monoarticolari, pluriarticolari, con macchine, con pesi liberi, con pesi liberi e che chiedono l’attivazione di tutto il corpo per essere sollevati e, infine, con pesi liberi che chiedono l’attivazione di tutto il corpo e il raggiungimento di potenze elevate (girata al petto, strappo, slancio…).

Studi controllati hanno stabilito che, dopo adeguata preparazione, il rischio con gli esercizi olimpici è basso.

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Giovani atleti e allenamento della forza: programmi generali o specifici?

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Entrambi hanno portato miglioramenti, ma soprattutto gli esercizi specifici per la fora, attinenti al gesto tecnico. Gli studi più attendibili in tal senso sono stati fatti tra giovani nuotatoti (Bulgakova et coll 1990, dimostrarono come fosse più efficace un allenamento specifico per la forza di giovani nuotatori con resistenze elastiche in acqua rispetto ad un allenamento aspecifico della forza con macchine a secco).

Quali sport hanno dimostrato maggior benefici dopo l’allenamento della forza? In che misura?

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Sport di lancio, getto e salto. Miglioramenti dal 10 al 13%

E i benefici nei giochi sportivi?

Ebbene, in questo caso gli studi sono troppo pochi e metodologicamente dubbi per trarre delle conclusioni certe.

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Un motivo sopra tutti per allenare la forza

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Creare la capacità di carico necessaria a sostenere meglio sia gli allenamenti che le gare (Mester et al 2009).
Senza trascurare, per i bambini non agonisti, che l’allenamento della forza è un utilissimo strumento preventivo del soprappeso, di difetti posturali e di traumi (Weineck).

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Pliometria

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In soggetti in età evolutiva e non allenati i lavori pliometrici non hanno dato benefici migliori  rispetto al lavoro con resistenze di vario tipo (studio di Lephart et al. 2005, su ragazze 14enni.

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Il lavoro pliometrico dà risultati in soggetti già allenati con  quali pare siano sufficienti non più di 10 ripetizioni di pliometria ad alta intensità. Kotzamanindis (2006) ha dimostrato che in bambini di 10-11 anni da 60 a 100 salti pliometrici per seduta sono sufficienti a migliorare nello sprint dai 20 ai 30mt.

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Feb
9
Fabio, Sport Masseur
AIRC – assassini senza frontiere
bodybuilding, diet, Dottor G. R. Hamer, sport, Uncategorized
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Hamer, e Possibilità di scaricare il PDF de : Le 5 Leggi Biologiche, in 24 pagine

Parola all’autore dell’articolo:

E’ cosa ovvia, per chi ormai ha capito bene  l’essenza delle scoperte Hameriane e Le 5 Leggi Biologiche, che la ricerca sulle mal chiamate malattie, è inutile, vecchia, dannosa, non porta a nulla, ed è un massacro contro delle povere bestiole indifese. Parliamo quindi della sperimentazione su animali vivi.

Lo schifo non ha fine, e le parole che adottano per circuire i malinformati, paurosi, malati di mentre, e analfabeti di ogni tipo… Le parole dell’airc sono molte, e tutte senza senso scientifico, per ingannare i più disinformati… e l’airc nel suo sito ufficiale, cita così: (uno dei suoi tanti deliri)

AIRC – Assassini senza frontiere

http://www.airc.it/cancro/cos-e/come-nasce-tumore/

Troverete anche il dicitore Piero Angela con un video di una ignoranza imbarazzante, sulle cellule “impazzite”. Lui,  che di scienza nulla sa, ma che narra quel che gli viene dato, e ripete a bacchetta, tanto per accontentare il pubblico ingenuo della TV, per non chiamarlo in altro modo.

arriva il delirio dell’airc

La cellula “impazzisce”

” In effetti non si può parlare di un’unica malattia chiamata cancro, ma di diversi tipi di malattie, che hanno cause diverse e distinte, che colpiscono organi e tessuti differenti, che richiedono quindi esami diagnostici e soluzioni terapeutiche particolari. Esistono però alcune proprietà e caratteristiche che accomunano tutti i tumori, e che consentono di tentare una risposta valida – almeno in linea generale – per tutte le forme della malattia. Per usare una metafora, si può dire che ad un certo punto, una cellula dell’organismo “impazzisce” – perde alcune sue proprietà, ne acquisisce altre – e comincia a moltiplicarsi al di fuori di ogni regola.”

AIRC – Assassini senza frontiere

Sono l’autore di questa pagina, riprendo la parola: Grazie alle scoperte Hameriane, abbiamo capito ormai che le cellule non impazziscono, ma hanno un messaggio ben preciso, che appartiene al trinomio inscindibile, PSICHE / CERVELLO / ORGANO 

AIRC – Assassini senza frontiere: Altro delirio (dei tanti), dell’airc:

La risposta della scienza

Per affrontare questo tipo di problematica si è sviluppata un’enorme quantità di lavoro di laboratorio per studiare il DNA e le componenti genetiche che condizionano l’aumentata suscettibilità allo sviluppo tumorale.
Ma c’è anche una scienza specifica – l’epidemiologia – il cui obiettivo è identificare le cause dei tumori e i fattori di rischio associati. Grazie agli studi epidemiologici è stato possibile, per esempio, dimostrare con certezza che il fumo di sigaretta aumenta il rischio di tumore del polmone o che l’alimentazione scorretta contribuisce ad aumentare il rischio di molte neoplasie come quelle dell’apparato digerente e del seno. Attraverso la loro identificazione che è possibile mettere in pratica quella prevenzione che rappresenta uno degli obiettivi più importanti per arrivare alla sconfitta del cancro. O, meglio, dei diversi tipi di cancro.

AIRC – Assassini senza frontiere

Parla l’autore di questo documento:

Il delirio dell’airc e compagnia bella non ha fine. Una enorme quantità di baroni della Scienza, sì, scienziati, ma “fulminati” e non illuminati, ma con i paraocchi, non hanno mai dato importanza ad alcuni messaggi del corpo e dell’anima del paziente, come se ciò che aveva da dire il paziente, non contasse nulla. Il meccanismo che invece fa scattare i cosiddetti onco equivalenti, provengono proprio dall’anima, in un trinomio inscindibile.

Non è in un microscopio che va studiata questa scienza, ma era nel macroscopico, e uno scienziato dal nome G. R: Hamer, tra il 1978 e il 1990, ha effettuato degli studi profondi e senza tregua, sul rapporto che c’è tra il vissuto tragico del paziente prima di ammalarsi, e il tipo di malattia. E’ tutto perfettamente correlato, attraverso Le 5 Leggi Biologiche.

Presentazione della Nuova Medicina Germanica

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Definizione di Legge Biologica: Evento scientifico verificabile sempre, su chiunque preso a caso, in ogni dove, in ogni momento, senza margine di errore. Una Legge Biologica, non ha margini di errore.

la medicina ufficiale (con questa spocchia essi si definiscono), si basa su 5.000 ipotesi circa.

E perciò essi vi diranno che secondo un elemento nel vostro DNA, voi erediterete un tumore da un vostro genitore, con una probabilità… che varia dal … 1 al 5% … e perciò… bisogna tenere conto che voi… siente geneticamente portati ad ammalarvi.. e dovete fare donazioni  a questi scassa cani (poveri cani, meglio che non mi ci fate pensare), perché fanno ricerca pura (non è pura, ma gli allievi che studiano nei microscopi, sono per lo più dei leccapiedi dei prima citati baroni fulminati) e uccidono animali vivi MA CON PONDERAZIONE. E soprattutto, per il bene dell’umanità !

Lo schifo non ha fine… I VIP in tutto questo ci mettono la faccia (e si intascano mazzette al nero) nei programmi televisivi. La paura di ammalarsi, il senso di onnipotenza di alcuni esseri umani, è molto disgustoso.

L’autore, admin di warmfit

Fabio Bongini (diretto testimone nel 2009 della veridicità delle scoperte Hameriane,  e studioso delle medesime dal 2007)

Hamer, Home page, Nuova Medicina Germanica

Feb
8
Fabio, Sport Masseur
prof. Veronesi
Dottor G. R. Hamer
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Se siete un po’ esperti del Dott. Veronesi, saprete che non ha mai parlato fino ad ora della connessione tra anima e tumori. Incredibile. Anche se purtroppo non cita mai Hamer (non si è capito se non lo fa perché non lo accetterebbe mai o non lo conosce affatto), parla di rivedere le scartoffie della medicina ufficiale che non aveva mai preso in considerazione di investigare nell’anima del paziente, per chiedergli del suo passato…

Video da non perdere…!

Clicca qui per il video incredibile di Veronesi qualora non dovesse aprirsi al di sopra del testo

 

Feb
8
Fabio, Sport Masseur
Le incredibili dichiarazioni di Umberto Veronesi
Dottor G. R. Hamer, Uncategorized
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Ecco la vera medicina: le incredibili dichiarazioni di Umberto Veronesi.

Un discorso memorabile di Umberto Veronesi nella giornata nazionale sulla ricerca sul cancro (6 novembre 2014) al quirinale, particolarmente indicato agli scettici delle cure alternative ed ai medici.

Le parole di Veronesi che ascolterete nel video(che vi consiglio di salvarvi prima che lo rimuovano) hanno dell’incredibile, dinnanzi al presidente della repubblica, nella giornata nazionale della ricerca sul cancro, finalmente Veronesi ha la forza o la disperazione di dire la verità, completamente avversa ai criteri riduzionistici e allopatici della medicina ufficiale.
Meglio tardi che mai dr. Veronesi, grazie per questo discorso emozionante ed istruttivo.
Ecco alcuni punti salienti:
“…dobbiamo pensare alla medicina della persona…noi davanti a noi abbiamo la persona, nella sua globalità, nel suo carattere, le sue emozioni, il suo temperamento, le sue aspirazioni, le sue frustrazioni, questa è la persona che dobbiamo conoscere se vogliamo curarla correttamente, quindi credo che sia indispensabile recuperare qualche elemento della vecchia terapia olistica che è andata da 200 anni AC sino ad oggi, un vecchio tipo di medicina checonsiderava però il corpo umano inscindibile, considerava l’uomo. Poi nel 600 sono iniziate le autopsia… ed è incominciata la medicina d’organo”
“…però ha creato una scissione tra il corpo e la mente inevitabilmente… abbiamo tralasciato il tema del pensiero dell’uomo.”

“Quindi bisogna, nella medicina del futuro, ritornare al vecchio pensiero platonico, Platone diceva che bisogna curare l’anima per curare il corpo; l’anima in greco la psychè, bisogna curare il pensiero, il cervello, il modo di sentire le cose… ”

“…la malattia viene percepita e elaborata qui nel cervello, nel pensiero e lì rimane a lungo…  e facile togliere un modulo al seno è difficile toglierlo dalla mente…”
“…bisogna trovare un nuovo rapporto con i pazienti”
“…per avere la sua fiducia,la fiducia del paziente non si ottiene con la firma di un modulo di consenso informato, quello non serve a niente è una forma che serve più al medico per proteggersi dai rischi del futuro, al paziente non serve a niente.”
“…c’è bisogno di dialogo”
“…la forza dell’ascolto è incredibile nei rapporti tra tra medico e paziente… la medicina narrativa…”
“… allora noi saremo dei buoni medicied è soprattutto, a mio parere, una manifestazione d’amore per il malato.”
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