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Lug
30
Carla T. Fit. + pesistica

DIETA METABOLICA

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Dieta metabolica

• Cos’è la Dieta Metabolica?

• Come impostare la dieta metabolica

• Irrazionalità e possibili effetti collaterali

Cos’è la Dieta Metabolica?

La dieta metabolica è un regime alimentare ideato dal dottor Mauro di Pasquale, medico canadese dalle chiare origini italiane.

Come molte altre diete nate in questi ultimi anni, la dieta metabolica promette di ottenere risultati eccezionali in brevissimo tempo Dieta metabolica e, come spesso accade, è sostenuta da numerosi studi scientifici che ne testimonierebbero l’efficacia. Non solo, per attirare il consumatore sono stai inventati slogan del tipo: “il santo gral di tutte le diete”, “una dieta innovativa che si adatta ai tuoi bisogni”, “sarai tu stesso l’artefice delle tua dieta e la adatterai alle tue esigenze”.

Il filo conduttore della dieta metabolica si può spiegare con un semplice paragone. Il nostro corpo è una macchina che può funzionare sia a benzina (carboidrati) che a metano (grassi). Tuttavia lo stile di vita attuale porta il nostro organismo ad utilizzare prevalentemente benzina (carboidrati), accumulando metano nel serbatoio (grassi). Se quando facciamo rifornimento (mangiamo) introduciamo poca benzina e molto metano, ci abitueremo ad utilizzare in prevalenza metano (i grassi) svuotando progressivamente il serbatoio (dimagrimento).

Tuttavia per funzionare al meglio la nostra macchina necessità anche di un minimo di benzina (carboidrati) e tale quota, variabile da individuo ad individuo, dev’essere scoperta ascoltando il motore e valutandone le prestazioni (importanza della fase di valutazione iniziale).

Come impostare la dieta metabolica

Si inizia con un periodo di prova, fondamentale per scoprire la quota di carboidrati necessaria per l’ottimale funzionamento dell’organismo.

Tale fase, che dura all’incirca 4 settimane, è caratterizzata da una drastica riduzione dell’apporto glucidico. Il soggetto si trova così costretto a fare i conti con gli effetti collaterali di un simile approccio dietetico (stanchezza, nausea, cefalee ecc.).

In questa prima fase il piano alimentare sarà così strutturato: 12 giorni di scarico (pochi carboidrati e molti grassi) seguiti da 2 giorni di ricarica (molti carboidrati). Secondo Di Pasquale un simile approccio addestrerebbe l’organismo a bruciare i grassi per soddisfare le proprie richieste energetiche.

PERIODO DI PROVA

Fase di scarico (12 giorni) Fase di carico (2 giorni)
50-60% grassi 25-40% grassi
30-50% proteine 15-30% proteine
30 grammi di carboidrati 35-55% carboidrati

Se durante la fase di scarico ci si sente particolarmente stanchi, la dieta metabolica prevede tutta una serie di soluzioni relazionate al tipo di sintomi manifestato. La linea generale che accomuna tutte queste soluzioni prevede un aumento graduale dell’apporto glucidico, fino alla scomparsa degli effetti indesiderati. Ed è a questo punto che, dopo qualche altro giorno di prova in cui il soggetto si assicura di aver trovato la quantità ottimale di carboidrati, si passa alla seconda fase.

Nella seconda fase della dieta metabolica l’organismo è diventato un’efficiente macchina brucia grassi e, per mantenere tale caratteristica, occorre far seguire a 5 giorni di scarico altri 2 giorni di ricarica. Nei cinque giorni di scarico verrà mantenuta la ripartizione calorica sperimentata con successo durante la fase di prova. Stesso discorso per la fase di carico.

Per approfondire: Esempio Dieta Metabolica

Irrazionalità e possibili effetti collaterali

Ancora una volta ci troviamo di fronte ad una dieta che porta all’estremo alcuni concetti. Se non bastasse l’esperienza diretta, è sufficiente esaminare la storia per scoprire che l’estremismo, oltre ad essere improduttivo, è da sempre uno dei peggiori mali che affligge l’umanità. Vediamo allora quali sono i punti critici e le principali “assurdità” scientifiche di questa dieta.

Diminuzione dei carboidrati

La dieta metabolica prevede una drastica riduzione del consumo di carboidrati (30 grammi nella fase di prova). Forse Di Pasquale dimentica che l’organismo umano necessita di glucosio per sopravvivere.
L’essenzialità del glucosio è legata al fatto che sistema nervoso centrale ed eritrociti utilizzano esclusivamente glucosio per il loro metabolismo energetico. Si calcola che il minimo apporto giornaliero di glucosio per permettere il normale funzionamento di questi sistemi sia di circa 180 grammi, ben al di sopra delle quantità imposte da questo tipo di dieta.

Formazione dei corpi chetonici

Tuttavia, in condizioni particolari di estrema carenza di glucosio (digiuno prolungato), il corpo ricorre ai corpi chetonici per sopravvivere. Questo è un meccanismo disperato, efficace nel sostenimento delle funzioni vitali, ma non certo privo di effetti collaterali (stanchezza cronica, nausea, vomito, cefalee, coma).

Efficienza energetica dei grassi

A parità di ossigeno consumato i carboidrati hanno un rendimento energetico superiore ai grassi. Ne consegue che con un simile approccio dietetico la prestazione sportiva nelle discipline di endurance verrebbe seriamente compromessa. Se non ci credete provate a chiederlo ad un maratoneta che, in procinto di superare il “muro” dei 32 km, incorre nella famosa “crisi”.

Elevato apporto di grassi e proteine

Di Pasquale dà libero spazio al consumo di formaggi e di carni ad alto contenuto proteico e lipidico (pancetta affumicata, salsiccia, maionese, burro, uova ecc). Non potrebbe essere altrimenti visto che consumando carni magre non si raggiungerebbero le quote di grassi imposte dalla dieta metabolica.

E fu così che, mentre tutti consigliavano di limitare grassi saturi e grassi trans per ridurre i rischi di aterosclerosi e di alcune forme tumorali, al dottor di Pasquale venne la “brillante” idea di concepire una dieta dove l’apporto di queste sostanze fosse elevato…

Limitato apporto di fibre

Risulta evidente la scarsità di fibre imposta dalla dieta metabolica. Frutta e verdura, infatti, contengono un certo quantitativo di carboidrati e viene pertanto consigliato di non eccedere con il loro consumo. Un vero peccato visto che la fibra potrebbe ridurre i danni provocati dall’eccesso di grassi e colesterolo!

Periodo di prova e volontà del soggetto

Come abbiamo visto la dieta metabolica permette di alzare il quantitativo di carboidrati durante la fase di adattamento iniziale. Ma come fa un soggetto a capire se i sintomi che avverte sono sopportabili o sconfinano nell'”anormalità”? Da qui nasce il rischio che una persona dotata di poca forza di volontà innalzi la quota di carboidrati ai primi segni di stanchezza, vanificando i presupposti metabolici della dieta.

Inoltre il consiglio di assumere 30 grammi di carboidrati durante questo primo periodo non tiene conto delle variabilità individuali (peso, composizione corporea ed efficienza nell’ossidare i lipidi (minore nei sedentari rispetto agli allenati).

Carico di carboidrati, sbalzo insulinico….

Ricordiamo che ognuno di noi può immagazzinare un quantitativo limitato di glicogeno e che una volta saturate tali riserve il glicogeno in eccesso sarà inevitabilmente trasformato in grasso.

Per calcolare approssimativamente il livello massimo di glicogeno stoccabile nel proprio corpo basta moltiplicare il proprio peso corporeo per 30 e dividerlo per 4 (le calorie sviluppate da un grammo di carboidrati).

Così, per esempio, un uomo di 70 kg normopeso può immagazzinare al massimo 30 x 70 = 2100 Kcal che corrispondono all’incirca a 525 grammi di carboidrati.

Due giorni alla settimana in cui mangiare “di tutto e di più” sono più che sufficienti per saturare queste scorte. Ipotizzando che durante la fase di scarico un soggetto consumi in media 50 grammi di carboidrati al giorno dopo 5 giorni accumulerà un deficit di 500 grammi (considerando che il suo fabbisogno quotidiano di carboidrati sia di 150 grammi). In pratica al 5° giorno avrà svuotato tutte le sue scorte di glicogeno e la successiva ricarica di carboidrati gli impedirà di produrre ed utilizzare i corpi chetonici.

Ma allora non sarebbe meglio limitarsi a ridurre i carboidrati anziché abolirli quasi del tutto? Almeno così risparmieremo al nostro corpo inutili sbalzi insulinici ed ormonali, evitando tutti gli effetti negativi di questa “folle” dieta metabolica.

Lug
30
Carla T. Fit. + pesistica

CYCLETTE O SPIN BIKE?

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Cyclette o spin bike?

Salve, visto, il mio scarso tono muscolare delle gambe, e della scarsa voglia di andare in palestra, ho pensato di comprarmi una “spin bike”, ma, sentendo il parere dei miei amici, me l’hanno sconsigliata, in quanto non avendo esperienza di lezioni di spinning, non la sfrutterei a pieno. Lei cosa mi consiglia, devo ripiegare su una cyclette normale?? E se si, quale mi consiglia?

Ciao, lo spinning è un’attività svolta in numerose palestre italiane che prevede l’utilizzo di apposite bici da camera (spinner bike) e che alterna andature diverse abbinate a ritmi musicali appropriati.

I vantaggi derivanti dalla scelta di una spinner bike per il tuo allenamento rispetto alle cyclette tradizionali sono rappresentati dalle maggiori possibilità di regolazione.

Per esempio, la posizione normalmente utilizzata nello spinning simula maggiormente quella della bici da corsa e risulta pertanto più funzionale ma anche più scomoda (maggior rischio di sovraccarichi alla colonna vertebrale).

Nelle spin bike lo sforzo viene regolato tramite un freno meccanico che agisce su un grosso volano la cui velocità di rotazione è impressa dai pedali. Tramite questo meccanismo è possibile simulare condizioni di pianura, di salita e discesa con maggiore fedeltà rispetto alle bike tradizionali .

La bici da spinning è normalmente più resistente ma più rumorosa rispetto alle bike tradizionali .

La bici da spinning aumenta i rischi di tendinopatia rotulea in quanto, rispetto alla bici tradizionale, causa maggiori sollecitazioni a carico delle ginocchia.

In definitiva visto che sei alle prime armi ti consiglio l’acquisto di una bike tradizionale.

Oggi è presente sul mercato una vasta gamma di prodotti, il cui prezzo oscilla da poche centinaia di euro fino ai 4000 euro per le bici più professionali. Qualunque sia la tua scelta ti consiglio di verificare che la bici sia dotata di un display in grado di visualizzare la frequenza cardiaca, la frequenza della pedalata e che abbia meccanismi per la regolazione dello sforzo.

Ti consiglio di seguire per i primi 20 giorni un programma di attività aerobica costante della durata di 30-40 minuti per 4 sedute settimanali ad una frequenza cardiaca pari a:
•0.8x(220-la tua età)

e con una frequenza di pedalata intorno alle 80-100 pedalate al minuto o RPM

Fai seguire a questa fase iniziale un programma che alterni nella stessa seduta fasi ad alta, media e bassa intensità.

oppure
Registrati

Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/spinning_a_casa.htm

Lug
30
Carla T. Fit. + pesistica

ALBUME D'UOVO

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Albume d’uovo

Proprietà Nutrizionali

L’albume d’uovo, per le sue caratteristiche nutrizionali, è un alimento importante per la dieta dell’uomo. Albume, Tuorlo d’uovoA differenza del tuorlo, l’albume è praticamente privo di grassi e colesterolo; per questo motivo è adatto anche all’alimentazione di chi soffre di ipercolesterolemia o di calcolosi della colecisti.

L’albume d’uovo è infatti composto principalmente da acqua e proteine. Al suo interno sono inoltre presenti sali minerali (magnesio, sodio e potassio), vitamine del gruppo B, e glucidi (soprattutto glucosio).

% Uovo intero % Acqua % Proteine % Lipidi % Glucidi % Minerali Kcal
Guscio 8,5-10,5 1 4 – – 95 –
Albume 60-66 87-89 10,7 – 0,4-0,5 0,5-0,7 43
Tuorlo 24-30 46,5-48,5 15,8 29,1 0,15-0,25 1,1-1,6 325
Albume + Tuorlo 90-92 74-76 12,4 8,7 0,3-0,4 0,8-1 128

La sua composizione nutritiva lo rende un prezioso alimento anche per gli atleti. Non a caso in commercio si trovano molti prodotti a base di albume d’uovo (pasta proteica, barrette, proteine dell’uovo ecc.).

Uovo (100 g) Albume (100 g) Tuorlo (100 g)
Proteine 12,4 10,7 15,8
Lisina 880 725 1250
Istidina 298 235 394
Arginina 767 603 1103
Acido aspartico 1209 1060 1524
Treonina 623 500 826
Serina 842 702 1170
Acido glutammico 1508 1329 1885
Prolina 496 417 685
Glicina 419 371 490
Alanina 719 659 878
Cistina 323 312 328
Valina 823 732 993
Metionina 437 422 422
Isoleucina 657 572 842
Leucina 1041 862 1347
Tirosina 503 448 663
Fenilalanina 662 626 707
Triptofano 197 171 237

Digeribilità e Avidina

L’albume, al contrario di molti altri alimenti, compreso il tuorlo, possiede scarsa digeribilità allo stato crudo. La cottura, coagulando le proteine, facilita l’azione degli enzimi digestivi e neutralizza l’avidina, una proteina che lega la vitamina H (biotina), impedendone l’assorbimento intestinale.

Per le proteine del tuorlo vale il discorso opposto: se consumate crude sono ben digerite, mentre se sottoposte a cottura eccessiva risultano di difficile digestione.

La cottura o la pastorizzazione delle uova è comunque fondamentale per allontanare il pericolo di infezioni (salmonellosi in primis). All’interno dell’albume sono infatti presenti proteine con azione antisettica, come il lisozima, la cui funzione battericida va affievolendosi mano a mano che l’uovo invecchia.

CONTENUTO PROTEICO DELL’ALBUME D’UOVO

Proteina % Funzione
Ovoalbumina 54 Nutriente, coagulante, blocca gli enzimi digestivi
Conalbumina 13 Potere coagulante e fissazione del ferro e flavoproteina
Ovomucoide 11 Blocca gli enzimi digestivi, in particolare la tripsina
Ovoglobulina 8 Potere montante (schiumogeno)
Lisozima 3,5 Digerisce la parete batterica, potere montante
Ovomucina 1,5 Responsabile dell’albume denso, stabilizza la schiuma, azione antivirale
Flavoproteina 0,8 Lega e trasporta la riboflavina dal sangue all’uovo
Avidina 0,05 Lega la biotina impedendone l’assorbimento intestinale
Altre proteine 8,15

La composizione proteica dell’albume può causare manifestazioni allergiche nei bambini, per questo motivo andrebbe introdotto con gradualità nella dieta dell’infante.

Lug
29
Carla T. Fit. + pesistica

Alimentazione: cibo e abbronzatura

Alimentazione - Official Group
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Alimentazione: cibo e abbronzatura;  Per ottenere un’abbronzatura intensa e uniforme è buona regola assumere alimenti ricchi in acqua, sali minerali e vitamine.

Alimentazione: cibo e abbronzatura

 

Alimentazione: cibo e abbronzatura

Acqua

L’acqua è molto importante per mantenere la cute idratata e reintegrare le grosse perdite di liquidi causate dalla sudorazione.

Abbronzatura artificiale

Chi non vuole rinunciare all’abbronzatura nemmeno durante i mesi invernali, può ricorrere alle lampade artificiali.
Le lampade abbronzanti, così come i raggi ultravioletti, possono avere delle ripercussioni negative sul nostro organismo… Basta non esagerare, e procedere ad una abbronzatura in modo progressivo con tali lampade, e si eviteranno spiacevoli inconvenienti.

Le carote

Il beta carotene è il nutriente più importante in quanto stimola la formazione di melanina. Tale sostanza oltre a regalarci un colorito più scuro, protegge la pelle dagli effetti negativi delle radiazioni solari.

Tra le numerose altre virtù del beta carotene ricordiamo anche il forte potere antiossidante e la capacità di rafforzare il sistema immunitario e proteggere quello cardiovascolare.

Tra gli alimenti a maggior contenuto di carotenoidi il posto d’onore spetta alla carota, che contiene ben 1200 microgrammi di vitamina A ogni cento grammi di prodotto (più del doppio della razione giornaliera raccomandata). In generale il beta carotene abbonda nei vegetali gialli, arancioni e verdi come pesche, albicocche, angurie, broccoli, rucola e meloni.

Antiossidanti

Gli antiossidanti, sono in grado di proteggere la pelle dall’invecchiamento cutaneo e dagli effetti dannosi dei raggi U-V. Questa classe di sostanze, tra cui ricordiamo le vitamine A, C, E, il selenio e il coenzima Q-10, sono presenti in gran parte degli alimenti di origine vegetale.

Acqua, frutta e verdura devono dunque avere un ruolo primario, senza dimenticare di assumere anche gli altri nutrienti nelle giuste proporzioni.

http://www.warmfit.com/it_IT/groups/alimentazione-diet/forum/

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